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La mia esperienza Erasmus a Milano


Visto che il concorso è quasi giunto alla fine, penso che abbia senso parlarvi in maniera più dettagliata di come è stata la mia esperienza Erasmus finora, di cosa ne penso della città e della facoltà che sto frequentando, cioè il Politecnico di Milano. Si tratterà di un racconto in prima persona, ma sarà sicuramente interessante per tutti quelli che vogliono saperne di più sull'Erasmus e che vogliono leggere un'esperienza più approfondita su Milano. Spero che questo post vi sia utile e che non mi faccia venire la nostalgia.

Ecco qui!

Prima di partire

Fare o non fare l'Erasmus?

Ancora prima di iniziare le superiori, sapevo già che mi sarebbe piaciuto fare l'Erasmus. Mi piaceva l'idea di passare un anno fuori dalla mia "comfort zone" e di imparare qualcosa di più non solo sulla mia area di studio, ma anche su me stessa. Mi ricordo di aver avuto la certezza di voler andare in Erasmus quando, al primo anno delle superiori superiori, ho partecipato al progetto Comenius (che adesso fa parte dell'Erasmus+, si tratta di un programma di scambio per gli studenti delle scuole superiori) e sono andata nell'Italia meridionale, in Calabria, per una settimana. Ho capito che non aprirsi al mondo e non approfittare delle opportunità che si hanno quando si fa parte dell'Unione europea sarebbe stato un peccato. Ero molto felice di conoscere ragazzi della mia età di tutte le parti del mondo e di sviluppare il mio interesse per le lingue.

La mia esperienza Erasmus a Milano

Milano, settembre 2016

  • Questa foto è stata scattata a settembre, come potete dedurre dai vestiti leggeri che indossavamo. Si trattava del primo evento organizzato dall'ESN (Erasmus Student Network). È stata una bella serata durante la quale ci hanno "obbligati" a creare dei gruppi che contenessero il maggior numero di nazionalità diverse possibile. In questa foto abbiamo Turchia, Spagna, Iran, Portogallo e Bulgaria. L'ESN del Politecnico è un'associazione ben organizzata da gente responsabile. All'inizio dell'anno ho fatto la tessera dell'ESN, che mi è costata 10€ e che permette di partecipare ad alcuni eventi ad un prezzo ridotto e di avere sconti sugli autobus Flixbus. Vi consiglio di prendere in considerazione queste associazioni universitarie organizzate da altri studenti perché a volte organizzano attività molto belle e divertenti. Quella notte ho imparato a contare in turco e sono quasi entrata nella top 3 in una delle partite di bowling.

Quando ho iniziato l'università, volevo ancora fare l'Erasmus. Studio architettura da quasi quattro anni e, per chi frequenta questa facoltà, è essenziale viaggiare, conoscere e vedere nuovi luoghi e osservare nel mondo reale quello che abbiamo passato anni a studiare. Tuttavia, non avevo mai avuto le idee chiare su dove mi sarebbe piaciuto andare.

Ho dovuto affrontare questo problema quando frequentavo il terzo anno (sarei partita per il quarto). Mi ricordo che ero molto entusiasta perché era finalmente giunto il momento, ma mi sentivo persa allo stesso tempo perché non sapevo dove andare e c'erano tante città e università che mi interessavano. Per fortuna, ho dei genitori molto comprensivi che mi hanno aiutata nella mia scelta e che mi hanno sempre spronata a decidere in base a quello che io pensavo fosse meglio per me e non in base a questioni economiche.

Mi sentivo davvero persa e mi sembrava di essere sempre più confusa ad ogni ricerca che facevo. Sapevo di voler andare in un paese nel quale si parlava una lingua con la quale non mi sarei sentita a mio agio e che avesse un ottimo sistema di istruzione che mi avrebbe spronata e mostrato qualcosa di più dal punto di vista pratico di architettura. Alla fine, il giorno della chiusura delle iscrizioni, ho avuto una conversazione molto sincera con mia madre, le ho detto che mi ero informata al meglio, ma che ero ancora molto confusa. Avevo tre opzioni tra cui scegliere: Liegi (in Belgio), Parigi (in Francia) e Milano (in Italia). Mia madre, che è una persona molto pragmatica, mi ha detto che ognuna di quelle città avrebbe avuto i suoi vantaggi e i suoi svantaggi e mi ha scherzosamente suggerito di lanciare in aria i pezzi di carta con su scritti i nomi delle città e di scegliere quella che sarebbe caduta più vicino a me. Beh, io l'ho fatto e ha vinto Milano!

