La Grande Mela Attraverso Gli Occhi Di Un Teenager.

Pubblicato da flag-it Cristian Fabi — 6 anni fa

Blog: In Italiano
Tags: flag-us Blog Erasmus New York, New York, Stati Uniti

Sono cresciuto con gli episodi di Friends in televisione, quelli di How I Met Your Mother e Gossip Girl in streaming. Sono cresciuto ascoltando Give Me Everything Tonight, passando poi a New York New York del mitico Frank Sinatra ed a Empire State Of Mind a tutto volume. Mi è sempre piaciuto viaggiare, anche quando si trattava soltanto di gite giornaliere con i miei genitori e i miei fratelli, ma un attaccamento come quello che ho provato (ed ancora provo) per New York non l'ho mai provato per nessun'altra città. 

I miei genitori mi dissero che non ho fatto in tempo ad esser estratto dal pancione di mia madre che già non stavo fermo, continuavo a muovermi, come se ci fosse stata una curiosità incontrollabile a guidare il mio piccolo corpicino, al contrario invece di mio fratello gemello che dormiva perennemente e si svegliava solo per mangiare. 

Sarà che forse ho la famosa fiamma che brucia al mio interno, quella a cui tutti si riferiscono, o forse ho il wanderlust, chiamatelo come volete. Io voglio viaggiare, e così a sedici anni sono salito su un aereo e sono andato negli Stati Uniti, da solo. Mi sono iscritto ad un programma di scambio culturale e per un anno ho vissuto in Colorado, molto lontano e diverso dalla realtà Newyorkese, ed anche per questo, appena mi è stata offerta l'occasione ho preso un volo per New York. Se già prima non stavo nella pelle, adesso mi sentivo anche peggio, perché, dopo aver vissuto mesi e mesi in Colorado, avevo il bisogno di immettermi nella frenesia della Big Apple, città che conoscevo nella teoria ma non nella pratica. 

Belo Usa's East Coast Trip.

Dovete credermi se vi dico che la notte prima di partire avrò dormito si e no due ore e che svegliarmi alle tre della mattina non mi è pesato per niente. Il mio cuore era già a New York. La cosa che ha reso ancora più interessate il mio viaggio è stata quella di condividerlo con qualche amico ed altri ottanta o più studenti provenienti da tutto il mondo e sponsorizzati da diversi programmi culturali. C'erano studenti attraverso Rotary International, come me e i miei amici, ma anche ragazzi con Intercultura, Flex e così via. Ho conosciuto un sacco di adolescenti che come me avevano la "NY fever". Arrivato a Newark ci è stato concesso solo di ammirare lo skyline, perché saremmo andati poi direttamente in hotel, dove avremmo trascorso tutta la serata. La mattina dopo è stato un delirio. Gli studenti sono stati divisi in due gruppi, al quale sono stati assegnati due pullman. Non so a bordo dell'altro, ma nel mio ci siamo scatenati. Mentre attraversavamo il Lincoln Tunnel, eravamo tutti a cantare a squarciagola le canzoni che ho citato all'inizio di questo post. Poi è sbucato il New Yorker e non ci ho capito più nulla. Il nostro pullman ci ha portato fino alla Public Library dove abbiamo incontrato la nostra guida locale: un tipettino pelato con giacca e cravatta. A me è sembrato un tipico Newyorkese, e di fatti lo era. Era una persona giovane ma ci ha detto di ricordare ancora oggi quello che ha provato lui e la sua famiglia l'11 Settembre 2001.

Il nostro mitico veicolo ci ha portato ovunque, anche se in certi momenti l'ho odiato. Un giorno avremmo dovuto trascorrere un paio di ore nella zona di Times Square per poter mangiare e fare shopping ma abbiamo passato più di un'ora e mezza nel traffico, quindi siamo rimasti fregati. Io ho mangiato un panino con sugo colante mentre camminavo per strada alla ricerca di un gift shop dove comprare qualcosina. Essendo stato a New York nell'Aprile del 2015, il One Observatory era ancora chiuso e quindi siamo saliti sull'Empire State Building. Soltanto una parola: Breathtaking. C'è chi dice che New York è soltanto un ammasso di cemento e vetro. Possono dire quello che vogliono, ma essere all'ottantaseiesimo piano dell'Empire mi ha messo un'adrenalina in corpo che è difficile descrivere a parole.

