Cinque Terre

Pubblicato da flag-it Irene Melani — 6 anni fa

Blog: Cinque Terre
Tags: Generale

Nel post precedente ho parlato dell’atmosfera quasi magica che ho avvertito le prime volte che sono capitata sulle coste liguri (Lerici e Porto Venere). Ebbene, questa atmosfera l’ho percepita ancora di più negli scorci e nei paesaggi delle Cinque Terre, una meta che io e un mio amico abbiamo deciso di percorrere tappa per tappa in diversi periodi dell'anno. Ovviamente è la stagione estiva quella più gettonata, ma secondo me di inverno il mare (soprattutto quello ligure) ha un fascino incredibile e a tratti malinconico.

Procederò a parlare delle Cinque Terre partendo da Riomaggiore, cioè il comune più a sud e quindi più vicino per me che arrivo dalla Toscana. Riomaggiore, come gli altri quattro paesi, si trova stretto tra la costa e una catena ripida di montagne che si stacca dall’Appennino. Il borgo stesso è formato da strade in pendenza che conducono verso il mare ed è circondato da terrazzamenti su cui vengono coltivate le viti.

Non è facile trovare parcheggio dato che molti posti sono riservati ai residenti. Entrambe le volte che siamo stati a Riomaggiore abbiamo infatti parcheggiato a circa quindici minuti di distanza dal centro per poi farci qualche rampa di scale in discesa in mezzo alle case popolari. 

Appena giunti in paese la prima volta ci siamo soffermati soprattutto sulla via principale (piena di bar e ristoranti) e sul porticciolo dove io e il mio amico ci siamo fatti fuori rispettivamente una vaschetta di patatine e una di fritto misto, il tutto ammirando il tramonto estivo. 

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Volevamo anche visitare il castello, ma purtroppo quel giorno avevamo poco tempo a disposizione e una salita notevole per tornare alla macchina.

In alternativa all'auto, il tratto delle Cinque Terre è coperto da una ferrovia davvero carina: in molti punti dà direttamente sul mare ed è uno spettacolo, soprattutto quando si esce da una galleria buia e dal finestrino ci appare la sua grande distesa di acqua. Le corse partono sia da La Spezia che da Genova. 

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Per arrivare a Manarola, il giorno dell'accensione del presepe luminoso, io e il mio amico abbiamo preso il regionale percorrendo la tratta Riomaggiore-Manarola. Quando ci sono questi eventi è abbastanza saggio spostarsi in treno, pur tenendo conto che le stazioni sono super affollate e bisogna quindi armarsi di santa pazienza e aspettare che l’affluenza diminuisca un po’. 

Anche Manarola presenta case torri colorate molto simili a quelle di Riomaggiore e per la verità molto caratteristiche di tutte le Cinque Terre. Il borgo si inerpica sulle rocce ed è forse (insieme a Vernazza) quello più bello e pittoresco. 

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Ho passato quasi un’ora su un affaccio ad osservare i colori del cielo e del mare di inverno, in attesa dell'accensione che sarebbe avvenuta al calar del sole.

Il presepe di cui parlo è il più grande al mondo e viene realizzato sul promontorio circostante con qualcosa come 8 km di cavi elettrici e più di 300 figure a grandezza naturale che rappresentano, appunto, i vari personaggi. È molto suggestivo e, volendo, è possibile guardarlo più da vicino percorrendo un sentiero che sale su per la montagna (è consigliabile però usare la torcia del telefonino perché in certi punti al buio non si riesce proprio a vedere dove si mettono i piedi). Il presepe viene acceso ogni notte a partire dall’8 dicembre fino a circa il 31 gennaio e in questo periodo dell'anno Manarola è - giustamente - presa d’assalto dai turisti. 

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Continuando a salire verso nord incontriamo Corniglia, di cui purtroppo non posso dire molto perché è l’unico paese delle Cinque Terre che non ho visitato. Credo sia appena un po’ diverso rispetto agli altri, dato che non dà direttamente sul mare.

Per quanto riguarda Vernazza invece, ci sono capitata sia in primavera che in estate ed è tra le mie mete preferite. Somiglia abbastanza alle sottostanti Riomaggiore e Manarola con le case alte e colorate, l’affaccio sul mare e le stradine che si inerpicano verso la parte alta del borgo. Qui tra le cose interessanti, oltre ai palazzi e alle stradine caratteristiche, si può visitare il castello Doria, risalente all’anno 1000. 

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La seconda volta che sono stata a Vernazza anziché andare a zonzo per il paese, ho deciso di percorrere il Sentiero Azzurro che collega Riomaggiore a Monterosso e che nella tratta Riomaggiore-Manarola (la cosiddetta via dell’Amore) è momentaneamente chiuso. Da dovunque si parta, il sentiero è a pagamento e costa qualcosa come 7,50 euro.

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Ovviamente io e il mio amico abbiamo scelto di fare il percorso più accidentato e lungo (Vernazza-Monterosso), anche se non per questo meno “trafficato”. La tratta è di circa due ore e presenta vari dislivelli. Nonostante la giornata non fosse delle migliori, la vista a strapiombo sul mare conservava ancora tutto il suo fascino. 

Una volta giunti a Monterosso ci siamo fermati a mangiare un panino su uno scoglio con il rischio di prenderci un'ondata da un momento all’altro, dato che il mare era parecchio agitato. Di lì a poco ha infatti iniziato a piovigginare, così dopo aver girellato un po’ per il centro, abbiamo proseguito lungo la costa e ci siamo andati a riparare in una foresta di pini che dava su una spiaggia sassosa.  

Ammetto che quel che sono riuscita a vedere di Monterosso non mi ha entusiasmata come gli altri paesi che ho visitato. Il posto per certi versi è un po' meno caratteristico e mi sembra molto più "a misura di turista": ci sono case, hotel, bar e spiagge più ampie rispetto agli altri tratti di costa. 

Appena ha smesso di piovere, abbiamo pensato bene di salire fino all’eremo di Sant’Antonio del Mesco, il quale si trova sul monte Mesco che chiude il golfo davanti a Monterosso. La strada è abbastanza ripida e dopo un'ora abbondante di cammino, la fatica cominciava a farsi sentire. Una volta giunti a destinazione questa costruzione gotica, insieme alla vista spettacolare sul mare, ci apparivano quasi come un miraggio. 

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Una volta tornati al paese ci siamo concessi un bicchiere di vino bianco (il “Perciò” delle Cinque Terre) e visto che era uscito un po’ di sole, siamo andati a stenderci sulla spiaggia più vicina in attesa del treno di ritorno. 

Insomma, posso dire di essermi vissuta le Cinque Terre quanto basta per collocarle tra i luoghi che più preferisco: di estate come di inverno, col sole come con la pioggia. 


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