Oggi, ripensandoci, penso di aver fatto un'ottima scelta, ma penso anche che, se fosse capitata un'altra città, l'esperienza mi sarebbe comunque piaciuta perché ero pronta a tutto. Appena ho deciso che Milano sarebbe stata la mia destinazione, ho iniziato a realizzare che sarebbe davvero successo, sarei finalmente andata in Erasmus! Con questa constatazione sono arrivate anche le relative paure e le gioie.

La mia esperienza Erasmus a Milano

Milano, febbraio 2017

  • Come potete vedere in questa foto, Milano è una città enorme. È importante conoscere il luogo in cui si vive, esplorare tutto il possibile, anche solo per 30 minuti dopo le stancanti lezioni del venerdì. Ho scattato questa foto dalla cima di Palazzo Lombardia, l'enorme grattacielo dove si trovano tutti gli uffici degli organi esecutivi della regione. Siccome Milano è una città abbastanza pianeggiante, questo è uno dei pochi luoghi in cui è possibile avere una bella vista sulla città. Ho avuto la fortuna di poter salire fino al trentanovesimo piano in una piacevole giornata di sole, priva del tipico smog della città. È incredibile come la periferia della città si sia sviluppata. A volte, si può entrare a Palazzo Lombardia gratuitamente, così da permettere alla gente che vive in questa città di godere di una fantastica vista. Bisogna solo fare attenzione, quando succede la gente in città ne parla abbastanza, ma su internet ancora di più. È un ottimo piano per un sabato pomeriggio (giorno della settimana in cui ci sono andata io lo scorso febbraio). La fila non è molto lunga, ma vi consiglio di andarci un po' prima dell'orario di chiusura per essere sicuri di non dover aspettare per nulla. Io ci sono andata nel tardo pomeriggio e ho beccato l'inizio del tramonto e vi assicuro che dal vivo è ancora più bello che in foto.

Perché Milano?

Sin dall'inizio, avevo sempre preso in considerazione l'Italia come destinazione, è un paese un po' cliché, ma non delude mai per quanto riguarda gli studi di Architettura. Io, come tutti quanti, sognavo di poter visitare quelle meravigliose città che fino ad allora avevo solamente visto in foto: Venezia, Roma, Firenze... Mi piaceva anche la lingua. Quando ero venuta durante il primo anno delle superiori, avevo adorato l'esperienza e avevo anche imparato qualche parola. Ero attratta dall'idea di poter inserire una quarta lingua così ricca e bella nel mio curriculum.

Sono fortunata perché nella mia facoltà c'è una settimana di fiera della mobilità, durante la quale gli studenti si rendono disponibili a parlare con altri studenti più giovani interessati a fare l'Erasmus nelle stesse città in cui loro sono già andati. All'epoca l'ho trovato un progetto davvero molto utile e ho parlato con alcune persone di varie università alle quali ero interessata. Ho capito che in Italia c'è una grande differenza tra il Politecnico di Milano e tutte le altre università. Questa università mi avrebbe offerto un'esperienza completamente diversa perché a Lisbona io ho lezione insieme agli studenti di Moda e Design, non con altri ingegneri (mi hanno anche detto che l'Università di Roma non era molto esigente).

È stato allora che ho seriamente iniziato a prendere in considerazione Milano come destinazione. Ho parlato con mia madre, che voleva assicurarsi che stessi includendo questa città tra le mie opzioni perché anche secondo lei era una buona idea. Il Politecnico di Milano, infatti, aveva una posizione molto buona nella classifica delle migliori università.

Un altro grande aiuto che ho ricevuto per prendere questa decisione è stata la presenza di molti studenti italiani in Erasmus a Lisbona ai quali potevo sempre chiedere informazioni. Mi avevano subito detto che il Politecnico era un mondo a parte nell'universo delle facoltà di Architettura italiane e che le lezioni lì assomigliavano di più a quelle delle grandi scuole che si trovano nell'Europa centrale.

