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Ideando e sviluppando un progetto di attività motoria nell'asilo della Scuola Madre Teresa di Calcutta di Cosenza.


Introduzione al post.

Un progetto di attività motoria negli asili.

Miei carissimi lettori, oggi mi ritrovo a scrivere uno degli articoli più lunghi, ma al tempo stesso dei più interessanti ed utili, che abbia mai avuto modo di poter presentare in questo sito di Erasmusu. E’ infatti questa, per me, una delle più formative ed utili che mi sia mai ritrovata a vivere, nel mio percorso professionale e formativo, di tutti i tempi.

L’esperienza di cui voglia parlavi oggi, rappresenta, infatti, proprio uno dei temi che ho più a cuore, tra quelli che toccano l’attività motoria, in se per sé, la quale comunque, resta la mia materia di studio principale. Ho avuto modo, grazie a questo progetto, non soltanto di far emergere la mia figura come quella di una vera professionista, sebbene allora io non ero ancora laureata(!!), ma anche di poter imparare, soprattutto, a gestire e ad interessare, al meglio, i miei amati bambini!

Qual è stato lo scopo di questo progetto?

Lo scopo di questo progetto è stato quello di insegnare ai bambini ad educarsi attraverso il movimento e cioè a crescere, con una maggiore consapevolezza del proprio corpo e delle proprie abilità fisiche già precedentemente acquisite e anche di quelle che sono state apprese, per l’appunto, durante il periodo di partecipazione a questo progetto.

Da dove è nata questa idea?

L’idea è nata, molto semplicemente, da una conversazione molto spontanea tra me ed il Professore Claudio Mandoliti, con il quale ho deciso di avviare questo progetto e grazie al quale ho potuto essere diretta in maniera a dir poco egregia nei miei progetti di sviluppo di questo per me nuovo ed affascinante percorso professionale.

Sono stata da sola a realizzare e gestire questo progetto?

Nell’atto pratico, sebbene in teoria avrei dovuto ricevere le adeguate guide e correzioni di tutte le altre maestre, si!

In teoria, invece, non sarei sicuramente stata capace di realizzare un percorso del genere, se non ci fosse stata, alle mie spalle, la solida base del Professor Mandoliti, il quale ha, praticamente, proposto e suggerito tutte le varie modalità di stesura del progetto, se non che, anche il da farsi! Vorrei infatti informare i miei lettori, che son stata molto fortunata ad aver avuto questa fantastica occasione per poter essere seguita dal Professore Mandoliti, il quale è, innanzitutto, laureato in Scienze della Formazione, successivamente titolare della cattedra di Scienze Motorie presso il Liceo Classico “B. Telesio” di Cosenza, ma anche componente del Gabinetto Tecnico Medico Scientifico C.O.N.I. Provinciale di Cosenza e docente formatoree supervisore del Progetto congiunto M.I.U.R./C.O.N.I. che si chiama “Alfabetizzazione Motoria nella Scuola Primaria”!

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Dove ho avuto modo di conoscere questo illustre professore?

A legare le mie conoscenze a quelle di questo professore, era stato, in realtà, un argomento ben diverso da uello trattato dentro a questo progetto.

Lo avevo conosciuto, infatti, durante un corso di formazione per diventare istruttrice di ginnastica posturale e da allora lo avevo seguito sempre, al fine di poter migliorare le mie competenze in questo ambito!

Impressioni personali.

Ho trovato l’aiuto delle maestre utile, ai fini della realizzazione del progetto?

Così come scrivevo esattamente qualche riga più in su, la proposta scritta ed avallata del progetto, prevedeva il continuo affiancamento, da parte mia, delle maestre dell’asilo. Le quali, però, non sono state sempre d’accordo nell’affiancarmi, preferendo che imparassi da sola a gestire i bambini!

Un gruppo di maestre molto diverse tra loro.

Nello specificare il tipo di rapporti che ho intrapreso con le diverse maestre che ho avuto modo di conoscere presso questo asilo, voglio, innanzitutto, dire che sono state, per diverse volte, molto accoglienti e gentili con me.

Diverse personalità.

E’ stato molto formativo, per me, anche l’essere costretta ad interagire con delle figure che, sebbene prefiggendosi tutte le stesso scopo, e cioè il bene dei bambini, avevano riportato, sin da subito, dei modi molto diversi tra di loro, per approcciarsi alla pratica dell’insegnamento e della cura dei bambini.

