Atene, la grande oliva - giorno tre
Un giorno al Museo
Il Museo archeologico nazionale di Atene
Non credo di aver mai passato così tanto tempo in un museo come quel giorno, totalmente dedicato alla visita del più importante e grande museo greco e, di certo, a una delle più preziose collezioni archeologiche al mondo.
Svegliateci presto, un po’ a pezzi dopo le corse dei giorni precedenti, facciamo la nostra solita, abbondante colazione e usciamo. Una volta tornata a Ioannina, avrei comprato subito, in un negozio specializzato, delle scarpe da ginnastica adatte a camminare a lungo, perchè tutte le normali scarpette che mi ero portata ad Atene mi avevano totalmente distrutto le caviglie, tanto che la settimana successiva non potei camminare per giorni! Se ci tenete a non lasciarvi rovinare neanche un giorno di erasmus da questi piccoli incidenti, attenzione all’attrezzatura ragazzi, meglio imparare subito ad essere viaggiatori furbi, e non turisti spaesati e sprovveduti…
Monumento a Byron, nei pressi dei Giardini nazionali di Atene
Comunque, a pochi minuti dal nostro ostello ci sono i meravigliosi giardini nazionali e, appena al di fuori di essi, la fermata dell’autobus che ci serviva per raggiungere in fretta il Museo, nei pressi dell’AΓΑΛΜΑ ΒΥΡΩΝΟΣ, la statua dedicata a quella meravigliosa, romanticissima figura che è il poeta inglese Lord George Gordon Byron. Chi conosce un po’ della sua storia e del suo amore per la Grecia non può non innamorarsene…E Atene, in particolare sembra tenerci particolarmente. Infatti, anche in uno dei miei angolini preferiti di Plaka, quello con il monumento coragico eretto da Lisicrate, un cartello ricorda la permanenza del poeta in un monastero che un tempo inglobava quest'antica struttura.
Il Museo archeologico, in realtà, è solo leggermente fuori mano: dista infatti più o meno mezz’ora a piedi dalla zona dell’arco di Adriano, ma abbiamo preferito risparmiare tempo ed energie per la visita, che si prospettava molto lunga e faticosa. In più, muoversi ad Atene costa pochissimo: il biglietto valido per tutti i diversi mezzi di trasporto costa, infatti, soltanto 60 centesimi, e non è un prezzo per gli studenti, ma un biglietto standard, se ricordo bene.
Abbiamo avuto qualche piccolo problemino ad orientarci, ma poi in un quarto d’ora in autobus e in cinque minuti a piedi, siamo riuscite ad arrivare al Museo verso la metà della mattinata.
La zona non è bellissima. Molti senzatetto dormono anche nelle immediate vicinanze del Museo.
Il palazzo, però, è maestoso e pervaso da un’atmosfera sacra: sali le lunghe gradinate e attraversi l’ingresso come un iniziato entrerebbe in un tempio.
L’atmosfera della hall è totalmente diversa da quella, moderna e accogliente, del Museo dell’Acropoli. In questa occasione, inoltre, è stata l’unica volta che non sono riuscita in alcun modo a farmi ascoltare dall’addetta alla biglietteria per spiegare la situazione: appena ha visto che non avevo la tessera e volevo porgerle il telefono per mostrarla la mail, mi ha ribadito, con un tono arrabbiato e stizzito, di mostrarle il PASO o acquistare il biglietto. È stata davvero molto scorbutica e scortese, ma non avevo tempo nè voglia di mettermi a discutere.
Ho così pagato il ticket intero, che per fortuna viene solo dieci euro, e se non altro, ho ricevuto in questo modo anche i depliant del museo con la cartina, che per via della grandezza e della disposizione delle varie sezioni, disposte su più piani, ci è tornata molto utile durante la giornata. Ci è capitato spesso, infatti, che con il biglietto gratuito non ci spettasse la cartina o il depliant, anche se il più delle volte, chiedendolo ci è stato dato lo stesso senza troppi problemi, anche magari una sola copia da dividerci. È da queste piccole cose, comunque, che la situazione critica attuale emerge più chiaramente.
Vi dico subito che, mantenendo un certo ritmo (seppure nei tempi biblici di visita tipici di un archeologo!) siamo riuscite a vedere tutto - le ultime sale molto di fretta, in realtà - appena prima della chiusura del museo, a metà pomeriggio. Quindi, prendetevi un giorno intero per visitarlo oppure, ancora meglio, spezzettate la visita in più giorni, che è l’ideale per gustare al massimo qualsiasi grande museo.
Per l’importanza e la bellezza dei pezzi esposti in questo museo, vorrei soffermarmi un po’ di più sulla visita, cercando ovviamente di non entrare troppo nel tecnico.
