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Un semestre in Provenza


Dove e quando

Ormai due anni fa ho deciso di partire in Erasmus. Ho scelto la Francia, Paese che mi ha da sempre affascinato sia per la lingua che per la cultura, ma no, non sono andata a Parigi. Ho invece optato per quella che sembrava una città sperduta nel sud della Francia, a pochi kilometri da Marsiglia e in una posizione strategica, dove si diceva che parlassero con un accento strano: Aix-en-Provence, ex capitale della regione.

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Prima

Chiunque sia partito in Erasmus sa bene che il periodo prima della partenza si divide in due momenti: la burocrazia e l'attesa.

Da una parte firme, documenti in duplice copia e rimbalzi da un ufficio all'altro sono un passaggio obbligato, davanti al quale bisogna armarsi di pazienza, trattenere il fiato e contare fino a dieci per non perdere le staffe. "Tutta questa fatica sarà presto finita e verrà ripagata da una grande esperienza" mi ripetevo.

Dall'altra l'attesa, che a tratti acquisisce le sfumature della paura dell'ignoto, a volte diventa impazienza per l'imminente partenza, altre si trasforma in nostalgia anticipata degli affetti, amici e della famiglia. Così, con l'estate alle spalle, arriva il momento di buttarsi in questa nuova avventura.

Come arrivare a Aix-en-Provence

Devo ammettere che nonostante sia così vicina all'Italia, arrivare in città non è così facile. Le alternative sono essenzialmente tre:

  • Macchina: l'opzione più comoda e ovviamente meno comune. Se però se ne ha la possibilità, consiglio di approfittarne per fare qualche tappa durante il percorso e svolgere così un piccolo viaggio on the road. Si può così scoprire la Costa Azzurra (che se visitata in bassa stagione non richiede nessun mutuo) o i paesini interni della regione.

    Anche Blablacar è un'ottima soluzione, soprattutto perchè economico, affidabile e molto molto usato in Francia (il sito è nato proprio qui);

  • Aereo: per quanto mi riguarda, è la soluzione che ho adottato nella maggioranza dei casi, ma è anche quella più costosa. Dovendo viaggiare fino a Venezia, l'unica soluzione era il volo Marsiglia-Venezia con AirFrance (molto costoso), da cui poi si può prendere un autobus che porta direttamente ad Aix (i giovani, se possessori della carta Cartreize, pagano solo 1 euro anzichè 8) o in alternativa Nizza-Venezia con Easyjet. In questo caso si risparmia sul biglietto aereo, ma si aggiunge la scocciatura del tragitto Aix-Nizza (2 ore di viaggio al prezzo di 10 euro, sempre con Blablacar);

  • Pullman: da poco si è sviluppata in tutta Europa la rete Flixbus, che da quest'anno arriva direttamente ad Aix-en-Provence. Il tragitto è lungo e può prevedere più cambi, ma non c'è problema per quanto riguarda grandezza e peso dei bagagli e i prezzi sono ottimi.

Ecco i link utili per i vari spostamenti:

Durante

Come riassumere una vita in sei mesi? Dalle difficoltà iniziali (una nuova lingua e una nuova cultura, altra burocrazia, solitudine e paure) sono passata gradualmente ad apprezzare al massimo tutti gli aspetti di questa mia nuova città.

Mi sono creata un gruppo di amici, che in poco tempo però è diventato la mia famiglia; un appoggio a cui mi rivolgevo sempre in caso di difficoltà, ma con cui condividevo anche le mie gioie più grandi, le mie avventure e scoperte in quanto "fille Erasmus".

Inutile dire che non ho sentito così tanto la mancanza della pizza, essendomi gettata nelle tradizioni culinarie locali (a cui dedicherò un post a parte, essendo molto golosa), così come ho cercato di sfruttare al massimo il mio tempo libero con gite ed escursioni nei dintorni.

Mi sono conentrata soprattutto sulla regione per questioni di Budget, in quanto con Cartreize (vedi sopra) è possibile viaggiare per un euro in tutto il dipartimento delle Bouches du Rhône. Ho scoperto così angoli nascosti, vere e proprie perle della Provenza che non hanno nulla da invidiare alle grandi metropoli francesi.

I miei consigli:

  • Arles: a un'ora di distanza da Aix-en-Provence si trova questa cittadina, patrimonio dell'Unesco. Francamente mi aspettavo di più, avendola sempre sentita elogiare molto, invece l'ho trovata piccola e a tratti non molto pulita. Colpa probabilmente anche del cielo grigio e del freddo, che spesso è determinante per giudicare un luogo.

    Pro: alcuni scorci sono molto belli e caratteristici, l'arena è immensa e piena di storia e tradizioni, sotto Natale fanno un mercatino italiano (!!!) dove ho potuto comprare un ottimo pandoro da offrire ai miei amici (un po' caro, ma ne valeva la pena);

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  • Cassis e les Calanques: un paesaggio mozzafiato che non mi sarei mai aspettata. Un paesino di pescatori che dà su un golfo circondato da falesie imponenti e un mare cristallino. In estate consiglio il giro in kayak, che permette di vederle da vicino a poco prezzo (adatto anche ai meno sportivi, basta un po' di pazienza);

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  • Le Gorges du Verdon: imponenti come le Calanques, anche queste si raggiungono in un'oretta di viaggio. Si trovano però fuori il dipartimento, per cui non si può approfittare delle offerte della Cartreize. Gita consigliata soprattutto in estate.

    La strada che bisogna percorrere passa attraverso i campi di lavanda, che offrono colori e profumi indescrivibili. Bisogna però stare attenti al periodo: la fioritura è solo in estate (in generale ad agosto), ma a volte, come quest'anno, la lavanda è fiorita anche a giugno. È quindi bene informarsi, per non rimanere delusi.

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    Una volta arrivati alle gorges du Verdon è possibile fare il bagno nel lago e poi noleggiare un pedalò per inoltrarsi nelle gole. In estate ci può essere molta gente, per cui è meglio prenotare subito il pedalò (o kayak, a seconda dei gusti), in modo da essere chiamati dopo un'ora o due, ma sempre nei tempi. Il tutto si svolge senza prenotazione, in loco; il costo è contenuto, soprattutto se si è in tanti (5 euro a persona per un'ora di pedalò, che a mio avviso è sufficiente).

    Il panorama vale sicuramente l'attesa: l'aqua del lago è azzurro cielo, ma argillosa e quindi non trasparente. Le pareti permettono anche di arrampicarsi e di tuffarsi.

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    Dopo

    Inutile dire che dopo tutte queste esperienze il ritorno è stato duro. Ci ho messo un anno e mezzo a riprendermi dalla nostalgia post-Erasmus.

    Quest'anno ho infine deciso di tornare a trovare i miei amici e questo mi è servito per rendermi conto, con una nota di amarezza, che la mia esperienza è finita, ma che nella sua unicità rimarrà sempre una delle migliori che io abbia mai vissuto.

    Conclusione

    Il mio Erasmus è finito qui? Sì e no. Ho deciso di ripartire per un secondo Erasmus, questa volta in Spagna, per scoprire un'altra cultura. Questo significa che forse l'esperienza Erasmus ti spinge sempre più a viaggiare, e che quindi non è mai finita.


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