S01E10 - "Il mio primo mese"

Pubblicato da flag-it Andrea Metafuni — 8 anni fa

Blog: Erasmuxelles
Tags: flag-be Blog Erasmus Bruxelles, Bruxelles, Belgio

Buffering...

Ridendo e scherzando, studiando e mangiando, pulendo e cucinando è passato il primo mese della mia esperienza erasmus. Dopo un mese le cose sono diverse da come lo erano all'inizio.All'inizio tutto è nuovo, tutto è sorprendente, è affascinante. Dopo un mese, seppure le cose mantengano sempre quel senso di scoperta, si crea una routine più forte che dà un certo senso di stabilità che può piacere o meno. A me non entusiasmava molto. Preferisco sempre quando le cose sono nuove, quando i miei occhi le abbracciano per la prima volta. Se una cosa diventa troppo familiare, troppo routinaria, mi piace cambiare. Evolvermi. Spostarmi.

Così le giornate passavano in compagnia dei miei coinquilini a Rue Goffart. Insieme cucinavamo e mangiavamo, decidevamo cosa fare nei weekend, vedevamo film insieme, andavamo a fare la spesa per  o ci trovavamo semplicemente in cucina a chiacchierare del più e del meno. Dio mio, che casa. Turni di lavatrici e asciugatrici, imprecazioni per la situazione del secchiaio della cucina e della lavastoviglie, cibo che spariva, sacchetti di carta e plastica che si accumulavano nel pianerottolo nell'attesa che giugnesse il giorno di raccolta dei rifiuti riciclabili, rotoli di scottex polverizzati e si finiva ad utilizzare la carta igienica come tovaglioli, bicchieri che si rompevano più frequentemente che in discoteca nella fascia oraria 3/4 di notte ed eravamo così costretti a bere dai barattoli di nutella e marmellata. STUPENDO! Amavo quella casa!

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Intanto le lezioni all'università continuavano e l'amicizia con gli altri studenti continuava a fortificarsi. Vennero organizzati anche alcuni incontri da parte dell'ESN in modo da far sì che noi avessimo l'opportunità di trovarci sempre più spesso. Un incontro carino è stato quello dell'assaggio delle birre tipiche del belgio. Tutti gli studenti che partecipavano a un programma di scambio internazionale erano stati invitati nell'aula più grande dell'università per poter degustare piccoli sorsi di birra belga ed essere istruiti su di essa.

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Ormai ci trovavamo sempre più spesso tra studenti dell'ICHEC, sopratutto nei weekend per fare serate insieme, che fossero una semplice bevuta e chiacchiere in centro o una serata in discoteca. Durante quel mese andammo alla discoteca FUSE e al Bloody Louise.

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Il Fuse è una delle discoteche più famose di Bruxelles e si trova a sud della zona centrale, quasi al confine con il quartiere St.-Gilles. Personalmente non è una delle mie preferite. Devo comunque ammettere che io non sono un amante delle discoteche. Se mi inviti ad una festa in casa o ad una festa in discoteca vado in all-in con la festa in casa. In discoteca spesso la musica non è delle migliori ed il volume nemmeno ti permette di conversare. Quella sera al Fuse c'era musica trap, un qualcosa che in Italia è quasi impossibile da sentire nelle discoteche più di moda. La cosa mi fece piacere perché se c'era proprio qualcosa di cui io ero stanco, erano proprio le discoteche "all'italiana". Porca miseria, che due c******i. Il Bloody Louiseinvece l'ho sempre trovato più piacevole. Si trova molto vicino a casa nostra, lungo la parallela di Porte de Namur, chiamata, appunto, Louise. La musica tende ad essere più elettronica o hip hop a seconda delle serate. Ma l'elettronica che passano non è di quelle tamarre o violente alla Bloody Beetroots. E' più "gestibile": Ad ogni modo, le cose stavano andando davvero benone. 

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In più avevamo scoperto che ogni giovedì sera a Place du Luxembourg, proprio di fronte alla sede del Parlamento Europeo, si teneva una sorta di aperitivo, simile a quello italiano, tranne per il fatto che non ci fosse cibo. La gente quindi si ritrova dopo lavoro a bersi qualcosa insieme e chiacchierare prima di ritirarsi a casa per mangiare. Era pieno zeppo di persone che lavoravano al PE vista la sua vicinanza, quindi molti incravattati, molte donne in tailleur, ma anche studenti e giovani ragazzi. Fu piacevole e ci tornammo anche successivamente. Ricordava molto una situazione familiare di aperitivo all'italiana. Nello stesso mese di ottobre si tenne anche il Vintage market a les Halles de Saint-Géry. E' il mercato vintage che si tiene una volta al mese e ci andai insieme a Federica, Lorenzo e Braulio, 3 miei coinquilini. Volevo vedere les Halles de Saint-Géry da dentro ed ero curioso di vedere un mercatino vintage di Bruxelles. Ovviamente c'era di tutto: dal cappotto del nonno alle musicassette anni 50/60/70, dallo stivale della nonna che fa pendant con la borsetta di zia fino ai videogiochi del nintendo o del sega mega drive. Un paradiso per hipster e nerd! 

