L'amicizia e i viaggi.
Una delle cose più belle dell’Erasmus è proprio questa, l’amicizia.
Fare amicizia in Erasmus è inevitabile, quasi spontaneo. Ci si ritrova soli in un Paese straniero, è naturale cercare il supporto di qualcuno. Le prime amicizie sono nate nel dormitorio, “Lechbruecke” un palazzo di 19 piani che ospitava circa 200 studenti, Erasmus e non. L’amicizia nasceva soprattutto tra studenti Erasmus o comunque appartenenti a qualche progetto di scambio, quindi mi dispiace deludere le aspettative di colore che pensavano di avere a che fare solo con studenti nativi del luogo, ma rassegnatevi, non sarà così, ed ora vi spiego perché.
Gli studenti Erasmus sono tutti nella stessa barca, ognuno di loro si trova solo in un Paese straniero del quale conosce poco, quindi è naturale che esso stringa più facilmente amicizia con persone che si trovano nella sua stessa situazione, perché comprendono l’uno le emozioni e i timori dell’altro. Al contrario un nativo del luogo, difficilmente si impegnerà a stringere una forte amicizia con gli Erasmus, perché in primis ha già il suo gruppo di amici, e secondo è cosciente del fatto che tra qualche mese tutti loro ripartiranno.
Tuttavia non è detto che alcuni di loro non si uniranno al gruppo Erasmus, perché diciamocelo il gruppo Erasmus non è un gruppetto qualsiasi di amici, che fa le solite cose noiose della routine settimanale.
Il gruppo Erasmus è attivo, pieno di voglia fare, ogni giorno si organizza qualcosa, ogni sera si sta insieme, anche solo per fare due chiacchiere. E’ assurda la mole delle cose che si apprendono semplicemente conversando in quel gruppo, ognuno ha sempre qualcosa di interessante da dire, confronto di culture, di atteggiamenti, di modi di dire, di modi di fare. Insomma non ci si annoiava mai.
I primi periodi si iniziò semplicemente incontrandosi su al 19esimo piano, luogo standard di incontro per noi del dormitorio e per tutto il resto del gruppo, si chiacchierava, si giocava a biliardino e qualche volta a beerpong, ogni settimana in più si organizzavano le feste lì, non per niente lo chiamavano il “ party Wohnheim”, ovvero “ lo studentato delle feste”.
Halloween party, Christmas party, grigliate in balcone, beer pong, pre-party prima di uscire per andare nei vari clubs della città.
Addirittura un veterano del dormitorio organizzava feste nella sua stanza, denominata appunto “the party room”.
La stanza era attrezzata di impianto stereo, casse, ingredienti per capirinha, la specialità dell’organizzatore, e cosa più affascinante, luci fosforescenti che si vedevano al buio che davano un atmosfera di festa alla stanza. Era incredibile come riuscivamo ad entrare in più di 20 persone in quella stanza minuscola, ma noi Erasmus ci adattavamo a tutto.
Dopo le feste dei weekend, solitamente ci stava la gita domenicale per visitare la baviera.
Altra cosa bella dell’Erasmus : I VIAGGI.
Monaco, Ulm, Neuschwanstein, Norimberga, Salzburg, Berlino, Vienna, Budapest, Bratislava, alcuni dei posti che ho visitato in quei 6 mesi, parecchi eh ?
L’erasmus è anche questo: partire, viaggiare, esplorare.
Si stava sempre lì pronti a cogliere l’offerta migliore per partire al minor prezzo.
Per visitare la baviera siamo stati agevolati dal Bayern ticket, un biglietto giornaliero di gruppo che permetteva di raggiungere qualsiasi meta all’interno e al confine della regione a poco prezzo.
La prima città che abbiamo visitato, oltre Augsburg ovviamente, è stata Ulm.
La prima gita di gruppo, eravamo una ventina circa, non ci conoscevamo ancora tutti, ma quella fu una buona occasione per rimediare. Quel giorno ricordo che feci amicizia in particolare con un gruppo di italiani, eh be si sa che con gli italiani ci si trova meglio, si parla la stessa lingua! Questi ragazzi avevano organizzato una sorta di tour approssimativo della città, cosi ci affidammo a loro. Prima tappa l’immensa torre della città, la più alta d’Europa. Più di 2000 gradini, la salita fu faticosa, così per renderla più allegra iniziammo a cantare canzoni insensate, incuranti delle facce sconvolte della gente dietro di noi.
La vista che ci aspettava all’arrivo ci fece sentire soddisfatti di aver fatto tutte quelle scale, uno spettacolo mozzafiato, la città vista dall’alto sembrava uno di quei paesini perfetti visti nei film, ne valse la pena!
Ma la città che mi colpì di più in Baviera fu senza dubbio Neuschwanstein.
Ci andammo a Dicembre ricordo, quando quasi tutta la baviera era coperta di neve, e fu la scelta migliore, perché il castello di Neuschwanstein che si erge sulla parte superiore di Schwangau mostrava il suo volto migliore quando era innevato.
Ci dissero che quello era il castello che aveva ispirato la Disney, ed effettivamente dopo averlo visto lì di fronte a me, non potei che credergli. Inoltre nella parte basse di Schwangau si apriva un lago immenso e limpido che rifletteva tutti i colori del cielo. Unica pecca: il freddo agghiacciante! Per me sicula Doc quel freddo era sconosciuto, il meteo segnava -15 gradi, ad un certo punto persi la sensibilità dei piedi, cosi ci rifugiamo in un localino per bere qualcosa di caldo e per scongelare i piedi.
Fu una giornata fredda, ma indimenticabile.
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