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il mio tirocinio in erasmus

Pubblicato da flag-it Pamela Legari — 7 anni fa

0 Tags: flag-es Esperienze Erasmus Vitoria, Vitoria, Spagna


¡¡¡Buenos dias!!!
Ormai è passato più di un mese dal mio rientro in Italia ma la mia mente è ancora a Vitoria.

Sono partita il 5 marzo,le preoccupazioni e le incertezze erano tante.
Una nuova città;una nuova lingua;un nuovo tirocinio;nuove persone.
Paure del tutto normali per chi sta per iniziare una nuova esperienza fuori dai propri muri di casa,dove ti ritrovi ad essere protagonista.
Il mio primo passo è stato quello di trovare un posto dove dormire.Attraverso dei gruppi sui social network sono riuscita a trovare una casa nella zona universitaria della città,nelle vicinanze del centro con due ragazzi baschi.
Inizialmente mi ero imposta di portare solo cose essenziali tra vestiti,libri,lenzuola ma come al solito un vestito tira l'altro e mi sono ritrovata con 2 valigie da 20 kg ciascuna.(Non lo farò mai più)
Parto la mattina del 5 marzo,destinazione aeroporto di Madrid.
Arrivata a Madrid ho preso l'autobus diretto in stazione,alle 16:00 avevo l'ultimo treno della giornata diretto a Vitoria-Gasteiz.
La stazione di Madrid è immensa,mi sentivo come una bambina che vede il mondo per la prima volta,premetto che nella mia vita non ho viaggiato molto.
Ero talmente presa dall'osservare i volti delle persone,dall'ascoltare una lingua diversa dalla mia che mi sono resa conto solo mezzo'ora prima dell'arrivo del treno di non essere nella stazione giusta.
Da quel momento inizia la mia corsa irrefrenabile alla ricerca della stazione di Madrid-Chamartìn iniziando a mettere in pratica le poche parole in spagnolo che conoscevo e soprattutto a prendere coscienza dello sfatato mito: Non basta aggiungere una S per parlare lo spagnolo.
Tra una corsa e l'altra sono riuscita a prendere il treno in tempo diretto a Vitoria.
Sono arrivata intorno alle 21:30.
Pioveva e faceva freddo.
Ad accogliermi in casa ci ha pensato il mio coinquilino che in modo simpatico,mi abbraccia e mi dice: BIENVENIDA nei paesi baschi,qui non siamo in Spagna!!!
Da quel momento ebbe inizio il mio Erasmus.
Ammetto che i primi giorni sono stati difficili,non conoscere la lingua è un grosso limite, avevo paura di risultare stupida se sbagliavo a parlare o asociale se preferivo non dire nulla.
Avevo il bisogno di relazionarmi con le persone che mi circondavano perciò presi la decisione di lasciarmi andare e iniziare a parlare anche se non era facile,in fondo è sbagliando che si impara.
Ho svolto il mio primo tirocinio nel centro di salute “Aranbizkarra”,meglio conosciuto come centro di attenzione primaria facente parte di uno degli 8 centri di salute della città.
Qui l'infermiera ha una maggiore autonomia in quanto ha uno studio proprio e lavora autonomamente. La persona nel centro di salute è seguita fin dalla nascita infatti vi è una sezione dedicata alla pediatria.
Le attività principali dell'infermiera riguardano l'educazione terapeutica relativa all'ipertensione,al diabete,alle medicazioni delle lesioni,prelievo venoso.
E' stato bello vedere l'importanza che viene data all'infermiere per le sue capacità e conoscenze in quanto non è considerato dalla società “un aiutante” come mi è capitato di sentire durante un video in occasione della giornata internazionale dell'infermiere.
Ho eseguito il mio secondo tirocinio in medicina interna,nell'ospedale Txagurritxo.
Inizialmente ho avuto difficoltà nell'approcciarmi con la mia infermiera guida,era sempre molto agitata e automaticamente agitava anche me ma con il passare dei giorni ho cercato di adottare delle strategie per cercare di non farmi influenzare e gestire al meglio le mie emozioni e magari tranquillizzare anche lei.
In fondo gestire le proprie emozioni in ambito infermieristico è una competenza che potrebbe servire non solo in ambito ospedaliero ma anche nella vita e nei rapporti umani.
All'interno dell'unità operativa la cartella infermieristica è informatizzata e inoltre viene usato un sistema informatico operativo per le attività e le diagnosi infermieristiche basati sui modelli di Virginia Henderson.
Ho imparato a comunicare non solo con le parole ma nei momenti in cui mi era difficile esprimere ho utilizzato il tocco terapeutico o a volte anche un semplice sorriso in base alle situazioni.
A livello gestuale,le pratiche infermieristiche sono molto simili a quelle italiane.
Da questa esperienza da tirocinante ho imparato a mettermi nei panni dell'altro,a vivere da “straniera”.
Mi sono resa conto di quanta difficoltà possano avere le persone straniere che parlano una lingua diversa a dover esprimere i propri bisogni in particolare se questi bisogni sono associati a dolore,malessere.
Ho capito quanto sia importante utilizzare un giusto approccio relazionale in un giusto momento nei pazienti che hanno difficoltà a comunicare e comprendere.
Non si è trattato solo di fare tirocinio ma avere il coraggio di partire e immegersi in una
realtà differente rispetto alla solita routine.
Nel corso dei tre mesi ho avuto il piacere di conoscere delle persone fantastiche
compresa la mia compagna di avventura,Stella.
L' Erasmus mi ha aperto ancora di più la mente e mi ha regalato delle emozioni indescrivibili.
Ho imparato a vivere con “leggerezza” e con ciò non intendo,fare una vida loca,ma prendere dalla vita ciò di cui ho veramente bisogno per fare posto alle cose nuove.
Ho voglia di viaggiare e conoscere.
Prossima tappa: Africa!


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