Differenze tra il sistema scolastico in Spagna e in Italia

Pubblicato da flag-it CHIARA GARBAGNATI — 5 anni fa

Blog: House of memories
Tags: Notizie Erasmus

Rieccoci di nuovo a un articolo che definirei tuffo nel passato, quando sei nel bel pieno di una reminiscenza e non puoi fare altro che raccontare a chiunque quel dettaglio che ti è sfuggito nel filone generale della tua storia. In quest’ultimo periodo, per i più svariati motivi, mi è capitato di tirare fuori nuovamente Maiorca durante qualche conversazione, sia per dare qualche informazione in più e sia per rompere il ghiaccio con persone conosciute. Al di là di questo o nozioni base che non ho potuto dare negli articoli precedenti portare particolarmente stamani riguarda il sistema scolastico in Spagna. Il periodo di scambio, come già citato in altri post sul blog, si svolse durante il quarto anno delle superiori, perciò mi ritrovai ad affrontare pienamente un trimestre alquanto diverso rispetto a ciò a cui ero abituata. Purtroppo la funzionalità per aggiungere un sottofondo musicale poetico, non esiste ancora, perciò accompagnerò il tutto con alcuni miei scatti (non ero ai tempi una fotografa provetta, non che lo sia ora).

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In primis una differenza significativa riguardava le aule di lezione, visto che in Italia si è abituati a stare sei ore consecutive nella stessa stanza ove avviene il cambio di materia grazie al via vai dei professori. Invece, in Spagna si è abituati ad andare da un’aula all’altra, vedendo ad ogni cambio di ora un enorme spostamento nei corridoi dell'istituto interessato. Per una studentessa italiana in scambio, chi visita per la prima volta una struttura che non è la sua può rappresentare una difficoltà, specialmente nei primi giorni, che sono destinati all'orientamento basilare nel nuovo ambiente. Un aspetto che può rappresentare una medaglia dalle due facce riguarda il loro sistema di valutazione per ogni materia. Al di là del fatto di essere in una zona ispanica di fortissima influenza catalana, e di conseguenza essere circondata costantemente da persone che prediligono parlare catalano o un dialetto, che per la maggior parte delle volte è una variante di quest’ultimo, qualora sia la fortuna ti trovare docenti comprensibili e disposti ad adeguarsi ad altri europei e non abituati a studiare castigliano. Perciò ho avuto la fortuna di affrontare certi corsi con una spiegazione a me comprensibile, come ad esempio storia, filosofia, educazione fisica e matematica. D’altro canto, delle discipline come scienze ed arte, le ho dovute ascoltare prettamente in catalano, in base alla decisione del professore interessato, che comunque provvedeva a una spiegazione supportata da schede il castigliano. Conseguenza negativa è non poter avere un quadro integrale delle conoscenze richieste in eventuali compiti scritti stabiliti, e soprattutto, una mancanza di parametri di selezione di ciò che è importante e ciò che non lo è. Per intendersi, ricordo ancora il mio fermento posteriore alla verifica di arte, per la quale avevo studiato per pomeriggi interi, sgretolarsi in meno di una frazione di secondo. In genere, sono tipica persona che nel momento in cui si fa aspettative alte, vengono ampiamente deluse. Immaginatevi di ricevere indietro il vostro foglio fitto di risposte dettagliate, ma valutate con una mera insufficienza. La cosa ancora più sorprendente di quel momento è stata chiedere l'opinione altrui all'interno della classe. Gli studenti spagnoli, in linea generale, non si fanno abbattere da esiti negativi, specie perché abituati a ricevere voti che vanno letteralmente dallo zero al 10, e il cinque rappresenta l'inizio della sufficienza. Ovviamente in tale episodio ci sono stati studenti che hanno passato la prova, però una parte cospicua ha riportato voti come 0, 4 oppure 2, 7, mentre io soddisfatto di aver raggiunto una cifra tonda, ovvero quattro. L'episodio chi mi ha segnato di più concerne una lezione di educazione fisica, dove ho sempre fatto pena, ma al contempo ho avuto barlumi di gloria. Nella stessa giornata sono riuscita a prendere zero, in una prova di resistenza fisica che consisteva nel fare degli addominali senza spinta con le braccia ed eventuali aiuti, perché in un minuto non sono riuscita ad alzarmi nemmeno una volta, e 10, in un test di flessibilità, il cui merito è dipeso semplicemente da 10 anni di danza classica. Tirando le somme la conversione dei voti corrispondeva a ciò chi era abituato a prendere in Italia, salvo per matematica, nella quale mi hanno confermato il cinque interpretato alla maniera italiana.

