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Università degli studi di Milano Bicocca.


Università degli studi di Milano Bicocca

Attraverso il mio blog vi racconterò cose impressionanti riguardo l'Erasmus a Milano, ma devo dirvi che in questo articolo non parlerò di quello. Ho appena finito di parlare con il mio coordinatore Claudio Luzzatti, e credo che questo sia il momento migliore per scrivere di questa università.

Devo ammettere che sono davvero disgustato dalla organizzazione della Bicocca. Come vi ho detto, ho parlato con il mio coordinatore con la sola pretesa che tutto ciò non si verifichi negli anni a venire, perché è stato davvero vergognoso.

La mia esperienza con i corsi e i professori

Sono arrivato a Milano con un Learning Agreement che prevedeva 5 corsi. Una volta arrivato, mi sono reso conto che alcuni neanche esistevano, per questo motivo, hanno cominciato a giocare a tetris. Hanno messo corsi di master in Psicologia Clinica, altri del master di psicologia incentrata sull'Economia, abbiamo cambiato altri due corsi e il learning era pronto (per giocare a tetris hanno ammucchiato tutti i pezzi uno sull'altro).

Iniziati i miei primi corsi, Claudio mi disse di andare subito a parlare con i professori, per dire loro che ero uno studente Erasmus. Ho ricevuto come risposta delle risate, i professori rimanevano a fissarmi con un faccia che diceva "Cosa vuoi che faccia io?". Questo hanno fatto, assolutamente niente.

I miei programmi erano gli stessi degli studenti madrelingua, esami basati su libri di 700 pagine in italiano e corsi dei master con materie basate sull'Economia ed altre cose che non avevo mai visto. Inizialmente ho provato a rimanere al passo, tuttavia mi sono accorto che era una perdita di tempo, in questa università ne avrei perso di continuo.

Ho deciso quindi di rimuovere il corso connesso con l'Economia, lo trovavo fuori luogo. Sono quindi tornato a parlare della mia situazione con il mio coordinatore, che mi ha detto di parlare con il professore dell'altra materia che avevo del master, perché era una delle più difficili della carriera, e non sarei riuscito a passarla senza il suo aiuto. Il professore mi ha detto che non sapeva cosa fare a riguardo, gli avrei dovuto inviare una mail e mi avrebbe mandato gli appunti del corso per farmi avere una base, ma che avrei dovuto studiare anche il corso del master se avessi voluto frequentare.

Dopo aver frequentato alcune lezioni, ed essermi sentito totalmente fuori luogo, ho deciso di rimuovere anche questo corso dal mio Learning Agreement. Di conseguenza, il mio nuovo contorto programma è passato da contenere cinque materie a tre, ma non pensate che sia finita qui. Avrei avuto quindi "Psicologia del Lavoro", "Psicometria di SPSS" e "Fattori di Rischi", vi racconterò cosa mi è successo con ognuna di queste materie.

Fattori di Rischio

In questa materia le lezioni erano a frequenza obbligatoria, per questo, per poter sostenere l'esame parziale, era necessario firmare ad ogni lezione. Altrimenti l'alternativa era un esame di un libro di circa 600 pagine, oltre alle presentazioni (in italiano), una pazzia. Tutto ciò non sarebbe stato così male, se non fosse che due delle tre lezioni mi si sovrapponevano a Psicometria di SPSS. Di conseguenza, ho parlato con il professore per descrivergli la mia situazione, e spiegare lui che non avrei potuto frequentare alcune lezioni, per poter seguire anche l'altro corso.

Come vi ho già detto, il mio learning agreement è diventato un tetris, dove le materie andavano una sopra l'altra. Anche così, i professori non mi avrebbero aiutato, persino capendo la situazione. In questo caso, con "Fattori di Rischio", il professore mi ha detto che avrei dovuto frequentare la percentuale minima di lezioni, come tutti gli altri, per poter svolgere l'esame parziale, e nel caso non avessi fatto così, avrei dovuto svolgere l'esame completo.

Piuttosto di comprendere la situazione, il professore mi ha portato a smettere di frequentare due delle tre lezioni che avevo dell'altro corso. Questo avrebbe portato a problemi futuri, ma continuiamo da qua.

