Quinto giorno
La mattina dopo, ovvero la mattina del mio quinto giorno, dormii un poco più a lungo. Recuperai parte delle ore perse il giorno prima. Facemmo colazione tutti insieme, con una torta che ci aveva regalato il mitico e gentilissimo zio Fabio, la sera prima. Poi ci vestimmo e partimmo alla scoperta del comune di Antigua, situato a circa 40 minuti di macchina dal capoluogo dell’isola, dove visitammo varie spiagge. In primis, ci recammo alla “Playa El Muellito”, una piccola spiaggia caratterizzata da sabbia dorata molto fina ed onde leggere. Poi, ci spostammo alla “Playa del Pozo Negro”, leggermente più estesa della precedente, e caratterizzata da fortissimi venti che producono onde enormi.
Nel pomeriggio, visitammo la meravigliosa “Playa Blanca”, caratterizzata da sabbia fine e bianca e da acque calme e cristalline. Questa spiaggia è situata a “Puerto del Rosario”, a pochi minuti dal capoluogo dell'isola, ed offre, ai suoi bagnanti, tutti i comfort possibili ed immaginabili, oltre a numerosi ristoranti in cui è possibile assaggiare le specialità tipiche canarie, ed i tanti negozi in cui è possibile noleggiare le attrezzature per i vari sport-acquatici a disposizione. In questa cittadina, è possibile visitare anche la famosa “Casa-Museo di Miguel Unamuno”, dove questo importante personaggio della letteratura spagnola, rimase in esilio diversi anni. Il museo può essere visitato tutti i giorni, eccetto la domenica, sia di mattina che di pomeriggio, ma, personalmente, preferii non visitarlo, per poter avere il tempo di andare a visitare la “Montagna di Tindaya”, una montagna alta intorno ai 450 metri, circondata da piccole lagune, che fanno da dimora a tantissimi animali, intorno a cui si è sviluppato un importante centro religioso, pieno di misticismo. A mio avviso, si tratta di uno dei più bei luoghi naturali ed intimi dell’isola, quindi vi consiglio di andarci assolutamente!
Un altro centro religioso importante di Fuerteventura, è “Barranco de Rio Palmas”, nella zona chiamata “Betancuria”, in cui si erge la bellissima Chiesa conosciuta come “Ermita de Nuestra Señora de la Peña” uno degli edifici religiosi più antichi ed importanti dell'intera isola, risalente al 1700. Sempre a Betancuria, si trova un'altra famosa attrazione turistica, il “Mirador Morro Velosa", uno dei più popolari punti di osservazione dell’intera isola, in quanto offre la migliore vista sia del centro che del nord di Fuerteventura. Purtroppo, io non riuscii a visitare questo paesino di cui tutti i miei amici mi avevano parlato positivamente. Mi dispiacque molto, ma onestamente, credo di aver visitato fin troppe cose durante il mio breve soggiorno di una settimana. Ed il mio amico Michelangelo mi ringraziò, perché mi disse che tante cose non le aveva ancora viste e, probabilmente non lo avrebbe fatto, se non fossi andata a trovarlo io.
Tornati a casa, ci lavammo, ci vestimmo, ed andammo da zio Fabio, che mi consigliò di provare, come antipasto, un poco di “chorizo” canario, ovvero una salsiccia piena di paprika, dall’impasto morbido, prodotta con le parti più morbide del maiale, qualche fettina di “morcilla”, che sarebbe un altro insaccato, prodotto utilizzando il sangue del maiale, e qualche pezzo di “Queso Majorero di Fuerteventura D.O.P.”, un formaggio famoso in tutta Europa. Come portata principale, mi consigliò, invece, un piatto tipico della cucina canaria, la “cabra en salsa”, ovvero uno stufato di carne e verdura molto speziato e davvero tanto gustoso. Dopo aver mangiato tutte queste bontà, mi sentivo esplodere! Aiutai, come al solito, le ragazze, a portare i piatti a tavola e a sparecchiare, poi passammo per casa a cambiarci, ed andammo, prima al “Rock Island bar” a bere un bicchiere di sidro, con un sottofondo musicale celtico, poi al “Disco star”, a ballare un poco di musica latino americana (salsa, bachata, e kizumba), ed infine, al “Flick’s”, a fare karaoke fino alle tre e mezza di notte inoltrate. Andammo a dormire verso le cinque del mattino, completamente distrutti, sfiniti.
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