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Le luci, le auto, il vento tra i capelli... era tutto come lo avevo immaginato. Quello che invece si è rivelato diverso da come lo avevo immaginato è Times Square, ma anche la Statua Della Libertà. Il primo perché pensavo avesse una forma un po' più quadrata, mentre la seconda me la immaginavo più grande di quello che effettivamente è. E con questo non sto giudicando, rimane fantastica. Purtroppo non siamo potuti salire perché avremmo dovuto prenotare giorni e giorni prima della visita. 

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In quei quattro giorni (il resto della settimana ci hanno portato a Philadelphia e poi a Washington DC), siamo riusciti ad andare anche a SoHo, anche se effettivamente quelle più felici della scelta sono state le ragazze, che volevano far shopping a tutti i costi. Quindi io, mentre le ragazze si perdevano tra t-shirts e scarpe, mi sono fatto una camminata fino a Little Italy. Ci han portato a mangiare cinese in Chinatown e abbiamo visto Little Italy dal pullman, mi sembrava troppo brutto non tornarci e quindi ho lasciato il gruppo per qualche minuto. Ho tirato fuori la mia bandiera Italiana e ho fatto una foto da vero patriottico.

E' stato bellissimo attraversare il ponte di Brooklyn ed ammirare Manhattan dall'altro lato. Siamo poi anche stati anche al National September Eleventh Memorial. Ho imparato tante cose grazie alla guida, come per esempio il fatto che i nomi di coloro che han perso la vita non sono in ordine alfabetico, come magari qualcuno penserebbe, ma in ogni blocco compaiono invece i nomi di persone che si conoscevano tra loro, magari colleghi o amici stretti. Per poter quindi trovare il nome di qualcuno esistono dei computer apposta nel quale è possibile digitare i dati. Il risultato sarà il numero del blocco dove compare il nome. Inoltre, se sul nome di una persona compare una candela, significa che quel giorno sarebbe stato il suo compleanno. Purtroppo la nostra guida ci ha anche detto che alle volte ci sono studenti delle scuole medie che vengono portati in gita scolastica al Memorial e lanciano spazzatura all'interno delle fontane, le quali poi vengono chiuse per permettere agli addetti di pulire. E' veramente un peccato che ci siano persone del genere, non in grado di comprendere la serietà di un posto come questo. Nonostante il nuovo palazzo sia bello, le torri gemelle mancano e mancheranno sempre, anche a chi come me non ha avuto l'occasione di vederle dal vivo.

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Potrei scrivere un libro delle cose che abbiamo fatto in soli quattro giorni. Non ho ancora menzionato il fatto che ci hanno anche portato a Broadway, dopo una cena italo-americana a Times Square, dove abbiamo visto The Phantom Of The Opera.

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La Prima volta a Times Square però non è stata quella del quick lunch, bensì quella dopo la cena presso l'Hard Rock. Nonostante fosse ormai sera inoltrata, tipo mezzanotte, il flusso di gente era sempre lo stesso di quello che c'è in giornata. Il Rockefeller Center è stato per noi bellissimo da vedere, visto che eravamo un gruppo composto da persone provenienti da ogni dove nel mondo. Abbiamo poi fatto un salto anche alla Columbia University, alla Imagine Sign nel vastissimo polmone verde della città, Central Park, ed anche al Financial District, dove abbiamo toccato le palle del toro perché, chissà, magari diventiamo ricchi un giorno. Per scaramanzia io ho anche spesso fatto il giro sulle palle del toro in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, vi farò quindi sapere se avrò fortuna nella vita.

Comunque tornando alla città che non dorme mai, c'è chi era contento che ci fossi stato perché così avrei coronato un sogno, però purtroppo New York non è uno di quei sogni che svaniscono una volta che diventano realtà. La Grande Mela ti travolge e ti fa suo. Non c'è niente da fare, il mio cuore è rimasto là e là rimarrà finché non andrò a riprendermelo.

- Cristian


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