Il primo parziale era sui primi tre capitoli. Come già sapete, non mi sono iscritto all'Erasmus per stare fermo, quindi ho portato avanti sia il mio studio che i miei mille viaggi ed esperienze. Per questo, essendo l'unica materia che prevedeva esami prima di natale (e anche per il fatto che non sapevo molto bene la lingua), mi sono concentrato solo su di essa per poter passare l'esame. Sapevo che nei giorni vicini all'esame avrei avuto un viaggio a Roma con Burcu, Jasna e Marcel, e un altro viaggio a Bruxelles con Joao e Marcel. Per questo motivo, ho iniziato a studiare questi primi tre capitoli per potermi organizzare al meglio e potermi godere i viaggi senza preoccupazioni.

Ho chiesto al professore su quali capitoli sarebbe stato l'esame, e mi ha risposto chiaro e conciso che sarebbero stati il primo ed il secondo, e che solo successivamente avrebbe dato informazioni sul terzo. Sulla base di ciò che mi aveva detto ho quindi cominciato a sottolineare e studiare i primi due capitoli. Una settimana e qualche giorno prima dell'esame (proprio la settimana prima di andare a Roma), a metà della lezione, il professore disse che alla fine non sarebbe stato materia d'esame il secondo capitolo, bensì solamente il primo e il terzo. Io, che dal momento in cui avevo avuto le sue informazioni avevo studiato ciò che mi aveva detto e avevo pianificato tutto, sono andato a parlarci per mostrare lui il mio disgusto e dirgli di quanto tempo avessi perso. La sua risposta è stata un flebile "Mi dispiace" e poco più.

Quindi mi sono ritrovato durante il mio viaggio a Roma a studiare le notti in pullman, poiché malgrado essermi preparato con largo anticipo per organizzarmi al meglio, il professore ha cambiato il capitolo una settimana prima dell'esame, stravolgendo totalmente i miei piani. Stai studiando in una lingua che non è la tua, gli stessi argomenti del resto della classe, e lo stesso esame degli italiani, arrivando, nel mio caso, con un livello A1 di italiano. Nonti offronovantaggi, e non ti alzano il voto, neanche si preoccupano un po' di aiutarti se hai qualche problema con la materia. Anche se voglio ribadire che parlo dei professori con cui mi sono interfacciato io. Non dico che alla Bicocca non ci siano grandi professori che si preoccupano di capire le circostanze degli alunni stranieri che vengono a studiare qui.

Elementi di Psicometria y SPSS

Come vi ho detto precedentemente, a causa della materia "Fattori di Rischio", non ho potuto frequentare questo corso quotidianamente. Di conseguenza, ho seguito il corso per conto mio, utilizzando le slides e facendo gli esercizi che venivano assegnati. Non mi sembrava troppo difficile, perché avevo già studiato una materia che assomigliava molto a questa in passato. Andavo i venerdì a lezione, perché gli altri giorni non avevo la possibilità di frequentare, e questo ha creato la seguente situazione.

Un mese prima dell'esame, malgrado in classe venissero svolti tutti gli esercizi con la calcolatrice e a mano, ho scoperto che l'esame intero sarebbe dovuto essere svolto tramite un programma informatico del quale non sapevo praticamente niente. Non avevo molto da fare, se non studiare per conto mio quel programma (ho studiato tramite esercitazioni e un libro che mi hanno prestato) e presentarmi ai due appelli d'esame che avevo.

E così ho fatto, durante tutte le vacanze di natale ho provato a scoprire come funzionasse il programma, fino a quando non ci sono riuscito. Mi tranquillizzava sapere di avere due possibilità per passare l'esame (una non appena tornato a gennaio e l'altra a febbraio), tuttavia questa tranquillità se ne è andata velocemente.

Quando sono arrivato alla residenza dopo il natale, uno degli italiani mi ha chiesto quando avrei avuto gli esami e come stesse andando. Ho detto lui che ne avrei avuto uno dopo tre giorni, per il quale mi ero preparato durante le vacanze di natale. Lui mi ha quindi chiesto se mi fossi prenotato già a tutti gli esami. Prenotarmi? Nessuno mi aveva detto che mi sarei dovuto prenotare per un esame. In Spagna non è così, e non avrei mai potuto pensare che avrei dovuto farlo, loro però erano seri, il problema è che nessuno mi aveva detto niente.

