Falsi amici

Pubblicato da flag-it Giulia Sci — 5 anni fa

Blog: Sí, viaggiare
Tags: Notizie Erasmus

Se c'è una passione che ho sempre avuto e che continuo ad avere sin da piccola è quella per le lingue. Mai lasciate, mai finito dei studiare, c'è sempre da imparare e se non c'è da imparare sulla stessa lingua c'è da impararne una nuova di lingua. Una delle cose che più mi piace è la somiglianza delle lingue cosiddette romanze. L'italiano, lo spagnolo, il francese, il rumeno, il portoghese. La loro affinità è come l'amore, sono affini quanto diverse, ecco perché l'idea che lo spagnolo sia facile da studiare per gli italiani e viceversa non è del tutto vera e fondata. Se si parla di sintassi, grammatica allora si, le due lingue sono molto vicine, ovviamente per un inglese è molto più difficile studiare lo spagnolo rispetto al tedesco, visto che il ceppo d'origine delle due lingue è lo stesso.

La bellezza delle lingue però, non è tanto la familiarità (comunque piacevole perché velocizza il processo d'apprendimento e ci si sente soddisfatti del risultato prima del dovuto), ma quanto la diversità che rende lo studio della lingua interessante. Le diversità stanno in tutte le lingue non tanto nell'alfabeto, nella grammatica, nella sintassi ma nelle frasi idiomatiche, la satira, l'ironia, le parole legate alla tradizione e alla cultura. Eh si, la grammatica, il lessico, la sintassi la si può studiare e apprendere, ma ciò che importa è carpire la lingua nel profondo del nucleo e questo è per me quello che circonda la lingua, gli uomini, il linguaggio del corpo, la storia del paese, la cultura, le tradizioni ed i punti di vista. È proprio su questo che si basano tante parole del vocabolario della lingua, come tante frasi idiomatiche ed è per le diversità linguistiche che spesso anche tra due lingue affini, non c'è un'equivalenza assoluta.

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Introduciamo quindi i famosi "False friends", i falsi amici, quelli che ci portano a dire cose assurde, a tradurre letteralmente, a pronunciare male molte parole e ad usare frasi arcaiche. Sbagliando s'impara è vero, ma anche prevenire è meglio che curare cade a pennello in queste situazioni. Innanzitutto che cosa sono i falsi amici?

I falsi amici sono quelle parole di due lingue diverse che si assomigliano per suono o per forma scritta. Il primo caso è chiamato di primo grado, il secondo caso è chiamato di secondo grado. In ogni caso, questi amici cattivi esistono in tutte le lingue, cioè si trovano sempre (almeno una) parole che ricordano vocaboli della nostra di lingua.

Pensiamo all'inglese ad esempio in cui la parola "argument" è del tutto simile alla parola italiana "argomento" eppure l'una significa discussione, litigio e l'altra, cioè la parola italiana significa "topic" in inglese, quindi un argomento di cui poter parlare. Oppure il verbo "fermer" in francese ed il "fermare" italiano, con la differenza che il primo significa chiudere ed il secondo ha come traduzione "arreter" in francese, quindi "arreter" qualcuno, non "fermer". Si potrebbe continuare per ore, giorni, anni... In tutte le lingue troverete dei falsi amici.

Nella lingua spagnola sono tantissimi, proprio perché con l'italiano è relazionato, lo spagnolo causa molte difficoltà quando il verbo "salir" non significa salire, ma uscire (ad esempio di casa, con gli amici), oppure quando al supermercato si compra del burro, che in spagnolo significa invece asino.

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Ma i falsi amici sono vincibili, basta studiare, magari chiedere ai nativi se quello che si sta dicendo è giusto o meno, ecco fare del proprio meglio per evitare di imparare una lingua in maniera superficiale. Ai falsi amici si aggiungono le frase idiomatiche, che sono le mie preferite. Perché? Semplicemente perché sono legate ai punti di vista, alla cultura, alle tradizioni.

Pensate alla frase: "Ma che parli arabo? ". Per noi l'arabo è simbolo di una lingua incomprensibile, difficile da apprendere, eppure lo è anche il russo o il cinese. In Francia, come in Portogallo, in Inghilterra ed in Spagna si usa proprio il cinese come simbolo di lingua incomprensibile. "Parles-tu chinoi? "; "That's Chinese to me"; "Fala Chinês? "; "¿Hablas chino? "; e colpo di scena, immaginate che questa frase viene usata anche in tagalog, cioè la lingua che si parla nelle Filippine. Un altro esempio è quello che si dice alla gente che fuma troppo. In Italia "Fumi come una ciminiera" o "come un turco" (chissà perché abbiamo scelto proprio il turco). Ma altrove non è questa una frase traducibile letteralmente, perché ognuno ha la propria visione (legata alla cultura, alla tradizione del proprio paese) per cui in Francia si fuma come "un pompier" un pompiere, in spagnolo come un "carretero" un camionista, in Portogallo è fumare come una "chaminé" una ciminiera oppure come un "cavalo" un cavallo.

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Tutti questi elementi fanno delle lingue un'avventura tutta da scoprire, ma anche qualcosa di difficile da carpire se non le si studiano per bene invece di studiarle solo superficialmente. Bisogna andare fino al nocciolo per parlare davvero una lingua. Essere capaci di non confondersi davanti a parole conosciute come i falsi amici o essere capaci di cambiare i modi di dire in base alla lingua, alla cultura, essere in grado di capire le situazioni formali ed informali dei costumi di paesi differenti, quindi essere aperti a gente che si comporta e parla diversamente da noi. Ma soprattutto attenti alle incomprensioni dovute alla pronuncia sbagliata nella lingua d'arrivo (la vostra non lingua nativa). È un consiglio che viene da una persona che alle superiori studiava francese e voleva tanto rispondere alla professoressa con un bel "Beaucoup" molto in italiano. Purtroppo però la risposta di quella ragazza fu "Beau Cul" bel culo in italiano, tutto questo perché la parole è composta dalle parole beau e coup e non conoscendo la pronuncia di coup quando avevo circa 13, 14 anni, la lezione finì a ridere. Per rendere chiaro il concetto a voi lettori, il "coup" della prima parola è pronunciato "ku" mentre la seconda parola è pronunciata "Kiu" per cui fate attenzione quando pronunciate delle parole straniere perché possono trasformarsi in vere barzellette.

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Questo non significa non parlare più in una lingua straniera, ma significa semplicemente fare più attenzione ed essere accurati quando si studiano le lingue straniere, ma ancora più accurati quando le si parlano.

Bref, come direbbero i francesi (brevemente o in bere tradotto in italiano) fate attenzione a non andare in giro a fare complimenti ai culi della gente, involontariamente.


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