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Momenti difficili durante lo scambio interculturale.


Quando ho lasciato l’Italia per fare uno scambio interculturale in America pensavo di parlare bene l’inglese, ma più tardi ho capito che in realtà avevo ancora tanto da imparare. Avevo solo 16 anni ed era la mia prima esperienza all’estero da solo. A tutti capita di vivere momenti imbarazzanti e quando succede l’unica cosa che vorresti fare è sparire o non parlarne più, ma dopo qualche mese ti ritrovi a riderci sopra come se si trattasse solo di un grande scherzo.

Fraintendimenti.

Appena ho iniziato a frequentare la scuola andavo sempre a pranzare in un posto in cui facevano panini, l’ho fatto per un mese intero, prima di realizzare che avrei potuto semplicemente spendere meno andando al bar o portando qualcosa da casa. Era un posto in cui potevi comporre il tuo panino scegliendo gli ingredienti presenti in un foglio e poi bisognava sbarrare una casella per indicare se volevi sederti al tavolo o portarlo via. Bene, quando sono andato alla cassa a consegnare il foglio, la cassiera ha alzato lo sguardo e mi ha chiesto “Do you want your receipt? ”. Mi stava chiedendo se volessi lo scontrino, ma io sono rimasto in silenzio per un paio di secondi cercando di ricordare se avessi sbarrato la casella per l’asporto e poi ho risposto “No, I want it to go, thanks”. Lei mi ha fatto nuovamente la stessa domanda ma, ve lo giuro, io continuavo a sentire “Do you want to sit? ”, cioè se volessi sedermi o portare il panino a casa. Che figuraccia.

Memoria breve.

Altri momenti imbarazzanti sono stati quando incontravo la gente per strada e mi dicevano “Hi Chris, what’s up? ” e io non avevo la minima idea di come rispondere, primo perché “what’s up” è più un saluto che una vera e propria domanda per sapere come stai, e poi perché non ricordavo mai chi fossero. E questo è un po’ il riassunto di tutto il mio scambio.

A lezione.

È stato terribile anche quando ho chiesto al mio tutor se potessi cambiare il corso di inglese che stavo seguendo perché non riuscivo a capire cosa dicesse l’insegnante e lei è andata a dirlo subito alla professoressa. Cioè, era proprio necessario? Non poteva semplicemente inserirmi in un corso diverso? Comunque poi è venuto fuori che cambiare classe non era possibile, quindi quello è stato il suo modo di aiutarmi.

Le cose da fare quando ci si trova in queste situazioni sono:

  • Non prenderla troppo sul serio. Nessuno quando va all’estero può sapere cosa succederà o come funzionano le cose in un altro paese, sbagliare è del tutto normale.
  • Riderci su. Se i tuoi amici vedono che la prendi alla leggera non si prenderanno gioco di te ma rideranno insieme a te.
  • Scrivete una specie di “diario di bordo”, così tra qualche anno potrete rileggerlo e ricordarvi di quanto sia stato divertente in vostro scambio interculturale.

Ho perfino imparato a ridere delle foto che mio padre adottivo ha scattato il mio primo giorno di scuola. Il modo in cui ero vestito è imbarazzante, ma dopo sarei andato a giocare a tennis quindi ho pensato di mettere direttamente la tuta. Non sembro un po’ americano?

Momenti difficili durante lo scambio interculturale.


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