Sono entrato nella segreteria online, ho seguito i passaggi che il mio amico mi diceva e ho trovato quindi le materie per prenotarmi. La sorpresa è arrivata quando ho realizzato che tra quelle materie non compariva l'esame che avrei avuto dopo tre giorni, di conseguenza ho mandato un messaggio alla professoressa spiegandole la situazione. Lei mi ha risposto che il giorno ultimo per iscriversi a quell'esame era ieri, e che senza registrarmi non avrei potuto fare l'esame. Ho provato a spiegarle la situazione, sottolineando il fatto che nessuno mi avesse spiegato che avrei dovuto compiere questo passaggio. Mi ha quindi detto che non poteva farci niente, che avrei dovuto parlare con le relazioni internazionali.

Il giorno seguente sono passato da giocare a tetris con il mio learning agreement, a giocare a ping pong con la burocrazia dell'università. Quelli delle relazioni internazionali mi dicevano che non potevano fare niente, avrei dovuto parlare con l'ufficio Erasmus. Quelli dell'ufficio Erasmus mi dicevano che anche loro non potevano fare nulla, e che avrei dovuto parlare con il mio coordinatore. Il mio coordinatore mi diceva che non poteva fare niente, avrei dovuto parlare con la mia professoressa. E così si ripeteva il cerchio, fino a che mi sono dovuto arrendere al fatto che non mi sarei potuto presentare all'esame per il quale mi ero preparato, per il solo fatto che non mi fossi prenotato online.

Mi piacerebbe sapere come l'università credeva che potessi indovinare che avrei dovuto effettuare questo passaggio. E a sua volta, quanto esso fosse importante per non darmi il permesso di sostenere l'esame, anche se ero ufficialmente iscritto al corso.

Questa è una follia (pensavo), ma non finisce qui.

Psicologia del Lavoro

Qui arriva la parte migliore. Se tutti i corsi sono stati un caos per me, Psicologia del Lavoro ha voluto superarli tutti e salire in cima alla classifica.

In una materia nella quale mi avrebbero dovuto mostrare come si organizzano correttamente un'impresa e i suoi lavoratori, mi hanno dato un pessimo esempio di queste teorie. Ad esempio, una mostrava l'importanza di avere un equilibrio tra risorse di lavoro e ciò che veniva richiesto all'impiegato. Se si chiedeva troppo alle risorse la qualità del lavoro e le motivazioni sarebbero diminuite, lo stress aumentato e ciò avrebbe portato ad una incongruenza qualità-quantità negli incarichi.

I miei mezzi quando ho cominciato questo corso erano minimi. Ero arrivato in un paese che non era il mio, dove mi veniva richiesto un livello A1 di lingua italiana. Di conseguenza, la mia capacità di scrivere, capire e parlare era piuttosto bassa. Se mi viene richiesto un livello A1 si suppone che i requisiti di ogni corso siano quelli richiesti, no?! Bene, il mio programma era esattamente lo stesso degli altri alunni del corso, due libri per un totale di ben 700 pagine. Come potrete capire, con un livello linguistico che permette di salutare e presentarsi nel quotidiano, riuscire a comprendere questa quantità di pagine era già di per sé una sfida. Beh, non finisce qui, l'esame sarebbe stato intero con 5 domande aperte su tutto il libro. Per poter passare sarebbe stato necessario prendere un 18 su 30 (un 6 su 10) in ognuna delle 5 domande, ciò significa che nel caso una non l'avessi dovuta sapere, avrei bocciato l'esame.

Non dico di voler studiare meno, o che, essendo uno studente Erasmus, mi regalassero esami, o cose del genere. Come già sapete sono innamorato della mia carriera universitaria, studiare per me è un piacere, non un fastidio. Tuttavia mi stavano richiedendo un livello che non potevo raggiungere, per quanto mi impegnassi, ciò che mi veniva richiesto superava di gran lunga i miei mezzi. Di conseguenza, sono andato a parlare con il mio coordinatore per raccontargli ciò che stava succedendo, e lui stesso mi ha dato pienamente ragione.

