Expo Universale Milano 2015
Essendo nato e cresciuto a Milano, molte volte non apprezzo quello che la città può offrirmi. Il più delle volte mi abituo alle cose e mi dimentico che esistono. Però è anche vero che io ho il radar e riesco sempre a non esser in città proprio quando magari c'è qualche evento figo o spettacolare che può spingere milioni di turisti a venire e visitare la città. A cosa mi sto riferendo? Ad Expo.
Sì, perché l'esposizione universale ha fatto tappa a Milano da Maggio 2015 fino a Ottobre 2015. Fortunatamente sono tornato in Italia a Luglio, e quindi ho potuto visitare l'Expo un paio di sere giusto per avere un'idea di quello che tutte le persone erano riuscite a vedere prima di me. Andarci ad Agosto per me è stato un vantaggio, perché anche se per me tutto quel flusso di gente era allucinante, i miei amici che ci sono stati prima mi hanno confermato che quando ci sono stati loro era anche peggio. Peggio di così? Sì, perché io mi lamentavo per la coda di due ore al padiglione del Giappone, ma quando ci sono stati loro mi han detto di aver trovato un'attesa di sei ore.
Adesso spiegatemi: chi è la persona spende trentanove euro per un biglietto giornaliero e si mette sei ore in coda per un padiglione solo? Non io. Io infatti sono andato la sera, perché punto primo non c'era il sole di mezzogiorno a picchiarmi sulla testa, e punto secondo perché costava soltanto cinque euro. E' vero che molti padiglioni chiudevano alle otto di sera, ma io entravo alle sei e mi mettevo subito in coda per quelli che chiudevano presto per passare poi agli altri più piccolini ed infine allo spettacolo dell'Albero della Vita.
Ma partiamo per gradi: il sito dell’Esposizione Universale fu concepito con uno sguardo rivolto al passato, ossia alla storica tradizione romana e la tipica pianta di una città del tempo di Giulio Cesare: due lunghi e immensi viali perfettamente perpendicolari fra di loro, uno maggiore detto il Decumano, e uno minore detto il Cardo; alla loro intersezione nasceva la piazza principale della città: l’Agorà.
Passati quindi i tornelli dell’Expo ci si trovava immersi in questa rievocazione della nostra cultura con anche elementi di modernità. Infatti lungo tutto questo interminabile viale, il decumano, si affacciavano i diversi padiglioni dei paesi partecipanti che a loro volta hanno cercato di riprodurre, nei limiti degli spazi, una piccola parte del loro Stato. Allora, passeggiando tranquillamente fra la folla di curiosi, si poteva scorgere l’imponente riproduzione di una dimora qatarioca piuttosto che le maestose dune degli Emirati Arabi Uniti.
Cosa mi piace?
Uno degli aspetti che mi piace maggiormente delle Esposizioni Universali ed Internazionali è la loro capacità di creare un clima sereno e pacifico in tutto il sito, fra tutti i partecipanti: il sito univa tutto quello che ci poteva esser di più bello di ogni Stato, senza considerare i loro rapporti interni, che potevano magari esser frastagliati.
Di padiglioni ne ho visti pochi, ho visto quello dell'America che non potevo proprio perdermi per ovvie ragioni (ho anche scattato una foto al suo ingresso sventolando la bandiera Americana), ho visto poi quello dell'Ecuador dove ti facevano odorare il caffé e il cioccolato ma non lo potevi mangiare e quindi niente, che delusione. Del padiglione del Brasile non mi sono interessato visto che si trattava soltanto di saltare da un parte all'altra, quello del Nepal invece mi è piaciuto molto così come quello della Colombia e della Malaysia.
E poi ho visto quelli Italiani, che sorgevano lungo il Cardo. Si potevano assaporare i tipici cannoli siciliani con un aroma nell’aria di un risotto allo zafferano milanese sprigionato a pochi passi di distanza.
The Tree of Life.
Proseguendo la nostra camminata attraverso il Cardo, non si poteva non rimanere estasiati dalla struttura che si ergeva al termine di esso: l’Albero della Vita.
Esso spiccava verso il cielo al centro del Lake Arena, un immenso lago artificiale a pianta circolare.
Anche questa struttura affonda le proprie radici (anche nel vero senso del termine) nella tradizione italiana. Infatti la caratteristica forma è il risultato di una specie di estrusione verticale del disegno presente sul pavimento di piazza Campidoglio a Roma progettato da Michelangelo.
E quando il Sole era ormai oltre l’orizzonte e la Luna brillava col suo seguito di stelle nel cielo, l’Albero prendeva Vita in tutto e per tutto. Attraverso un compendio tra giochi di luce, laser, led che vestivano e svestivano continuamente l’Albero; gli archi dei violini e i legni del flauti della traccia musicale unito infine alla danza dei getti d’acqua multicolore con i fuochi d’artificio e la cascata di scintille, lo Show dell’Albero della Vita riusciva a trasmettere in quei dodici minuti una montagna russa di emozioni, sentimenti e gioie.
Un Bagno in Turchia.
La prima volta che ci sono stato ero in compagnia della mia migliore amica, che essendoci già stata ed avendo anche fatto la volontaria, sapeva cosa valeva la pena vedere e cosa no. Inoltre ci siamo portati anche del cibo da casa perché i prezzi per un panino erano esagerati. La seconda volta invece sono tornato con un mio amico tedesco che si trovava a Milano ed era a conoscenza dell'Expo. Dopo che mi ha detto che il centro della città è più pulito di quello di Berlino, l'ho portato a Rho e siamo entrati nell'Esposizione Universale. Ho cercato di fargli vedere i padiglioni più carini ma ho anche cercato di vederne di nuovi. Poi sono finito dentro una fontanella del padiglione della Turchia, ho fatto una bella figura di merda.
Diciamo che hanno cercato di rovinare una delle cose belle che Milano abbia fatto, quando, dopo la sua innaugurazione, delle persone si sono messe a spaccare le vetrine dei negozi e ad incendiare auto parcheggiate nel centro. Fortunatamente poi l'Expo non è stato proprio un fallimento, anche se i due triangoli che avevano installato in Piazza Castello per vendere biglietti erano orribili, ed infatti poi finalmente sono state rimosse, così come sono state rimosse anche le bandiere in Via Dante, di cui invece mi dispiace perché davano un tocco di internazionalità (se esiste come parola) e di colore.
Il progetto attualmente in corso per riqualificare l'area expo sarebbe quello di trasferire li i dipartimenti scientifici della statale di Milano. Nel progetto rientrano residenze per gli studenti, nonchè impianti sportivi come campi da calcio e piscine, biblioteche e aree verdi. Ad oggi non penso ci siano informazioni concrete e non è ancora cominciata la costruzione di nessuna delle cose menzionate, quindi staremo a vedere con l'avanzare del tempo, quello che succederà.
- Cristian
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