4 recensioni World Food Edition: Mallorca

Quanta nostalgia mi pervade nello scrivere la terza puntata della rubrica 4 recensioni World Food Edition: Mallorca. I bei vecchi tempi, quando correva l’anno 2013, ovvero il primo trimestre della quarta superiore. Trattasi di un progetto di scambio, organizzato dalla mia scuola che sta in provincia di Milano. Tre mesi meravigliosi, passati a frequentare l’istituto IES Bendinat che si trova a Portals Nous, sotto il comune di Calvià, vicino a Palma. Esperienza che mi è servita non solo per migliorare il castigliano (lo spagnolo ufficiale, quello di Madrid e America Latina), ma ad imparare a capire il catalano, tra insegnanti, che manco a pregarli spiegavano  la lezione in una lingua che studiavi, e la famiglia ospitante che parlava il dialetto dell’isola. Almeno, quando si rivolgevano direttamente a me, spagnolo, tra di loro, zero, giustificandosi che era troppo innaturale e difficile cambiare il modo in cui si esprimevano. Ma penso che sia un fattore interiorizzato di tutta la popolazione, poiché uscendo con gente di circa la mia età, benché si sforzassero nel parlare in un modo in cui mi era possibile rispondere, preferivano dire due volte la stessa frase, ossia tra di loro in dialetto e poi una traduzione per me che assistevo ai dialoghi. Dopo un po’ di settimane, ci avevo fatto l’orecchio, ma bando alle ciance! Siamo qui per parlare di leccornie, senza spostarci troppo, rimanendo nei confini del continente. 

E’ un peccato che la gente associ le isole Baleari al fare festa e basta. Senza dubbio è anche quello, ma ci sono molti lati inediti agli occhi di chi viene da fuori. Non c’è soltanto Magaluf, Palmanova e Palma (talvolta la gente non ci va nemmeno), ma un’isola intera da scoprire, oltre alle sue sfaccettature che riguardano architettura, storia, tradizioni e cucina. Ecco, proprio qui volevo arrivare, qualcosa di nuovo come sempre, ma sulla scia del dolce, che non guasta mai. Sarà il periodo o l’avvicinarsi a San Valentino, ma gli zuccheri sono una costante di questo periodo. Direi di cominciare!

Ensaimada

Se la incontrate nel resto della penisola spagnola, è una montatura. La focaccia sta ai liguri come l’ensaimada ai maiorchini. Perciò diffidate delle pietose imitazioni e non attribuitelo alla sorella minore dell’arcipelago, Minorca, come in molti credono. E’ presente in ogni angolo della penisola, dalle feste di paese, alle panetterie fino all’aeroporto in versione liscia per i tradizionalisti oppure con ogni sorta di ripieno che va dalla crema pasticcera, cioccolato, marmellata al cabell d’àngel, ovvero un ripieno di polpa di frutta varia (in castigliano cabello de ángel). Esiste nel formato mini, come dimostrato dalla foto, e quello famiglia, grande circa come una pizza. La vera ensaimada è delicata come sapore, leggera al palato, grazie alla lievitazione di ore ed ore, anche se non è la migliore amica quando siete a dieta. La tipologia più bizzarra che ho assaggiato è quella con il ripieno di sobrassada, insaccato di maiale piccantissimo tipico dell’isola, comprata al Mercat D’Olivar, ossia il mercato al chiuso più grande della città di Palma. Può sembrare strano come abbinamento, ma la sobrassada sta bene su tutto e in qualunque momento, specie a colazione, dandovi carica al mattino presto. Se avete occasione di fare un salto in queste zone, fatelo, è come venire in Italia senza mangiare il tiramisù. 

4 recensioni World Food Edition: Mallorca

Coca de patatas

E se cominciamo coi lievitati, continuiamo su questa lunghezza d’onda. Chicca tradizionale quasi quanto la protagonista del paragrafo precedente, che ho avuto il piacere di assaggiare nella meravigliosa cittadina di Valldemossa, che io battezzerei come “paese delle merende”, perchè pullula di bar, pasticcerie e negozi di dolci, forse più numerosi degli stessi abitanti. Ebbene si, ivi ci nasce, presso la panetteria di Ca’n Molinas. Quel tocco in più nei dolci dell’isola, come anche nel caso della parte soprastante è l’uso dello strutto, essenziale in quasi tutte le ricette. Ricordo ancora che era un caldo pomeriggio di ottobre, perchè o fa tanto caldo o fa tanto freddo, non sono ammesse vie di mezzo. Quando la mangiai, soffice e celestiale, e la presi assieme a un sorbetto alla mandorla, che si sposa benissimo con il sapore delle cocas de patatas e tengo a precisare che anche le mandorle sono molto quotate come ingrediente in ambito dolciario. Anche nel resto di Mallorca sono presenti, ma non si avvicinano molto. La cosa sorprendente è che da paese a paese ci sono differenze significative e ognuno ha le sue peculiarità. Nella foto sono presenti anche dei cappuccini e garantisco che questo dolce ha superato la prova “inzuppo” (ma non nella coca cola). La loro forma tonda scalda il cuore, facendole risultare “tenere da vedere”, con una tonalità di giallo che definirei “frumento che cresce di fianco a un casale di campagna” e lo zucchero a velo che da un alone di purezza che non stona mai. Quest’ultimo, su questo dolce è come se fosse una caratteristica inclusa nella categoria “Attractive Quality” del modello di Kano, giusto per fingerci un attimo economisti, se non è presente, non si è insoddisfatti, ma nel momento in cui c’è, la soddisfazione va alle stelle. 