Sono quindi finito nell'ufficio del professore di questa materia, il quale non smetteva di ripetere le esperienze che aveva avuto precedentemente con gli studenti Erasmus. I requisiti erano esattamente gli stessi per tutta la classe, un esame scritto e un libro di 700 pagine in italiano. Io cercavo di convincerlo del fatto che mi sarei davvero sforzato per la sua materia, ma che mi sembrava davvero fuori di testa poter sostenere un esame finale a queste condizioni, scrivere allo stesso ritmo degli altri, con le stesse parole ecc.

Mi sono preparato per questo corso con la convinzione che i miei sforzi sarebbero stati ricompensati. Inizialmente ho letto il primo libro senza grande successo, perché non capivo molto bene la metà delle cose che leggevo, lo avrei però letto nuovamente più avanti, con meno difficoltà. Dopo ho preso d'assalto il libro principale, pieno di diverse teorie e paragrafi che continuavamo a sostenere la mia teoria sulla pessima organizzazione di questo corso.

Il giorno prima dell'esame, con i nervi a fior di pelle, ho ricevuto un messaggio dal professore nel quale diceva che avremmo dovuto portare noi stessi i fogli per sostenere l'esame. Che follia è questa?! Cioè, avrei dovuto portare io il materiale per il giorno dopo, e mi avvisavano di ciò il giorno prima. Ho chiesto a molti italiani nella mia residenza, e mi hanno detto che dovevo portare alcuni "fogli protocollo" che solitamente venivano dati dall'università, anche loro non capivano bene la situazione. Io capivo meno di loro, ed ho passato il pomeriggio prima dell'esame (domenica, con tutti i negozi chiusi), girando ovunque per trovare quei fogli protocollo, piuttosto di ripassare tranquillamente gli argomenti. Se l'organizzazione è stata (a parer mio) catastrofica, il comportamento è stato addirittura peggiore.

Il giorno della prova ero lì, con i miei fogli, i miei argomenti studiati ed il mio italiano migliorato. Mi hanno portato l'esame ed ho cominciato a scrivere, senza fermarmi, al livello che la mia conoscenza della lingua (senza dizionario) mi permetteva. Quattro delle cinque domande le ho potute fare senza problemi, tuttavia nella quinta non capivo cosa mi venisse richiesto. Per tale motivo, mi sono avvicinato al professore con il solo scopo di sciogliere questo dubbio.

  • Non capisco molto bene cosa mi venga richiesto in questa domanda (Luis)
  • È molto chiaro, legga bene la frase (professore)
  • Non capisco cosa mi stia chiedendo (Luis)
  • (Il professore ha ripetuto la frase con praticamente le stesse parole)
  • Continuo a non capire ciò che mi chiede. Per caso la teoria di Holland? (Luis)
  • La motivazione? Si riferisce a come migliorare il comportamento del lavoratore? Quindi potrei parlarle di...?

  • No, non è niente di questo, non posso dirglielo, altrimenti le direi la risposta. Deve rispondere alla domanda che le viene posta (professore)
  • Ma non capisco cosa mi sta chiedendo, se non so cosa mi sta chiedendo, come posso rispondere?
  • (Luis)

  • È molto chiaro nella frase, non la posso aiutare (professore)

Non solo le circostanze erano di per sé avverse, ma anche il professore non si è minimamente preoccupato di aiutarmi a capire cosa mi stesse chiedendo nella domanda. Come ho detto prima, i requisiti per questa materia erano di prendere un 18 su 30 in ognuna delle cinque domande. Per questo, se non avessi risposto a quella domanda, sarei stato bocciato. Questo ha influito su tutto il resto, riuscivo solo a pensare a come mi sarebbe stato possibile parlare di qualcosa di cui non capivo la domanda, piuttosto che di ciò che sapevo.

Sono uscito dall'esame totalmente indignato per la situazione. Non stavo chiedendo niente, se non comprendere ciò che mi veniva richiesto, ho scritto quasi tutti gli argomenti del libro, e persino così non si è fatto convincere. Questa è una follia, continuavo a pensare.

Ho svolto questo esame il 31 di gennaio, e se avessi preso un voto tra 17 e 20, avrei dovuto obbligatoriamente fare un orale su tutto il programma, il 23 di febbraio. Ho aspettato il voto per diversi giorni, ma non usciva mai. Ho scritto al professore chiedendogli quando, approssimativamente, avrebbe fatto uscire i risultati, e mi ha risposto che sarebbero usciti il 20 di febbraio. Cioè, il 20 di febbraio, 3 giorni prima dell'esame orale e 21 giorni dopo aver fatto l'esame, avrei saputo se preparare o meno 700 pagine un'altra volta o no.

