Confronto fra la vita dell'Erasmus Mundus e quella del programma Ciências sem Fronteiras

Aaaah... che belli i tempi del programma Ciências sem Fronteiras (CsF, lettaralmente "Scienza senza confini")! È stato un anno ricco di nuove esperienze (amicizie, conoscenze, lingue, luoghi, ecc. ). Solo chi l'ha fatto può capire di cosa sto parlando!

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(CsF a Vigo)

E per quanto avessi nostalgia di casa, è stato difficile tornare. Tornare alla dura realtà. Ma no, non sono entrata nella "depressione post Csf" (insomma, è durata solo un paio di settimane... ho cercato di affrontare il ritorno come una possibilità per ritrovare l'affetto della mia famiglia e delle vecchie amicizie).

In realtà, a quasi un anno di distanza dal mio ritorno, mi ero già completamente riabituata alla mia città (Fortaleza, nello stato di Ceará). Per questo, quando ho scoperto di essere stata scelta per l'Erasmus sono stata quasi colta da una leggera tristezza. Esseri umani, ma chi ci capisce? Ancora una volta avrei lasciato tutto dietro di me e mi sarei diretta verso l'ignoto (insomma, questa volta neanche tanto). Ma era diverso: stavo partendo per fare il master.

Nonostante la pessima fama di molti CsF, io ho preso sul serio il mio scambio. Ho superato tutti gli esami e ho fatto uno stage molto interessante che mi è servito per la tesi.

Ero quindi piuttosto preoccupata per continuare seriamente la mia vita accademica. Quel master era davvero una buona idea? Ne valeva davvero la pena? E poi, cosa sarebbe stato di me? Perché se fossi tornata in Brasile, sarebbe stato difficile farmi convalidare il titolo (se avessi dovuto usarlo per un concorso pubblico). Allo stesso tempo, i bei ricordi del mio periodo passato in scambio mi hanno convinta ad andare avanti. Avevo un'idea romanzata del mio CsF... volevo riprovare quelle emozioni.

Un anno dopo posso affermare: non so ancora se sia stata una buona idea! Ma non me ne pento! Ho imparato che non possiamo controllare il nostro stesso futuro. Il mondo non si ferma ad aspettare. Carpe diem.

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(Non abbiamo bisogno di ali per volare... )

Il meglio che io possa fare è cogliere l'occasione per migliorare le mie conoscenze e saziare la mia curiosità di conoscere questo pianeta. Se raggiungo questi obiettivi chi può dire che non ne sia valsa la pena?!

Ma tornando al tema del mio post, voglio raccontarvi la mia esperienza in scambio Erasmus Mundus post-CsF.

Attenzione! Questo post racconta il mio punto di vista, forse non corrisponde alla vostra esperienza come CsF.

All'epoca del mio CsF, eravamo circa 100 Brasiliani ad andare a studiare a Vigo, in Spagna. Durante l'Erasmus Mundus io ero l'unica Brasiliana (o meglio, l'unica rappresentante del continente americano della mia classe). E sì, questa è stata una grande differenza. Questa volta ero da sola. Durante il mio primo anno di Erasmus ho avuto raramente a che fare con altri Brasiliani, cosa che non è positiva, ma neanche negativa, semplicemente è diversa.

Di conseguenza ho dovuto (devo) cercarmi degli amici "gringos" (stranieri). Secondo me è un'ottima cosa! Però dovete tenere presente che... di solito in un'amicizia i "gringos" sono piuttosto riservati all'inizio. Ricordo che le amicizie fra i Brasiliani del CsF nascevano quasi a prima vista!

Ah! A volte ho anche sentito nostalgia di parlare la mia lingua (il portoghese del Portogallo non è la stessa cosa). Se sono per strada e sento dei Brasiliani che parlano, a volte mi avvicino per ascoltare meglio (ahah potete chiamarmi pazza, lo so). Ma adesso che vivo in Finlandia faccio la stessa cosa anche con gli Spagnoli e gli Italiani.

Di solito, nelle classi dell'Erasmus Mundus c'è gente che arriva da tutte le parti del mondo. La mia è composta da: Brasiliani (io! ), Spagnoli, Italiani, Olandesi, Russi, Serbi, Turchi, Indiani, Bengalesi, Indonesiani, Srilankesi, Siriani, Eritrei e Etiopi.

Confronto fra la vita dell'Erasmus Mundus e quella del programma Ciências sem Fronteiras

(La mia classe: 2^ edizione del master in Progettazione dello Spazio Marittimo)

In un gruppo così multiculturale ovviamente esistono diversi modi di pensare e di agire. Oltre a questo, nella mia classe ci sono persone che hanno fatto studi diversi (scienze umane, scienze esatte e scienze naturali). È interessante, ma è una bella sfida. Lavoro di gruppo quindi! Immaginatevi eheh

Un'altra differenza è dover fare qualsiasi cosa in inglese. Se fate il vostro CsF in un Paese anglofono, complimenti! Il mio era in spagnolo (complimenti se anche il vostro era in spagnolo! ). Non dico che in spagnolo sia stato più facile, perché così non è stato! Io me la cavo ancora bene per aver studiato inglese solo fino a un livello intermedio, maaa la cosa cambia quando bisogna fare e presentare dei lavori in inglese. Sicuramente è più difficile!

Fortunatamente sono sopravvissuta e ho imparato molto. Non sono mai stata bocciata. Ma mi sento svantaggiata rispetto a chi parla in modo fluente (come un madrelingua) l'inglese, soprattutto quando bisogna discutere/argomentare un tema tecnico (in quei momenti mi faccio prendere dall'ansia di non riuscire a esprimermi bene).

Al di fuori dell'aula, forse la vita in scambio Erasmus non è molto diversa da quella di chi è in scambio CsF. Tutto dipende dal vostro stile di vita.

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(Un po' di pubblicità per concludere ahahah)

A presto!


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