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Il cammino degli 8 paesi


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Una passeggiata nel polmone verde di Marina Alta

Tradotto da flag- Erasmusu Content — 6 anni fa

Testo originale di flag-es Daniel ..

Lasciamo da parte il Portogallo e passiamo a uno dei miei luoghi preferiti per fare trekking, quello che, senza dubbio, è il mio preferito della Comunità Valenciana, sto parlando della mia amata Vall de Gallinera.

Una passeggiata nel polmone verde di Marina Alta

Vall de Gallinera

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Informazioni generali

Vall de Gallinera (in valenciano "la Vall de Gallinera") è un paesino della provincia di Alicante, della comarca di Marina Alta. Si trova al confine della provincia di Alicante, quindi alcuni sentieri sono particolari, perché attraversano più di una provincia.

Con circa 600 abitanti (secondo il censimento del 2014 a Vall de Gallinera risiedono 595 abitanti), il comune è pian piano diventato un piccolo paradiso di quello che viene chiamato "ecoturismo"; un tipo di turismo alternativo che interessa in particolar modo ciclisti, escursionisti e anche climbers (questi sono ancora pochi) e che si basa più sulla natura che sulla visita a monumenti e musei.

Questo tipo di turismo è stato sostenuto sempre di più nella zona, con la creazione, da una parte, di agriturismi e, dall'altra, con la salvaguardia dei sentieri per i turisti di cui si parla nel libro che vi ho già consigliato: "La Vall de Gallinera. Per camins de moriscos i mallorquins" (in spagnolo "Vall de Gallinera. Por caminos de moriscos y mallorquines", in italiano "Vall de Gallinera. Antichi percorsi dei Mori e dei Majorcani", anche se è stato pubblicato solo in valenciano). Inoltre, poco a poco sono stati aperti sempre più bar in tutto il comune di Vall de Gallinera.

Per questo, il numero degli abitanti è leggermente aumentato nel primo decennio del XXI secolo, anche se, a causa della crisi e all'elevata percentuale di persone anziane residenti, negli ultimi 3-4 anni questo numero è in calo.

Mentirei se dicessi che Vall è un unico luogo, lo stesso vale per il cammino che vi sto per presentare. Vall de Gallinera, infatti, è formata attualmente da otto paesi: Benirrama, Benialí, Benisivá (Benissivà in valenciano), Benitaya (Benitaia in valenciano), La Carroja, Patró (Alpatró in valenciano), Llombay (Llombai in valenciano) e Benisili (Benissili in valenciano).

A Llombay non abita più nessuno dagli anni '70 e a Carroja sono rimasti in pochi (e purtroppo tutti hanno più di 60 anni), quindi si può dire che ormai ci sono solo 6 paesi abitati durante tutto l'anno, Patró è quello con più abitanti e Benialí quello con più servizi, dato che ci sono la banca, il municipio e la scuola più grande.

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Patró

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Come arrivare

Purtroppo il comune si trova circondato da altri paesini scarsamente abitati (Planes, Adsubia, Valle de Alcalá, Vall de Ebo, Lorcha... ) e, a causa del ridotto numero di abitanti di Vall de Gallinera e della lontananza delle grandi città, non ci sono molti altri mezzi di trasporto oltre alla macchina.

A 10 km di distanza si trova la località di Pego che, con oltre 10. 000 abitanti, è il centro principale dove si recano gli abitanti di Vall de Gallinera per sopperire alla mancanza di servizi più vicini. Ad esempio, uno di questi è la scuola secondaria, dato che a Vall de Gallinera ci sono solo due scuole primarie, a Benialí e a Patró (quest'ultimo con 3 o 4 bambini, quindi probabilmente in futuro chiuderà e rimarrà solo la scuola di Benialí).

Se ricordo bene, c'è un autobus di linea che porta ad Alcoy, ma non so se ci sia ancora o se semplicemente non ci siano informazioni su internet (non sarebbe la prima volta che mi succede). Esiste anche un autobus in estate che connette Vall de Gallinera a Pego il giovedì, il giorno del mercato di Pego. Però nell'estate 2014 questo servizio non funzionava più, quindi non so se lo ripristineranno o no.