Ho aspettato il voto pensando che, sapendo le irreali condizioni in cui ci siamo ritrovati, non sarebbe andato male. Il 20 di febbraio alle 3 del pomeriggio ho ricevuto una mail in cui mi veniva detto che avevo preso 17 su 30 (si passa con 18, e dal 17 si è obbligati a sostenere l'orale). Ancora una volta non riuscivo a crederci. Il giorno 22 avevo un altro esame orale di Psicometria di SPSS, per il quale, fortunatamente, non dovevo fare niente, tuttavia dovevo essere presente. Quindi, avevo 700 pagine e 2 giorni davanti a me, era una follia. Se perlomeno mi avessero lasciato una settimana per avere modo di ripassare gli argomenti, avrei preso quel 17 diversamente, ma così proprio non ci credevo.

Ho passato i giorni successivi a guardare gli appunti e a pensare che sarebbe stato impossibile per me rileggere tutto ciò che avevo davanti. Non avevo tempo, non ricordavo neanche la metà delle cose del programma, soprattutto visto il fatto che avrei dovuto sostenere un esame orale in una lingua che non era la mia.

Ad ogni modo, sono andato all'esame, ed avevo la sensazione di poter maneggiare piuttosto bene tutti gli argomenti. L'esame cominciava alle 10 della mattina, e indovinate quanto tempo ho dovuto aspettare per farlo? Più di 5 ore. Avrei sostenuto il mio esame alle 3 del pomeriggio, non aveva molto senso questa organizzazione, ma ho deciso di non darle troppa importanza

Nel momento in cui ho iniziato l'esame, non ci volevo credere. Il professore mi ha fatto due domande, e non ne sapevo neanche una, quella parte non l'avevo ripassata da più di 24 giorni, avevo in mente qualche concetto molto sottile, ma niente di più. Il professore in questa occasione si è rivelato molto clemente e mi ha detto che mi avrebbe fatto un'ultima domanda "Parlami di un argomento a piacere".

Lui non sapeva cosa stava facendo in quel momento, e io non sapevo cosa mi passasse per la testa. Tuttavia ho deciso di fargli un'analisi di tutto il libro, su come l'Università di Milano, e la sua materia nello specifico, avessero un'organizzazione pessima in molti aspetti. Cioè, un alunno di Murcia al terzo anno pretendeva di dimostrargli che non stavano facendo bene il loro lavoro, si sente l'odore di bocciatura da lontano.

Analisi dell'università di Milano

Nell'Università degli studi di Milano Bicocca si ha una pessima organizzazione per quanto riguarda gli studenti Erasmus. Tutto comincia con il primo gradino, la "scelta del personale". Per poter scegliere il personale è necessario fare la "job analysis", ossia un'analisi dei compiti da svolgere nel posto di lavoro che vengono offerti da una società, il tutto accompagnato da un'analisi delle abilità che vengono richieste per ricoprire quella determinata posizione lavorativa.

Nel nostro caso, il mio caso, viene richiesto un A1 di italiano per poter fruire del posto di lavoro, e una volta dentro ti viene imposto di studiare circa 700 pagine di ogni materia e sostenere esami totali in italiano. Questo di per sé è già una sfida per gli studenti italiani, di conseguenza, lo stress e le difficoltà di affrontare i compiti con un livello linguistico che ti permetta di presentarti e poco più, è devastante. La job analysis è totalmente non equilibrata, è come se l'azienda di Microsoft assumesse un ragazzo sapendo che ha studiato fino al liceo, e chiedesse lui un progetto fatto per una persona laureata in Ingegneria. Questo gradino ha i seguenti effetti sull'alunno:

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Come saprete bene, aumentando il carico di studio aumenta lo stress. Per un alunno Erasmus bisogna anche aggiungere la necessità di apprendere una lingua nella quale si dovrà sostenere l'esame, come se si stesse facendo un esame di livello linguistico.

