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Studiare Coreano a Venezia


La mia dolce e cara Università. A dire il vero non saprei nemmeno da dove iniziare per dare un’inquadratura generale, ma cercherò di essere più chiara possibile. Chiara di nome e di fatto, una sola garanzia, ma battute a parte.

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Se dovessi esprimermi circa qualcosa che conosco molto bene, è la mia facoltà, ossia Lingue, Culture e Società dell’Asia e dell’Africa Mediterranea (per gli amici “Lingue Orientali”), e il dipartimento che la rappresenta. La ramificazione che ho scelto, ovvero il curriculum Corea, non vanta di decenni e decenni di storia come per quanto riguarda quello cinese e giapponese, i quali hanno molte più opportunità di stage, tirocini, proposte di scambio tramite progetti, specie Erasmus. Ad ogni modo è giustificabile. Oltre a queste tre tipologie è possibile scegliere in alternativa arabo o hindi come prima lingua, però sfortunatamente per ragioni ancora a me ignote, vengono considerate “lingue minoritarie”, ergo viene affiancata una seconda lingua che dovrà essere studiata intensamente quanto la prima e sarà iniziata sin dal primo anno, e una terza in base alle impostazioni del piano carriera per una questione di crediti. Tutto ciò consiste nella prassi, ma c’è anche l’eventualità di fare un’altra lingua e non una terza, scegliendo cinese o cinese, quindi approdando a qualcosa di veramente tosto e che si imposta in maniera del tutto differente da quelle minoritarie. Ovviamente anche nei primi curriculum può essere effettuato un ragionamento del genere, dato che oltre a una seconda lingua che può coincidere con quelle degli altri curriculum, abbiamo la possibilità di studiare thailandese, georgiano, turco, persiano, tibetano e via discorrendo. Se voi che state leggendo in questo momento, avete un’irrefrenabile voglia di entrare in una facoltà del genere e immagazzinare un sacco di lingue potete farlo, perchè avete 36 crediti da riempire a vostro piacimento, di cui 12 obbligatori. Ma chiunque abbia intenzione di avere un livello di competenze pari alla prima scelta non minoritaria, si prepari alla mera rassegnazione o altrimenti a diventare il Flash dei poveri a Dorsoduro, correndo tra una sede universitaria e l’altra, in preda a tachicardia e confusione con tutte le esercitazioni di conversazione da seguire ed eventuali partizioni per cognome e tipologie. 

Ricordo ancora l’anno scorso quando ho cercato di imbucarmi a due lezioni di giapponese, una di grammatica e una di conversazione, perchè ero una bamboccia impaziente di aspettare il secondo anno e volevo sviluppare una conoscenza solida, incurante dell’effettiva realtà. L’unico ricordo positivo che ho di quell’esperienza, è aver conosciuto una delle mie più care amiche, per il resto la professoressa mi ha guardato schifata del fatto che non disponessi di dispense per comprendere meglio la lezione. Quest’anno sono finalmente giunta a livello di tempistica accademica alla seconda lingua, e dopo l’anno precedente passato a coltivare forza di volontà per replicare questo intento e giustificandomi col fatto che avessi dovuto sviluppare prima una base con coreano onde evitare di confondermi, oltre a riempirmi di libri di giapponese, ora mi trascino a lezione con la parvenza di uno zombie, che non si alimenta di cervelli, ma di nicotina e caffeina. 

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Non voglio entrare in merito della disciplina generica seconda lingua, perchè questo ragionamento può essere applicato a qualunque materia, il cui docente non suscita l’interesse degli studenti che ha di fronte, ma non aspettatevi di avere un quadro esaustivo anche dalla prospettiva grammaticale e alcuni professori leggeranno semplicemente le slide che hanno a loro disposizione, che siano proprie o meno. C’è anche quella meravigliosa casistica che potreste avere qualcuno in grado di non insegnarla, o perchè non è portato a fare il suo lavoro o perchè di requisiti linguistici non ne ha, oppure, d’altro canto, c’è un insegnante con un curriculum da fare invidia a chiunque, molto giovane, nato per quell’occupazione, che non vedi l’ora di rivedere la settimana successiva. E quando avrete perso completamente la testa, perchè intellettualmente è un sentimento platonico senza precedenti, se ne andrà ad un’altra università, calpestandoti il cuore e causando una perdita accademica che non è lontanamente paragonabile alla rottura con un fidanzato, un’amicizia infranta, l’iPhone nel gabinetto e il vostro cane rapito dagli alieni. 