Questo perchè le collezioni non rappresentano soltanto alcuni dei picchi più alti dell’arte greca, ma delineano in qualche modo una storia del Mediterraneo dalla preistoria all’età romana attraverso le varie sezioni, in parte divise per materiali (come ad esempio la scultura, il vetro, i gioielli…), in parte per epoca e civiltà (vi è, ad esempio, una interessantissima, piccola ma preziosa, collezione di antichità egizie).
L’allestimento delle sale, davvero molto datato e per nulla aggiornato dal punto di vista dei moderni accorgimenti museologici - soprattutto nella collezione delle sculture - è andato via via migliorando nel corso della visita. Non so dirvi se sia un corso un programma di riallestimento graduale delle collezioni, ma lo auspico.
Ciò non toglie, ovviamente, nulla all’emozione che può dare trovarsi faccia a faccia con alcuni dei pezzi più famosi della storia dell’arte e dell’archeologia greca. Mi diverto moltissimo a scattare foto ai visitatori dei musei, per studiare i mille approcci umani alla propria storia, e quel giorno potei collezionare alcuni dei più divertenti e curiosi scatti di tutto il viaggio.
Museo archeologico nazionale di Atene, collezione delle sculture
Il piano terra è quello più ricco, e ci ha preso tutta la mattinata. In ordine sparso, abbiamo potuto visitare:
- la sezione preistorica, che presenta meravigliose e interessanti testimonianze delle civiltà egee tra il VII e il II millennio; i pezzi forti sono, ovviamente, i tesori provenienti dalle tombe reali micenee (avete presente la maschera di Agamennone?) e alcune superbe decorazioni parietali da Thera, con scene di lottatori dai corpi sinuosi e i lunghi capelli;
- la gigantesca sezione dedicata alle sculture, dislocate in ben 30 sale, che coprono un arco cronologico che va dall’VIII secolo a.C. al IV d.C. e un contesto geografico di provenienza vastissimo; kouroi e korai a morire, bellissime stele funerarie e tanto, tanto altro;
Museo archeologico nazionale di Atene, "Cronide di Capo Artemisio"
- la collezione di bronzi, che espone alcune delle pochissime statue originali in bronzo conservate al mondo, come ad esempio il famosissimo “Cronide di Capo Artemisio” (a chi avesse la malsana idea di farsi una foto simpatica mettendosi in posa davanti a questo Poseidone/Zeus, vi avviso, i custodi greci non la prendono per niente bene…) e tantissimi bronzetti provenienti da tutti i più importanti santuari greci;
- la collezione egizia, che presenta una piccola ma variegata selezione di oggetti che ricopre tutte le epoche della civiltà egizia dal Predinastico all’età romana, disposta in due sale seguendo un ordine cronologico con un allestimento molto standard ma dall’alto valore didattico;
Museo archeologico nazionale di Atene, collezione egizia
- una saletta, che vi lascerà senza fiato, dedicata alla collezione Stathatos, costituita da 970 oggetti che sono una testimonianza preziosissima delle arti minori in diversi materiali - alcuni dei gioielli di questa sala mi hanno davvero fatto pensare di aspettare che arrivasse la notte per rubarli tutti…Perchè non fanno riproduzioni a basso costo da rivendere nei museum shop? Farebbero affari d’oro con me!
Museo archeologico nazionale di Atene, collezione Stathatos
- tre salette dedicate, infine, alle esposizioni temporanee, in quel caso immerse in una spettacolare presentazione multimediale realizzata per l’esposizione del meccanismo di Antikythera.
Museo archeologico nazionale di Atene, sezione dedicata alle esposizioni temporanee
Vi lascio immaginare come fossimo intontite e affamate dopo quella super mattinata. Per fortuna, è venuto in nostro aiuto il carinissimo bar-ristorante del Museo, presente al piano inferiore e affacciato un delizioso cortile con giardino pieno di statue. I prezzi non erano neanche da “museo”, anzi, abbiamo mangiato dei panini deliziosi spendendo il giusto, diversamente da quanto mi è capitato in vari musei italiani… Eravamo così contente che abbiamo preso anche un gelato!
Rifocillate dal pranzo, ci dirigiamo al piano superiore, quasi interamente dedicato alla sezione dedicata ai Vasi e alle Arti minori. Oltre ai numerosissimi vasi, che vanno dal geometrico alle figure nere e rosse fino alle decorazioni epoca ellenistica, disposti in ordine cronologico nelle lunghe sale, sono esposte anche le collezioni di figurine in terracotta, la collezione Vlastos-Serpieris, costituita da artefatti greci e tarantini, la sezione dedicata ai gioielli e ai recipienti in oro e in argento, e la collezione di reperti in vetro.
Museo archeologico nazionale di Atene, kylix recante la firma di Exechias ("Exechias me poiese")
Una saletta a parte è, infine, dedicata alla civiltà cipriota, rappresentata nei periodi principali dell’arte locale attraverso un allestimento di tipo tematico.
Le ultime sale le abbiamo visitate così in fretta che non ricordo quasi nulla, devo essere sincera…Ma avevamo i custodi alle calcagna e abbiamo praticamente chiuso noi il Museo!
