Quando uno Scalo diventa una Meta: Amburgo.
Lo scorso inverno sono tornato in Italia dalla Danimarca, per trascorrere le vacanze natalizie con la mia famiglia, che non vedevo da circa tre mesi. Avevo trascorso il primo semestre di Università nel freddo paese del Nord Europa ed ero quindi pronto a tornare per farmi coccolare dalle lasagne di mia madre e dalla pastiera napoletana di mio zio.
Le vacanze, che a dir la verità sono state lunghette, sono passate come se fossero durate soltanto due giorni, anziché tre settimane, e quindi era per me arrivata l'ora di imbarcarmi. La mia destinazione non era però Copenhagen, bensì Amburgo. Ho scelto di atterrare in terra tedesca perché avevo trovato un volo a dieci euro e avrei preferito investire un po' di più sul treno che poi avrei preso per la Danimarca ed aver la possibilità di passare un pomeriggio in un posto nuovo invece di tornare a Copenhagen. Sarebbe stato il mio primo "viaggio" in Germania. Lo consideravo un viaggio perché sono in grado di accontentarmi di un pomeriggio se non posso fare altrimenti, però poi i piani sono cambiati. Mi ha contattato una mia amica dicendo che anche lei sarebbe stata ad Amburgo quei giorni e che avrebbe voluto vedermi. Non la vedevo da quasi un anno, e quindi mi ha convinto a perdere il treno e prenderne uno il giorno successivo. Abbiamo usufruito di couchsurfing per la prima volta e, fortunatamente, ci siamo trovati benissimo. Ed è così che quindi un mio "scalo" è diventata una meta per più di ventiquattro ore.
Una volta arrivato, visto che il roaming europeo ancora non esisteva, non riuscivo a mettermi in contatto con la mia amica. Dall'aeroporto ho preso la metro (pulita e molto comoda) e sono sbucato in centro città, dove ho trovato uno Starbucks a cui "scroccare" il Wi-Fi. Il segnale era pessimo, andava e veniva, e penso di aver perso mezz'ora prima che finalmente sono risucito a vederla passare dall'altro lato della strada. L'ho bloccata, ci siamo abbracciati con sorpresa, e poi le ho chiesto di portarmi a casa del tipo che ci avrebbe ospitato, così da poter lasciare le cose. Lei era arrivata il giorno prima, quindi aveva gia avuto modo di interagire con questa persona, di dormire a casa sua e di capire più o meno che tipo fosse. Devo dire che ci è andata proprio bene, questo ragazzo aveva probabilmente qualcosa come trent'anni al massimo, e anni fa aveva trascorso due settimane a Milano per un tirocinio, ha lavorato in Gibilterra e ha fatto viaggi in solitaria, usufruendo dello stesso servizio che lui stesso offriva - couchsurfing.
La nostra couchsurfing home.
Mentre cercavamo di raggiungerlo ci siamo persi, la mia amica non ha un buon senso dell'orientamento, al contrario di me che se attraverso una strada una volta già l'ho memorizzata. Fortunatamente per me avevo installato nel telefonino un'applicazione di mappe offline e le ho chiesto di darmi l'indirizzo così ci saremmo sbrigati presto. Esserci persi non è stato un male, perdere la bussola fa bene perché ci da la possibilità di scovare piccole vie interessanti che altrimenti non avremmo mai visto.
Arrivati all'appartamento, un ragazzo ci ha visto uscire dall'ascensore e non capendo chi fossimo ci ha chiesto se avevamo bisogno di qualcuno. Per tranquillizzarlo, abbiamo risposto che eravamo amici della persona che abitava nell'appartamento di cui stavamo aprendo la porta, senza entrare troppo nei dettagli e quindi dire che in realtà eravamo sconosciuti e che eravamo sui contatti di couchsurfing. Mi ha fatto piacere vedere che comunque il condomino si sia interessato a capire chi fossimo, senza lasciare che magari qualche maleintenzionato si intruffolasse.
L'appartamento di questo ragazzo era molto carino e al posto suo anche a me sarebbe piaciuto. All'entrata sulla destra c'è il bagno mentre sulla sinistra c'è uno specchio. Percorrendo il misero corridoio si arriva nella living room con un divano e una finestra murata ed un balcone che è lungo tutta la parete. Poi sulla destra, confinante al bagno, c'è una cucina non abitabile. A sinistra della sala invece, praticamente dietro il muro con lo specchio, c'è una scala a chiocciola che porta al secondo piano, dove c'è semplicemente la stanza da letto del ragazzo con il pianoforte che è solito suonare. Fatico a ricordare se si tratta di un vero e proprio secondo piano o più di un soppalco, ma comunque la cosa che mi è piaciuta di più della casa era la sala con quella finestra megagalattica.
L'unica pecca è che essendosi trasferito da poco non aveva Wi-Fi e non aveva neanche la televisione (di cui anche io molto probabilmente potrei fare a meno se vivessi da solo e con un laptop pieno di streaming, o ancora meglio, un'abbonamento a Netflix). Ad Amburgo piove spesso e sono sicuro che quella finestra aiuta a sentirsi meno in gabbia.