Perché sto narrando tutto questo? Questa è solo una sfumatura negativa e semi positiva, dipende da che lato la si vuole guardare. Ca’ Foscari per quanto concerne lingue orientali è la migliore in Italia e rientra in svariate classifiche per l’ insegnamento e le opportunità che propone. Benché io non abbia mai tentato altre università, tramite compagni di corso insoddisfatti di corsi simili presso altre città e studenti in scambio provenienti anche dai posti più lontani, il nome questa perla veneziana riecheggia sovrano. E’ inevitabile che tutto non sia perfetto al 100%, ma a parer mio, laddove l’insegnante non riesce ad arrivare entra in gioco la capacità dello studente. Alla fin fine è come una relazione amorosa, 50% lo fa la scuola e il restante 50% lo studente

La facoltà di lingue orientali, oltre a fornire una conoscenza ben fondata per la prima lingua, la corrobora con un buono sfondo culturale tramite altre discipline accademiche che concernono storia, letteratura, arte, filosofia ed economia circa il paese di cui si sta studiando. Ma arrivare ad intraprendere questa strada del proprio futuro non è così immediato. A mio parere, già iscrivermi a un sito qualunque, magari di buoni sconto che non userò mai, mi arreca un certo quantitativo d’ansia, figuriamoci una scelta di questo calibro. Per accedervi, prima dell’immatricolazione occorre fare un test d’ammissione e che test! Scherzi a parte, non è niente di eclatante, basta un po’ di forza di volontà e spremere un po’ le meningi circa grammatica italiana, della serie conosci prima te stesso e la tua lingua madre, logica astratta e matematica, che con un qualunque libro di quelli generali sulla preparazione pre universitaria, inglese, perchè nel XXI secolo è un passe-partout e non si può accedere agli esami del secondo anno, e nozioni generali sul curriculum deciso, quindi siti come sapere.it o Wikipedia e qualche enciclopedia saranno le vostre armi di combattimento. E’ vero che c’è sempre quell’eventualità in cui si presenteranno 3 persone di numero e con solo qualche punto già ottenuto per l’esito del diploma o per la media dei voti alle superiore, potete lasciare il test in bianco ed entrare. Ma per esperienza personale, già alla prima sessione primaverile del test, c’erano circa un migliaio di persone, quindi “May the odds be ever in your favor”, specie se avete scelto cinese o giapponese, benchè ci siano più di un centinaio di posti per ciascuno. Nel caso qualcosa vada storto, non amareggiatevi eccessivamente, dato che c’è anche il periodo estivo per ritentare, ma auguri a voi che d’estate starete a Venezia, perchè il caldo è letale. Presto vi accorgerete di quanta fortuna hanno quelli dell’area economica a stare fissi a San Giobbe, sede ove concentrano tutte le loro lezioni e voi pronti a fare i maratoneti a Dorsoduro, soprattutto quando avrete due corsi di seguito in due posti diametralmente opposti. 

Troppo pigri per uscire di casa e per capire effettivamente dove si trovano gli edifici? Tutti i corsi sono a frequenza libera, quindi nessuno farà l’appello per controllare la vostra presenza in classe, benché ci siano professori non vi faranno passare gli esami se non vi recate alle loro lezioni. Se potete permettervi l’alloggio fuori-sede, muoversi mensilmente a Venezia e dintorni costa solo 25€, quindi alzatevi e correte dritti in aula, perchè dimezzerete le lacrime nel periodo precedente alla sessione di esami, impiegando meno tempo per lo studio e risparmiando crisi da esaurimento nervoso. In alternativa procrastinate, ma andando ai molteplici eventi culturali organizzati dall’Università, così vi sentirete meno in colpa, però non avrete una riduzione dei momenti da dedicare allo studio, salvo rarissimi casi, oppure seminari.

