S01E12 - "Il mio spirito di appartenenza"
La vita scorre tra lezioni, serate, vita "familiare" fra coinquilini, eventi, viaggetti.
Bruxelles, per quanto non sia eccessivamente grande e popolosa se comparata con altre capitali europee, offre tantissimo. Nei weekend è possibile svagarsi nelle maniere più disparate tra discoteche, eventi cinematografici, food tasting, concerti, feste private, ecc... davvero tante alternative per tutti i gusti. Pensate che una sera sono stato addirittura sommelier! Un sabato sera ci fu quella che si chiama Bordeaux Experience, ovvero una serata organizzata in un locale con lo scopo di promuovere i vini della medesima regione francese. Questo evento viene organizzato in diverse città europee e quando toccò a Bruxelles io e Giacomo decidemmo di andarci, scoprendo poi, una volta arrivati, che c'era anche un nostro amico olandese in corso con noi con 2 suoi coinquilini. Per prima cosa bisognava iscriversi all'evento in modo tale da ricevere l'invito, dato che era a posti limitati (il vino infinito non esiste ancora). Fatto questo ci siamo presentati in un bar di Place Flagey chiamato Epaulé Jeté, un locale a 2 piani moderno, dove un dj intratteneva gli ospiti dal piano di sopra e al piano terra era possibile vivera l'esperienza di Bordeaux. Per prima cosa ti rilasciavano un bicchiere personalizzato ed un passaporto simile a quello originale, ma dentro al quale erano riportate informazioni sulla regione di Bordeaux, sui vini ed infine vi erano le regole e gli step inerenti alla serata. Per prima cosa "sentir": un signore ti metteva sotto il naso 5 diverse boccette aromatiche e il tuo compito era quello di indovinare di che fragranza si trattava. Una cosa impossibile per chi non è esperto del campo! Credo di aver indovinato solo un odore perché era agrumato, tipo arancia ed era il più chiaro. Ma gli altri si confondevano tantissimo. Secondo step, "déguster": occhi bendati, bicchiere in mano e questa volta il compito era indovinare se si trattava di un vino bianco, rosso o rosé. Questo step è stato abbastanza facile per tutti. Terzo passo, "parteger": fare una foto e condividerla su una qualche piattaforma social. Et voilà!
Il quarto e il quinto passaggio erano più per scambiare chiacchiere con i veri sommelier e acquistare, volendo, qualche bottiglia di vino in base agli assaggi fatti durante la serata. Nel complesso è stata bella e non è durata nemmeno troppo, quindi avevamo ancora la serata libera per fare qualcos'altro prima che fosse troppo tardi.
Giunto ormai metà ottobre decisi che era giunto anche il momento per andare a visitare l'Atomium. L'Atomium è un monumento che si trova a nord di Bruxelles, costruito in occasione dell'Expo del '58. Dopo averlo visto nelle bancarelle dei souvenir in tutte le salse (temperino, fermaporta, miniatura, gigantografia, portachiave, ecc...) era giunto il tempo di visitarlo davvero. Andai con Giacomo e due coinquilini che vivevano nella sua palazzina: Xavier ed Elise.
Essendo uno studente ho pagato 8 euro per entrare, ma se ricordo bene il prezzo intero è di 11 euro. All'interno è perennemente allestita una mostra sulla storia del monumento e a periodi vengono ospitate diverse esibizioni a temi diversi. All'interno di alcune palle è possibile addirittura dormire dato che sono state costruite stanze da letto. Il ristorante che si trova in cima non è molto buono e ci fu sconsigliato da molti. C'è da dire invece che la vista dall'alto dell'Atomium merita il prezzo del biglietto: trovandosi a nord, si vede praticamente tutta Bruxelles!
Il bello del Belgio e di Bruxelles è che le città e i luoghi limitrofi sono tutte raggiungibili attraverso un semplice treno che in mezz'ora, un'ora massimo, ti porta in tutti gli estremi del paese. Perché dico questo? Perché nella settimana precedente alla Bordeaux Experience siamo stati a Louvain-La-Neuve ad una sorta di festival chiamato "La 24 heures vélo de Louvain-la-Neuve". E' una festa ma non solo, è anche una gara di biciclette, dove i partecipanti usano la bici o si costruiscono il proprio trabicolo e gareggiano per arrivare primi facendo un percorso che attraversa la città. L'impressione che ho avuto io però era che questo evento era una specie di tomorrowland in piccolo. Ora, a me non hanno mai esaltato questo tipo di eventi, ma più che l'evento in sé è la musica che non mi fa impazzire. Ad ogni modo ne parlavano tutti come una festa a cui non si poteva mancare, così io, Giacomo, Lorenzo ed altri studenti dell'ICHEC abbiamo preso il treno e siamo andati là. Considerate che Louvain-La-Neuve è una cittadina di soli studenti! Ci sono diverse università ed è stata pensata in modo tale che ci siano sostanzialmente 2 cose: appartamenti e università. Punto. A livello architettonico fa abbastanza cagare, scusate il francesismo, ma è diventata il centro nevralgico di questa festa (eh beh, una città di soli studenti). In vari luoghi strategici erano stati posizionati dei palchi dove diversi dj avrebbero "suonato" per tutta la notte diversi generi musicali. Il palco più grande si trovava a ridosso di un parco. La serata si è così svolta:
- partiamo da Gare du Midi in treno e raggiungiamo un paesino vicino a Louvain-La-Neuve.