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Bunyols

Il fritto non deve mancare e queste meraviglie a forma di ciambelle son qualcosa che vi consiglio di mangiare poche volte l’anno, perché il livello di unto non è alto, di più. La foto è stata scattata durante una fiera a Llucmajor, organizzata verso la metà di ottobre, e vi posso assicurare che la signora ritratta fabbricava bunyols come se fosse un Kalashnikov in azione. Una piccola quantità nella mano, un buco veloce con il pollice e diretti nel pentolone d’olio. Un pizzico, o meglio chili, di zucchero per rendere il tutto più dolce, come se la pastella non fosse già abbastanza e voilà! Eccovi il ben servito. Fare i bunyols è un arte, basti pensare che a Palma, in un preciso giorno di fine novembre che non ricordo, una signora si mette a prepararli in casa e li vende direttamente dalla sua finestra, solo in quel frangente una sola volta l’anno. Roba che scotta, insomma, molto hot, soprattutto se vi azzardate a mangiarli subito, ustioni di quarto grado in bocca in men che non si dica. So che avere un sacchetto di prelibatezze in mano rende particolarmente euforici, impazienti, disposti a tutto, ma poi imprecherete come se non ci fosse un domani, perchè loro non perdonano questo tipo di insolenze. Quindi, vi consiglio di aspettare qualche minuto prima di cimentarvi nella vostra impresa. Nella fiera già citata si possono assaporare altre prelibatezze del luogo, dal dolce al salato, e son acquistabili tutti i dolci menzionati in questo articolo, io do solo indicazioni in base al mio gusto. Il nome “bunyols” si riferisce alla forma in sé, dato che cercando su Wikipedia o altro i risultati vi indicheranno anche versioni salate di altre parti della Spagna, esempio con il baccalà, ma io mi attengo a ciò che ho visto personalmente a Mallorca. Tre mesi è un periodo piuttosto breve per definirsi esperti in un qualcosa dell’isola, è un fatto certo, perciò cerco di espormi in maniera esauriente conoscendone i limiti. Quelli che ho provato io son lisci, senza un ripieno in particolare, ma non per questo meno calorici e meno gustosi. Le motivazioni delle vostre diete perderanno senso, perchè per i bunyols stessi non hanno senso. Figuratevi la signora che ve li sta preparano, che se la ride con fare sghembo per la vostra debolezza. In fondo siamo tutti umani, una proibizione è fatta apposta per esser trasgredita, pertanto nessuno vi giudicherà. Farò io stessa un applauso. E se avete l’acquolina in bocca e non siete lì, investite i vostri risparmi per prendere i biglietti dell’aereo ORA, prima che diventino freddi. Tristi e piatti, un po’ come una bella donna sfiorita, se non le si dedicano le necessarie attenzioni.

4 recensioni World Food Edition: Mallorca

Cuarto mallorquín

Queste piccole tortine che ricordano una Kinder Paradiso senza farcitura dall'aspetta, ma dall'aspetto fuorché industriale, son forse le mie preferite. Niente di elaborato, ma sono la fine del mondo e si preparano con soli 3 ingredienti, ossia zucchero a velo, uova e fecola di patate. Preparate in appositi stampini, sono una delizia per il palato, specie se mangiate presso il locale Ca'n Joan de S'Aigo, uno dei bar-pasticceria più antichi del capoluogo dell'isola. Gustate in inverno con una cioccolata calda, raggiungerete il nirvana in maniera metaforica, perché altro che mortificazioni dei sensi e cessazione dei desideri, qui si tratta di un vero e proprio connubio di sapori. La signora che mi ha ospitato nel mio periodo di scambio ha affermato che siamo nel posto perfetto e che è uno dei suoi successi. Richiedere un servizio catering a Ca'n Joan de S'Aigo è come andare a vendere un rene, ma per una merenda tranquilla o colazione, è uno sfizio che dal punto di vista monetario definirei più che onesto, perché la qualità è pur sempre qualità e come tale la devi pagare. Ovviamente troverete nell'isola miriadi di versioni low-cost del dolce in questione, dal supermercato ai bar anonimi, ma per poter dire di averne mangiato uno come dio comanda, dovere per forza fare un salto qui. L'avete preparata una to do list? Se la risposta è si, aggiungete questa tappa irrinunciabile e prima di lasciare l'isola andateci. Per caso vi siete imbattuti nel locale e lo avete assaggiato? Telefoni alla mano, autoscatto o selfie-stick e date il via a servizi fotografici con la vostra ordinazione e dateci dentro, come se fosse il vostro matrimonio. E no, non potete dimenticare di vantarvi sui social, perché commettereste un peccato atroce.  Le scelte si prendono in pochi secondi, e si scontano nel tempo restante e lo rimpiangere fino al giorno della vostra morte. 

L’ambiente è molto elegante, perciò apparirete più aristocratici del solito e proverete un’ invidia assurda per la loro mobilia. Penso di non aver mai incontrato uno straniero nell’occasione in cui mi sono recata, perchè non da molto nell’occhio come posto, anche se non è troppo lontano rispetto il centro della città. Ma in fondo non costa nulla digitare il nome è cercare l’indirizzo. Non ne vale la pena, bensì l’allegria.

4 recensioni World Food Edition: Mallorca



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