Corfu trip! - la spiaggia di Glyfada e l'Amaze Bar
Un (breve) ritorno alla routine
I giorni successivi al nostro ritorno da quelle due fantastiche settimane in viaggio furono abbastanza tranquilli. Per un po’ riprendemmo il ritmo quotidiano lezione di neogreco - pranzo - studio per i saggi da consegnare - cena con pochi strappi alla regola (i festini nella cucina comune con la nostra coinquilina bulgara Eli sono tra i ricordi più belli che ho della mia esperienza Erasmus…cibo, vino e pessima musica anni ’80, in pratica: il paradiso).
La ESN, nel frattempo, stava organizzando l’evento “conclusivo” del semestre, un weekend da passare tutti insieme a Corfù prima che gli esami e le partenze dei ragazzi ci impedissero di vederci e salutarci. A Ioannina, infatti, gli esami si svolgono in un periodo di pochi giorni, subito dopo la fine dei corsi, e a inizio luglio i nostri volontari provenienti da ogni parte della Grecia erano praticamente tutti tornati a casa loro.
Il Corfu trip!
L’evento ebbe un gran successo: nonostante gli erasmus, quel semestre, fossero pochini, la ESN raccolse adesioni da molti studenti greci, con cui trascorremmo un weekend davvero divertente.
Il prezzo per partecipare all’evento, comprensivo di hotel, colazione e trasporti (autobus e traghetto) era di 42 euro per i possessori di ESNcard e di 47 per gli esterni.
Prima della partenza i ragazzi ci diedero il programma in versione stampata, su una strisciolina di carta della grandezza di un segnalibro che riportava, oltrei ai contatti dei responsabili, anche gli hashtag da utilizzare per la pubblicazione di foto sui social: #SUMMERisLOADING #CorfuTrip #ESNioannina. Lo specifico perché ci tartassarono per due giorni interi con questa storia di usare gli hashtag. Ragazzi, gli hashtag sono importanti!!! USATELI.
Scusate i picchi di idiozia. Se non altro, se vi capita di cercarli su facebook, potete spulciare un po’ tra le foto delle varie persone che parteciparono all’evento, così, per farvi un’idea del viaggio.
Questo era il programma con tutti gli orari, che furono grossomodo rispettati, sorprendentemente:
Sabato 14/05:
- 08:30 - partenza da Ioannina
- 11:15 - traghetto da Igoumenitsa
- 13:00 - arrivo a Corfù
- 13:20 - check in all’hotel Fiori
- 14:30 - partenza dall’hotel
- 15:00/19:00 - spiaggia di Glyfada
- 19:30/20:30 - ritorno in hotel
- 21:00 - serata libera in centro, drink all’Amaze Bar
Domenica 15/05:
- 8:00/10:00 - colazione in hotel
- 11:00 - check out
- 12:00 - visita all’Achilleion
- 13:00 - visita a Pontikonisi e Kanoni
- 14:00 - pranzo libero in centro a Corfù
- 16:45 - ritorno al bus
- 17:00 - traghetto per Igoumenitsa
Si parte!
Non so come, ma riuscii a infilare tutto quello che mi serviva, compresa l’ingombrante macchina fotografica, un cambio e il kit da spiaggia, nello zaino in tela erasmus. In realtà, il povero zaino si era già sfondato durante le settimane precedenti, e la madre di Sotiris si era prodigata spontaneamente per aggiustarlo e rinforzarlo come poteva, ma dopo quel weekend si ruppe di nuovo e non ci fu più niente da fare.
Piccolo zaino in tela coraggioso, hai servito bene la tua padrona per quel po’ di tempo che abbiamo condiviso spalla a spalla. <3
L’appuntamento per chi viveva nel campus era alla fermata degli autobus esterna al campus. Ormai eravamo più greche dei greci e arrivammo leggermente tardi, trovando quasi tutti già a bordo…per fortuna, insieme a noi c’era anche l’informatico della ESN che con la sua solita simpatia contagiosa mise tutti di buon umore.
Caricammo il resto delle persone in città e partimmo alla volta di Igoumenitsa, dove, arrivati in anticipo, facemmo una seconda colazione al bar di fronte il porto.
Corfù vista dal traghetto
Il viaggio sul traghetto fu piacevolissimo, tra le chiacchiere con Zoe e Vagelis, due pezzi del mio cuore conosciuti durante la giornata di rafting organizzata settimane prima, e con le ragazze erasmus ucraine, che ero riuscita a convincere ad unirsi a noi nonostante la loro estrema timidezza.
Nonostante soffra costantemente di mal d’auto, mal d’autobus, mal di mare e mal di tutto, non ebbi nessun problema durante l’ora e mezza di traversata.
Sul traghetto ci sono ovviamente bagni e distributori, e ci si può accomodare dentro, dove si trovano tavolini e divanetti comodi, oppure fuori, con panchine sia all’ombra che al sole.
Corfù, dal traghetto, fa la sua bella figura. Direi quasi che mi piace di più guardarla dal mare che passeggiare per le strade del centro, dove l’influenza italiana di epoca storica è ancora molto forte e sicuramente poteva colpire più i ragazzi greci che i miei occhi, assuefatti ai paesaggi di stradine strette con panni stesi ad asciugare.
Il nostro autista personale si perse un paio di volte prima di riuscire a trovare l’hotel, provocandomi un mal d’auto terribile mentre saliva e scendeva per le viuzze curve dell’isola.