- da qui cambiamo treno e ne prendiamo uno più piccolo che ci avrebbe portato alla città. Notiamo già i primi segni di disagio: i posti a sedere sono difficili da trovare e bisogna conquistarseli in vigore della legge della giungla; ragazzi e ragazze già ubriachi (ma non solo ubriachi che cantano e saltano in treno, ubriachi che alle 20:30 erano già stesi sul pavimento del vagone a rantolare e a farfugliare qualcosa in un francese impossibile da capire!); gente che fumava sigarette simpatiche direttamente in treno... una sorta di Woodstock in treno.
- una volta arrivati scendiamo dal treno e ci diregiamo verso in centro città... "oh guarda, siamo già arrivati!". La città è piccolissima, prendiamo un panino e dell'acqua e ci avventuriamo.
- visitiamo diversi palchi, poi decidiamo di stare in quello più grande dove la musica era un mix tra i gusti del tamarro che gira con la fiat punto del '98 pimpata da Xzibit nei peggio quartieri di Bari e lo stile impareggiabile di un truzzo veneto negli anni più intensi della sua acne.
- stiamo lì un po', forse anche troppo, poi comincia a piovigginare. Qualcosa di gestibile comunque.
- ad un certo punto cambiamo palco e ci spostiamo su una collinetta subito sopra al palco maggiore. Questo era meglio, aveva musica commerciale remixata. Non che io la ami, ma era comunque qualcosa che poteva varcare la soglia delle mie orecchie senza stuprarmi il timpano.
Insomma la serata è andata avanti sostanzialmente così e, senza considerare la pioggia, il fango e la gente ubriachissima che si gestiva peggio di una tigre al circo dopo che ha raggiunto l'illiuminazione che le fa capire che lì c'entra come i fagioli nel gelato, devo dire che non è che mi sia piaciuta proprio troppissimo eh. Mi è piaciuto stare con i miei amici di erasmus e condividere l'esperienza con loro, comunicare in inglese e sentirmi sempre parte di un gruppo internazionale, ma del resto, no, non mi ha fatto impazzire. Ah, tra l'altro il ritorno in treno era qualcosa di traumatico: tutti volevano salire dato che c'è un treno ogni ora tipo. Ovviamente noi avevamo preso l'orario più sbagliato, cioè quando tutti volevano andarsene. Prima era troppo presto, dopo era troppo tardi e quindi... booom. Vagoni stipati e viaggio in piedi.
Devo ammettere che sembrava una cosa molto più bella di quella che poi si è rivelata. Forse la pioggia ha un po' rovinato il mood della serata. Ad ogni modo vi lascio un video per potervi fare un'idea dell'evento: clicca qui!
Ho preferito di gran lunga le feste che facevamo tra di noi, negli appartamenti o in città. Le preferisco perché la musica la si sceglie insieme, un po' per uno. Poi si è in meno come partecipanti, il ché rende la cosa più coinvolgente tra tutti quelli che vi partecipano ed è più facile comunicare e parlare di tante cose. Ecco perché ho preferito la festa successiva a casa da Giacomo, nel suo palazzo con giardino all'esterno (che poi alla fine era una festa tra 2 palazzi ed era venuta fuori una festa gigante con gente ovunque). Oppure un semplice match di calcio visto in un locale in giro per la città. Che poi tanto semplice non era. Non mi piace il calcio e non mi ricordo cosa fosse, ma era tipo un derby o una partita importante di Champion's League. Sta di fatto che il bar era pieno bombato.
O ancora la festa a casa di Miguel e di David per il suo compleanno: cena tra di noi preparata in casa e poi serata passata a cantare insieme diverse canzoni che io suonavo alla chitarra. E' stata una bellissima serata, non la dimenticherò mai!
A volte mi mancano quelle persone. Ogni tanto mi manca davvero tanto quel tipo di vita. Non la vita da studente. La vita da cittadino del mondo, internazionale. Fare parte di un gruppo di persone che viene da tutto il pianeta, aperta mentalmente e che viaggia su una lunghezza d'onda che se non è la come la tua ci va comunque molto vicino. Ero davvero felice. Anche se ero all'estero, mi sentivo a casa.
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