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Rispetto ad altre università italiane, gli appelli per gli esami cadono solo 5 volte l’anno, un paio alla sessione di gennaio generalmente, un altro paio a cavallo tra maggio e giugno e uno extra una settimana prima dell’inizio delle lezioni. Basti pensare che a Milano hanno mesi e mesi per provare gli esami, andare in vacanza e via dicendo. Qui concentriamo il tutto in maniera consistente ai confini della follia, ma almeno a fine luglio non ci aggiriamo come anime in pena tra le aule. Altra componente fantastica è che gli esami più importanti, ossia la prima lingua del curriculum, dato il suo numero di crediti, può esser tentata solo ad un appello a sessione, quindi scegliete bene perchè una volta trascorsi i 3 anni e aver bighellonato per bene, vi ritroverete in un lieto fuori corso. Considerando anche che solitamente non vengono sbloccati prima di aver frequentato il corso attinente nei semestri. E benché Ca’ Foscari abbia prezzi modici a livello di tasse, il fuori corso si paga a caro prezzo. Se pensate di non potervela permettere e riuscirete a rientrare nei parametri assurdi dell’ISEE inerente la dichiarazione dei redditi in base al nucleo famigliare e in quelli dell’ISPE circa lo stato patrimoniale, vincerete una profumata borsa di studio per diritto di circa 4000-5000 euro con tanto di pasto gratuito alla mensa, nel migliore dei casi, oppure una riduzione delle rette. Nel mio caso, ossia studente squattrinato che non ha i requisiti da richiedente, potete ambire a riduzioni di spese per il merito, avendo una media ponderata di voti che sfora il 29 (Per vostra curiosità, non pubblicherò uno screenshot del mio libretto). 

Ma dopo tutte queste cifre, focalizziamoci su altro.. Cercate di studiare perchè in casa non riuscite? Si. Preferite pagare 50 centesimi per un caffè scadente che un euro per qualcosa di estremamente buono? Si. Siete alla ricerca dell’anima gemella? ASSOLUTAMENTE SI. Allora recatevi alla velocità di 300 km/h ad una qualunque biblioteca universitaria. Qualunque va bene, tranne le Zattere, lì c’è il bar e dovrete pagare il prezzo standard del caffè, ma considerando che si cucca alla stragrande, verrete ricompensati. Messaggi pieni d’ammirazione e di tanta delicatezza indirizzati alle pulzelle e ai giovanotti dell’Università pullulano sulle pagine di Facebook e preparatevi ad essere sotto le luci della ribalta, sfoggiando tutto il vostro charme, i vostri libri e i piagnistei per la vita infelice che state conducendo a causa di verbalizzazioni di voti non ancora effettuate o perchè siete semplicemente sfortunati. Per quanto mi riguarda, una tattica infallibile per conoscere gente, che siano amici o qualcosa di più in qualche caso, è stare vicino alle macchinette, oppure fumare. E’ un discorso per il quale il Ministero della Sanità italiano mi esporrà una denuncia, ma le sigarette sono quel tramite per ogni momento di aggregazione sociale. Nel giro di poco tempo mi sono ritrovata a conoscere metà delle persone che frequentano il mio dipartimento, oltre al fatto che rappresenta la mia seconda casa, pensando a tutto il tempo che trascorro, e la casa studentesca come terza. Manca un sacco a pelo e dei vestiti e potrebbe seriamente diventarlo. 

Siete solo in due a fumare? Vi conoscerete. Non avete l’accendino o la cartina o il filtro? Vi conoscerete. Vuoi una sigaretta? No, pessima mossa, come prima impressione sembrerete una persona che vive sulle spalle altrui, uno sciacallo insomma, non meritevole di attenzione, le tabaccherie sono ovunque. Aspettate il secondo step prima di azzardarvi a lanciare una proposta del genere. A meno che voi siate una bella tosa (ragazza, in dialetto veneto), non vi è assolutamente permesso. Nel caso voi troviate delle anime pie disposte a cedere alle vostre proposte, ricordate di sdebitarvi, che è sempre ben accetto. La solidarietà tra fumatori è uno dei sentimenti più puri sulla terra, come anche dare completamente gratis il proprio accendino e altri gesti carini. E’ uno status symbol a Ca’ Foscari che manco la comunità di Apple è in grado di garantire. 

Discorsi malsani a parte, l’università, come già citato in precedenza, organizza molte opportunità di viaggio di studio, tirocinio e stage presso l’Italia, Paesi Europei e Extraeuropei. La prima categoria si suddivide in 3 tipologie:

