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Nel cuore di Barcellona (3)

Pubblicato da flag-it Emanuele Benetti — 10 anni fa

0 Tags: flag-es Esperienze Erasmus Barcellona, Barcellona, Spagna


Lasciando El Raval in direzione della Rambla, non si può non ammirare il più notevole monumento del quartiere, nonché uno dei pochi capolavori modernisti situati nella Ciutat Vella (la parte più antica della città). Ubicato a pochi metri dalla Rambla, il Palau Guell è immerso malgrado ciò nell'atmosfera caratteristica de El Raval. Ergendosi maestosamente lungo lo stretto Carrer Nou de la Rambla, infatti, il palazzo sembra più austero rispetto alle altre creazioni di Gaudi. Questo è probabilmente il motivo per cui la polizia non esitò a trasformarlo in una prigione e in un luogo di tortura durante la Guerra Civile. Oggigiorno, però, l'edificio è stato restituito ai fasti del passato, ed è ora possibile visitare quella che è stata la dimora della famiglia di Eusebi Guell, il ricco mercante che fu il principale mecenate delle opere di Gaudi.

Ad un prezzo di 10 euro si possono ammirare le spaziose sale e le splendide vetrate all'interno, nonché dare un'occhiata da vicino ai pinnacoli ed ai mosaici del tetto. Per quanto mi riguarda, mi sono accontentato di contemplare da lontano le guglie, la cui splendida e colorata forma è ben visibile anche dalla via sottostante.

Una volta tornato sulla Rambla, l'ho abbandonata immediatamente, passando sul lato opposto in direzione Plaça Reial. Seppur non particolarmente ampia (o forse proprio per questa ragione), questa piazza porticata è permeata da una atmosfera vivace e deliziosa. Un'oasi di quiete rispetto al continuo viavai della vicina Rambla, essa rappresenta una buona opportunità per concedersi una pausa ristoratrice in uno dei numerosi bar che si trovano sotto i portici. L'ambiente incantevole è arricchito anche dalla presenza di una graziosa fontana e dai lampioni che rivelarono al pubblico il genio di Antoni Gaudi.

Lasciata la piazza, mi sono tuffato di nuovo nella Rambla brulicante di gente a passeggio. Pur non essendo molto amante delle folle, devo ammettere che mescolarsi con il fiume di persone che scorre in questo viale così speciale è una sensazione davvero unica. Emergendo per un attimo da questa inebriante moltitudine, ho potuto ammirare alla mia sinistra (in direzione Plaça de Catalunya) il moderno e ben disegnato edificio che ospita il Gran Teatre del Liceu, uno dei più grandi teatri dell'opera d'Europa. Il mio orgoglio nazionale ha ricevuto un'iniezione considerevole al notare il profilo familiare di Giuseppe Verdi sui poster piazzati davanti al teatro: è degno di nota il fatto che anche in Spagna il secondo centenario della nascita di questo grande artista sia stato celebrato a dovere.

Dopo alcuni minuti di nuova apnea tra persone provenienti da ogni parte del mondo, ho finalmente raggiunto il mosaico di Joan Miro, dove mi sono separato dalla massa una volta per tutte. Probabilmente buona parte della gente passa camminando su quest'opera d'arte senza neanche rendersene conto, impegnata com'è nel guardare le varie bancarelle sparse sulla Rambla o semplicemente impegnate a camminare indenni. Eppure, il mosaico è un'opera d'arte davvero apprezzabile, recante i segni inequivocabili dello stile dell'artista quali le linee curve e l'uso uniforme di colori primari. Stando lontano dalla pazza folla (come l'avrebbe definita Thomas Hardy), ho potuto ammirare l'opera di Miro in tutta tranquillità, prima di accucciarmi per cercare la firma dell'artista, che ho trovato infine su una piastrella bianca. I pochi minuti trascorsi in contemplazione nel bel mezzo della Rambla, con la gente che passando mi sfiorava su entrambe i lati, sono uno dei ricordi più vividi e piacevoli della mia esperienza a Barcellona; sono lì a ricordarmi che non è possibile apprezzare pienamente un posto se lo si attraversa soltanto con gli occhi del turista distratto, o ancora peggio del consumista preoccupato solo di apparire nelle foto.

Svoltando a destra in Carrer del Cardenal Cassañas, mi sono poi inoltrato nel Barri Gotic (Quartiere Gotico), il cuore della parte più antica della città. La strada curiosamente curva che conduce fino a Plaça del Pi, dove si trova una delle chiese più affascinanti della città. Si tratta della chiesa gotica di Santa Maria del Pi, che risale al XIV secolo; secondo una leggenda, tuttavia, già nel X secolo vi sorgeva una cappella, costruita quando un pescatore trovò nel tronco cavo di un pino un'immagine della Madonna. Invece di trasformare il legno in una barca, come era sua intenzione, lo utilizzò per costruire la cappella. Probabilmente non a caso, dunque, ancora oggi nel bel mezzo della piazza si trova un bell'esemplare di pino. L'imponente facciata della chiesa è resa notevole dalla presenza di un ampio rosone, uno dei più grandi d'Europa.

Plaça del Pi lascia il posto gradualmente all'adiacente Plaça de Sant Josep Oriol, probabilmente la più incantevole piazzetta del Barri Gotic. Deve il suo nome da uno dei passati parroci di Santa Maria del Pi, un personaggio straordinario che visse alla fine del Seicento e fu proclamato santo per aver compiuto numerosi miracoli. L'atmosfera è resa assai speciale dalla presenza vivace di musicisti e soprattutto pittori, posizionati di fronte ai numerosi caffè che costellano la piazza. Lasciata la plaça, una passeggiata lungo Carrer de la Palla mi ha portato nel cuore vero e proprio del centro città, Plaça de la Seu. Lungo la via, comunque, ci si può fermare per qualche secondo ad ammirare una parte delle rovine delle antiche mura romane. Nonostante le sbarre di ferro che impediscono alla gente di avvicinarsi, è interessante ammirare il contrasto tra gli antichi mattoni ed il vivace e colorato ciclamino che li circonda.


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