Sesto giorno

Pubblicato da flag-it I love travelling ! — 5 anni fa

Blog: Una settimana a Fuerteventura
Tags: Generale

La mattina dopo mi svegliai un poco più tardi del solito, per recuperare le ore di sonno perse il giorno precedente. I ragazzi e le ragazze dormirono comunque più tempo di me, ed allora andai a fare la solita passeggiata in spiaggia, poi tornai, mi lavai, e gli preparai la colazione. Quando si svegliarono, era quasi ora di pranzo. Ci preparammo, ed andammo a visitare la “Casa dei Coroneles”, un monumento risalente agli anni intorno al 1850, situato nel piccolo comune di “La Oliva”. Si erge praticamente al centro di un deserto di sabbia meraviglioso e si contraddistingue per il particolare ed affascinante mix di stili architettonici differenti.

Ci spostammo poi nella città chiamata “Tefìa”, un piccolo villaggio, in cui visitammo “La Alcogidas”, una specie di museo all’aria aperta, formato da sette casette tipiche isolane, dal design rustico, con bei tetti spioventi e caratteristici marciapiedi in ciottoli, abbellite con orti curati ed animali reali da cortile. È possibile visitarlo tutti i giorni, eccetto il lunedì ed il sabato, dalle ore 9:00 fino alle ore 17:30. Vi consiglio di farci un salto, perché è davvero molto ma molto carino. Dopo aver visitato La Alcogidas, tornammo a casa, ci facemmo la doccia, ci vestimmo ed andammo da zio Fabio. Era la mia ultima sera sull’isola e Fabio mi consigliò di assaggiare un altro piatto tipico canario, il “conejo en salmorejo”, ovvero il coniglio marinato…ma io non mangio coniglio, e non lo volli assaggiare. Allora mi consigliò un altro piatto tipico della cucina canaria, molto consumato, chiamato “papas arrugadas”, a base di patate cotte in abbondante acqua salata, con tutta la buccia, condite con il classico “mojo rojo”, una salsa piccante che accompagna una infinita varietà di pietanze. Dopo man giato, aiutai le ragazze a portate i piatti a tavola e a sparecchiare, come al solito, e poi salutai lo zio Fabio, con il quale tutt’oggi mantengo i contatti, e ce ne andammo. Passammo per casa a cambiarci ed andammo nella zona di Puerto del Rosario, prima in un locale chiamato “Azucar”, dove c’era musica latino-americana, e poi al “Magma”, una delle più importanti discoteche dell’isola, dove si respirava un’atmosfera incantevole e dove ci scatenammo fino a notte fonda. Rientrammo a casa in mattinata e non ebbi tempo di dormire, perchè dovevo prendere l'aereo che mi avrebbe riportato in Italia...


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