Meno 24 giorni alla partenza

Ciao a tutti!

In questo blog vi racconterò nei minimi dettagli la mia esperienza di viaggio alla ricerca dell'aurora boreale

Per chi non lo sapesse, l'aurora boreale è un fenomeno ottico che si manifesta nell'atmosfera, piuù precisamente nell'emisfero settentrionale della Terra (nell'emisfero meridionale, lo stesso fenomeno è chiamato "aurora australe"), caratterizzato da magnifiche bande luminose di un'incredibile varietà di colori e forme, che si muovono rapidamente. 

Il fenomeno è provocato dall'interazione di protoni ed elettroni di origine solare, che sono particelle ad alta energia, con gli atomi neutri dell'alta atmosfera terrestre, ovvero la ionosfera. Queste particelle fanno eccitare gli atomi dell'atmosfera, che, dopo un intervallo di tempo, si diseccitano e ritornano al loro stato iniziale, emettendo fotoni, ovvero meravigliosi fasci di luce di diverse lunghezze d'onda. 

I vari colori delle aurore dipendono da vari fattoti: in primis, dai tipi di gas presenti nell'atmosfera, in secundis, dal loro stato elettrico, ed infine, dall'energia presente nelle particelle che li colpiscono. L'ossigeno atomico sarebbe il gas responsabile del colore verde, mentre l'ossigeno molecolare provocherebbe il colore rosso, e l'azoto il colore blu. 

Per quanto riguarda le forme delle aurore, esse sono estremamente varie. Gli archi brillanti di luce iniziano oltre 100 chilometri sopra la superficie terrestre e si estendono verso l'alto, per altre centinaia di chilometri. Possono essere sia molto sottili, che molto spessi. E possono restare quasi immobili e poi, improvvisamente cominciare a muoversi e danzare velocemente. 

Inoltre, alcune volte, durante l'apparizione di un'aurora, è possibile udire dei suoni somiglianti a sibili. Sono suoni elettrofonici, ma la loro origine ancora non è del tutto chiara. Probabilmente, pare che siano dovuti alle perturbazioni del campo magnetico terrestre, causate dall'aumentata ionizzazione dell'atmosfera.

Purtroppo, per via della forma del campo magnetico della Terra, le aurore (polari) sono visibili soltanto in due ristrettissime fasce situate intorno ai due poli terrestri, chiamate "ovali aurorali". Tra le altre cose, solo le aurore prodotte dagli elettroni sono visibili ad occhio nudo, mentre quelle prodotte da protoni possono essere viste esclusivamente con l'utilizzo di attrezzature specifiche.  

Talvolta l'aurora è stata avvistata anche in zone più lontane dai poli, ad esempio in Scozia, in Irlanda, o molte città della penisola scandinava. Le aurore sono più intense e frequenti durante i periodi d'intensa attività solare, ovvero quando il campo magnetico interplanetario presenta notevoli cambiamenti d'intensità e direzione, aumentando così la possibilità dell'incontro con il campo magnetico terrestre.

Personalmente, ho fatto già due viaggi alla ricerca dell'aurora boreale, entrambi invano. Il primo tentativo risale al 2014. Era fine agosto, e mi recai, insieme a mio figlio Pietro ed alla mia migliore amica Sabrina, in Norvegia. Visitammo Oslo, Bergen, e tante altre località, grazie al famoso itinerario chiamato "Norwey in a nutshell", che comprende uno spostamento in traghetto, tra i fiordi, ed un viaggio sul fantastico ed antico treno panoramico, che attraversa meravigliosi paesaggi montani e collinari. Ci fermammo in Norvegia, in tutto, una settimana. Fu una bellissima esperienza ed un viaggio meraviglioso, ma non vedemmo la minima traccia di un'aurora boreale.