Nonostante i diversissimi punti di vista, infatti, sono riuscita a cogliere una delle più importanti essenze della formazione e cioè la stesa diversità: non esiste, secondo il mio modesto parere, uno solo ed unico modo per insegnare ai bambini come crescere e svilupparsi, bensì, ci sono diverse tattiche di docenza che possono trasmettere lo stesso concetto o, meglio ancora, lo stesso processo evolutivo.

Questo non vuol dire, però, che non esista, di per sé, un metodo di insegnamento sbagliato, ma, al contrario, non deve essere considerato per nulla scontato, il fatto di riuscire ad individuare e, alle volte anche creare, un proprio metodo di insegnamento, in base, ovviamente, ai presupposti che la letteratura ci fornisce, anticipatamente, o, quantomeno, in base alla lettura e scoperta dei metodi di approccio e  di insegnamento sapientemente descritti ed illustrati in diversi moduli e testi che abbiano rilevanza, se non internazionale, quanto relativi al contesto sociale in cui la propria nazione si sviluppa.

Cosa cambierei di questo aspetto, in futuro?

Sicuramente, durante lo svolgimento di questo progetto, mi sono resa conto che gestire dei bambini da sola non rappresenta, nella maniera più assoluta, la situazione ideale in cui poter affrontare questo tanto importante, quanto interessante, percorso motorio.

Ecco perché, non soltanto, in un eventuale nuovo e futuro concorso, richiederei il mancato ausilio delle insegnanti, per quanto, addirittura, chiederei ad uno dei miei colleghi, studiosi in Scienze Motorie, di affiancarmi in questa impresa!

Sono infatti, molto importanti, le figure di riferimentoa cui i bambini fanno capo e penso semplicemente che, raddoppiando “le dosi”(!!), si possa ottenere soltanto qualcosa di migliore, rispetto all’esperienza che ho avuto modo di vivere io, perlomeno, in questo asilo!

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Informazioni generali sul progetto.

Quando si è svolto, esattamente, questo progetto?

Il progetto è iniziato, esattamente, il giorno primo Novembre 2011 ed è durato, poi, fino al 30 Giugno 2012.

E’ durato, quindi, ben 8 mesi, in cui mi sono dedicata alla cura dei bambini, i quali si sono affezionati tantissimo alla mia figura di “Maestra Gilda”!

Dove si trova questo asilo?

L’asilo in cui ho avuto il piacere e l’onore di sviluppare, in pratica, questo progetto, si trova, precisamente, in una delle traverse che delimita, in maniera molto prossima, l’autostazione di Cosenza.

E’ per questo motivo che mi riusciva molto semplice, allora, viaggiare dal mio paese di residenza, Cerisano, fino all’autostazione di Cosenza, prendendo, semplicemente un bus, che, ad ogni modo, impiega sempre mezz’ora, circa, per raggiungere la sua tanto amata destinazione principale.

Ho ricevuto un pagamento, in base al lavoro svolto?

Purtroppo no! Lavorando in un territorio difficile come la Calabria è stato già molto difficile aver potuto ricevere il consenso affinché io, non ancora laureata, ai tempi, mi potessi occupare dei bambini dell’asilo, in qualità di maestra!!

Tuttavia, ho ricevuto diversi fiori e regali da parte delle diverse classi ed, in particolare, un bellissimo braccialetto che porto ancora con me, quasi tutti i giorni, ed una paio di bellissimi orecchini.

Persino i bambini mi facevano spesso dei piccoli regali che non mi permettevano mai di rifiutare come, ad esempio, questi due braccailetti di plastica che conservo ancora con tanta cura ed amore!!

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Il regalo più bello!!

Tuttavia, il regalo più che bello che ho ricevuto è stato quel “Grazie” detto a  voce e ripetuto da tantissimi genitori, proprio nel giorno della piccola recita scolastica, in cui li avevo aiutati a realizzare un piccolo balletto, come espressione conclusiva del progetto che avevo svolto insieme a loro!

Sono rimasti soddisfatti i genitori dei bambini?