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La divergenza più lampante è il sistema scolastico in sé, dato che noi siamo abituati a frequentare cinque anni di scuola secondaria di secondo grado, mentre loro solo due anni. Poco importa in quanto la loro laurea a ciclo breve si basa su quattro anni contro i tre dell'università italiana. Oltre a ciò non esiste una differenziazione tra istituti professionali, tecnici e licei come nello Stivale, ma ogni studente frequenta un unico “bachillerato” per poi scegliere eventuali materie opzionali, stando ai propri interessi oppure al futuro campo di specializzazione in università. Un’altra peculiarità è rappresentata dall'utilizzo di una tessera identificativa per poter entrare ed uscire dalla scuola, sia in orari stabiliti in base alle lezioni sia in base al momento della ricreazione.

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Abbiamo sempre parlato di differenze, ma sono presenti anche delle analogie, come ad esempio l'esame finale il percorso di studi: noi lo chiamiamo “maturità”, loro invece “selectividad”, cui esito può essere determinante nell'immatricolazione alla facoltà futura che si frequenterà all’università.

Per quanto riguarda gite e attività sportive siamo allo stesso livello, poi fare la scuola scuola decidere che disciplina proporre agli studenti. Infatti in occasioni del genere istituto in cui sono andata presentava una sorta di gemellaggio con il liceo che ha frequentato. Oltre a ciò, mi rivolgo soprattutto a coloro fuori dalla riforma del ministro dell’istruzione Gelmini, le ore di lezione, a differenza degli ultimi anni che prevedono circa 30 ore di frequenza in Italia, in Spagna si frequentano molte più ore.

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Un discorso a parte lo farei in merito alle materie scelte del percorso di studi con particolare focus sul modo di affrontare i programmi scolastici. In regioni in cui il catalano e le sue varianti sono preponderanti si può osservare il curiosissimo fenomeno che mette da parte lo spagnolo, nonostante sia la lingua nazionale, per lasciare spazio al primo. Al di là della lingua dell’insegnamento, ogni materia affrontata in maniera diversa, specie a livello di tempistica confronto il bel paese. Per esempio, filosofia viene studiata dagli albori fino al periodo contemporaneo in un solo anno, mentre dalla prospettiva italiana, nelle scuole in cui è insegnata sia un minimo di tre anni. Per arte seguiamo a grandi linee lo stesso discorso, ma oltre a ciò c'è una variazione di programma, poiché in Spagna sia un particolare approfondimento circa l'arte islamica, nemmeno considerata nelle aule italiane. Per quanto concerne la matematica, le conoscenze richieste sono più pretenziose a meno che si faccia un paragone con un liceo scientifico oppure di una qualunque superiore che preveda un serio studio di materie scientifiche.

Un’altra differenza sostanziale che vorrei citare all'interno di questo articolo concerne l’abbigliamento, dato che ho notato due stili completamente diversi. In Italia nelle varie scuole superiori le ragazze hanno un’attenzione in più nel truccarsi e nell’inseguire le tendenze dell'ultimo momento, mentre in Spagna si ha una concezione molto meno vincolante. Non che sia un indice di trascuratezza, ma non c'è quest'esigenza malata e talvolta morbosa nel seguire la massa. Senza ombra di dubbio alcuno ci sono anche soggetti dediti alla moda, però è più comune pensare che la scuola non è una passerella di una qualunque collezione autunno inverno o primavera estate. Ulteriore fatto interessante riguarda la permissività, cioè se i vestiti scelti sono da considerarsi consoni o meno. Ovviamente sia qui che là esiste un comune parametro di decenza, ma ho notato spesso e volentieri che gli spagnoli non si fanno problemi nel mostrare più carne, che siano pantaloncini ultra corti oppure magliette molto scollate. In Italia, benché ci possono essere professori a cui importa poco, gli sguardi in cagnesco non te li toglie nessuno.

Altro particolare che ha apprezzato durante la mia permanenza a Maiorca è il fatto che alcuni gruppi di studenti si organizzano nel vendere la merenda preparata da loro stessi durante il momento della ricreazione, benché la scuola non fosse un istituto alberghiero.

Ovviamente per quanto concerne livelli più alti d’istruzione, il sistema funziona maniera differente, ma sei ancora siete in tempo e se siete nell'annata giusta, un'esperienza del genere, anche se minorenni qua davvero incidere sulla vostra vita in maniera più che positiva, indipendentemente da vicissitudini inevitabili, però sapete soltanto che mi auguro con tutto il cuore che tali informazioni possono tornare utili, nel momento in cui vi ritrovereste al mio posto, e che posto.


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