(As)salto al Castello di Ioannina

Se avessimo aspettato che la pioggia smettesse di ingrigire la città per uscire e iniziare a visitare i dintorni, probabilmente avremmo cominciato a dare testate contri i muri o a cercare di ucciderci con il coltello per la marmellata dopo due giorni d’isolamento forzato nella piccola gabbia dorata della nostra stanza d’hotel.
Mi sembra di aver letto da qualche parte che Ioannina è chiamata “la piccola Londra greca”, o qualcosa del genere. In realtà non piove a dirotto, giusto quel poco che basta a dar fastidio, insomma...
Guardando le foto in maniche corte di conoscenti Erasmus andati a visitare in questi giorni Atene e Santorini, l’Epiro sembra un’altra Grecia.

Non avendo altro da fare e non conoscendo di persona ancora nessuno, abbiamo girato in lungo e in largo, a piedi, con il mitico autobus 16 e con il taxi, le zone di Perama, del campus e del centro della città, ma la mattinata piovosa più piacevole l’abbiamo passata al Κάστρο Ιωαννίνων, il castello di Ioannina. Il “castello”, in termini archeologici, non è quello della Disney, ma una cittadella fortificata, proprio com’è possibile trovarla qui: le sue stradine colorate, piene di hotel e bar, portano alle due acropoli, dov’è possibile vedere resti della vita della città databili dall’età antica fino alla tarda dominazione ottomana, passando per l’età bizantina.

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Scorcio delle strade e dei negozi nel Castello

Non voglio appesantire il post con un temino sulla storia della città - tra l’altro davvero molto, molto interessante - ma consiglio di cercare un po’ di informazioni prima di visitarlo, per poter meglio apprezzare il tutto, anche perchè nei due musei (il Museo comunale sull’acropoli nordorientale e il Museo bizantino sull’acropoli di Its Calè) non ci è stata data nessuna cartina nè brochure del sito in generale.
Per poter trovare tutto quello che c’è da vedere nel Castello basta girare aiutandosi con i cartelli in inglese, e in una mezza giornata si riesce a vedere tutto.

Siamo salite prima sull’acropoli nordorientale. La vista sul lago, su cui il Castello si affaccia, è davvero spettacolare. Per via della pioggia si era alzata un po’ di nebbia, e l’atmosfera grigia impreziosiva il lago di un fascino magnetico: l’isola, avvolta in un velo leggero, galleggiava su argento fuso.

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L’isola di Ioannina, l’unica tra le isole inserite in un contesto cittadino a non avere un nome (almeno secondo quanto ci ha detto un taxista!)

Mi sono davvero innamorata dell’archeologia turca. La moschea di Aslan Pasciá (1618), attuale Museo comunale, è uno dei posti più suggestivi che io abbia mai visitato. All’ingresso del museo vi daranno lo sconto studenti e un foglio in italiano con la storia e la descrizione dell’edificio e delle principali strutture situate intorno al Museo (Biblioteca, Cucina, Cimitero, Mendressè, Mausoleo).
I reperti sono divisi in tre sezioni: quella cristiana ortodossa, quella ebraica e quella musulmana. L’artigianato locale è davvero spettacolare, soprattutto quello in argento.

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Museo comunale, costumi locali nella sezione greca

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"Spada di Karaiskakis” (ho trovato la notizia in rete, il nome non è riportato sul foglio che ti danno alla biglietteria), appartenente a un eroe del risorgimento ellenico

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Interno della Moschea, dove è situata la sezione musulmana; il pulpito è chiamato Minbar, ed era usato dagli officianti per leggere versi del Corano ai fedeli

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Soffitto della Moschea
 
Sull’acropoli di Its Calè abbiamo visitato il Museo bizantino (ingresso gratis per gli studenti) e il Tesoro. Abbiamo visto la tomba di Alì Pascià all’esterno della moschea Fetihiè, che però era chiusa, forse per restauri. C’erano altre strutture all’aperto, ma non so cosa fossero, perchè mancavano cartelli in inglese che ne dessero una descrizione.

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Insegna posta sulle mura del Museo bizantino, che ricorda il luogo in cui la comunità ebraica locale fu catturata dai nazisti

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Tazza in filigrana d'argento, dal Tesoro di Ioannina (ricordate che per accedervi il biglietto va fatto prima al Museo bizantino)
 
Vicino queste strutture c’è anche un bel bar, con prezzi turistici ma tutto sommato non esagerati, dov’è possibile mangiare e usufruire del bagno (gli unici bagni pubblici che abbiamo trovato nell’area erano vicino le cucine dell’acropoli nordorientale, ma erano bagni turchi!!!). Dopo una spremuta fresca d’arancia abbiamo ritrovato facilmente la strada per l’uscita dal castello, con l’aiuto dei cartelli.


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