Da Londra a Canterbury

Quando organizzo un nuovo viaggio mi capita talvolta di affidarmi alla letteratura per scegliere la meta; un buon libro ha spesso il merito di mettere in luce le particolarità di alcuni luoghi che altrimenti rimarrebbero anonimi.

È stato proprio uno dei miei libri preferiti a suggerirmi di visitare Canterbury, scegliendola tra le diverse possibilità offerte dai dintorni di Londra: la città è infatti teatro di uno degli episodi narrati da Ken Follett ne "I pilastri della terra", la storica vicenda che ha reso la cattedrale meta di numerosi pellegrini.

Per prima cosa mi sono informata su come raggiungere la città, situata a circa 90km dalla capitale; per fortuna i collegamenti sono molti (da Victoria Station partono sia treni che pullman) e permettono di raggiungere Canterbury in meno di due ore.

Il costo del biglietto, se acquistato sul momento, è di circa 18 sterline per la sola andata; consiglio quindi, se qualcuno ha in programma di visitare la città, di procurarsi i biglietti online qualche giorno prima, i costi sono decisamente più contenuti (dalle 6 sterline in su).

Ho visitato Canterbury a metà novembre, periodo in cui le strade e le vetrine sono già rivestite dagli addobbi natalizi. Il tempo non era dei migliori (cielo grigio e pioggerellina), ma l’atmosfera da piccolo villaggio di Natale ha sicuramente compensato.

Appena scesa dall’autobus ho attraversato la piazza della stazione e sono entrata nel centro della città: la zona è pedonale, attraversata da molti turisti e studenti in uniforme. Le file di case che delimitano le vie sono molto caratteristiche, con al piano terra negozi e caffè in cui entrare a riscaldarsi. 

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La mia meta principale è la cattedrale ma decido comunque di perdermi in quello che sembra un piccolo borgo medievale, dominato dal bianco, grigio e marrone ma allo stesso tempo ricco di colori.

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Mi sono quindi recata in St. Margaret Street per dare un’occhiata al luogo dedicato all’altra opera che ha reso famosa la città, i Canterbury Tales; la chiesa che dà il nome alla via ospita infatti una ricostruzione dei personaggi e delle vicende narrate da Geoffrey Caucher.

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Protagonisti dei racconti sono i pellegrini diretti alla cattedrale di Canterbury ed è lì che anch’io mi dirigo seguendo le apposite indicazioni.  

Dopo aver fatto il biglietto (10 sterline) si accede al sito della cattedrale. La chiesa è immensa e a poca distanza è impossibile riuscire a fotografarla interamente; purtroppo il lato destro è coperto da impalcature che guastano un po' l'insieme ma non ne nascondono la maestosità, un misto di gotico e romanico. Il complesso intorno alla cattedrale dà l'impressione di trovarsi in un luogo a parte, separato dal resto della città.

La mappa che viene consegnata all'ingresso permette di visitare i diversi ambienti all'interno senza perdersi nulla. Molto suggestiva è la Cappella della Trinità, illuminata costantemente da una candela posta al centro sul pavimento, a indicare il precedente sepolcro di Thomas Beckett, l’arcivescovo il cui assassinio ha trasformato la cattedrale in luogo di pellegrinaggio.

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La visita dura circa un’ora e quando esco è ormai buio. Mi tuffo nuovamente nelle vie e decido di entrare da Tiny Tim’s Tearoom, di fianco alla chiesa di St. Margaret, dove è possibile acquistare confezioni di tè e caffè dai diversi aromi. Opto per la varietà alla nocciola che, una volta a casa, si rivelerà una buona scelta.

Arriva quindi l’ora di rientrare e mi avvio lentamente verso il piazzale da cui partono i pullman; inizia a piovere sul serio ma per fortuna l'autista accende il riscaldamento. Mi godo il viaggio, iniziando ad abituarmi alle auto che sorpassano a destra e prefissandomi di riprendere in mano la mia copia de "I pilastri della terra" appena rientrata a casa.


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