Ho parlato con un ragazzo che frequenta il Politecnico di Milano (F., che si laureerà alla fine del mese! ) e con il quale vado ancora molto d'accordo qua a Milano, che mi ha pazientemente tolto molti dubbi. Mi ha anche aiutata a scegliere i corsi da inserire nel mio primo Learning Agreement. È una persona fantastica e sulla quale ho sempre potuto contare, sia prima che durante l'Erasmus.

La mia esperienza Erasmus a Milano

Milano, dicembre 2016

  • Questa è una foto di Porta Venezia decorata per Natale, si tratta di uno dei quartieri più famosi della città. Le città in cui nevica, ma anche un po' in tutta Italia in generale, prendono il Natale molto seriamente. Milano si è riempita di luci e di mercatini che io non mi stancavo mai di visitare ed esplorare. A Porta Venezia c'è uno dei miei parchi preferiti della città, se non il mio preferito in assoluto. C'erano molte forme di intrattenimento per i bambini e una pista molto grande sulla quale ho avuto la possibilità di pattinare sul ghiaccio. Alla fine sono tornata a casa dalla mia famiglia per Natale, ma mi ricordo di aver preso in considerazione l'idea di restare a Milano per vivere un Natale diverso. Potrebbe essere una bella esperienza, deve essere una "sfida" divertente!

Le mie paure e le mie aspettative più grandi

Devo ammettere che temevo di essere delusa da Milano. Sapevo già quali sarebbero stati gli aspetti positivi: il rigore, l'esigenza e la qualità dell'istruzione, il fatto che si trattava della "città del lavoro", il suo carattere cosmopolita e la posizione perfetta per viaggiare...

C'erano però altre cose che mi preoccupavano molto. Nonostante Lisbona sia una capitale abbastanza grande, avevo paura di sentirmi sola e persa in una città così movimentata e informale come Milano. Adesso penso di non aver sofferto molto perché ho degli ottimi rapporti con alcune persone: altre studentesse portoghesi che stanno vivendo la mia stessa esperienza e con le quali condivido alcune piccole battaglie ogni giorno, gli studenti italiani che avevo conosciuto a Lisbona e ai quali posso sempre chiedere aiuto, i miei genitori che mi hanno incoraggiata e non mi fanno mai sentire in colpa di trovarmi così lontano ed essere più assente... Senza tutto questo, fare l'Erasmus a Milano sarebbe davvero difficile.

Inoltre, temevo che non avrei iniziato a parlare subito la lingua e che sarebbe stato difficile comunicare con gli italiani. Beh, ho iniziato a parlare italiano (e non ero neanche tanto male) perché sono arrivata qui un mese prima e ho capito che a provare a parlare la lingua ci guadagnavo. Ad ogni modo, mi ci è voluto un po' di tempo con gli studenti italiani.

Forse andare in Erasmus non è molto comune, non lo so, ma in realtà le persone qui non erano molto accoglienti e curiose quando siamo arrivati. All'inizio era difficile iniziare una conversazione perché non mi sentivo ancora sicura del mio italiano. Nonostante ciò, posso dire che, alla fine del primo semestre, parlavo già abbastanza con gli altri studenti dei miei corsi e riuscivo a esercitarmi un po' con la lingua, ma non mi sono fatta nessuna amicizia duratura. Gli studenti italiani sono amichevoli, ma sono più concentrati sul loro obiettivo, cioè lo studio, quindi non sono molto socievoli (o almeno non quanto gli studenti portoghesi). Penso che qui la gente si faccia amici in un modo un po' diverso.

Avevo anche paura che la mia famiglia mi sarebbe mancata troppo (soprattutto mia madre). Non fraintendetemi, sono una persona molto indipendente e a volte la gente pensa anche che io sia fredda, ma è sempre bello sapere che c'è almeno una persona che ci capisce bene e che sarà sempre lì nel momento in cui avremo bisogno di piangere e di "lanciare un piatto contro il muro". Anche se le altre studentesse che erano partite con me erano molto gentili, non eravamo amiche strette e, nonostante Skype aiuti a lottare contro la distanza e la nostalgia, è stato difficile affrontare la prima morte nella mia famiglia da sola a Milano, a migliaia di chilometri dalla mia famiglia (anche questa è una grande sfida).

