Ritorno ad Atene
Comincia il Grand Tour
Avevamo deciso, già prima di partire per Volos, di spendere la seconda settimana della Pasqua ortodossa altrove, per iniziare a spuntare un po’ di voci dalla nostra Must-See List a tema archeologico.
Google Maps e Booking alla mano, organizzammo tutto l’itinerario nella maniera più economica e funzionale, decidendo di utilizzare Atene come base per visitare Corinto, Delfi, Capo Sunio ed Epidauro. Quest’ultima, alla fine, si rivelò un po’ troppo lontana dalla Grande Oliva e, anche a causa anche gli orari degli autobus, non riuscimmo a organizzare una gita toccata e fuga per vederla; durante il nostro ultimo viaggio in Peloponneso, comunque, recuperammo poi con gli interessi la mancata visita in quel posto magico.
Far pace con Atene
Quando, di ritorno dall’Italia per le vacanze della Pasqua cattolica, circa un mesetto prima, ci eravamo fermate nella capitale qualche giorno, avevamo avuto varie esperienze negative in città, che ci avevano lasciato quindi poca voglia di visitarla di nuovo.
Durante questa prima visita eravamo riuscite a vedere quasi tutti i siti e i musei principali, ma avevamo dovuto rinunciare, per mancanza di tempo e orari di apertura sballati, a visitare il Kerameikos, un posto dalla immensa potenza simbolica e dalla grande importanza archeologica, a cui tenevo moltissimo. Lo aggiungemmo quindi alla lista di cose da vedere durante la nostra prima vera settimana di “Grand Tour”.
L’esperienza accumulata nella precedente visita ci permise, stavolta, di goderci appieno la città senza incappare nelle situazioni spiacevoli che ci avevano creato problemi la volta prima, riuscendo anche un po’ a godere della Atene più “vera”, al di fuori del piccolo nucleo turistico di Plaka e di Monastiraki, dove avevamo alloggiato e girato per tutta la durata della nostra prima vacanza ateniese.
“The Grand Budap...Diethnes Hotel”
Hotel Diethnes, Atene. Fonte, Booking: https://s-ec.bstatic.com/images/hotel/max1024x768/290/29071362.jpg
Innanzitutto, trovammo un hotel bellissimo, che pagammo, nonostante la prenotazione con non grande anticipo e nonostante il periodo di festa, davvero pochissimo.
Per raggiungere le varie località avremmo dovuto prendere gli autobus dal Terminal A (la stazione Kifissou), situata in una zona della città molto periferica e lontana un po’ da tutto. Per raggiungere Kifissou dal centro, avremmo dovuto prendere ogni giorno la linea urbana dalla piazza di Omonia, ma viste le precedenti esperienze negative avute in quest’area della città, putroppo abbastanza degradata, decidemmo quindi di cercare un hotel in periferia, il più possibile vicino a Kifissou.
Cercando un po' su internet ne trovai pochi, e tutti comunque almeno ad una mezz’oretta a piedi da Kifissou. Negli immediati dintorni della stazione, almeno per quel che potei constatare io, non ci sono posti in cui alloggiare, anche se può sembrare strano.
Tra i posti più vicini, alla fine scegliemmo il Diethnes, un bellissimo hotel situato in un antico palazzo in stile neoclassico, che sembrava uscito direttamente da un film di Wes Anderson.
Stanza doppia con bagno in camera (phon incluso... per noi italiani fissati con il terrore della sinusite è un dettaglio importante) e un bellissimo arredamento retrò, wifi, aria condizionata, minibar, supermercato Carrefour e fermate metro, treno e autobus nelle immediate vicinanze… Tutto alla modica cifra di poco più di 17 euro a testa per notte!
Alloggiare, la volta precedente, presso lo psichedelico, chiassoso ostello Dioskouroi nel mezzo di Plaka, insieme a ragazzi da ogni parte del mondo, gatti e matti, era stata forse un’esperienza più divertente e “formativa”…Ma devo dire che per una volta concedersi coccole neoclassiche non fu poi così male.
La nostra stanza. Selfie all'ombra del lampadario
Verso il Grand Tour, giorno uno
Partimmo - tardi - dalla nostra casetta di Portarià, con in mano, oltre ai bagagli, dei terronissimi tegamini con la frittata di pasta e l’insalata di pasta preparate la sera prima per consumare il resto della spesa. La faccia perplessa di Sotiris di fronte alla frittata di pasta non la dimenticherò mai.
Perdemmo l’autobus per un pelo, come nostro solito, ma una telefonata fatta da un addetto della KTEL di Volos ci permise di raggiungere l’autista furioso. Il padre di Sotiris, giorni prima, aveva spontaneamente telefonato alla Ktel per riservarci i posti davanti, avendo saputo dal figlio che soffrivo il mal d’auto, e quindi passammo le successive 4 ore di viaggio sedute proprio dietro l’autista, che ci tenne il muso per tutto il tempo.
Arrivate alla Ktel Kifissou, prendemmo il primo taxi disponibile insieme a un’altra ragazza. L’autista, come scoprimmo l’ultimo giorno, quando riprendemmo il taxi per tornare alla stazione con i bagagli, fece un giro strano per arrivare al Diethnes, spillandoci più soldi del dovuto. Ci avevano già avvisato di stare attente al riguardo, soprattutto ad Atene, ma che ci vuoi fare…
Durante il check-in ci consegnarono anche le password univoche per accedere da cellulare e da computer al wifi, che a dirla tutta funzionava molto meglio in corridoio che in stanza. Poco male, comunque, visto che l’atmosfera era molto tranquilla e c’erano vari salottini carini ad ogni piano di cui poter usufruire.
Hotel Diethnes, interno. Fonte, Booking: https://s-ec.bstatic.com/images/hotel/max1024x768/882/8823278.jpg
Pranzammo e cenammo con la pasta che avevamo preparato, riservando le spese del giorno agli acquisti, nell’angolino segreto dell’antiquariato scoperto a Monastiraki la volta prima, di souvenir vari per noi e un pensierino per il nostro adorato ospite, che avevamo quasi fatto impazzire durante tutta la settimana di convivenza.
Monastiraki, vicolo dell'antiquariato
Scavando negli scatoloni, trovammo cosa regalare al nostro amico, storico medievista, appassionato di moda ottocentesca e aspirante scrittore di roba fantasy: una bellissima penna stilografica e un orologio da taschino, due tipi di oggetti che, scoprimmo dopo, adorava e collezionava. Ci comprammo molto facilmente il perdono in questo modo, una volta tornate a Volos alla fine della settimana per tornare tutti insieme a Ioannina in macchina.
Nello stesso “negozio” comprai anche una spilla-ciondolo che adoro, e contrattando con il proprietario delle cianfrusaglie alla fine pagai un prezzo davvero irrisorio per il tutto. Alla fine mi regalò anche una bella moneta da 100 dracme degli anni ’90, con il sole di Vergina da un lato, e il ritratto di Alessandro dall’altro.
Medito tutt’ora di farne un ciondolo, per portare la mia rock star macedone preferita sempre vicino al cuore...
Tornate nelle vie principali di Monastiraki, comprammo le pashmine multicolori che ci hanno poi accompagnato, contraddistinto e protetto da ogni tipo di agente atmosferico per tutto il resto del nostro Grand Tour.
Spese pazze a Monastiraki
Riprendemmo la metro nella piazza di Monastiraki per tornare alla fermata di Larissis, a cinque minuti a piedi dal nostro hotel, e ci preparammo per la giornata successiva, che ci avrebbe portato a Corinto.
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