Oltre a Pego, nella provincia di Valencia troviamo Oliva (con quasi 30. 000 abitanti) e soprattutto Gandía (con quasi 80. 000 abitanti), oltre a Denia, in provincia di Alicante (con 45. 000 abitanti). Da Denia si può andare in tutta la provincia di Alicante, con il tram "TRAM", mentre da Gandía si può andare in tutta la provincia di Valencia (e di Castellón) con il servizio ferroviario.

Da Pego si può percorrere in bicicletta il cammino che vi sto per presentare, ma alcuni sentieri non sono percorribili in bici, quindi a volte è meglio passare sulla strada.

Il sabato e la domenica, sono i giorni migliori per andare in bici, Vall è piena di ciclisti. Secondo me così tante bici in dei passaggi molto stretti possono essere pericolose, quindi se si può è meglio andarci un altro giorno, anche se ovviamente, se si ha solo il weekend disponibile, meglio farlo in quei giorni piuttosto che rinunciare.

Per gli escursionisti, teoricamente è possibile fare quei 10 km da Pego a piedi, ma il cammino degli 8 paesi è lungo 20 km, quindi contando andata e ritorno da Pego si arriva a 50 km, forse troppi. Meglio iniziare in macchina e percorrere con calma il cammino degli 8 paesi. E se avete due macchine a disposizione, vi consiglio di lasciarne una a Benirrama e l'altra a Benisili per camminare in tutta tranquillità.

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Segnalazione di un sentiero del percorso

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Il cammino degli 8 paesi

Una passeggiata nel polmone verde di Marina Alta

Il cammino degli 8 paesi, probabilmente lo troverete scritto in valenciano "la ruta dels 8 pobles", inizia dalla sorgente della Mata di Benirrama e finisce alla sorgente della Mata di Benisili. Il percorso non è circolare, per questo vi consiglio ancora una volta di lasciare una macchina a Benisili e un'altra a Benirrama. Oltre agli 8 paesi, troverete una grande quantità di sorgenti.

La difficoltà del percorso è bassa, la difficoltà principale (oltre a come arrivare a Vall de Gallinera, che ho cercato di risolvere prima) è costituita da alcuni tratti in cui può crescere la vegetazione e a causa della piccolezza di Vall de Gallinera ci potrebbero mettere un po' a toglierla. Adesso vi presenterò in modo più preciso e personale possibile i sentieri del percorso e gli 8 paesi. Qui sotto trovate una foto del sentiero nel comune di Carroja.

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Una volta arrivati a Vall de Gallinera, iniziamo dalla sorgente della Mata; per chi viene in macchina, lasciatela a Benirrama dato che alla sorgente non c'è spazio per le macchine. Il punto di partenza è un po' triste perché si vedrà un cartello come quello di prima, ma bruciato, il comune non l'ha cambiato ed è rimasto così. Prima di iniziare, dal punto di partenza si può vedere il lavatoio di Benirrama.

Il sentiero è facile da percorrere, quindi in breve si arriva a Benirrama, ma prima si passa dalle rovine di Benimarsoch (in valenciano è Benimarsoc). Il paese è stato abbandonato durante gli anni '30 e ormai non resta molto a parte la sorgente e alcuni resti di edifici.

Si arriva così a Benirrama, che secondo il censimento dell'isitituto spagnolo di statistica ha 74 abitanti. Benirrama è senza dubbio il paese più nascosto di Vall de Gallinera: se gli altri si trovano lungo la strada, per arrivare a Benirrama bisogna fare una salita che non è molto semplice per i ciclisti.

Questo è forse il luogo più adatto per giocare a palla valenciana, grazie alle caratteristiche particolari del paese. C'è un bar e una chiesetta il cui santo patrono è San Cristóbal. Da notare alcune pale d'altare del XV secolo. Il santo si celebra l'ultima settimana di luglio e come in tutte le feste di Vall de Gallinera, c'è una piccola banda che suona o un deejay che mette musica.

In seguito si prende il sentiero diretto a Benialí, ma prima si passa dai resti del paese abbandonato di Alcudia. Questo paesino è scomparso alla fine de XIX secolo: i suoi abitanti, come quelli di Benimarsoch si sono spostati a Benirrama o Benialí, o forse direttamente nelle grandi città in cerca di una vita diversa da quella dei campi. Successivamente si arriva alla sorgente di Alcudia e camminando ancora un po' si raggiunge Benialí.

