Secondo giorno a Marina di Ragusa
Quando fai le ore piccole è inevitabile trovarsi in uno stato comatoso il mattino seguente, benché una persona sia mossa dai più nobili intenti nel voler vivere al 100% la propria giornata, specie quando si è in viaggio. Ed è proprio il caso di questa mattinata che mi porta a una lenta preparazione (oltre alla rilettura e la pubblicazione dell’articolo precedente). So che un giorno arriverò a pentirmene, aver bruciato una piacevole mattinata in spiaggia o una passeggiata in una località paradisiaca come questa. Il tutto incomincia ad essere ingranato dopo pranzo, stando ai ritmi meridionali alle tre di pomeriggio, carica dall’avanzo di riso al forno del giorno precedente e caciotte fresche direttamente dai caseifici di Ragusa, ma soprattutto dal caffè della macchinetta della cucina con un retrogusto vagamente imparentato col beverone acqua sporca di Sturbucks, scelto in base al mio criterio da fuori sede radicale, ovvero convenienza di prezzo e non fidelizzazione.
Dopo il solito frugale rituale doveroso prima di affrontare un pomeriggio al mare, esco assieme agli altri con cui sono in vacanza e raggiungo la destinazione in macchina, grazie alla quale è possibile trasportare gli oggetti must have della tipica vacanza italiana; ombrellone, sedie sdraio, racchettoni (chiamati comunemente “palette” in Sicilia per un motivo del tutto ignoto), palla, secchiello e accessori complementari vari, perchè giocare con la sabbia non ha età. La meta scelta dista circa dieci minuti dalla casa, località chiamata Casuzze, in siculo “casette”, una zona balneare che offre nella stessa quantità spiagge pubbliche e private. Prima di accedervi è possibile parcheggiare l’automobile in un posteggio poco distante dall’ingresso, il quale si presenta con un aspetto più che selvaggio, piacevole alla vista, meno per quanto riguarda i piedi, visto che tra le varie chincaglierie presenti per terra trovate anche parti piccole e spinose di qualche pianta a forma di pallina, ergo non siate impazienti nel liberarvi di ciabatte e simili.
La presentazione della spiaggia è a dir poco da mozzare il fiato, unica pecca della giornata è il vento insistente che rende l’esperienza a tratti irritante. Uno dei fattori decisamente positivo di queste circostanza climatiche è lo spopolamento dei soliti frequentatori del posto, lasciando spazio alla più pacifica quiete, i quali, d’altro canto, sono un ottimo indicatore di quanto possa essere vivibile. Stare qua per me è un vanto, ma non può essere un racconto tutto rose e fiori quando decidi di sdraiarti e una folata di sabbia ti aggredisce nel momento in cui stai per prendere sonno.
Ad ogni modo, oltre a questo disagio se ne innesca un altro, ovvero quello dell’acqua gelida, ma se amate le onde e fare windsurf, benvenuti nel vostro paradiso. Le condizioni della spiaggia a livello di pulizia sono impeccabili, come anche la disponibilità del personale presente al bar, poco distante dall’entrata, gestito dal “Centro di Polizia Balneare”, non fatevi ingannare dal primo in quanto riservato ai soci dell’associazione che lo possiedono perchè non sono tenuti a fornirvi un servizio. I prezzi non sono per nulla gonfiati, siamo in Sicilia, il caffè è inferiore a un euro, stando attorno ai 70 centesimi, per capirsi, benché sia una zona sulla quale lucrare senza scrupoli. Dopo esser stata sconfitta, sopraffatta da questa tempesta in miniatura, alle 7 di sera depongo le armi per tornare a casa e prepararmi nuovamente ad uscire in un ristorante appena fuori da Marina di Ragusa per cenare, ubicato nella strada statale che va verso Ragusa. Arrivata verso le nove, quindi con un cielo già scuro, ho avuto un po’ di difficoltà ad individuare il cartello dove uscire, poiché i lampioni nelle vicinanze non sono illuminati, probabilmente a causa di qualche guasto. Al di là della macchina, non credo ci siano altri modi per raggiungerlo e consiglio di fare attenzione perchè se vi azzardate ad esitare nella svolta, i guidatori presenti sulla carreggiata non vi lasceranno passare, come giusto che sia. Il parcheggio del ristorante scelto, ovvero “Stasera pago io”, è molto ampio come anche il locale stesso, molto arieggiato e colmo di gente, prettamente gruppi numerosissimi di famiglie e qualche coppia. Una cena davvero squisita a base di zuppa di cozze, servita da un personale molto gentile e disponibile.
Per completare la serata in bellezza in maniera tradizionale, sulle note di un qualcosa di vestale nell’essenza della vacanza italiana coi parenti, nel mio caso senza quest’ultimi, ma con amici, opto per la classica passeggiata sul lungomare del paese, che si presenta più lungo di quanto immaginassi, con bancarelle e un buon numero di locali che non avevo notato il giorno precedente. Camminare o vagabondare, a vostro piacimento in base al vostro stile di vita, è possibile in tutta sicurezza dato che le strade frequentate vengono chiuse con transenne, particolare non indifferente, specialmente se ripenso alle mie esperienze in riviera ligure dove ho effettuato slalom in mezzo alle persone che si riversavano sulla strada, fregandosene apparentemente del rischio di essere investiti brutalmente. Nel mio caso, non pernottando vicinissimo a questa zona, si può lasciare la vettura in un posteggio soprastante la piazzetta principale, anch’esso molto capiente, ma abbastanza in salita per effettuare manovre in tranquillità, e la parte più pianeggiante, per via della ressa è incredibilmente piena, e certe manovre, con poca illuminazione ve le sconsiglio vivamente con tutta me stessa.
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