In Erasmus

L'università

Appena sono arrivata a Milano, sono subito andata a visitare la mia università. Il cortile centrale dell'edificio di Architettura mi aveva davvero entusiasmata e a settembre era pieno di studenti che studiavano per ridare gli esami dell'anno precedente.

All'inizio, pensavo che avrei continuato a perdermi e che non sarei riuscita ad orientarmi in un campus così grande, ma poi mi ci sono abituata. Ci sono molte aule, ma anche tanti studenti, la facoltà è sempre piena di gente ed è difficile trovare aule libere nelle quali studiare (la situazione è peggiorata circa due anni fa, quando hanno unito il corso di Architettura di Bovisa a quello di Leonardo, quindi gli studenti sono raddoppiati).

Nonostante questo e il fatto che l'edificio sia un po' vecchio, ci sono degli ottimi impianti. In alcune aule mancano delle prese e ci potrebbero essere più sedie al posto di quelle scomode panche. Ad ogni modo, l'università è ben fornita, assomiglia un po' a quella di Lisbona.

I miei luoghi preferiti sono gli spazi esterni, che favoriscono la socializzazione tra gli studenti e lo studio all'aria aperta. Per quanto riguarda lo sport, ci sono delle ottime strutture e c'è un'ampia varietà (io non ne faccio uso, l'unico lato negativo è che non c'è molta scelta per le ragazze).

La mia esperienza Erasmus a Milano

Milano, ottobre 2016

  • Questa foto è stata scattata a ottobre, durante la prima "Tandem Night" (serata dedicata allo scambio linguistico). Di solito ha luogo un martedì sì e uno no in un piccolo bar chiamato "Jet Café" vicino al campus Leonardo, dove è possibile fare aperitivo a soli 4€ con una bevanda inclusa. Io scelgo sempre la birra, ma la maggior parte della gente qui ordina l'Aperol Spritz, che è una bevanda famosa in questa zona. Quella sera hanno distribuito a tutti un cartoncino con un piatto tipico della cucina di uno dei nostri paesi. Alcuni avevano foto, altri solo la parola. Lo scopo era quello di trovare la nostra coppia corrispondente mettendoci a parlare con gli altri. K., la ragazza polacca (la più alta del gruppo), aveva il mio stesso piatto e abbiamo scoperto di condividere la passione per il tè. Adesso vive nell'appartamento proprio di fronte al mio, quindi siamo vicine di casa. Il nostro piatto erano i "churros", che sono un dolce spagnolo!

La comunità universitaria

La comunità universitaria è molto variegata. Come ho già detto, ogni anno il 25% degli studenti iscritti viene da altri paesi (tra studenti Erasmus e studenti internazionali). C'è un bell'ambiente e l'università è abbastanza aperta a loro. A settembre, quando sono arrivata qui, ci hanno ricevuto abbastanza bene e ci hanno dato molte informazioni utili durante la "Welcome Week" (settimana di benvenuto). Si è praticamente trattato di una settimana con molte conferenze che avevano lo scopo di spiegarci come usare la piattaforma informatica dell'università, come fare la tessera universitaria, come iscriversi ai corsi, ecc... Insomma, tutte cose utili e necessarie per i nuovi arrivati. Inoltre, organizzavano delle attività carine ogni giorno: proiezione di film, serata bowling, cena in pizzeria... Tutte delle belle attività, sono felice che non si trattasse solo di feste e serate fuori. Io, ad esempio, ho partecipato alla serata bowling, che mi è piaciuta davvero molto. C'erano studenti che si trovavano qui già da molto tempo e altri che, come me, erano appena arrivati. Ho conosciuto molte persone di varie nazionalità, è stato molto divertente.