L’arrivo in hotel
Infine, giungemmo a destinazione. L’hotel in cui alloggiammo è davvero uno spettacolo, soprattutto considerando il prezzo che avevamo pagato per tutto il viaggio… La prima cosa che attirò l’attenzione di tutti fu ovviamente la piscina all’ingresso, ma anche le stanze doppie in cui dormimmo erano davvero belle, con terrazzo che affacciava sulla piscina, tv, phon, ingresso con tessera magnetica e ovviamente lenzuola e asciugamani puliti e profumati. Sicuramente molto più di classe rispetto agli ostelli cheap un po’ inquietanti a cui sono tanto affezionata quando vado in giro!
L'hotel Fiori a Corfù. Fonte: http://www.fiorihotel.gr/photo
Mangiammo rapidamente il pranzo al sacco e riprendemmo l’autobus per raggiungere la prima tappa della giornata: Glyfada.
La spiaggia di Glyfada
La spiaggia più bella di Corfù. Almeno, così dicono. Io non ne capisco molto, diciamo che non è che io sia proprio una tipa da spiaggia... E diciamo anche che l’esperienza a Glyfada non ha contribuito positivamente alla mia relazione con il mare! Ma andiamo con ordine.
La spiaggia di Glyfada a Corfù. Fonte: http://www.corfutravelservices.com/index.php/en/tours-excursions/corfu-town-and-glyfada-beach
L’autobus in circa mezz’ora ci portò nel parcheggio più vicino alla meta, da dove dovemmo scendere una strada ripida che ci portò a destinazione.
Glyfada è una spiaggia di morbida sabbia dorata; come ho potuto constatare per tutte le spiagge che ho avuto modo di vistare in giro per la Grecia, sia l’acqua che il litorale erano pulitissimi, anche se devo dire che, se proprio dovessi scegliere, preferirei di gran lunga tornare sulle spiaggette di sassi di Nafplio, in Peloponneso o di Syvota, sulla costa dell’Epiro.
Comunque, rispetto a quelle che ho appena citato, Glyfada è una spiaggia molto larga e grande, occupata solo in parte da stabilimenti balneari con un bel bar.
C’è tantissimo spazio per giocare a pallone, a frisbee e a racchettoni, ed è così che ho passato gran parte del mio pomeriggio. Non sono una grande amante del sole, ma per fortuna la giornata era un po’ nuvolosa e ventosa, quindi non ebbi problemi a stare fuori dall’acqua, soprattutto dopo che io ed Elena stavamo quasi per rimetterci la pelle, trascinate a largo dalla forte corrente e incapaci di tornare a riva, dove tutti gli altri erano troppo lontani e distratti per accorgersi di noi.
Tutta colpa del nostro amico Vagelis, che ci aveva convinto a nuotare a largo dicendoci che l’acqua era meno profonda rispetto alla riva, dove non toccavo. In realtà, non toccavo proprio da nessuna parte! Appena riuscimmo, non so neanche bene come, a ritoccare riva, ce la ridemmo come non mai per le solite disavventure da imbranate, ma devo ammettere che la sensazione di stare per affogare, sul momento, era stata davvero da brividi…
E di bagnini, bellocci o meno, neanche l’ombra, almeno per quel che ricordo.
Vagelis, invece, me la pagò cara per tutto il resto del viaggio, subendo scherzi da camerata di ogni tipo.
Il resto del pomeriggio trascorse sereno e tranquillo, tra cocktail e giochi da spiaggia. Appena fummo tutti asciutti e il sole cominciava a tramontare, risalimmo la strada fino al parcheggio e riprendemmo l’autobus per tornare in hotel.
Giro in centro e serata all’Amaze Bar
In meno di un’ora riuscimmo a farci la doccia, asciugarci, cambiarci e prepararci per passare la serata nel centro di Corfù.
Affamatissime, ci accodammo ad altri ragazzi che conoscevano il posto meglio di noi per cercare un posto dove mangiare qualcosa, prima di incontrare tutti gli altri all’Amaze Bar.
Finimmo in un posto che somigliava a una rosticceria, niente di entusiasmante, ma se non altro soddisfacente dal punto di vista della quantità ed abbastanza economico. Ovviamente, cena a base di carne. Spesso mi chiedo cosa mangino i vegetariani in Grecia, quando escono la sera...
Sazi e soddisfatti, ci dirigemmo verso quello che è uno dei locali più famosi di Corfù.
Serata molto divertente, passata tra drink dai prezzi turistici e tante, tante risate.
La temperatura era perfetta per stare all’aperto, sul terrazzo che affaccia direttamente sull’acqua del mare, con degli effetti di luce davvero molto suggestivi e scenografici, mentre all’interno c’era il cuore del club, con musica a palla e il locale discoteca.
L'Amaze bar a Corfù. Fonte: https://www.facebook.com/Viphoto.gr/photos/a.1559944007390039.1073743477.437366992981085/1559945690723204/?type=3&theater
Tornati in hotel, alcuni andarono a dormire, mentre il resto di noi proseguì la serata a bordo piscina, tra una birra, una partita a carte e una chiacchiera.
Andammo a dormire a notte inoltrata, e per non svegliare la mia collega che dormiva non riuscii neanche a trovare il pigiama nel caos compresso dello zaino... Ordinaria amministrazione.
Al prossimo post, per la seconda parte del Corfu trip.
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