Si, tantissimo! Erano talmente soddisfatti che avrebbero voluto che continuassi il progetto anche durante gli anni successivi. In particolare, sono state davvero tante le mamme che me lo hanno chiesto privatamente in persona, eppure, trovandomi ai tempi in procinto di laurearmi, ho dovuto abbandonare, non soltanto questa tematica di studio, ma anche la mia bella ed amata Cosenza, per potermi ritrovare nella bella città di Perugia, la quale, con tutti i difetti e con tutte le difficoltà, alla fine, è stata capace di “regalarmi” la mia tanto desiderata e lottata Laurea Triennale in Scienze Motorie e Sportive!!

La recita di fine anno.

Una delle motivazioni più importanti che ha coinvolto ed attirato l’attenzione dei miei piccoli allievi, durante l’ultimo periodo dell’anno, è stata quella di dimostrare di essere opportunamente prepararti, di fronte ai loro genitori, alla recita di fine anno che li avrebbe coinvolti, anche questa volta, in una sorta di balletto che hanno avuto modo di sviluppare, questa volta, insieme a me.

Ancora una volta, ho avuto modo di notare come l’aspetto psicologico sia prevalentemente importante, nell’avvicinamento all’attività motoria, in quanto ne determina, in maniera inequivocabile la giusta riuscita, o non riuscita, anche quando si parla di semplicissimi bambini e non per forza di atleti di alto livello.

Quante classi di bambini hanno partecipato a questo progetto?

Al progetto hanno partecipato 4 classi di bambini!

Ogni classe, così come è possibile immaginare che avvenga in qualsiasi situazione di apprendimento, avevano già precedentemente impostato un loro “equilibrio”, a seconda della composizione mista dei bambini che ne facevano parte, del numero degli stessi e, per finire, del livello di attenzione che era possibile creare, questa volta in base alla presenza, più o meno rilevante, dei bambini che, solitamente, tendono maggiormente a distrarre il resto del gruppo, creando delle situazioni a volte spiacevoli o di disagio, così come avviene, ad ogni modo, in quasi tutti gli asili del mondo.

Lavorare con molti bambini.

Se c’è una difficoltà che ho riscontrato, durante lo sviluppo di questo progetto, è proprio quella di avere a che fare con un elevato numero di bambini.

Credo, infatti, che non sia per niente scontata la capacità di saper attrarre la loro attenzione attraverso la presentazione di sempre nuove ed interessanti proposte capaci di “distrarre” la loro attenzione dalle distrazione che, a loro volta,  li distraggono da quelle che sono le regole civili di comportamento, ancora troppo presto da poter esigere da dei bambini come quelli coinvolti nel progetto.

Eppure, grazie soprattutto attraverso i consigli del professore Mandoliti, ho avuto la possibilità di rendermi conto, nell’atto pratico, che a volte è possibile riuscire ad attrarre l’attenzione di poco più di 30 bambini, contemporaneamente, sebbene ci siano, fra di essi, circa 5 o 6 elementi che, ininterrottamente, cerchino, per loro natura, di disarmonizzare l’equilibrio della classe.

Sono molto soddisfatta, per questa ragione, non soltanto di tutto quello che ho insegnato loro, ma anche di tutto ciò che, da sola e non, sono riuscita ad imparare.

E’ stata un tipo di esperienza che mi ha formata molto, sotto questo aspetto, e sono sicura che, qualora si verificasse in futuro la possibilità di avere a che fare con una moltitudine di bambini, anche da sola, saprei già come cavarmela!

Quanti bambini erano presenti in ogni classe?

Ogni classe aveva un numero di riferimento specifico, ma, tuttavia, ricordo benissimo che il numero oscillava, più o meno, tra i 18 ed i quasi 30 bambini!! C’era infatti una classe, la più numerosa, che era quella di più mi spaventava, ogni qualvolta mi si presentava l’occasione di “dover” fare lezione, anche perché, nonostante l’elevato numero di bambini, era proprio in questa classe che, molto spesso (ed anche troppo, direi!!), mi ritrovavo a restare a gestire i bambini completamente da sola!!

C’erano anche dei bambini disabili?

Purtroppo (per loro!!), si!

Che tipo di disabilità presentavano?

Ricordo di un bambino quasi cieco, due bambine con gravi disabilità mentali ed anche fisiche ed una bambina molto attiva che aveva, purtroppo, gravi problemi di udito.

Bambini con problemi psichici e di mobilità ridotta.

All’interno della complessità di bambini a cui ho avuto il piacere di trasmettere e d insegnare alcuni schemi motori di base, c’erano anche alcuni piccoli allievi che presentavano delle problematiche prevalentemente fisiche, ma anche psichiche.