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Nel frattempo, intorno alla fine di settembre, tutte le procedure burocratiche relative all'università ed ESN erano state completate e finalmente potevo considerarmi un global citizen a tutti gli effetti: sensazione MERAVIGLIOSA! Facevo parte di un qualcosa di più grande all'interno del mondo. 

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E a ricordarmi questa cosa c'era anche l'argomento della mia tesi! Eccola che spunta all'interno della storia! Eh sì, perché l'argomento della mia tesi era relativa ad una strategia europea capace di creare una macroregione, la terza fino ad allora, tra gli stati che confinano con il mare Adriatico e Ionico, quindi parte dell'Italia, la Croazia, Grecia ed alcuni stati dei Balcani europei. Questo argomento mi dava la possibilità di poter ricercare fonti e documenti direttamente a Bruxelles, dove Parlamento Europeo, Commissione Europea e Comitato delle Regioni lavorano costantemente su temi del genere. Ecco perchè, il 6 ottobre 2014, mi sono iscritto agli open days organizzati dalla CE per poter accedere a varie conferenze e riunioni di politici e diplomatici internazionali su diversi argomenti. Tra i vari meeting ne furono organizzati due relativi al mio argomento, uno al Parlamento Europeo e l'altro al Centre de Conference Albert Borschette, vicino alla CE ed anche a casa mia. Così, nei giorni successivi andai ad entrambi. Ebbi l'opportunità di essere a contatto diretto con persone importanti per la politica europea e le loro dichiarazioni in merito all'argomento della mia tesi. Tutto ciò fu molto importante per il mio risultato finale. Devo però sottolineare un pregio encomiabile di queste riunioni: i buffet. Dio mio i buffet. Al primo incontro, quello al parlamento europeo, che si tenne in tarda mattinata, fu preparato un buffet con prodotti tipici delle regioni coinvolte nel progetto. Ora, voi capirete che se sei uno studente che deve mantenersi nella costosa Bruxelles ed esci ad orario di pranzo da un meeting in inglese della durata di 3 ore, non puoi fare altro, quanto meno, di buttare l'occhio sulle tavolate delle varie regioni. Ebbene, ricordo di aver mangaito un po' tutto di tutto. Sono passato dalla sicilia alla marche in due passi degustandomi formaggi e salumi, ho girovagato tra le altre regioni di italia per assaggiare grissini, pasta e verdure varie, poi con una piroetta mi sono proiettato nelle regioni dei balcani per assaggaire i loro prodotti tipici. Con un moonwalk alla Michael Jackson sono finito in Grecia a mangiarmi un po' di feta ed infine, grazie ad uno shuffling magistrale, mi sono fatto cullare dal cibo croato. Quando ho capito che anche l'aria stava facendo fatica ad entrare, ho ringraziato e me ne sono andato in attesa del prossimo meeting. Che si è tenuto il giorno dopo. Slurp. Solo che questa volta l'incontro era alla mattina presto, quindi il buffet era incentrato sulla colazione. Oh, non ci saranno formaggi e salumi, non ci saranno stati i vini pregiati, ma i succhi di frutta e caffé, le brioches e i pasticcini me li so magnati pure quella volta. Ero quasi dispiaciuto che gli incontri sulla macroregione si riassumessero in due soli meeting. C'è poco da fare, i potenti sanno davvero come trattarsi.

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In tutto ciò, come sempre, come ogni anno, rispettando la maledettissima tradizione che mi perseguita dal 24 aprile 1989, presi il raffreddore. Odio. Odio&odio. Avevo anche bisogno di una giacca poiché la mia non era più adatta, così andai lungo Porte de Namur assieme a Giacomo a cercare qualcosa che mi piacesse. Avevo visto una bella giacca sul sito internet di una marca che aveva il negozio lì. Andai speranzioso di trovarla ma, come le statistiche della mia vita mi suggeriscono: "Caro Andrea, se c'è non c'è il tuo numero o il colore che ti piace ma nella più probabile delle ipotesi, non c'è". MA DESTINO VOLLE CHE... no, non c'era, ovviamente. Però ne vidi una che non mi dispiaceva, ma lì per lì non la presi. Girai qualche altro negozio in cerca di qualcosa che mi potesse conquistare, ma più ne visitavo e più mi convincevo che c'era poco da fare. Se ho un'idea di vestito in testa faccio fatica a valurare qualcos'altro. Sono uno che dovrebbe disegnarsi i propri capi e farli apparire magicamente. Insomma, alla fine, visto il mio raffreddore e le temperature che nei giorni successivi si sarebbero abbassate tornai nel primo negozio per riprovarmi quella giacca che bene o male mi piaceva e, ovviamente, non c'era più. C'era una sola misura di quel colore e qualcuno, nel mentre, era passato, l'aveva provata e l'aveva acquistata. Così mi provai la nera per vedere che misura mi stesse bene e, ringraziando il dio internet, la comprai direttamente dal loro sito facendomela spedire a casa a Bruxelles. E ci misi pure una sciarpa nell'ordine. Fuck the police. 

Ecco la mia giacca:

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