I miei ultimi sette giorni in Danimarca (continua)
Per ricordare il mio soggiorno di quattro mesi a Odense ho deciso, nella mia ultima settimana prima della partenza, di condividere sui miei social media, attraverso alcune immagini, le attività più belle che scandivano la mia vita in Danimarca. Nonostante il mio obiettivo fosse quello di immortalare quelle abitudini che ripetevo ogni settimana e che avevo a cuore, in quei sette giorni sono finita per scoprire e notare molte cose che nei miei precedenti mi erano sfuggite.
Il lunedì - Mandag
Immortalare la mia routine di lunedì attraverso delle immagini evocative è stato un compito molto arduo, in quanto le attività principali di tale giorno erano le lezioni di Human rights e di The Study of contemporary conflicts (tre ore invece delle due ore a cui siamo abituati in Italia), e la mia nuotata mattutina nella piscina universitaria del Campus (la quale, per gli studenti, era ad entrata libera in determinate fasce orarie della settimana). Quello che va descritto dunque, in questo caso, è la bellezza dell'architettura moderna della SDU: una struttura composta da più edifici connessi tra di loro in maniera misteriosa (all'occhio umano di una studentessa di scienze politiche come me), ampi spazi, vetrate enormi, piante rampicanti e statue in ogni dove. Il posto ispira sincerità, dinamicità, gioia di vivere e maestosità.
Un'altro momento che il lunedì mi riporta alla mente è l'ora del tè: i danesi adorano non solo i set da tè egregiamente decorati (è famosa la flora danica su ceramica) ma anchè assaporare una tazza di tè nei loro momenti "hygge". Nel posto dove facevo volontariato si vendevano dei tè prelibati profumatissimi, tra i quali una varietà di tè verde ai frutti rossi il cui buon odore mi è rimasto piacevolmente impresso. Ad essi si possono accompagnare i pasticcini danesi che, pur non essendo amante dei dolci, non mi hanno mai deluso grazie al loro carattere speziato e alla loro armonia. I dolci occupano, a mio avviso, un posto importante nella cucina e nella vita del popolo danese: l'ho dedotto dal fatto che visitando la mensa dell'università danese di Arhus c'erano più varietà di torte che di panini (nonostante anche quelli fossero deliziosi) e che nonostante non sapessi il danese mi sono guardata tutte le puntate del programma televisivo sui dolci "Den store bagedyst" (senza sottotitoli!) solo per la passione che i concorrenti ispiravano.
Un'altra curiosità che ho voluto immortalare il primo giorno del mio progetto sono le bellissime statue sparse per tutta Odense che rappresentano ognuna di loro un pezzo delle fiabe di Hans Christian Andersen: sirene, cigni, re e fiori giganti abbelliscono la città e rappresentano più dell'opera d'arte che vediamo, essi sono la storia di uno scrittore, un'epoca passata, un insegnamento di vita e un valore.
Il martedì - Tirsdag
Il mio #ultimomartedìdanese non è stato nulla di eclatante in quanto i lunedì e i martedì li spendevo solitamente studiando per la lezione di giovedì, facendo qualche ora di volontariato presso la sala da tè/libreria autogestita Studiestuen e aspettando il mercoledì per andare a ballare la bachata.
Ho approfittato di questo giorno senza particolari abitudini interessanti per addentrarmi nelle viuzze di Odense e scoprire angoli remoti. Mi sono dunque avventurata fino al porto di Odense e ho ammirato quello che è il processo di rigenerazione del waterfront della città, precedentemente zona dedicate al settore industriale, che ha fatto di tale area uno spettacolo post-moderno (anche se in fase di sviluppo). Questo tema ha diviso i cittadini danesi in quanto alcuni erano favorevoli alla demolizione di siti industriali storici mentre altri avrebbero voluto integrare e riutilizzare quegli edifici che, per loro, erano un pezzo importante della storia della loro città. Ho avuto l'occasione di partecipare ad una mostra fotografica tesa alla sensibilizzazione su questo tema e ho conosciuto in questo modo il senso comunitario della città danese.
La mia passeggiata in bicicletta al porto è stata esattamente come mi aspettavo dovesse essere: cielo grigio senza sole, temperature basse, qualche edificio fumante qui e là, e quella sensazione di melanconia che solo i porti sanno dare. Invece addentrandomi tra le stradine della città mi ha fatto scoprire i piccoli negozi caratteristici della città, il museo di Hans Christian Andersen che prima non avevo modo di vedere e i peculiari edifici nelle zone centrali della città dai vari colori e forme.
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