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Benialí

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Anche se non è il paese con più abitanti, Benialí è senza dubbio il centro di Vall de Gallinera. Secondo il censimento del 2014, qui risiedono 146 abitanti. A Benialí si trovano il municipio di Vall (con tutti gli uffici per le pratiche amministrative), una banca, un punto informazioni turistiche, una scuola e i migliori bar e ristoranti (o almeno i più famosi, come il ristorante "Sabors"). Insomma, se in settimana a Benirrama non c'è anima viva, a Benialí la situazione è ben diversa.

In questo paese troveremo anche la fontana, siccome ci sono molte sorgenti, vi consiglio di portare due bottiglie, una piena e una vuota, per assaggiare l'acqua delle diverse fonti. Oltre ai posti che vi ho già nominato prima, è da notare anche la sua chiesetta dedicata a San Roque. Le migliori feste della valle si celebrano senza ombra di dubbio a Benialí la seconda settimana di agosto.

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Chiesa San Roque

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La sorgente di Benialí

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Il prossimo paese non è molto lontano, un sentierino ci porterà a Benisivá. Benisivá è un paese molto più piccolo non solo per il numero di abitanti, dato che ce ne sono 73 secondo il censimento del 2014, ma anche per le dimensioni stesse del paese.

Il paese ha due vie (di numero), quella di Olmos Canelsa e quella del Raval. Una strada che si trova vicino alla strada principale e un'altra perfetta per giocare alla palla valenciana che conduce alla chiesa dedicata all'arcangelo San Michele.

Oltre ai bar, a Benisivá si trova la cooperativa di Vall de Gallinera, probabilmente il luogo migliore per comprare prodotti tipici della valle, come arance, olive, mandorle... anche se il prodotto più rinomato sono sicuramente le ciliegie.

Praticamente di fianco a Benisivá, troviamo il paese di Benitaya, che secondo l'isitituto spagnolo di statistica ha 49 abitanti. Si tratta di un paese molto piccolo, ma densamente popolato, con tre vie dai nomi alquanto originali: quella di Arriba (sopra), quella di Enmedio (mezzo) y quella di Abajo (sotto). Molto vicino si trovano anche la sorgente del Hort, il Calvario e i resti del convento di San Andrés. Purtroppo oggi non è rimasto che un piccolo giardino di cipressi che doveva essere il chiostro e poco altro. Sia Benisivá che Benitaya celebrano le loro feste la prima settimana de agosto.

Uscendo da Benisivá e Benitaya (questi due paesi sono molto vicini), si arriva al lavatoio. Da qui in poi il percorso si divide in due e si può scegliere il cammino degli 8 paesi o si può tornare indietro per fare un anello, ma di questo vi parlerò in un altro post per non dilungarmi troppo in questo articolo. La principale attrattiva di questa variante sono i cortili di Carroja, ma adesso mi concentrerò sul cammino degli 8 paesi.

Nell'estate 2014 ho notato che il sentiero non fosse in ottime condizioni, quindi se vedete che è in cattivo stato prendete la strada principale, la CV-700, altrimenti passate per il sentiero. In entrambi i casi si arriva alla via della piscina comunale. Un grande cartello indica che si sta andando verso la piscina, noi prenderemo il sentiero evitando la CV-700. Il sentiero è molto facile, ma bisogna fare attenzione perché non è un vero e proprio sentiero e può essere percorso da bici e macchine, soprattutto in estate che è il momento in cui si usa di più per andare alla piscina di Vall de Gallinera.

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La piscina comunale

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Una volta arrivati alla piscina municipale sarebbe bello fare un bagno (è aperta da fine giugno a inizio settembre) e non continuare il percorso. Vicino alla piscina c'è un impianto sportivo con un campo da calcio e due canestri da basket. Si trova sicuramente in pessimo stato, ma se arrivi alla parte in alto c'è una fontana (vera) per riempire la bottiglia.

Torniamo alla piscina comunale e continuiamo il nostro cammino, adesso si inizia a salire, e quasi alla fine c'è un sentiero che ci porta a Carroja. Come nel caso del sentiero per Benisivá, nell'estate 2014 non era ben tenuto, se fosse ancora così potete continuare a salire fino ad arrivare alla parte alta di Carroja.

Una passeggiata nel polmone verde di Marina Alta

Non posso essere oggettivo parlando di Carroja, dato che passo qui tutte le estati. Secondo il censimento del 2014, qui vivono 22 persone, ma la maggior parte (per non dire tutti), vivono quasi sempre a cavallo fra Carroja e Alcoy, Gandía, Valencia...

