In partenza

Pubblicato da flag- Luca Marchetti — 5 anni fa

Blog: L'eterno ritorno
Tags: Generale

E' indubbio che lo status di "partente", cioè di persona pronta a partire, desta in noi un qualche cosa di remoto, di eccitante. Una sensazione che ci sveglia e ci fa sentire un po' più vivi anche sotto questo cielo così uggioso e così poco invitante. Così, per carpirla meglio, scrivo.

Partenza, termine così profondo, così ampio, che risulta così ruvido per coloro che partono per necessità, e così dolce per coloro che hanno scelto di andare per diletto, per scoprire, per conoscere. Ed io in mezzo, tra la necessità e la voglia, tra il rimpianto e la speranza. 

La partenza implica innanzitutto un abbandono, e mi risulta così difficile abbandonare, pur se per un breve periodo, Pisa. Città che vivi soprattutto poichè in moto, mai ti fermi, mai sei doma.  Non ti ammiri mai in uno specchio immobile, perchè non c'è tempo, corri, ti rinnovi, con tutta quelle persone che passano nel fiore degli anni. Doni amore, spazi belli per amarsi, tramonti così lontani e così vicini, notti che non finiscono mai, giorni così luminosi in quelle prime giornate di primavera, dove sdraiarsi a leggere al duomo o al giardino Scotto diventa essenziale e così riempitivo. Città mia, che possiedi le mie radici, che mi hai insegnato ad avere il mondo davanti agli occhi e non soltanto in cuore*, ti prometto che non è una fuga, la mia; ti prometto che ricercherò sempre le cose che mi hai insegnato. 

Mi attendono a Beja, cittadina ridente e calda dell'Alentejo. Al politecnico di Beja, come tirocinante, sarò inserito in due progetti di ricerca, uno riguardante il melograno, l'altro l'efficienza dell'uso irriguo. Mi sono appena laureato in Scienze Agrarie, e parto in primis perchè devo staccare, in secundis perchè voglio peregrinare. Primo motivo del viaggio quindi la sua necessità, poiché lo stare qui mi avrebbe consegnato un po' di paure e di noie, incertezze e giornate vuote. Stacco la spina, vado a pensare, e faccio morire una storia sul nascere, senza dare il tempo a troppe domande di venire fuori, di emergere e di far male.

Tuttavia, in mezzo a questo mare di pensieri bui, vi è l'isola di un ignoto che galleggia,  un faro che mi guida verso mete sconosciute, ma già illuminate e illuminanti. Vi sarà la gioia della vita che non dà niente per scontato, dei nuovi incontri, dei nuovi posti da conoscere, di ulteriori sfide e prove. Spero di essere in grado di coglierli, questi momenti belli, di farli miei e su questi arrampicarmi per guardare da un po' più in alto. 

Caro lettore, io scriverò, perchè sono in costante ricerca e in costante crescita. 

*P.P. Pasolini: Il pianto della scavatrice


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