Ovviamente essendo gennaio abbiamo beccato pioggia su pioggia, ma ci siamo subito rifugiati in una hamburgheria (la catena di ristoranti è tedesca, quindi sì, abbiamo mangiato tedesco lol) e ci siamo messi a parlare del più e del meno. Abbiamo fatto una trashlive su facebook, tra l'altro la nostra prima (e si vede dall'imbarazzo che trasmettiamo) e finito il nostro hamburger e la nostra birra ce ne siamo presi una seconda in un bar. Una volta tornati a casa abbiamo incontrato il proprietario di casa, che si è salutato prima con la mia amica e poi si è presentato a me. Ci ha proposto di far un giro con lui perché, se ci avesse fatto piacere, ci avrebbe fatto vedere qualcosa con annessa una spiegazione. Tutti d'accordo usciamo ancora una volta, però fortunatamente adesso ha smesso di piovere e non fa neanche tutto il freddo che pensavo di trovare.
Dietro casa sua, c'era un grande parco con una pista da pattinaggio. Praticamente se guardate una cartina di Ambrugo, la nostra posizione è alla sinistra del centro (prima però del distretto a luci rosse). Poi ci ha fatto vedere diverse cose, ci ha parlato di aeroporti (non ricordo più il perché), e del bunker della seconda guerra mondiale che è adesso diventato una famosa discoteca. Poi siamo arrivati in una zona, a detta sua, molto famosa e piena di gente a causa del fatto che c'erano un sacco di pubs e locali di ogni genere dove le persone potevano radunarsi a bere qualcosa, e siamo entrati in uno di questi. Era molto bello perché l'arredamento era particolare. Anziché avere delle sedie, i tavoli erano circondati da poltroncine e divani molto confortevoli. E' stato molto rilassante sedersi li e chiacchierare per diversi minuti mentre sorseggiavo la mia terza birra, però la troppa comodità mi stava anche causando sonnolenza, così poi siamo usciti. Il ragazzo ci ha offerto da bere, abbiamo insistito per pagare il nostro ma non ha voluto e quindi poi siamo tornati a casa. Nonostante il ragazzo emanasse fiducia, e la mia amica aveva gia dormito li la sera precedente, io non riuscivo a chiudere occhio. Infatti speravo che la mattina arrivasse in fretta.
Il Secondo Giorno.
Quando ci siamo alzati il ragazzo era gia uscito e io e la mia amica ci siamo fatti colazione e poi siamo usciti per ispezionare la città di giorno. La pioggia non ci dava tregua e ci seguiva ovunque. Siamo andati al porto, abbiamo visto l'edificio dell'Opera e poi le imbarcazioni ormeggiate. Ad un certo punto nel camminare siamo finiti in un quartiere molto bello. Ci trovavamo all'intersezione di quattro vie ed a ogni angolo c'erano rispettivamente un ristorante italiano, un ristorante francese, un ristorante spagnolo ed uno portoghese. E' stato troppo bello, sarà stato il quartiere latino. Per pranzo abbiamo mangiato in un café a Jungfernstieg, dove siamo riusciti anche ad asciugarci un po' e a stare al caldo. Da li poi abbiamo continuato i nostri giri, finendo a farci una foto agli uffici di Google. E poi siamo andati nella vicina Rathaus, dove abbiamo chiesto di farci una foto ad un Asiatico che passava. E' stato fantastico, ci ha tipo scattato dieci foto, tutte con diverse angolazioni per esser sicuro che almeno una ci piacesse. Suggerimento: se dovete chiedere a qualcuno di farvi una foto, cercatevi un asiatico, il più delle volte ci sanno fare! Haha.
Essendo anche il distretto a luci rosse abbastanza conosciuto abbiamo voluto farci un salto, ed è stato abbastanza strano da vedere. Mi era già stato detto che non era poi il massimo della vita ma non avendo mai bazzicato in uno di quei posti eravamo curiosi. Più percorrevamo la via in direzione opposta a casa nostra e più ci rendevamo conto che la zona diventava sempre più brutta, quindi poi ad una certa ci siamo giratie abbiamo fatto per tornare indietro, tanto alla fine oltre a sexy shops e sex houses c'era poco e nulla.
A questo punto il cielo ha smesso di piangere e mi ha salutato con un bellissimo tramonto, sono quindi tornato a casa a prendere le mie cose e poi mi sono diretto in stazione con irem. La piogga era ovviamente ricominciata però poi siamo arrivati in stazione. Era abbastanza confusionaria e non capivo dove cavolo dovevo andare, ma fortunatamente poi ho trovato il treno giusto e ci sono salito prima che mi lasciasse li.
Ad oggi, quella è stata l'ultima volta che ho visto la mia amica, la quale è rimasta ad Amburgo altri quattro giorni dopo che me ne ero andato e mi ha espressamente detto che erano troppi. La città si gira bene in due o tre giorni, cinque o sei sono veramente esagerati, però il ragazzo l'ha portata sopra ad una chiesa per osservare la città da lassù e poi l'ha invitata ad una festa con dei suoi amici.
Impressioni Sulla Città.
Essendo stata la mia prima volta in Germania non posso dare una valutazione sul paese in generale, ma posso darla sulla città stessa. Quando ci sono stato io era piena di cantieri, ma nonostante ciò era veramente pulita. Inoltre i tedeschi, che di solito sono famosi per essere persone fredde, sono stati molto gentili. La città nonostante sia di medie dimensioni in alcuni quartieri assume le caratteristiche dei piccoli villaggi che si fermano nel tempo grazie ai loro edifici datati, che si scontrano invece alla modernità degli edifici di vetro.
Non so se riuscirei a viverci per via del clima, ma potrei benissimo farci un periodo di breve durata, forse per un tirocinio o per imparare un po' di tedesco.
- Cristian
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