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Carroja

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A Carroja c'è un ristorantino, il "Mesón La Cueva". Non ci sono mai stato, ma dicono che sia molto caro e che chi ci va una volta, poi non ci ritorna. Quindi per andare a mangiare piuttosto vi consiglio Benisivá, Benialí o Patró.

Nel paese, oltre a esserci la bellezza di una piscina, c'è anche una chiesa dedicata a San Francisco de Borja, lo stesso santo patrone di Gandía, dato che è stata parte dei possedimenti del Duca di Gandía.

Un altro fatto curioso è che, mentre i nomi degli altri paesi vengono dall'arabo (Beni significa "figlio di"), il nome di Carroja non è di origine araba, bensì latina o perfino preromana.

Ci sono due vie: quella della strada e quella della chiesa. Quest'ultima comprende quasi tutto il paese, dato che a parte la piazza della chiesa, ingloba anche un'altra piazza, due vicoli ciechi e un'altra via che porta alla "fine del paese".

In generale, secondo me è un paese abbastanza carino, tutte le case sono ben tenute e "alla fine del paese" puoi trovare varie piante diverse. Nella piazza più grande si trova un frantoio. Carroja, insieme a Llombay, è l'unico punto in cui puoi vedere un frantoio all'aperto. Le feste del paese si celebrano la terza settimana di agosto, ma dato che, per mancanza di fondi, negli ultimi tre anni non si sono svolte, questo periodo viene lasciato a Patrò.

Un altro elemento da sottolineare è la sorgente di Abajo, che oltre ad essere una fontana era anche l'antico lavatoio del paese, anche se in estate bisogna fare attenzione alle api. Se si prosegue lungo la strada si arriva a un'altra sorgente del cammino degli 8 paesi: la sorgente del Rosal. Un tempo le coppiette si avventuravano in questi luoghi per allontanarsi da sguardi inopportuni.

Il "cammino ufficiale" indica che dalla sorgente di Abajo in poi, seguendo il percorso segnalato, si arrivi a una piccola salita da dove si può ritornare alla CV-7000. A volte non è molto comodo passare di qui, ma l'ultima volta che ci sono stato era in buono stato, se così non fosse andate direttamente alla sorgente del Rosal. Una volta alla sorgente del Rosal, ci si trova all'altezza della CV-7000 che, camminando lungo il bordo, ci porta al prossimo sentiero.

Il sentiero continua sopra la CV-700, è una salita abbastanza ripida. Qui forse ci si può confondere. Una volta lì si è vicini alla sorgente di San Pedro o "d'en Pere", secondo me non è niente di che, ma è lì vicina; in estate di solito è secca. Continuando lungo il sentiero poco a poco si inizia a scendere fino ad arrivare alla CV-700.

Siamo arrivati all'antica sorgente o "font Vella" in valenciano, con un'acqua di montagna abbastanza buona, ma per raggiungerla bisogna chinarsi abbastanza; in questo caso la bottiglia può tornare utile.

Un sentierino vi porterà a Patró. Patró o Alpatró è il paese più grande della valle, con 186 abitanti. Qui si trova un piccolo museo dedicato all'olio e alle attrezzature per produrlo e si può vedere un frantoio ricostruito; questo museo si chiama "Museu Etnològic de la Unió Cultural: l'almàssera dels Moltó " (in spagnolo: "Museo etnológico de la Unión Cultural: la almazara de los Moltó"; in italiano: "Museo etnologico dell'Unione Culturale: il frantoio di Moltó). Per visitarlo bisogna chiamare, per il numero basta copiare il nome in valenciano su qualsiasi motore di ricerca e lo troverete.

Oltre al museo, bisogna sottolineare la chiesa Nuestra Señora de la Asunción e soprattutto le sue pale d'altare. Di fronte alla chiesa si trova una sorgente perfetta per riposare. Nel paese ci sono alcuni negozi e tre bar, oltre a una piccola scuola che però probabilmente chiuderà. Le sue feste si celebrano il 15, il 16 e il 17 di agosto anche se negli ultimi anni hanno preso il posto di quelle di Carroja.

