Dieci Giorni Negli UK.

Pubblicato da flag-it Cristian Fabi — 7 anni fa

Blog: L'Erasmus di Cris
Tags: Generale

Questa è la decima mattina che mi sveglio, mi guardo intorno e realizzo di non essere più a Milano. Sono a Worcester, praticamente il capoluogo del Wostershire, definito il cuore del Regno Unito dallo staff della mia Università perché si trova in una posizione abbastanza strategica del paese, dato che è collegata bene con qualsiasi altra grande città degli UK. La chiamano così anche perché dicono che c’è più sole rispetto ad altre regioni del piovoso Paese che è il Regno Unito. Non avendo mai vissuto altrove non posso assicurarvi che questo sia vero, però vi posso garantire che il tempo è stato migliore di quello che mi aspettavo, la pioggia non panca ma dura pochissimo e non è pesante, ma anzi molto leggera. Speriamo continui così per almeno qualche settimana ancora. I primi giorni è stato variabile, non capivo proprio come vestirmi. Mi vestivo pesante perché pioveva ma la verità è che faceva caldo e quindi finivo con il sudare. Abbiamo avuto una sessione sportiva e, siccome ero convinto che il tempo potesse cambiare da un momento all’altro oppure che la temperatura potesse abbassarsi notevolmente durante il corso del pomeriggio, ho indossato la tuta lunga. Il risultato è stato un tempo perfetto e io che morivo di caldo mentre correvo dietro la palla. 

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Cheers guys!

Ci sono molte cose su cui vale la pena riflettere. Vi ricordate quando vi dicevo che in America tutti, e dico tutti, ti salutano con un Whats’ Up? anche se non vogliono nemmeno sentire la risposta? E’ una di quelle frasi fatte, tanto per dire, che equivale ad un ciao. Ecco, in Inghilterra la frase tipica per salutare qualcuno è Cheers. Non lo sapevo e all’inizio mi faceva sorridere questa cosa perché non stiamo facendo un brindisi ma ci stiamo congedando, e apparentemente qui si fa con un Cheers.

Cambiamo topic e parliamo ora dell’accento. Io lo amo, voi non potete capire. In passato non potevo sopportarlo, mi irritava, non potevo capirlo. Ma siccome è molto diverso dal tipo di inglese a cui sono abituato, mi affascina molto e voglio imparare ad esser in grado di parlare in inglese britannico (mantenendo comunque il mio mitico accento americano). Gli inglesi comunque li definirei particolari, l'approccio è diverso da quello con cui mi sono scontrato in America. Nel senso che negli Stati Uniti quando mi presentavo alle persone e dicevo che ero Italiano, loro sprigionavano un’interesse enorme al primo colpo, senza poi interessarsi più di tanto con il tempo. Mentre in Inghilterra non ho ancora trovato nessuno che si è interessato talmente tanto, anzi addirittura alcuni inglesi che ho conosciuto sono stati a Milano ma me lo hanno detto soltanto dopo qualche giorno che li ho conosciuti. Per carità, non voglio farne di tutta l’erba un fascio, probabilmente con il tempo incontrerò qualcuno che si interessa però boh è stata proprio particolare come introduzione, e molto differente da quella di tre anni fa. 

Britannici VS Internazionali.

Non ho ancora cominciato le vere e proprie lezioni e non ho ancora cominciato le classi di dance, quindi sono sicuro che incontrerò altre persone inglesi e che magari qualcuno diventerà un amico con cui sarà possibile scambiare qualche conversazione anche al di fuori delle quattro mura universitarie. Nel mio appartamento, praticamente tutto il palazzo in verità, siamo tutti studenti internazionali. E’ bellissimo non fraintendetemi, però vorrei veramente trovare anche qualche inglese con cui instaurare un rapporto di amicizia e poter tornare poi in un futuro per far visita. 

Il fatto di esser qui per così poco tempo mi manda in crisi. Non capisco veramente come facciano tutte quelle persone che decidono in andare all’estero un semestre. Un anno non è troppo, ma è la giusta quantità. Io adesso oltre a dover studiare ed uscire con i miei amici, che sono le cose che sto facendo, vorrei anche fare un lavoretto, magari volontariato, esser coinvolto anche in città, viaggiare ecc… ma ho letteralmente meno di tre mesi adesso per fare tutto ciò e i weekends si contano sulle dita di due mani. 

Non-Stop.

Comunque, tirando le somme di questi dieci giorni in Inghilterra, posso dirvi una cosa: ho fatto proprio la scelta giusta a venire qui. Ho cominciato a fare sport perché mi sento motivato, ho conosciuto persone a cui piace farlo insieme e non mi annoia la cosa. E’ un modo per poter socializzare mentre si fa qualcosa di buono per noi stessi. Le classi, spero, saranno proprio quello che ho sempre voluto fare ma che non ho mai fatto, andrò a fare dance che comunque l’ho provato in passato e mi era piaciuto, sto vivendo in un dorm universitario per la prima volta e mi sto divertendo veramente tanto. Anche se mi sveglio con le occhiaie e vorrei prendermi a pugni in faccia perché ho sonno e non avrei dovuto far tardi la sera prima, mi alzo comunque la mattina che devo cambiarmi, fare colazione, uscire con gli amici, far la spesa, correre, tornare a casa a farmi la doccia, mangiare, scrivere, andare ai social events, uscire per una birra… insomma non ci si ferma mai, e se devo esser sincero, non lo voglio tirare il freno a mano ma lasciare che tutto quello che deve succedere succeda.

- Cristian


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