La mia esperienza Erasmus a Milano

Milano, ottobre 2016

  • Foto scattata nella Fondazione Prada qui a Milano, anche se dallo sfondo non si capisce molto. Era la prima volta che una mia amica che stava facendo l'Erasmus a Torino, D., mi veniva a trovare (sono riuscita ad andare a trovarla circa un mese dopo). Finora, ho ricevuto molte visite e ho facilmente permesso a molte persone di scoprire Milano (offrendogli il mio divano) e io stessa ho scoperto la città sempre di più, ogni volta da un punto di vista diverso. Oltre ai miei amici, ho anche ospitato della gente che facevano couchsurfing, è stata un'esperienza davvero fantastica. Ho già ospitato un ragazzo italiano, una ragazza americana e due amiche tedesche. È un modo diverso di viaggiare senza uscire di casa e, come potete vedere in questa foto, mi rende davvero molto felice.

Le prime amicizie che mi sono fatta sono state all'interno della comunità Erasmus perché, dato che abbiamo sempre dei corsi diversi, all'inizio non è facile socializzare con gli studenti italiani. Due cose che mi hanno aiutata molto sono state la "Tandem Night" e la "Tandem in School", che sono progetti dei quali ho già parlato e il cui scopo principale è quello di fare in modo che gli studenti internazionali esercitino il proprio italiano in un contesto informale, o che almeno entrino a contatto con questa lingua.

A lezione, dipende molto. Ogni corso è diverso, così come ogni studente. Per quanto riguarda il corso di italiano, siccome si parla sempre quella lingua, le lezioni sono più difficili, ma c'è sempre qualche persona simpatica che inizia a fare conversazione (di solito si tratta di gente che è già stata in Erasmus e che sa quanto a volte sia difficile iniziare a parlare con gli altri).

La mia esperienza Erasmus a Milano

Le cose sono diverse quando si tratta degli studenti che vengono da paesi al di fuori dell'Unione europea (ci sono davvero tanti studenti asiatici, soprattutto cinesi, iraniani, indiani... ). In questo caso, c'è una vera e propria barriera, molti di loro non si sforzano minimamente di imparare la lingua e tendono a chiudersi in gruppi di persone della loro stessa nazionalità. Gli studenti Erasmus si trovano al centro, tra quelli italiani e quelli internazionali. C'è così tanta gente che nessuno è davvero interessato a creare delle forti amicizie perché ci sono molte persone nuove da conoscere. Confesso che, per questo motivo, sono un po' triste e invidio quelli che stanno facendo l'Erasmus in città più piccole.

Le nuove opportunità

Ho anche notato che qui a Milano c'è più contatto tra l'università e il mondo del lavoro. Si tratta di uno degli obiettivi più grandi del Politecnico: formare delle persone che abbiano già una conoscenza pratica e che abbiano svolto un tirocinio durante gli studi.

Qui, così come in tutta Italia, gli studenti di Architettura sono obbligati a fare un tirocinio di almeno sei mesi, cosa che a Lisbona invece non succede. Lì, infatti, gli studenti si laureano, sono architetti, ma non hanno mai praticato questo mestiere.

Qui è molto comune che i professori stessi scoprano degli studenti interessanti e che li invitino a lavorare insieme a un progetto. Sono rimasta molto sorpresa quando uno dei miei professori del primo semestre ha invitato me e C. a lavorare con lui ad un programma che avevamo studiato. A Lisbona è una cosa che non succede quasi mai ed è anche normale che i professori abbiano poca o nessuna esperienza, che non è una cosa molto positiva.

In questo momento sto lavorando a un progetto di interni per una chiesa in Portogallo, a Rio Maior, che ha dei gravi problemi dal punto di vista dell'acustica. Io e la mia collega stiamo usando l'ArchiCAD, che è un programma BIM (Building Information Modeling) di architettura per Windows che mi ero ripromessa di imparare ad usare qui, per creare un modellino 3D della chiesa da inserire in un programma di acustica che verificherà quali sono i punti dove bisogna intervenire.

Si tratta di un'esperienza fantastica che potrò aggiungere nel mio portfolio e che mi aiuterà sicuramente a valorizzare le mie competenze e a dimostrare a un potenziale futuro datore di lavoro che ho già un po' di esperienza pratica, non solo teorica.

