Esperienza presso l'Universita di A Coruña (Spagna), di Maria
Com'è l'Università di A Coruña?
Beh, con i suoi pro e contro è una buona università.
Credo che, come tutte le altre università, abbia trovato delle difficoltà ad adattarsi al nuovo Processo di Bologna (processo di riforma internazionale dei sistemi di istruzione superiore dell'Unione Europea). Per la nostra facoltà di fisioterapia è stato complicato. Siamo stati i primi a promuovere questa riforma, le cavie insomma, e abbiamo notato come tutti gli altri corsi dopo di noi avevano maggiori agevolazioni. Il nostro è un percorso di studio pratico di per sè. Dobbiamo lavorare insieme ai nostri colleghi sulle differenti tecniche di diagnosi e di trattamento e, successivamente, presso cliniche per metterle in pratica con i pazienti. Come se questo non fosse sufficiente, ci hanno aumentato le ore di frequenza obbligatoria per impartire lezioni di tipo interattivo e anche quelle delle lezioni non frontali, inviandoci lavori assurdi da fare a casa (assurdi significa che ci bastava trasferire le informazioni del libro su un foglio di carta, senza dover fare nessun analisi clinica). Non ci siamo lamentati solamente noi (tutti gli studenti), ma anche i professori, dato che il loro carico di lavoro, all'università e a casa, è stato duplicato. Per non parlare delle ore dedicate alla loro professione effettiva visto che la maggior parte di loro non solo lavora in Università, ma esercita anche.
Piano piano, hanno iniziato a modificare il piano di studi e lo hanno migliorato. Il primo anno restavo in Università dalle 8:00 alle 20:00 quasi tutti i giorni e avevo solo due ore di pausa pranzo. Beh, in realtà questo sarebbe dovuto essere l'orario ma tutti sappiamo com'è il primo anno di università... è il primo fuori casa e bisogna approfittarne. Poi c'è stato il terzo anno, quello più duro di tutti. Avevamo tirocinio tutte le mattine dalle 08:00 alle 14:00 in una clinica o in un ospedale (con questo voglio dire che lavoravamo come se fossimo parte dello staff, ma sotto la supervisione di un professore) e il pomeriggio, dalle 16:00 alle 20:00, facevamo lezione. Tra visitare i nostri pazienti e fare compiti, quello è stato l'anno più lungo. Questa è la vita dello studente di Fisioterapia!
Un altro aspetto su cui voglio soffermarmi per sottolineare il mio malcontento, è il funzionamento della ORI (Ufficio delle Relazioni Internazionali). Il ritardo e, in alcuni casi, la disorganizzazione burocratica mi hanno messo in difficoltà, soprattutto quando ho fatto domanda per andare a studiare in Brasile. D'altro canto le informazioni che danno sono molto limitate ed è molto complicato sistemare i documenti necessari per la richiesta dell'Erasmus/degli accordi bilaterali, specialmente quando non si sa quando partire e quando i documenti necessari sono tantissimi.
Come sono le infrastrutture?
L'Università di A Coruña è divisa in tre campus: Elviña, dove si trova la maggior parte delle facoltà; un po' più a nord c'è il campus di Zapateira; e dall'altra parte della città, nella salita verso Santiago e vicino all'ospedale, c'è quello di Oza, sede di Fisioterapia e terapia occupazionale. C'è anche Infermieristica che, però, non fa parte della UDC (Università di A Coruña). I trasporti collegano abbastanza bene i due campus, visto che sono uno accanto all'altro. L'autobus universitario attraversa Coruña ogni 5 minuti. Capita molte volte di vedere due o tre autobus nello stesso momento.
Per raggiungere Oza, fino a tre anni fa la fermata più vicina si trovava a 10 minuti a piedi. Non sembrerebbe un problema, ma posso assicurarvi che lo è soprattutto quando non si ha una macchina. D'inverno con la pioggia è un'enorme seccatura perchè non c'è mdo di ripararsi e l'ombrello non serve a nulla. Da tre anni, fortunatamente, c'è un autobus che arriva fino alla porta della facoltà ogni 20 minuti. . La petizione è stata fatta perché lì si trova anche l'ospedale marittimo di Oza e, allo stesso modo, non c'era mezzo per raggiungerlo senza camminare a piedi per 10 minuti.
La nostra facoltà è un edificio che non sembra molto nuovo, se visto dall'esterno (l'umidità lo fa sembrare molto vecchio), ma dentro è ben attrezzato. È piccolo ma sufficiente per tutto quello di cui c'è bisogno. Beh, c'è da ammettere che non sono corsi di studio molto "affollati", per esempio, Fisioterapia ha un numero limitato di 50 posti e con gli anni stanno diminuendo. Ci sono varie aule per le lezioni, un'aula magna, una sala riunioni e altre sale nel piano superiore. Ci sono anche spogliatoi per cambiarsi, vari laboratori dove si fanno le lezioni pratiche e dove si tengono quelle sulle tecniche di trattamento, sia manuali che con macchinari elettrici.
La biblioteca, in determinate occasioni, risulta un po' piccola, ma sono poche le volte che è stracolma. Ci sono tavoli per sei persone, una stanza per i lavori di gruppo e una per studiare individualmente, quando ci si deve concentrare di più. L'offerta bibliografica è completa, ci sono sale piene di riviste di fisioterapia e medicina. Se non è possibile trovare qualche articolo fisicamente, lo si può richiedere in facoltà e ottenerlo in pochi giorni.