Overseas: trattasi progetto che riguarda paesi extraeuropei e che occupa un periodo di un semestre o un anno accademico presso un’altra università. Dal punto di vista monetario, vengono rimborsate parzialmente alcune spese in base al costo della vita del paese scelto. Dalla prospettiva burocratica ogni istituto richiede un determinato tipo di documenti, che siano specifiche certificazioni linguistiche, estratti conto corrente per verificare le spese di mantenimento o esami medici. Vi consiglio vivamente di scegliere qualcosa di attinente ai vostri studi o interessi, in modo da sfruttare al massimo l’esperienza svoltasi, requisito fondamentale per la lettera motivazionale scrittasi per questa e le altre occasioni. Solitamente per tutte le aree dell’Ateneo, è possibile scegliere 3 opzioni, salvo per quella economica, che possiede una fortuna sfacciata. Oltre ad avere un edificio agibile per tutte le lezioni, tranne un bar tristissimo, gli economisti detengono il vantaggio di poter mettere 5 alternative. Per questa casistica, come in anche in quelle due che seguono, le tasse universitarie dovranno essere versate a Ca’Foscari, come se foste a Venezia, e talvolta risulta più economico il soggiorno all’estero, e c’è l’opportunità di dare esami che verranno convalidati al ritorno in Italia.

Erasmus plus: programma di studio che si svolge in un intervallo di tempo variabile, che sia per qualche mese fino a quasi un anno all’interno delle nazioni del vecchio continente. Ogni curriculum possiede le sue proprie proposte tra cui decidere e per quanto riguarda il versante di orientalistica, gli studenti di giapponese e cinese hanno una sezione intera a loro dedicata, a differenza della fortunatissima sottoscritta di coreanistica che ha solo 2 scelte. Il budget per un impegno del genere è abbastanza variabile, dato che il viaggio viene rimborsato metà rispetto al prezzo pagato, oltre a una certa cifra mensile in base alla città scelta. Ma prima di tutto ciò verrete svenati facendo piangere la vostra carta di credito universitaria, per poi ricevere tutto assieme nei mesi a seguire alla fine del periodo trascorso. Tirate fuori la vostra vena da scrittore di best-seller e realizzate un capolavoro per riuscire nell’impresa di farvi accettare.

ICM: un ibrido da i 2 progetti sopra descritti, con mete variabili ogni anno tra Europa e altri continenti e proposte fatte ad hoc in base alla tipologia di studio che si sta conseguendo, ovvero triennale, magistrale o dottorato. Un rimborso totale del viaggio, più una cospicua cifra per ogni mese e come sempre, dopo le lacrime dei vostri risparmi, riceverete tutto in futuro. I posti generalmente sono pochissimi, ma vincere non è impossibile. Tutto ciò dipende dalla vostra capacità di persuadere la giuria con una lettera convincente. 

Categoria speciale: Esiste anche l’eventualità di poter partire appoggiandovi alla propria università come referente per gli esami e altre questioni, ma si tratta di frequentare un istituto di lingua privato, che dovrà essere pagato di tasca vostra e lo stesso ragionamento vale per i biglietti del viaggio. Ottima occasione per migliorare le proprie conoscenze linguistiche, oltre a un’immersione completa in una nuova cultura, ma fiumi e fiumi di lacrime per le vostre finanze. Dipende da quanto siete in grado di sopportare questi piagnistei. 

Stage o tirocinio: può essere conseguito anche con delle semplici certificazioni linguistiche circa il vostro curriculum, come è stato nel mio caso, oppure anche tramite attività extra-universitarie presso istituti di cultura, o eventualmente tramite ostelli, associazioni e Ca’ Foscari stessa, svolgendo determinate mansioni. Ma voi siete sicuramente di larghe vedute, quindi potete recarvi all’estero via enti importanti, come ad esempio la camera di commercio italiana in paese tal dei tali. 

Dopo questo irto percorso costellato da esami e una tesi, la pomposa cerimonia di laurea in piazza San Marco vi farà dimenticare tutte le vicissitudini passate; notti in bianco, pianti, sangue, malelingue e i bagni discutibili della sede di San Basilio. E dulcis in fondo, finita la triennale non si discute la tesi, ergo si liquida il tutto con il mero caricamento del lavoro sulla propria area riservata del sito dell’università e un lancio del cappello come nel terzo film di High School Musical, con la differenza di indossare un colore austero ed essere nel cuore principale di una delle città più belle del mondo. 

Ma un quesito sorge spontaneo, un tasto dolente, azzarderei dire. Avete in mano una laurea a ciclo breve e pensate di trovare un lavoro che vi soddisfi? Siete fuori strada nella maggior parte dei casi. Perché non c’è alcuna certezza nemmeno col tassello successivo, pertanto aggiungetevi pure una magistrale o un master. 