Il secondo tentativo, invece, risale al 2016. Era metà febbraio ed organizzai il viaggio in occasione del quarto compleanno di mio figlio, per fargli spegnere le candeline a Rovaniemi, insieme al "vero" Babbo Natale, con la speranza di riuscire a regalargli anche l'emozione di assistere allo spettacolo dell'aurora boreale. Fu un'esperienza fantastica. Studiai un itinerario low-cost nei minimi dettagli. Partimmo con un volo della Ryanair pagato soltanto 9 euro, dall'aeroporto di Roma Ciampino, verso Varsavia, dove ci fermammo un paio di giorni, prima di ripartire per Stoccolma, sempre con un volo della Rayanair pagato sempre 9 euro. Anche qui ci trattenemmo due o tre giorni e poi prendemmo un traghetto per Turku, che ci costò soltanto 14 euro. Da Turku, prendemmo subito un treno notturno che ci costò all'incirca 70 euro, per Rovaniemi, facendo una breve tappa di circa un paio d'ore a Tampere. Sapendo che in Lapponia è possibile assistere al fenomeno dell'aurora boreale anche duecento volte in un anno, mentre nel resto della Finlandia, il numero di aurore boreali visibili in un anno difficilmente arriva a 20, decisi di trattenermi quasi una settimana nella città di Babbo Natale, prima di proseguire il mio viaggio per Kemi, Kalajoki, e, per finire in bellezza, Helsinki, la bellissima capitale finlandese.

Meno 24 giorni alla partenza

Meno 24 giorni alla partenza

Meno 24 giorni alla partenza

Meno 24 giorni alla partenza

Meno 24 giorni alla partenza

Il nostro viaggio avventuroso e super-emozionante durò ben 20 giorni, ma purtroppo, anche questa volta, non vedemmo la minima traccia di un'aurora boreale.

Il mio terzo tentativo spero che sarà quello fortunato, anche perchè questa volta ho deciso di spingermi ancora più oltre, per avere maggiori probabilità di riuscire nell'ardua impresa di assistere finalmente ad un'aurora boreale. Andrò in Islanda!!! Mancano esattamente 24 giorni alla partenza! Ed anche questa volta, il mio compagno di viaggio sarà mio figlio Pietro! 

Vi descrivo l'itinerario. La partenza è prevista per il 23 novembre dall'aeroporto di Milano. La prima tappa prevede una permanenza di quattro giorni a Riga, la capitale della Lettonia. Questo volo mi è costato 22 euro a testa, con la famosissima compagnia low-cost Ryanair. La seconda tappa prevede una permanenza di nove giorni a Reykjavik, la capitale dell'Islanda. Questo volo mi è costato soltanto 17 euro a testa, con la nuova compagnia low-cost Wizzair. La terza ed ultima tappa del nostro itinerario, prevede una permanenza di tre giorni a Budapest, la capitale dell'Ungheria. Questo volo è stato il più caro e mi è costato 49 euro a testa, sempre con la compagnia Wizzair. Per il rientro in Italia, invece, ho acquistato un altro volo della Ryanair, per l'aeroporto di Roma Ciampino, a soli 20 euro a testa. Praticamente, per tutti gli spostamenti, ho speso soltanto 216 euro per me e mio figlio, che, infelicemente, paga quanto un adulto. 

Ammetto che prenotare questi voli non è stato così facile. Si tratta di un viaggio abbastanza lungo, da affrontare da sola con un bambino di cinque anni e mezzo, attraversando tre nazioni, prendendo quattro aerei, svariati treni ed autobus, cambiando tre valute monetarie, tre lingue diverse, conoscendo centinaia di persone, e soprattutto, affrontando temperature gelide, costantemente sotto lo zero! Inoltre, se Riga e Budapest sono città piuttosto economiche, l'Islanda è carissima! E molto probabilmente sarò costretta a noleggiare un'automobile, o meglio, un fuori strada con le gomme termiche, perchè a quanto pare in Islanda non esiste una rete ferroviaria ed i collegamenti in autobus tra le varie città sono bloccati a causa della neve, durante l'inverno. Anche questa cosa, ammetto che mi preoccupa un pochino. Non mi piace molto guidare su strade che non conosco, specialmente se sono ghiacciate o innevate. Guido bene la macchina, ma ho paura di non saperla guidare in queste circostanze, alle quali non sono abituata. Se non avessi avuto un figlio, non mi sarei fatta tutti questi problemi, a quest'ora. Ma quando si è genitori, si diventa molto più responsabili. Anzi, forse c'è qualcuno che comunque non mi ritiene abbastanza responsabile, proprio per aver deciso di affrontare questo lungo viaggio da sola con un bambino piccolo.

