La East Side Gallery
La East Side Gallery
Subito dopo aver concluso la visita del quartiere di Friedrichshain (al quale ho dedicato un post, sempre in questo blog), quando stava iniziando a nevicare, ci dirigemmo verso la famosissima East Side Gallery.
Anche in questo caso non utilizzammo mezzi pubblici, ma la zona ne è fornitissima. Infatti, si raggiunge facilmente prendendo la metropolitana (linee U1 e U2), scendendo alla stazione di Warschauer Strasse e proseguendo a piedi per circa 15 minuti. In alternativa, è possibile raggiungere la East Side Gallery con gli autobus 347 o 248.
Per visitarla non è necessario alcun biglietto d’ingresso, ed è aperta ogni giorno dell’anno e a tutte le ore. D’altra parte, è pur vero che è difficile apprezzare il reale significato della East Side Gallery se on si conosce la storia legata alla Guerra Fredda e alla costruzione del muro. Per questo è consigliabile partecipare ad un tour street art (che fa tappa in tutti i punti più “colorati” della città di Berlino), che prevede la presenza di una guida esperta.
La East Side Gallery è la parte est del muro di Berlino rimasta intatta, trasformata oggi in una sorta di galleria d’arte a cielo aperto e visitata ogni giorno da decine di migliaia di turisti (e da oltre tre milioni di turisti all’anno). Infatti, la East Side Gallery è oggi una delle principali attrazioni turistiche della città, seconda solo alla porta di Brandeburgo. Questa porzione di muro è lunga 1,3 chilometri, che ovviamente percorremmo tutti, all’andata e al ritorno.
Essendo ciò che resta del muro di Berlino, è collocato nella zona centrale della città, che fino al 1990 separava la Berlino Est dalla Berlino Ovest. Si trova infatti poco prima dell’Oberbaumbrucke, il ponte di mattoncini rossi costruito dai sovietici per attraversare il fiume Sprea.
Nel 1990, dopo l’unificazione delle due Berlino, 118 artisti provenienti da tutto il mondo trasformarono ciò che restava del muro in una vera e propria opera d’arte che celebrasse temi come la pace, l’uguaglianza e la libertà. In realtà durante gli anni della guerra fredda la parte ovest del muro era già ricoperta da numerosi graffiti, mentre nella parte est le autorità erano talmente severe che nessuno era mai riuscito a dipingere il muro. Nel 1992 la East Side Gallery fu dichiarata monumento nazionale: infatti essa è molto più di una semplice opera d’arte urbana, ma porta con sé il ricordo dei drammatici anni della Guerra Fredda, di quelli della divisione delle due Berlino e di tutti i fermenti politici, sociali ed artistici che ne seguirono la caduta.
I murales della East Side Gallery sono spettacolari e d’impatto già nell’insieme, ma se ne coglie meglio il significato profondo se li si osserva uno per uno. Alcune opere in particolare, come quella del “Saltatore del muro” di Gabriel Heimler o quella dell’artista russo Dmitri Vrubel in cui sono ritratti Leonid Brezhnev e Erich Honeker nell’atto di baciarsi, o ancora quella di Birgit Kinder, in cui una trabant bianca sfonda un muro, sono conosciute in tutto il mondo per la loro bellezza e soprattutto per il loro significato.
Tra le oltre cento opere si trova anche quella di un artista italiano, Fulvio Pinna, intitolata “Inno alla gioia”, un esplicito riferimento alla composizione di Beethoven.
Pur non avendo preso parte al tour street art, io e Mariana trascorremmo diverse ore alla East Side Gallery, soffermandoci su ogni singola opera facendoci strada fra gli altri turisti, la maggior parte dei quali affascinati come noi.
L’unico problema della East Side Gallery, direttamente legato alla quantità di persone che la visitano ogni giorno, è che molti tratti del muro sono rovinati, sgretolati, ed alcune opere sono danneggiate dall’incuria, dall’inquinamento e soprattutto dal vandalismo.
Per questo sarebbe probabilmente attuare interventi di restauro e manutenzione, dal momento che la East Side Gallery è un monumento importantissimo non soltanto per Berlino e la Germania, ma per tutto il mondo.
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