Sono sempre stata appassionata di arte contemporanea, nonostante le varie critiche che sento sopraggiungere dall’opinione comune, ovvero che è qualcosa di osceno, realizzabile da tutti per la sua modulazione “semplice”, che non ha un senso e via discorrendo.
Venezia, la mia città di studi, e oramai luogo che considero casa mia, viene rinomato in tutto il mondo per il suo patrimonio artistico, deducibile anche solo attraverso un giro per le calli o per la celeberrima piazza San Marco, senza dover entrare necessariamente in un luogo specifico. Anche se una domanda sorge spontanea, ossia “Ma che ci venite a fare per passeggiare e basta?”. Da un lato potrete rinnovare il vostro profilo Instagram con le foto della Serenissima, nobilissima causa, però questo luogo magico e suggestivo è da vivere. Sono intenzionata a sfatare il suo mito di essere la meta italiana più cara del paese, perchè le lamentele che ricevo spesso riguardano ristoranti, eventi, musei e così via dicendo. Senza dubbio sarà cara, se abboccherete all’amo di coloro che trattano con i turisti, perchè è verissimo che non c’è rispetto per loro. Ad ogni modo, il fatto di doverla vivere bisogna coglierlo alla lettera, perchè non serve molto per scoprire cosa ha questa località da offrire, al di là delle guide turistiche. Anche per chi ci dovrà vivere per qualche mese come studente in scambio o per qualche anno come fuori sede, non c’è cosa migliore che guardare i manifesti affissi nei numerosissimi punti della città. Ormai tutti abituati a Facebook ad aspettare la manna dal cielo da Mark Zuckerberg o dall’amico più sveglio nella propria cerchia di contatti che si interessa ad eventi particolari. Per farla breve e per risolvere questa lacuna, se siete alla ricerca di qualcosa di particolare, guardate i manifesti attaccati ai muri della città, chiari e coincisi.
Ed è in questo modo che sono venuta a conoscenza dell’Arte Laguna Prize, mostra d’arte contemporanea che si svolge ogni anno nell’arco di due settimane circa in primavera, più precisamente dagli ultimi giorni di marzo fino alla seconda settimana d’aprile, concludendosi di domenica. Viene organizzata all’interno del castello dell’Arsenale, quello che poche settimane prima ospita un sacco di feste meravigliose durante il carnevale. Vengono adibite le due grandi stanze e l’entrata è gratis. Qui vi si possono ammirare varie tipologie d’arte: quadri, foto, istallazioni interattive e non, video-art, sculture e land-art. Le opere esposte appartengono ai finalisti di una lunghissima selezione che avviene durante il concorso che viene lanciato ogni anno. I partecipanti possono essere anche persone qualunque ed altrettanto emergenti sulla scena artistica, che oltre a vincere una somma di denaro, riescono a farsi conoscere e pubblicizzare il proprio lavoro. Il tempo di visita, prendendosela con calma è di circa 2 ore e mezza e solitamente ci si può andare dal mattino fino alle sei di pomeriggio.
Quest’anno non è la mia prima volta a questo evento, ma mi sento in dovere di parlare di tematiche recenti, dato che la mia memoria è più fresca per quanto riguarda quest’anno rispetto l’anno precedente.
Le opere che mi colpiscono non hanno un vero e proprio filo conduttore, se non creare in me uno spunto di riflessione ricollegandomi a vicende tangenti la mia vita.
Mi affascina vedere come anche i più semplici, ma anche i più impensabili materiali messi assieme o calati in un modo inaspettato lascino un’emozione impressa. Perché l’arte contemporanea può essere provocazione, soprattutto verso chi ne diffida, eppure contenere un significato profondissimo, in qualunque forma essa venga espressa [sappiate che non ho intenzione di propormi come critica d’arte o definirmi mente eccelsa, perchè espongo la mia opinione da persona che apprezza in maniera molto semplice].
Before Now di Pola Bluu [Polonia]
Istallazione composta di ombrelli e una struttura in acciaio, appartenete alla serie “Domestic Things”, Questo accatastamento si riferisce ai diritti delle donne polacche, scagliandosi contro la discriminazione, ma ha un messaggio estendibile universalmente, dato che ogni donna può aggregarsi aggiungendo il proprio di ombrello.
Untitled di Stefano Rauzi [Italia]
Disegno, realizzato con matita colorata su carta, che ritrae un uomo seduto in una barca, spaventato e a cui si sono rotti i remi. Forse sperduto, e circondato da esseri deformi appartenenti alla sua specie che sembrano volerlo attaccare.
Transmutation (to be earth) di Floriana Mitchell [Italia]
Fotografia a cui è stata applicata cucitura, pittura ed incisione, che rappresenta i lati nascosti dell’essere, come può pure essere dedotto dal titolo, significante una trasformazione. Da una struttura impostata, si possono intravedere vari stati di coscienza che portano a galla le zone a oscure dormienti.
Humanoides 7 di Silvana Maldonado Foitzick [Cile]
Fotomontaggio digitale che vede la presenza di due persone con la testa da bambola osservare lo spettatore, collocato in un universo parallelo in cui vivono altre creature con le teste di bambola.
Potete raggiungere questo luogo molto facilmente prendendo il vaporetto, o il "bateo", se vi sentite veneziani dentro, fermandovi alla fermata "Celestia", impiegandoci approsimativamente 40 minuti da Piazzale Roma o dalla Ferrovia, punti fondamentali per quanto concerne i mezzi di trasporto pubblici. È facilmente accessibile anche a piedi, e se partite da quesi ultimi posti menzionati, il tempo è lo stesso, senza perdervi, sia chiaro, soltanto che fate semplicemente più fatica.
Se già eravate dei lettori appassionati di questo blog in precedenza, sapete già che questo è uno dei luoghi principali delle feste di carnevale, però se ve lo siete perso per strada sfortunatamente, non mancate a questi rocamboleschi appuntamenti, poichè la notte è giovane!