Un bambino quasi cieco.

Ricordo, prima di tutti, un bambino che aveva un livello di visibilità quasi nullo e, proprio per questa sua non voluta mancanza fisica, è stato più difficile per me, rispetto a tutti gli altri bambini, riuscire a relazionare con lui e a creare un rapporto di fiducia, comprensibile anche “dalla sua lingua”.

E’, infatti, una delle tante altre cose che ho imparato, in questo progetto, quella di riuscire a relazionarmi, in maniera, quantomeno più appropriata, rispetto a quella che avevo in precedenza, se non propriamente degna, ai bambini che riportano lo stesso problema di quello che era uno dei miei allievi preferiti.

Sono riuscita ad ottenere questo risultato anche e soprattutto grazie alle diverse e numerose indicazioni che la maestra di sostegno riusciva a darmi, girono per giorno.

Ho potuto constatare, infatti, che, in questi casi, il principale mezzo di comunicazione da utilizzare con i bambini con questo problema, sta nella voce, ma, ancor prima, nel tatto.

Era molto bello vedere come questo bambino si sentisse completamente e visibilmente felice e a suo agio fra le braccia della sua insegnante di sostegno, ed altrettanto bello era riuscire a notare come, a seguito di numerosi sforzi, io sia riuscita ad ottenere dei risultati molto positivi, rispetto a questa situazione, anche con questo bambino.

Un altro caso di problematiche fisiche riguardava una bambina, molto dolce, di origini orientali. Il problema che la affliggeva, sin dal momento della sua nascita, riguardava, questa volta, l’udito.

Era infatti, quasi costretta, a portare sempre con sé un apparecchio, che le potesse consentire di percepire i suoni, sebbene non con la completa coscienza con cui si riuscirebbe a farlo in condizioni ottimali.

Ricordo che le sue capacità, a volte, riuscivano a stupire, non soltanto me, ma anche tutte le altre maestre, in quanto, concentrando tutte le sue attenzioni su di me, in particolar modo attraverso l’uso della vista, riusciva ad eseguire, alla perfezione, tutti gli esercizi e le proposte di gioco che avevo disegnato, specificatamente, per quel determinato giorno.

Un altro caso di disabilità riguardava, invece, due piccole gemelle, le quali, avendo riportato anche loro sin dalla nascita i problemi che di seguito descriverò, si sentivano molto a disagio, per la maggior parte del tempo, a restare nella propria classe, insieme a tutti gli altri bambini.

Cosa ho imparato dallo svolgimento di questo progetto?

Credo di aver imparato davvero tantissime cose dallo svolgimento di questo progetto ed è per proprio per questo motivo che credo che valga la pena, almeno per me(!!), di proporre un breve elenco delle cose più importanti che ricordo, al momento, di aver imparato:

  • Prima di tutto, ho imparato a percepire i bambini, che prima amavo alla follia, come dei veri e propri piccoli individui capaci, in realtà, di aggregarsi tra di loro e di rendersi molto più forti di due o tre maestre messe insieme(!!);

  • Ho imparato, soprattutto durante gli ultimi mesi, ad essere capace di saper gestire, anche da sola, una classe numerosa di bambini riuscendo ad attrarre la loro attenzione attraverso i giochi e le attività più interessanti per loro(!!);

  • Ho imparato a relazionarmi in maniera più professionale con le maestre, le quali, inizialmente, mi mettevano u po’ timore e, proprio per questo, mi mettevano molto in soggezione;

  • Ho imparato a saper dire di “no” ad un bambino! Prima di questa esperienza, infatti, non ero mai stata capace di negare qualcosa ad un bambino, proprio per questa mia “eccessiva” forma di amore, mentre, dopo aver messo alla prova anche me stessa in questo duro, ma appassionante lavoro, ho capito,più che altro, che ci sono dei “non” che è più che necessario saper indicare ad un bambino;

  • Ho migliorato tantissimo le mie conoscenze specifiche per quanto riguarda la mia tanto amata tematica dello sviluppo degli schemi motori di base nel bambino, visto che, in maniera appassionata e quasi esasperata, alle volte, cercavo di informarmi sempre di più, affinchè potessi presentare il meglio, ai miei bambini(!!);

  • Ho migliorato tantissimo il mio modo di approcciarmi con i bambini ed anche quello di relazionarmi con loro;

  • In ultimo, infine, ma non per importanza, ho ricevuto tanta positività ed energiadallo stare insieme ai bambini ed dal condividere con loro i giorni più impegnativi e stressanti!