La mia esperienza Erasmus a Milano

Per concludere questo paragrafo, devo anche dire che trovarsi in un campus nel quale ci sono anche altri studenti di Ingegneria (e non con quelli che frequentano corsi più artistici, come a Lisbona) mi ha aiutata perché sono più attenta ai dettagli costruttivi e ad altre cose che fanno parte del mio campo e alle quali prima non ero molto interessata. Questo semestre, stiamo progettando l'ampliamento di un museo e abbiamo avuto la fortuna di avere un professore di Ingegneria Ambientale (che ha lavorato a progetti di sistemi e attrezzature per la conservazione e la preservazione della Gioconda, che si trova al Louvre), che ci ha parlato di alcune strategie da usare per includere questo tipo di strutture in modo discreto nell'Architettura.

I viaggi

Questo è un argomento che mi sta molto a cuore! Mi è sempre piaciuto viaggiare e, come ho già detto prima, è un'attività essenziale quando si studia Architettura. Non si tratta di un capriccio perché io non trascurerei mai l'università per viaggiare.

In Portogallo avevo già viaggiato un po' e conosco il mio paese abbastanza bene, ma non andavo molto all'estero perché richiede più tempo, più soldi e una maggiore pianificazione in anticipo (cosa per la quale io non avevo tempo). Pensavo che non fosse possibile viaggiare in modo regolare mentre si studia (ma la verità è che in Portogallo ci sono molti meno mezzi di trasporto in confronto all'Italia).

La mia esperienza Erasmus a Milano

Consiglio a tutte le persone che vogliono viaggiare di iniziare a risparmiare un po'. Io ho messo da parte dei soldi che adesso mi sembrano anche pochi, ma con i quali sono già riuscita a visitare luoghi in cui non mi sarei mai immaginata di andare. Credetemi, non serve molto, solo un po' di coraggio e di forza di volontà, un po' di pianificazione e voglia di vedere sempre più cose. A Milano, mi si è aperto un mondo. Adesso, sette mesi e molte città e paesi dopo, sento di essere una persona più ricca e sicura e, ovviamente, di sapere molto di più.

La mia esperienza Erasmus a Milano

Il viaggio che ho programmato a inizio Erasmus è stato solo il primo passo che mi ha fatto venire ancora più voglia di conoscere il mondo. Ho trascorso due settimane con due colleghe e una tenda (approfittatene adesso perché la vita da studente permette di avere degli orari più flessibili e adattabili e, ovviamente, si deve solo pagare per se stessi! ). A settembre, sono salita su un autobus notturno da Milano a Napoli appena tre giorni dopo essere arrivata. Ho visitato Napoli, Roma, Siena, Lucca, Pisa, San Gimignano, Genova e le Cinque Terre. A ottobre, invece, ho esplorato Bologna e altre città dell'Emilia-Romagna insieme a un mio amico di Cesena. Poi ho approfittato del ponte del primo novembre e del fine settimana per passare quattro giorni nella bellissima Venezia durante la Triennale. Oltre alle mie colleghe portoghesi, abbiamo anche incontrato una ragazza cinese che era venuta in Erasmus nella nostra facoltà l'anno prima.

Il fine settimana successivo, sono andata a Torino (dove sono stata ospitata da una mia compagna che si trova lì in Erasmus e che mi ha accolto a braccia aperte). In seguito, ho affrontato un periodo difficile perché dovevo studiare, quindi mi sono concentrata sugli esami, ma dopo essere andata a Lisbona per Natale ed essere tornata a Milano per Capodanno, sono andata a Firenze per tre giorni. Questa città mi ha davvero affascinata e mi ha fatto iniziare il nuovo anno nel modo migliore possibile.

A fine gennaio, un fine settimana prima degli esami, sono andata a Bucarest da sola, è stata una delle sfide più grandi che abbia mai affrontato finora. Ho adorato la popolazione rumena e ci tornerò sicuramente. Dopodiché, a inizio marzo, sono andata a Lione, a Marsiglia, a Nizza e a Monaco, viaggi che mi hanno fatto praticare il mio francese arrugginito e che mi hanno permesso di cambiare un po' aria. Lo scorso fine settimana, sono tornata in Emilia-Romagna, ma questa volta ho visitato Parma, Cesena, Rimini, San Marino e, di ritorno, Ravenna e la stupenda Bologna.