In ogni caso, mio figlio è abituato a viaggiare sin da piccolo. Ha preso il suo primo aereo a soli due mesi, con un biglietto di sola andata per il Portogallo.Alla tenera età di nove mesi, siamo stati una settimana a Londra ed una a Praga. Quando aveva quattordici mesi, l’ho portato una settimana ad Hurgada, in Egitto. Quando aveva due anni siamo andati in crociera ed abbiamo visitato Roma, Palma di Maiorca, Marsiglia e Savona. Siamo poi partiti per una seconda crociera, quando aveva poco meno di tre anni, visitando Bari, Corfù, Mykonos, Santorini, Dubrovnik e Trieste. Nell’Agosto del 2015, quando aveva tre anni e mezzo, siamo partiti di nuovo per il Portogallo, in quanto ero risultata vincitrice di una borsa Erasmus!!! Questa volta era inizialmente prevista una permanenza di cinque mesi, ma ho successivamente chiesto ed ottenuto un prolungamento di altri cinque mesi, proprio perchè mio figlio si era trovato bene e stava imparando rapidamente la lingua, senza nessuna difficoltà. Ad aprile del 2017, abbiamo intrapreso anche un'altra esperienza Erasmus (questa volta un Erasmus traineeship, di soli due mesi) a Valencia. Inoltre, insieme abbiamo visitato anche Parigi e Bucarest, oltre a numerose città italiane.

Tutto questo, per dirvi che mio figlio è  molto abituato a viaggiare, ma non solo! A lui piace viaggiare! Gli piace conoscere persone nuove, infatti fa amicizia con tutti, e dà anche il mio nome e cognome alla gente per farmi aggiungere su Facebook. Fa amicizia con tutti, grandi e piccoli, dappertutto, sui treni, sugli aerei, nelle stazioni, nei ristoranti, nei bar, per la strada, ovunque! Poi, quando viaggiamo, siamo soli, io e lui, senza l'impegno stressante del lavoro, e quindi abbiamo tutto il tempo per giocare e divertirci, senza pensieri. Ovunque andiamo, cerchiamo un parco giochi in qualche parco, o un vero e proprio parco divertimenti. Siamo stati anche a "Disneyland Paris" a Parigi, al "TusenFryd", ad Oslo, a "Divertiland" a Bucarest, al "Dinopark" a Ransov, ed al "Rainbow Magic Land", a Roma.

Credo che sia importante trasmettere la passione di viaggiare ai propri figli, e soprattutto insegnargli nuove lingue. Mio figlio, grazie a queste esperienze, ha imparato già a parlare benissimo sia il portoghese, che lo spagnolo, quasi con la perfezione di un parlante nativo, acquisendo anche la capacità di inferire forme, regole e strutture linguistiche. Inoltre, grazie alle lezioni a scuola e a qualche video su youtube, parla anche un poco di inglese.

Il bilinguismo infantile è piuttosto diverso dall’apprendimento di una lingua quando si è grandi, in quanto, quando si è bambini, processo è necessariamente spontaneo ed ha luogo solo nel momento in cui il bambino ha modo di sentire frequentemente le due lingue ed abbastanza motivazione per utilizzarle entrambe. Il bilinguismo infantile apporta numerosi effetti positivi, sia in ambiti linguistici che in ambiti non linguistici. Inoltre, pare che alcuni dei vantaggi cognitivi apportati dal bilinguismo infantile vengano mantenuti nella vecchiaia, ritardandone i sintomi, e proteggendo gli anziani bilingui dal declino di parecchie delle loro funzioni cognitive.

Secondo me, quindi, non ha nessun senso aspettare che la lingua materna si stabilizzi, prima di introdurre una seconda lingua, come credono molti genitori, in quanto questo priverebbe il bambino dell’input in quella lingua proprio nel periodo in cui il suo cervello è più ricettivo: il cervello, infatti, è perfettamente in grado di gestire due o più lingue simultaneamente sin dalla nascita, anzi, è stato dimostrato che è proprio nei primi anni di vita che ha la sua massima ricettività nei confronti del linguaggio. I bambini, infatti, imparano qualsiasi lingua, senza sforzi, proprio come imparano a camminare!!!

Detto ciò, vi suggerisco di far avvicinare i vostri figli ad una seconda lingua, quanto prima possibile, e faccio un grande in bocca al lupo alle eventuali madri che stanno leggendo il post e che, come me, decideranno di fare dei viaggi o addirittura un'esperienza Erasmus, da sole, insieme al proprio figlio o alla propria figlia!


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