Uscendo dall'edificio, tra la facoltà e l'ospedale, ci sono un bar e una mensa. Il primo anno ci sono stata un sacco di tempo, tanto quanto in classe. Ho conosciuto i miei amici chiacchierando tra un pasto e l'altro e, per quanto possa sembrare triste, giocando a carte (non poche volte è capitato di saltare una lezione per un'accesissima partita di "cabrón"-gioco di carte-). Per qualche anno è stata chiusa per nuova gestione, ma poi ha riaperto e ripreso la sua attività.
E i professori?
Di professori ce ne sono di tutti i tipi, come sempre. Per la mia esperienza, si dividono in due categorie: giovani e anziani; quelli che hanno voglia di apprendere, migliorarsi e insegnano con entusiasmo e quelli che, d'altro canto, non ne possono più dei pazienti. Vogliono solamente lavorare altri cinque anni per ottenere la pensione e, oltretutto, non sanno altro che quello che hanno studiato a suo tempo. In generale, ci sono professori molto validi. La cosa migliore è che, per ogni area di studio, ce n'è uno specializzato.
Alcuni sono molto rinomati nell'ambito della fisioterapia, sia per quanto riguarda il suo progresso, che il suo esercizio. Posso fare degli esempi: il nostro Direttore, Ramón Cervantes, è stato il presidente della AEF (Assoaciazione Spagnola di Fisioterapisti) e membro della WCTP (Confederazione Mondiale per la Fisioterapia). E Luz González, è stata la segretaria della AEF, ha ricevuto premi importanti, riconoscimenti nell'ambito della fisioterapia e ha tenuto conferenze in congressi a livello internazionale. Da non dimenticare il professore José Luis Aristín, presidente della COFIGA (Collegio di Fisioterapia di Galizia) e il professionista Sergio Patiño, fisioterapista sportivo e proprietario della DeporClinica, a Coruña.
Ci sono anche collaboratori e alcuni dei più importanti professionisti che redigono il giornale spagnolo di fisioterapisti. Potrei continuare con altri innumerevoli esempi, ma voglio fermarmi qui per sottolineare l'importanza dei nostri professori nel mondo della fisioterapia. Non sono semplici professori che si limitano a fare lezione ma sono anche coinvolti nel processo di sviluppo e miglioramento della nostra professione.
Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. Io e i miei amici abbiamo notato che tutti quelli che lavorano da molti anni e sono alle porte della pensione, hanno sempre meno voglia di insegnare e di apprendere. Una volta un professore ci disse: "Bisogna sapere non solo quello che si vuole fare, ma anche quello che non si vuole fare".
È facile superare i corsi all'Università di A Coruña?
Non saprei dirvi com'è se siete studenti Erasmus, ma se verrete a studiare a tutti gli effetti alla UDC, dovrete impegnarvi molto. Non supererete gli esami facilmente, dovrete guadagnarvelo. In qualche corso, avrete l'opportunità di aumentare il vostro voto finale grazie alla consegna di lavori o svolgendo un tirocinio, ma non succede sempre.
Conosco vari studenti Erasmus (per la maggior parte brasiliani, polacchi o sloveni) che hanno dovuto studiare molto. Forse non al nostro livello ed è successo che venissero aiutati, ad esempio nella realizzazione di qualche lavoro o ricevendo dai professori appunti in inglese. In ogni caso, a Coruña gli Erasmus non vengono promossi a priori come in altre città. Se volete qualcosa, dovrete sudarvela.
Come sono le attività che organizza la tua università?
La nostra facoltà organizza ottimi corsi per fisioterapisti ed offre sconti per gli studenti. Ma le attività più importanti sono quelle che organizzano per gli studenti Erasmus. All'UDC c'è un'associazione, la AEGEE (Associazione degli Stati Generali degli Studenti dell'Europa), che si incarica di preparare attività per gli Erasmus, soprattutto viaggi in gruppo a prezzi stracciati. Si tratta di viaggi in tutta la Spagna, fine settimana sulla neve o, per esempio, un po' di tempo fa hanno organizzato una degustazione di vini per conoscere la Galizia. Possono partecipare tutti gli studenti della UDC, ma questi eventi sono destinati principalmente agli Erasmus.
Come ti sembra la qualità degli studi?
Come ho già detto, i professori della mia facoltà sono figure importanti del campo e di conseguenza le loro meterie risultano molto utili. Alcuni di loro sanno come renderle più interessanti, quindi se vi piace davvero studiare Fisioterapia le troverete sicuramente piacevoli (a parte alcune eccezioni come Fisioterapia nell'assistenza primaria e Diritto, che sono delle formalità).
Ci tengo a dire anche che la facoltà di fisioterapia di A Coruña è la più importante in Spagna per due motivi. Il primo riguarda la partecipazione di professori di alto rango come ho già detto. Il secondo motivo riguarda l'ampio ventaglio di attività "extracurricolari" offerte (materie come soggiorni clinici, EECC, che si tengono al 3 e al 4 anno). Infine permette una formazione in aree diverse come cardiologia, traumatologia, pneumologia, fisioterapia sportiva, neurologia e tante altre...
Qui lascio il link della mia facoltà per chi fosse interessato.
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