Nei tre mesi che mi restano, mi piacerebbe esplorare ancora un po' l'Italia settentrionale e magari anche il Sud (il mio sogno è quello di andare in Sicilia). Durante le vacanze di Pasqua, sto programmando di andare in Svizzera, nella bella città di Lugano, che si trova a un solo treno regionale di distanza da Milano.

La mia esperienza Erasmus a Milano

Quando tornerò a Lisbona, sarò sicuramente una persona diversa, con una gran voglia di conoscere tutto quello che ancora non conosco del mio paese. Spero che questo desiderio non mi abbandoni e di avere sempre la possibilità di esplorare nuovi mondi. L'Erasmus mi ha insegnato che se non viaggiamo è perché non lo vogliamo fare davvero e che c'è un intero mondo che aspetta solo di essere esplorato.

I miei nuovi compagni

All'inizio di questo semestre, mi sembrava quasi impossibile abituarmi alle lezioni. La verità è che qui pensano che gli studenti Erasmus vogliano solo divertirsi e studiare poco. Ad ogni modo, appena capiscono che vogliamo imparare, i professori si sforzano per includerci il più possibile e ci prendono sul serio.

Parlare italiano aiuta molto a integrarsi. In generale, gli italiani non si sentono molto a loro agio quando parlano inglese, è strano ma hanno un livello molto basso di questa lingua, inferiore a quello dei portoghesi. Inoltre, la maggior parte di loro non fa l'Erasmus. Mentre a Lisbona circa l'80% degli studenti del mio anno ha fatto o sta facendo l'Erasmus, qui a Milano, e un po' in tutta Italia, forse per motivi culturali o familiari, non sono in molti a rischiare e partire.

La mia esperienza Erasmus a Milano

Una volta superata questa barriera linguistica, ci si deve adattare, un po' come dappertutto, così come mi dovrei abituare a una nuova lezione a Lisbona. Vi consiglio di imparare alcune regole sociali implicite così da evitare eventuali fraintendimenti. Ad esempio, anche se molto aperti, gli italiani sono formali quando conoscono persone nuove. Invece che baciarsi sulla guancia, ci si stringe la mano. Quando poi ci si conosce meglio, non dimenticatevi che i due baci iniziano dal lato opposto in confronto al Portogallo (prima a destra e poi a sinistra).

Argomenti che riguarda i milanesi più nello specifico: in un gruppo di studenti italiani, è facile riconoscere un milanese. Ok, forse sto un po' esagerando, ma non dovete pensare che i milanesi si comportino come gli altri italiani, che toccano sempre la persona con la quale stanno parlando, perché non è così!

Il mio nuovo appartamento

Per me, condividere una casa insieme ad altri studenti non era una cosa nuova. A Lisbona, ho vissuto per due anni in una stanza che avevo affittato vicino all'università. Ad ogni modo, ero molto più vicina alla mia famiglia in caso avessi bisogno di qualcosa, il padrone di casa era molto gentile e l'affitto era basso.

Qui a Milano, il mercato degli appartamenti è molto diverso rispetto a Lisbona. I prezzi sono molto più alti (per delle case che non sono sempre belle) e provano sempre ad approfittarsi degli studenti internazionali per guadagnare di più.

La mia esperienza Erasmus a Milano

Vi consiglio di cercare alloggio in anticipo perché è difficile trovarne uno decente e gli appartamenti più belli vengono subito affittati in estate, prima che inizino le lezioni. Vivere insieme a studenti italiani potrebbe essere una buona idea perché è più facile comunicare con il padrone di casa. Tuttavia, più ci si avvicina all'università, più i prezzi sono alti e, ovviamente, le stanze singole sono più care rispetto a quelle doppie.

Iniziamo dal primo problema. La vita in centro è molto diversa rispetto a quella in periferia vicino a una fermata della metro. Visto che i mezzi di trasporto sono efficienti, è anche possibile vivere un po' fuori dalla città, dove l'affitto può essere perfino la metà in confronto a quello per una stanza simile in centro.