Si può accedere a qualunque corso della propria area, in questo caso quella linguistica, sostenendo qualche esame in più se non concerne notevolmente con la facoltà. Dalla mia prospettiva, sono nell’indirizzo "sfortunato" perchè non c’è uno straccio di corso passabile di 2 anni che possa completare i cinque anni in Italia, considerando in particolare modo che gli studenti di hindi terminano la triennale da 40 a 15 scarsi e hanno la possibilità di non spostarsi nemmeno di un centimetro. Che Università ingiusta per chi vuole essere il prigrone di turno. E’ giustificabile che ci siano varie alternative per gli altri curriculum, dato che di prassi hanno un’affluenza numerica maggiore rispetto coreanistica, però si possono trovare davvero in tutte le salse.

Se rientrate nella mia casistica le opzioni sono:

  • Ipotecare i vostri organi per pagarvi la SOAS di Londra, l’Università più gettonata d’Europa circa gli studi sull’Asia.
  • Tentare di vincere una borsa di studio tramite l’Ambasciata coreana per andare a studiare direttamente sul campo.
  • Fare il senzatetto in Campo Santa Margherita.
  • Rassegnazione.
  • Cercare di capire il senso di un dottorato circa la Corea a Ca’Foscari senza che questa offra una magistrale.
  • Lavorare, mettere da parte i soldi e cercare di entrare in maniera autonoma in un’ Università là, ma armatevi di tanta forza di volontà.
  • Vincere la lotteria di Capodanno.
  • Fare i mantenuti.
  • Morire.
  • Andare al “Bacareto di Lele” fino alla fine dei vostri giorni. Trattasi di un posto vicino alla Chiesa dei Tolentini che consiglio per ogni circostanza di vita, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, insomma, un po’ come un matrimonio.

Avete capito che la fortuna vi sorriderà, che avrete un futuro rose e fiori (marci), quindi sù con la vita e non esitate. Magari col tempo le alternative si moltiplicheranno e io avrò torto, ma per il resto, ho cercato di essere più dettagliata possibile. Ca’ Foscari è un’avventura meravigliosa, con i suoi pro e i suoi contro, da affrontare a testa alta, con dedizione e spritz Aperol. Magari troverete l’amore della vostra vita, un amico per la pelle, il vostro peggior nemico, la chiave del successo o la sedia più comoda del mondo. Scegliete saggiamente il vostro futuro, non intraprendete decisioni solo perchè siete influenzati dai genitori, perchè volete seguire le orme della vostra famiglia o perchè una particolare facoltà tira particolarmente per il mondo del lavoro. Ascoltate innanzitutto voi stessi e poi se ci sono punti in comune con le condizioni sopra elencate, ben venga, altrimenti anche in caso di divergenza, non c’è nulla di cui disperarsi. E con questo angosciante discorso, chiudo questa lunga epopea.

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Commenti (3 commenti)

  • flag- Mars On Earth 5 anni fa

    Ciao, sono interessata a seguire il corso di coreano ma ho letto che il corso è scadente e dopo averlo seguito non si riesce a fare nemmeno una semplice conversazione, è vero oppure il corso è effettivamente valido anche per chi non ha basi in questa lingua?

  • flag-it CHIARA GARBAGNATI 5 anni fa

    Ciao, ho visto che hai commentato il mio articolo! Ca'Foscari di prassi implica una parte di studio e approfondimento individuale. In parte le voci sono vere, ma attenzione, meno che ci si rimbocchi le maniche, non si acquisisce un livello buono. Ad ogni modo, io sono riuscita a conseguire il livello che ho sfruttando ogni occasione possibile, dai programmi di accoglienza per studenti in scambio a Ca'Foscari, o gli scambi stessi proposti dall'università, oltre a chiedere un ricevimento settimanale a uno dei docenti presenti all'interno dell'indirizzo per far conversazione libera. Ammetto che conversazione come ora, serve ad integrare il vocabolario. Per parlare in coreano serve solo pratica su pratica, sciogliendo l'imbarazzo, imput che non si riceve se il lavoro non oltrepassa le mura universitarie.
    Per grammatica è valido, consiglio la frequenza benchè sia libera.

  • flag- Mars On Earth 5 anni fa

    Grazie per la tua risposta! Sicuramente imparare una nuova lingua richiede tanto ascolto e pratica individuale ma ero preoccupata che il corso fosse tanto scadente da non fornire le basi minime per chi inizia da zero. Sono ancora indecisa tra coreano e giapponese ma considerato il tuo commento farò il test per entrambi i curriculum sperando di riuscire ad entrare almeno in uno. L'articolo mi è stato utilissimo.


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