Un giro in metro
Il nostro piano originale sarebbe stato di visitare, dopo pranzo, il sito archeologico del Ceramico, relativamente vicino al Museo e raggiungibile a piedi. La visita si era però prolungata più del previsto e, una volta uscite da lì, un po’ per l’orario e un po’ per i piedi doloranti, abbiamo deciso di svolgere direttamente l’ultima mansione della giornata, ovvero prenotare il biglietto dell'autobus per tornare a Ioannina, onde evitare di non trovare posto l'indomani.
Per farlo dovevamo raggiungere, a piedi, un ufficio nei pressi di Omonia, probabilmente una delle zone più sporche e pericolose della città. Riusciamo, non senza difficoltà, a trovare l’ufficio, grazie alle indicazioni ricevute dal caro signore del periptero, il chioschetto della piazza, che vedendo due ragazze straniere girare da sole e spaesate, si è subito avvicinato per indicarci la direzione da prendere e suggerirci di stare attente alle nostre borse.
Riusciamo a prenotare un solo biglietto, addirittura con il 50% di sconto (in genere, per gli Erasmus, lo sconto è del 25%) ma per me, per via dell’assenza di PASO, c’è poco da fare; la signora mi consiglia di mostrare la mail direttamente alla sede della KTEL di Ioannina presente alla stazione degli autobus Kifissou e vedere se si può fare qualcosa una volta lì.
Ero po’ avvilita e preoccupata per la situazione, e l’atmosfera di quella zona di Atene non migliorava la situazione. Siamo tornate quindi all’ostello a riposare, prendendo stavolta la metropolitana, perchè ci avevano detto che le stazioni metro di Atene sono particolarmente belle.
Siamo salite a Omonia e in pochissimi minuti siamo approdate a Syntagma. Devo dire che sono rimasta molto colpita: in molte stazioni, tra cui quella di Syntagma e di Monastiraki, sono presente piccoli allestimenti archeologici con reperti rinvenuti in occasione degli scavi per la metropolitana, un po’ come è successo a Napoli o a Roma.
Queste esposizioni sono bellissime: arrivate a Syntagma, ci siamo trovate davanti non solo bellissime vetrine, ma anche un’intera parete in vetro dietro il quale era stata messa in mostra l’intera stratigrafia dello scavo, con tanto di sepoltura a cassa tagliata a metà. Roba da far venire l’acquolina in bocca a qualsiasi archeologo…
Metropolitana di Atene, installamenti museali presso la stazione di Syntagma: vetrine e, dietro, sezione stratigrafica
Oltre a questi piccoli angoli espositivi, in alcuni ambienti della metro c’era anche una piccola fiera mangereccia con tanti stand. Insomma, vale davvero la pena fare un giro in metro, anche solo per curiosare nelle stazioni!
Un giretto ai giardini nazionali, dove non mancano ovviamente angoli con antiche rovine, oltre a laghetti e percorsi con animali e piante rare, e dopo un po’ di relax (mai dormito così bene su una panchina, sotto il sole pomeridiano) si torna in ostello.
Atene by night
KO più che mai, ma sempre determinate a non sprecare il tempo prezioso, verso sera siamo uscite, dirigendoci stavolta non verso la solita, turistica Plaka, ma prolungandoci oltre la piazza di Monastiraki e imboccando la Odos Aiolou, che diventa poco dopo una sorta di corso per ragazzi, pieno di negozi di vestiti e localini moderni chic. Ah, ecco dove escono i ragazzi ateniesi!
Dopo aver sorpassato vari posti invitanti che vendevano vari tipi di street food locale (loukoumades, koulouri...), optiamo per il Tylixto Greek wrap, che era strapieno di ragazzi sia all’interno che all’esterno, ma in men che non si dica il gentilissimo cameriere ha fatto comparire un nuovo tavolo per noi e abbiamo potuto così gustarci una birra e una cenetta americana con patatine e pollo impanato e fritto, seppur sempre con l’acropoli, in lontananza, pronta a vegliare su di noi. Niente di eccezionale, ma dopo giorni interi a pranzare con panini e cenare con piatti tipici greci in tavernette, ci voleva proprio uno sfizio del genere!
Atene by night: Tylixto Greek wrap, in via Aiolou
L’indomani, a metà pomeriggio, avremmo dovuto prendere l’autobus per tornare a Ioannina. Avevamo chiesto in ostello se ci fosse la possibilità di restare un giorno in più per riuscire a vedere il Ceramico, un po’ fuori mano rispetto a tutti gli altri siti archeologici che ci eravamo lasciate per l’indomani, ma non c’era nessuna stanza disponibile, e con le valigie spostarsi per un giorno solo sarebbe stato un casino costoso sia dal punto di vista economico che fisico.
Prima di andare a dormire prepariamo quindi le valigie, che avremmo potuto almeno lasciare in custodia all’ostello, nell’area comune, fino all’orario di partenza.
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