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E’ stato utile, per me, sviluppare questa tematica?

Sicuramente si! Ho infatti proseguito, più in là con gli studi, ad approfondire la tematica delle attività motorie da sviluppare nei bambini di età compresa tra i 3 ed i 6 anni. Eppure, tuttavia, non ho mai svolto un’esperienza simile, vale a dire tanto intensa, quanto formativa ed entusiasmante, proprio perché vista e vissuta, direttamente, nell’atto pratico!!

Che cosa cambierei se tornassi indietro?

Sicuramente, cercherei di migliorare alcuni atteggiamenti sin dal principio! Soprattutto nei confronti delle maestre e dei bambini. In secondo luogo, cercherei di coinvolgere di più le maestre ed in ultimo infine, credo che mi piacerebbe condividere questa esperienza con un altro dei miei colleghi, i quali, però, giustamente, non sarebbero sempre disposti a lavorare gratuitamente!!

Consiglierei queste esperienza anche ad altre persone?

Si! Qualora fosse possibile fare questa sorta di “volontariato” o “tirocinio formativo”, che dir si voglia, consiglierei a tutti i miei colleghi, ma anche ai laureati in Scienze Motorie, di proporre, sviluppare ed affermare un progetto simile, e magari, perché no, proprio questo!

Che tipo di materiali abbiamo deciso di utilizzare per il nostro progetto?

I materiali che avevamo in mente di utilizzare per il nostro progetto, erano molti di più di quelli che alla fine, in pratica, mi sono ritrovata a poter utilizzare! Tuttavia, grazie ad un po’ di fantasia ed al mio acquisto personale di alcuni piccoli ed utili strumenti, ho potuto rendere, in maniera molto semplice e gioiosa, più gioiosi ed attraenti i giochi che proponevo e gli esercizi che i bambini, molto entusiasti ed incuriositi, si accingevano ad ammirare e a voler provare!

Una volta ho anche proposto le bolle di sapone ai bambini come momento di svago! Purtroppo, però, in questa particolare proposta, bisogna stare attenti a non esagerare con le bolle di sapone, perché, altrimenti, il suolo potrebbe diventare, molto facilmente, un terreno troppo bagnato per poter assicurare di non far scivolare qualche bambino!!

Tuttavia, ho utilizzato quasi tutti i giorni:

  • Dei semplici cerchi di plastica;

  • Dei piccoli ostacoli, i quali mi hanno aiutata parecchio a poter costruire dei piccoli percorsi;

  • Delle palline colorate di varie forme e dimensioni;

  • Delle palline da tennis;

  • Dei palloncini colorati che io stessa mi ero preoccupata di portare;

  • Cartoncini colorati;

  • Gli immancabili tappetini;

  • Delle piccole funi;

  • Dello schoch, grazie al quale potevo creare dei limiti e percorsi sul pavimento (anche se ho riscontrato che era davvero molto difficile da rimuovere, successivamente!!);

  • Dei piccoli cestini;

  • Dei secchi di plastica, utilizzati, invece, a mo’ di piccoli canestri in cui far centro;

E, per finire, in ultimo, dei tunnel, i quali erano già a disposizione dell’asilo, attraverso i quali i bambini potevano passare, nelle maniere più libere ed imprevedibili!!

Dove sono state svolte queste lezioni di attività fisica?

Queste lezioni sono state svolte presso due grandi sale che, solitamente, venivano utilizzate a mo’ di mensa, oppure come sala svago. Erano, ovviamente, delle sale più grandi, rispetto alle abituali aule ed è stato così, molto più semplice, permettere ai bambini di potersi muovere liberamente!

Impostazione delle lezioni.

Mettiamoci in fila!

Sembrerebbe ridicolo, ma posso assicurarvi che, lavorando con i bambini, e soprattutto con più maestre, a volte risulta essere difficile anche il fatto di riuscire a mettere i bambini in fila, in modo da poterli accompagnare nell’aula desiderata.

La difficoltà aumentava molto quando, precedentemente alla mia lezione di attività motorie, i bambini erano presi da attività altrettanto interessanti come, ad esempio, disegnare.