Usciamo dal paese passando dal lavatoio, l'acqua dei lavatoi è potabile, ma vi consiglio di bere dalle sorgenti, soprattutto perché ce ne sono molte. Scendiamo e percorriamo un pezzo di strada, ma non è più la CV-700 che dopo Patró si dirige verso Planes, questa è una strada di piccole dimensioni che unisce Patró con Llombay e Benisili e viene chiamata CV-714.

In quest'ultima parte non ci sono più sentieri ed è quasi tutto asfaltato, anche se ci sono alcune scorciatoie per tagliare le curve della strada principale. Una volta scesi fino al ponte, si fa una piccola salita ripida. Se si va in bici, dopo la salita di Benirrama, questa è sicuramente la più ripida del cammino degli 8 paesi.

Si arriva infine a Llombay o Llombai. Nella provincia di Valencia esiste un paese con lo stesso nome, ma non ha niente a che vedere con questo.

Una passeggiata nel polmone verde di Marina Alta

Il paese è stato abbandonato tra gli anni '40 e '50, alcuni abitanti sono andati a Patró, molto più grande, e altri in città. Il suo ultimo abitante era uno straniero chiamato Stefan Gregor, soprannominato "don Esteban" nella valle. Aveva occupato alcune case abbandonate ed era chiamato l'"alemà de la Vall" (il tedesco di Vall).

Una passeggiata nel polmone verde di Marina Alta

Llombai è stato abbandonato negli anni '40 e '50

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Llombai oggi

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Un giorno degli uomini lo volevano rapire, quindi si era costuito una casa vicino al castello di Benisili, il suo "punto di avvistamento". É morto nel 1977 e un'aura di mistero aleggia sulla sua morte, infatti non si sa se sia morto di cause naturali o se sia stato ucciso. Veniva dall'ex-Jugoslavia, anche se una rivista tedesca sosteneva che avesse lavorato in un campo di concentramento in Austria.

Negli ultimi anni, alcuni programmi televisivi sull'occulto hanno indagato sull'ultimo abitante di Llombay e questo paese abbandonato è un sfondo suggestivo per questa storia.

A parte questa storia, nel paese non c'è nessuna chiesa, ma piuttosto una bella fontana con tre getti d'acqua, restaurata recentemente, ma senza troppa cura. La sua acqua è forse la migliore di tutta la valle. Tutt'intorno ci sono alcune case, la maggior parte delle quali in rovina, anche se ultimamente alcune sono state restaurate. Per questo, a partire dal 2007, sono stati censiti alcuni abitanti, nel 2014 infatti risulta un abitante.

Sembra che dei giovani siano entrati in alcune case in rovina, come si può vedere nella foto di sopra, riempiendole di graffiti, un gesto spiacevole. Anche se il paese è abbandonato (o almeno praticamente abbandonato), i campi tutt'intorno sono ancora coltivati. Inoltre si possono vedere i resti del frantoio del paese.

A 1 km di distanza di trova il paese di Benisili e siamo quasi alla fine della strada. Benisili, o Benissili, fino al XIX secolo faceva parte della Valle de Alcalá, che si è poi unita a Vall de Gallinera. Questo perché Benisili è molto vicina a Patró, mentre Alcalá de la Jovada e Beniaya (che sono i due comuni che fanno parte della Valle de Alcalá) sono più lontani.

Secondo il censimento del 2014 ci sono 44 abitanti. La chiesa di Benisili è dedicata a San Pascual Bailón e qui si trova anche una bella fontana. Le feste del paese si celebrano l'ultima settimana di agosto, concludendo così l'estate.

Uscendo da Benisili si arriva al paese abbandonato di Solana de Benisili. In questo paese restano alcuni edifici e poco altro. Infine si arriva alla sorgente della Mata de Benisili.

Spero che chi percorrerà questo cammino ne rimanga colpito almeno quanto me. 20 km possono possono sembrare tanti, ma non è difficile: il dislivello non è eccessivo e il paesaggio ricco di ciliegi e mandorli è unico. Sicuramente il miglior periodo per farlo è durante la fioritura dei ciliegi, ma ne vale la pena tutto l'anno. Questo percorso è perfetto per scoprire l'intera Vall de Gallinera. Nei prossimi articoli vi parlerò di altri luoghi da visitare di questa splendida valle.

Una passeggiata nel polmone verde di Marina Alta

I ciliegi in fiore in primavera

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