Lund mi accoglie
Landing
Il 15 Agosto 2017, accompagnata dai miei genitori, sono arrivata per la prima volta nella mia vita nella città di Lund, in Svezia.
Cosa aspettarsi? La Svezia non ti piacerà, dicevano. Freddo, buio, c'è troppa neve, troppa pioggia, il cibo è terribile, le persone troppo fredde.
Rassegnata a dover trascorrere un inverno tristissimo, persa in un mare di pensieri nostalgici, mi dirigo in macchina con i miei genitori verso l'Università. Quello che mi ritrovo quando scendo è un parco con una fittissima erba verde tagliata alla perfezione, un edificio meraviglioso, bianco, che si innalza dietro una fontana, affiancato da altri due edifici in mattoni, ricoperti di edera verde. Penso che quello sia stato il momento in cui mi sono detta: sono a casa.
L'atmosfera che riesce a creare Lund è unica e inimitabile. Ogni volta che cammino per le stradine della città incontro studenti che, a lato della strada, con una mano sorregono la bicicletta e con l'altra cercano di fare fotografie alle finestre, alle piante, ai tetti e a tutti i dettagli che questo posto può riservare.
Per parlare degli svedesi di Lund, la prima parola che mi viene in mente è: educazione. Gli svedesi sono educati. Se hai bisogno di qualcosa non esitano ad aiutarti. Se ti vedono in lontanza, mentre stai per raggiungere le strisce pedonali, fermano la macchina e aspettano che passi. Gli svedesi parlano l'ingelse alla perfezione e se non intuiscono subito che non parli la loro lingua, ti chiederanno scusa e continueranno in inglese. Vero, a volte sono un po' freddi, distaccati e preferiscono stare per i fatti loro. Ma se hai una necessità nessuno di loro esiterà ad aiutarti e lo faranno sempre senza fartelo pesare.
Nessuno mi aveva mai accolta così, grazie.
Beatrice Paolini
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