Un altro problema che si è posto e al quale non avevo mai dovuto pensare (perché a Lisbona non è molto comune) è stata la condivisione di una stanza. Qui a Milano, siccome i prezzi sono molto alti, ci sono molte stanze doppie o anche triple. In questo modo, il prezzo della stanza viene diviso in due (o tre), cosa positiva per il portafoglio a fine mese. Ad ogni modo, bisogna abituarsi (ve lo dico io che sto condividendo una stanza).

Nel mondo della condivisione delle stanze, non mi è andata molto male perché io vivo con una ragazza che frequenta la mia stessa facoltà a Lisbona e, anche se non siamo migliori amiche, sapevo che questo avrebbe contribuito a creare un bell'ambiente. Conosco delle persone alle quali non è andata così bene, condividere la stanza con uno sconosciuto è sempre un rischio.

La mia esperienza Erasmus a Milano

Dovete controllare i prezzi della zona nella quale volete andare a vivere, ma, per darvi un'idea generale, una stanza condivisa costa dai 300 ai 400€, mentre una singola dai 450 ai 500€ al mese o anche di più (ad aprile 2017). Inoltre, vi consiglio di informarvi sulle bollette, scoprite se sono incluse o meno nell'affitto e quanto dovrete lasciare come cauzione.

La comunità Erasmus

Finora, non mi posso lamentare, gli studenti Erasmus sono quelli con i quali vado più d'accordo qui a Milano e, in un certo modo, stanno vivendo un'esperienza simile alla mia.

Sono fortunata perché, nel mio piano, entrambi gli appartamenti sono abitati da studenti Erasmus, quindi c'è una piccola comunità alla quale posso chiedere aiuto quando ne ho bisogno. Ci sono ragazze portoghesi, polacche, una croata e una belga. È un ambiente abbastanza variegato e imparo sempre qualcosa di nuovo, nuovi modi di vivere e di affrontare le cose.

La mia esperienza Erasmus a Milano

Chi viene qui a Milano non è sempre al corrente di cosa comporti questa città e, a volte, è attratto dal fatto che si tratta di una grande città, capitale della moda e del design. Milano è una città che o si ama o si odia!

C'è un piccolo gruppo di studenti Erasmus che ho conosciuto a settembre e con i quali voglio continuare ad avere contatti anche dopo la fine di questa esperienza. Tuttavia, devo ammettere di essere un po' invidiosa di alcuni compagni che sono in Erasmus in città più piccole, dove ci sono meno studenti e i gruppi sono più uniti. Questa è probabilmente una delle poche cose che non mi piacciono di Milano: le relazioni sociali. Ad ogni modo, solo perché è difficile non vuol dire che sia impossibile. Solo adesso, dopo aver già vissuto più della metà della mia esperienza, inizio ad essere più vicina ad alcuni colleghi.

La mia esperienza Erasmus a Milano

Cose che ho imparato finora

Ho imparato che è possibile vivere bene e in modo indipendente in un altro paese e che ho i mezzi necessari per farlo. Ho imparato che avere una mentalità aperta, conoscere le differenze culturali, altri modi di vivere e di apprendere è molto gratificante. Ho imparato che la lingua può essere una grande barriera, ma è impossibile non iniziare a capirla e a parlarla quando si esce sempre. Ho imparato che viaggiare è un dono e che dovrei farlo di più. Ho imparato che a volte è normare sentire la mancanza della propria famiglia e del loro appoggio. Ho imparato che a volte bisogna rischiare di più e provare a fare cose che non avremmo mai pensato di fare. Ho imparato che il mondo dell'architettura è molto più grande di quanto sembri in Portogallo. Ho imparato ad essere più me stessa e che sbagliando si impara. Ho imparato molto. Ho imparato che non si smette mai di imparare.

La mia esperienza Erasmus a Milano

E dopo?

Non lo so, in realtà mi restano ancora tre mesi (non volate, per favore). Sarà sicuramente difficile tornare in Portogallo. Non fraintendetemi, mi manca, ma sarà difficile lasciare un luogo che si è lentamente trasformato in una casa per me e che mi ha regalato delle esperienze fantastiche durante tutto l'anno. Vedremo cosa ci porta il futuro. Una cosa è certa: ricorderò per sempre con amore questa città, nonostante tutti i suoi difetti!

La mia esperienza Erasmus a Milano


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