Un'affascinante transizione verso il Rinascimento

Riprendendo il nostro tour dalla chiesa di San Giorgio, dovrete tornare sui vostri passi fino a raggiungere Palazzo Costabili, descritto nel precedente post. Tornati all'interno delle mura cittadine, l'itinerario prosegue attraverso una zona meravigliosa, caratterizzata da una serie di splendidi palazzi e chiese, la maggior parte dei quali costruiti nel tardo Quattrocento. Fu un periodo di grande splendore ed espansione per i duchi d'Este, che marcò la transizione dal Medioevo allo splendore del Rinascimento.

Superato Palazzo Costabili, seguite per alcuni metri via XX Settembre prima di girare a destra in via Borgovado. Camminando lungo questa strada, troverete infine sulla destra uno dei tesori nascosti di Ferrara, la chiesa di Santa Maria in Vado. Già notevole per la sua importanza artistica, questa chiesa è un monumento imperdibile a causa del suo grande valore spirituale. La chiesa primitiva risale al X secolo, quando fu costruita nei pressi di un guado ("vado") del fiume Po. Proprio in questo antico luogo di culto ebbe luogo un clamoroso miracolo: durante la celebrazione della Messa, mentre il parroco consacravail pane, uno fiotto di sangue zampillò dall'ostia, macchiando il soffitto della chiesa. L'edificio attuale è il risultato di un rinnovamento effettuato verso la fine del XV secolo. Ciò nonostante, quel pezzo di volta della chiesa primitiva è stato conservato, e mostra ancora i segni delle macchie di sangue a certificare il miracolo, che fu anche descritto in numerose cronache dell'epoca.

Lasciando Santa Maria in Vado, non sarà necessario andare molto lontano per trovare un altro gioiello: pochi passi lungo via Scandiana vi condurranno a Palazzo Schifanoia. Pur apparendo abbastanza poco invitante e banale dall'esterno, il palazzo conserva una serie di superbi affreschi. Costruito nel 1385, fu restaurato alcuni decenni dopo dal duca Borso d'Este. La facciata originale fu rimpiazzata da quella attuale in mattoni rossi, ma come ho già accennato le attrazioni migliori si trovano all'interno. Nonostante i numerosi danni subiti nel corso dei secoli (compreso il recente terremoto), gli affreschi sono considerati uno dei migliori esempi di pittura italiana del Rinascimento.  Furono realizzati da un gruppo di pittori noto come Scuola Ferrarese, i più famosi tra i quali furono Cosmé Tura e Francesco del Cossa. Nel Salone dei Mesi una serie di scene meravigliose rappresenta le attività mensili della gente comune, dei duchi e di altri nobiluomini, insieme ad altri simboli riguardanti l'archeologia.

Tornati all'incrocio di fronte a Santa Maria in Vado, continuate a destra lungo via Madama, raggiungendo infine Corso Giovecca, l'arteria principale della città, che separa l'area medievale dai nuovi quartieri costruiti nel Rinascimento. Benché una passeggiata lungo questo lungo viale potrebbe essere piacevole, vi basteranno pochi passi verso destra per trovare il successivo luogo degno di interesse. Si tratta di un edificio chiamato Palazzina di Marfisa d'Este, il quale prende il nome dalla figlia del nobiluomo che ne commissionò la costruzione. Bell'esempio di dimora aristocratica del Cinquecento, conserva ancora parte dell'arredamento originale. Anche se resta purtroppo assai poco del vasto giardino originale, la visita a questo palazzo è comunque un piacevole tuffo nel passato. Tornando indietro lungo Corso Giovecca, avrete la possibilità di prendervi una pausa all'aria aperta prima di rituffarsi nella seconda parte del tour. Sulla vostra sinistra, infatti, si trova l'entrata al Parco Pareschi, un'oasi di quiete e relax, perfetta per godersi alcuni minuti di riposo al sole. Il parco si trova giusto dietro Palazzo Renata di Francia, un altro edificio Quattrocentesco. In questo caso potrete risparmiarvi la visita, giacché esso ospita al momento la sede amministrativa dell'Università degli Studi di Ferrara.

Giusto di fronte a questo palazzo, tuttavia, è situata la ben più interessante Casa Romei. A differenza della maggior parte degli edifici finora descritti, questa dimora non era destinata ad uno dei membri della famiglia d'Este. Fu infatti il banchiere Giovanni Romei che la commissionò nel XV secolo, benché dopo la sua morte il palazzo sia diventato proprietà dell'adiacente monastero del Corpus Domini. Oltre ad alcuni affreschi interessanti, l'interno vanta un magnifico cortile caratterizzato da una superba doppia loggia porticata. Tornati su via Savonarola e dirigendosi verso il centro, troverete sul lato opposto della strada la notevole chiesa di San Francesco. Costruita tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento da Biagio Rossetti, la chiesa conserva al suo interno alcuni interessanti dipinti nelle cappelle laterali, oltre ad un'atmosfera di pace e meditazione.

Di fronte all'entrata laterale della chiesa imboccherete poi una viuzza stretta in selciato, via Vecchie. D'ora in avanti passerete alcuni minuti immersi nella magica atmosfera delle solitarie stradine medievali, quasi al di fuori del tempo e dimentichi del mondo esterno. Giunti alla fine della strada sbucherete in via Saraceno, riemergendo per un attimo al mondo civilizzato; sarà giusto un momento, il tempo di attraversare la strada e rituffarsi nella solitudine di via Cavedone. Svoltando a destra verso via Cammello, vedrete alla vostra sinistra la suggestiva chiesa di San Gregorio, la cui presenza fu documentata per la prima volta nel 1085 (seppur ovviamente non con l'aspetto attuale). Imboccato il viottolo di fronte alla chiesa, vicolo del Granchio, supererete una graziosa volta per poi svoltare infine a destra in via Giuoco del Pallone. Camminando lungo questa strada, non mancate di osservare il grazioso porticato sul lato destro.

L'ultimo edificio degno di nota di questo tratto dell'itinerario è Palazzo Paradiso, situato all'incrocio tra via Scienze e via Giuoco del Pallone. Risalente alla fine del Trecento, fu convertito nel secolo seguente nella sede dell'università. A dimostrazione del prestigio della città nel tardo Medioevo, si può ricordare che il palazzo ospitò nel 1437-38 il primo Concilio Ecumenico, i cui membri inclusero perfino papa Eugenio IV e l'imperatore Romano d'Oriente, Giovanni Paleologo. Tra le personalità illustri che si laurearono qui ci è il grande alchimista e astrologo svizzero Paracelsus, commemorato da un busto che si trova nello scalone interno. L'edificio ospita oggi una biblioteca pubblica, chiamata Biblioteca Ariostea. Lasciando la propria borsa in custodia alla reception, e camminando silenziosamente in modo da non disturbare lettori e studenti, è possibile dare un'occhiata al giardino interno ed al primo piano della biblioteca, dove è conservata la tomba del grande Ludovico Ariosto insieme ad una serie di antichi e preziosi volumi.


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