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Iguanna Ristorante Messicano


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Mangiare messicano a Venezia

Pubblicato da flag-it CHIARA GARBAGNATI — 7 anni fa

Da secoli non uscivo fuori a mangiare in un locale in maniera seria, specialmente la sera, ma al di là di ciò, direi di ritornare indietro di qualche giorno per raccontare come effettivamente sono finita qua. 

Era un ordinario pomeriggio, precisamente un mercoledì, quando stavo di consueto nel dipartimento di lingue orientali per studiare, o meglio bighellonare, e ad un certo punto ricevo un messaggio da parte della mia coinquilina che vedo sempre di sfuggita, data la mia full-immersion nella vita universitaria, usando la casa in affitto in cui alloggio come se fosse un posto letto e niente di più. Ammetto di avere i miei picchi da amante dell’ozio e della casa di tanto in tanto, ma se dovessi scegliere prediligo stare tutto il giorno in giro, affaticata da una borsa più grande di me contenenti i libri di un semestre e con altrettante borse sotto gli occhi. Ad ogni modo lei mi chiede di andare con lei il venerdì sera in uno dei suoi luoghi preferiti in assoluto di Venezia, ovvero il ristorante messicano, ubicato in una traversa non tanto evidente di Strada Nova, nel noto quartiere di Canneregio.

Trattasi di un luogo abbastanza piccolo, decorato con un arredamento a tema, con quadretti che ricordano il Messico tra paesaggi e volti di personaggi noti, tra cui Frida Kahlo che ti osserva da ogni angolazione. Si può mangiare sia dentro che fuori, in base alla vostra sopportazione della temperatura climatica, ma trovare posto non è così semplice, visto che la prenotazione del tavolo non è un optional. Essendoci stata di venerdì sera, la clausola è ancora di più rimarcata, dato che è uno dei giorni di pienone. 

Mangiare messicano a Venezia

Non ho ancora ben capito se si chiama Iguana oppure Iguanna, visto che su google esce con il primo nome, mentre sul loro menù la n raddoppia, ma su uno dei quadretti presenti in una delle due sale la n è solo una. Invece, di nuovo, sulla localizzazione di Instagram quando si postano le stories risulta doppia.

Si accettano sondaggi o scrivetemi pure in privato, scoprirò prima di passare a miglior vita la soluzione di questo arcano. 

In un tale ambiente, ci si sente calati in Messico per un 90%, perchè l’atmosfera viene egregiamente rovinata da della musica molto aleatoria, con un che di psichedelico talvolta, offerta gentilmente da una versione standard di Spotify, perciò puntualmente lo speaker che annuncia la pubblicità è un colpo alle orecchie. Non dico solo qua, ma in generale, dato che anche nei locali che si vogliono spacciare per i più chic, hanno questa tendenza. Che poi, tutti ci chiediamo, con una versione standard, si usa internet, e perchè essere così spiccati nella vita da aprire un ristorante senza saper scaricare uno straccio di canzone o non voler pagare per un abbonamento offline mensile meno di 10€.

Arriviamo al succo del discorso o nocciolo della questione, le portate! Se amate lo speziato, il piccante e le salse, questo è decisamente il vostro territorio. Avete una vastissima scelta e potete mangiare con un budget di 20€ una portata principale, un antipasto e la bibita. Io precisamente ho ordinato un Burrito con carne asada, una birra Negra Modelo e dei Machos Nachos vegetariani da condividere con la mia coinquilina. Devo dire tutto delizioso, anche se nel mio turrito mi aspettavo molta più carne all’interno. La birra, invece, come fa dedurre il nome, è scura, ma neanche troppo forte, aggirandosi sui cinque gradi. Per quanto riguarda questi ultimi, sono un tripudio di sapori per il palato, serviti con una abbondante quantità di guacamole, il più buono mai assaggiato in vita mia ed esteticamente il più apprezzabile con il suo verde vivace. Qualche mese fa’ mi dilettai nella preparazione di tale ricetta, ma benché gli altri apprezzassero, io non sono rimasta soddisfatta per nulla, a livello di sapore e di estetica. 

Mangiare messicano a Venezia

Il dettaglio divertente che salta subito agli occhi, riguarda la pagina accanto, dove è presente un’illustrazione che spiega la ricetta del guacamole con le indicazioni rigorosamente in dialetto veneziano. 

Mangiare messicano a Venezia

Altro tocco meraviglioso in questa portata maestosa di nachos, come il nome fa intendere, è il riso con i fagioli e verdure. Semplicemente spaziale. Per il resto, qualora siate improntati a scegliere altri piatti, il menù offre una sconfinata varietà, dagli antipasti fino ad arrivare ai dessert. Le portate principali sono, oltre ai burritos, fajitas, quesadillas, chimichangas, chili con carne, tostadas, insalate, tacos e pollo fritto. Se avete un palato sopraffino e non incline ai sapori forti, non fate dietrofront, ma controllate nel menù la legenda che vi indicherà cosa è piccante e non, e come già anticipato, le portate per i vegetariani con una fogliolina verde. 

Parlando di bibite, al di là delle solite gassate, c’è una vasta scelta di birre messicane e sudamericane, alcune europee e anche varianti mischiate con la tequila. Ovviamente potete gustare il vostro pranzo o la vostra cena con un cocktail bello carico, nessuno ve lo vieta, ma a parer mio rischiereste di rovinare la percezione di questi fantastici gusti. 

Le porzioni sono molto abbondanti, quindi non spizzicate troppo prima di recarvici, onde evitare di avanzare nel piatto, che è un peccato. 

Mangiare messicano a Venezia

Per quanto concerne il servizio in sala, devo dire che le cameriere sono molto cordiali e alla mano, benché qualche cliente, alticcio o particolarmente euforico per l’addio al celibato/nubilato, sia alquanto rumoroso, creando una baraonda. Pecca non indifferente, sarà che ho prenotato per il secondo turno, cioè 9.30 di sera, anziché il primo delle 7.30 per questioni d’organizzazione, e quindi avevo una fame allucinante che mi ha portato a spazientirmi per la lunga attesa. Dopo una giornata intera passata in università, riempendo il mio stomaco con una coca cola zero e un panino con una cotoletta di pollo (dalla linea di supermercati Simply, alla fantomatica cifra di 1€) fatta scongelare il mattino stesso al microonde e mangiata fredda a mezzogiorno, non ero più in me. 

Perciò dopo mezz’ora ho ricevuto la prima portata da condividere, ovvero i nachos, che non richiedono chissà che processo complesso nell’assemblaggio, come potete tranquillamente constatare dalla foto ivi riportata. 

Tornando al discorso clientela, l’età media è sui trent’anni e molti vengono anche nel dopo cena per gustarsi qualche pietanza particolare assieme ai cocktail, sempre presenti nel menù. Una valida alternativa al solito Campo Santa Margherita oppure l’Erbaria in zona Rialto, ossia i luoghi più in voga tra i giovani per la vita notturna. Finiamo di mangiare alle 23 inoltrate data la dimensione dei piatti e considerando le grandi spettegolate in compagnia.

In conclusione la serata si è terminata con l’esigenza di fare il tragitto di ritorno sul tram con la colonna sonora del film biografico su Frida Kahlo del 2003, per compensare la mancanza di un sottofondo musicale adatto per l’occasione. Un giorno ci ritornerò, senza ombra di dubbio alcuno, ma tra i miei futuri piani c’è l’esplorazione di altri ristoranti etnici della zona, visto che la vita è troppo breve per rimanere incastrata nei soliti ordinari sapori di tutti i giorni.

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