Nonostante questo, ammetto anche, con sommo orgoglio, che, ogni volta che la mia lezione si considerava conclusa, trovavo la stessa difficoltà, se non una difficoltà maggiore, nel cercare di riportarli in classe, perché, come si può ben immaginare, i bambini amano il movimento ed in questo caso, in maniera evidente, amavano anche le proposte di gioco e di attività motoria che io ed il professore Mandoliti avevamo, per tempo, sapientemente stabilito.

Come organizzavo, solitamente la mia lezioncina?

La mia bella lezioncina, la quale cambiava tematica, ogni giorno, era, comunque, suddivisa, ogni volta, attraverso i seguenti momenti, che mi accingo a descrivere qui di seguito. Prima, però, voglio ricordare, ed anche a me stessa (!!), che la lezione durata, sempre attorno ai 50 minuti! Purtroppo molte maestre si lamentavano del fatto che la lezione durasse troppo poco tempo, però, considerando il fatto che i bambini richiedevano almeno una decina di minuti per spostarsi da una parte all’altra, viene da sé che era impossibile allungare i tempi della lezione effettiva, anche perché, quasi nessuna maestra, si faceva trovare, così come avevo richiesto tantissime volte, già pronta, per l’ora giusta, all’ingresso della nostra bella “palestra”, con al seguito i suoi validi e volenterosi alunni!!

La struttura generale della mia lezione, dunque, era, pressoché, sempre basata su questi criteri, che mi erano stati suggeriti sia dal Professor Mandoliti, che da una mia personale ed attenta riflessione sul modo migliore in cui poter impostare la lezione:

  • Nella prima fase, la quale durava circa 15 minuti, i bambini dovevano divertirsi, senza stancarsi troppo, al fine di potersi preparare al meglio alla fase successiva. Proprio per questo, schematicamente, mi piaceva ricordarmi di questa fase, chiamandola, semplicemente, “fase iniziale”(!!);

  • Nella fase successiva (di circa 20 minuti) ovverosia quella che mi piaceva denominare “fase centrale”, veniva sviluppato il tema centrale, per l’appunto, della giornata! Questo tema era inerente, generalmente, alle tematiche riguardanti il miglioramento dell’espressione corporea, attraverso il linguaggio corporeo e l’orientamento nello spazio;

  • Infine, l’ultima fase, nonché “la fase finale” (durava approssimatamente 10 minuti), la quale era anche quella preferita dai bambini, perché era proprio in questo momento che mi accingevo a presentare una nuova forma di gioco che potesse aiutarli a tirare fuori la parte migliore di sé, senza limiti e senza schemi(!!);

  • Gli ultimi 5 minuti, infine, erano dedicati a quella che avevamo denominato “fase di recupero”. In questa fase mi piaceva molto proporre, addirittura, degli esercizi di respirazione, perché ai bambini piaceva molto percepire il loro respiro ed io, infine, mi sentivo felice nel vederli “un po’ più calmi”, prima del rientro nelle loro rispettive classi!!

    Conclusioni.

    Un ringraziamento particolare.

    In ultimo, in conclusione, vorrei cogliere l’occasione per poter ringraziare ufficialmente, il Professore Claudio Mandoliti, senza il quale non avrei mai e poi mai potuto realizzare un progetto del genere.

    Grazie, infine, a tutti i miei carissimi lettori che oramai mi seguono abitualmente, ed anche a tutti coloro che hanno letto questo articolo!

    Spero tanto che lo abbiate trovato utile ed interessante ed ancora di più vorrei potervi ritrovare fra i miei lettori del prossimo post che pubblicherò in questo portale.

    Non mi resta che dirvi, ancora una volta, grazie e alla prossima!!

    P.S.: qualora vogliate fornirmi un suggerimento o una qualsiasi correzione utile ai fini della stesura di questo articolo, vi invito a lasciare un personale commento nella voce più in basso, oppure, se volete, potete scrivermi tranquillamente in privato, su questo portale di Erasmusu!

    Sono sicura che vi risponderò in meno di un’ora!!

     

    Grazie ancora e a prestissimo!!


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Commenti (2 commenti)

  • flag- Silvia Adamo 8 anni fa

    Bravissima! I miei complimenti per tutte le attività che fai e per la serietà con cui le svolgi!

  • flag-it Gilda Immacolata Stelitano 8 anni fa

    Grazie di cuore! Mi fa sempre piacere cercare di dare il meglio di me!!


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