La presenza di stress nella nostra vita non è tanto negativa come invece la rappresentano. Avere un po' di stress è necessario, nel nostro quotidiano, per attivarci. Se non esistesse quello stress non studieremmo, né lavoreremmo, passeremmo tutto il giorno nel letto senza fare nulla. Il problema è quando il corpo, la mente e le emozioni vengono bombardate di esigenze che sovraccaricano il nostro sistema, e richiedendo mezzi che sono già sovraccaricati. Questo è già stato studiato in ambito psicologico, è conosciuto come la legge di Yerkes-Dodson, e dice praticamente che il livello di stress ottimale per svolgere un buon lavoro, deve essere medio.

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Gli alunni dell'università di Milano si trovano al livello ottimale di stress e motivazione. Al contrario, gli alunni Erasmus vengono sovraccaricati da alcune richieste che non possono soddisfare, per quanto si sforzino.

Questa prossima variabile continua con l'effetto farfalla causata fin dall'inizio, causando nell'alunno una motivazione totalmente assente, o di tipo estrinseco. La motivazione estrinseca o esterna, è quella che ha come obiettivo un premio che è fuori dal nostro controllo. Gli alunni studiano con il solo obiettivo di passare un esame e avere quindi il voto che necessitano per proseguire gli studi in Spagna, piuttosto che studiare per passione o per la propria carriera, e quindi con maggiore qualità ed entusiasmo.

Ho continuato per 10 minuti parlando di tutte le teorie contenute nel libro, e dibattendo sul pessimo lavoro che stava facendo lì. Non sopporto l'incoerenza, se parlano di un concetto per trasmetterlo agli altri, devono difenderla, altrimenti stanno fornendo un modello pessimo per i loro alunni.

Alla fine, mi ha alzato il 17 che avevo a un 20 (il massimo che poteva nell'esame orale, 3 punti), questo in Spagna equivale a un 5,8. Spero che vengano presi provvedimenti, il voto c'è e non mi disturba, tuttavia un programma come l'Erasmus deve essere gestito con l'attenzione che si merita, cosa che non ho visto in questa università, meno che mai in questo professore.

Le idee ci sono, vanno solo tolte dal libro ed applicate.

Claudio Luzzati

Claudio Luzzati è stato il mio coordinatore dal primo momento. Se posso dire di essere stato contento di qualcuno, direi lui, anche per questo è l'unica persona di cui scrivo il nome in questo articolo.

Claudio ha provato ad aiutarmi in ogni momento, capiva la mia situazione e gli sembrava totalmente ingiusta. Ha notato il mio interesse dal primo momento, e sapeva che non ero lì in vacanza. Si è messo in contatto con tutti i professori, è arrivato addirittura a chiamare davanti a me il direttore del dipartimento perché lui stesso sapeva che i requisiti non erano quelli corretti e che sarebbero dovuti essere cambiati in futuro.

Alla fine, ognuno ha fatto ciò che per lui era conveniente ed io non sono nessuno per dire niente. Anche così, non c'è niente che mi importi più della buona organizzazione di un ente pubblico come un'università, e di conseguenza, volevo solo dare la mia opinione al riguardo. Non vorrei mai macchiare l'immagine di questa università, voglio che sia chiaro che sono più che sicuro che sia piena di grandi professionisti e una migliore organizzazione. Tuttavia, sfortunatamente, io non mi sono rapportato con questo settore, per questo vi racconto la mia esperienza.

Dopo l'ultimo incontro che ho avuto con Claudio Luzzati, mi ha detto che avevano convocato una riunione la settimana successiva dove avrebbero discusso di tutte le cose di cui ho parlato prima. Abbiamo concordato che la cosa migliore fosse che negli anni a venire il programma dovesse essere adattato ai mezzi, di conseguenza o sarebbero dovuti aumentare i requisiti per entrare (il livello linguistico), o "cambiare" il piano di studi adeguandolo ad alcune modalità ragionevoli. In quanto all'organizzazione burocratica, entrambi eravamo d'accordo sul fatto che sarebbe stato utile assegnare un tutor o compagno, che informasse dal primo momento di tutte le cose scartoffie o procedure necessarie per l'università. In questo modo, verrebbero evitati equivoci come quello che ho avuto io una volta che sono andato ad iscrivermi all'esame.

Ci tengo a ribadire che questo non vuole essere un attacco a questa università. Qui ho vissuto i 6 mesi migliori della mia vita, tuttavia, credo che l'organizzazione non sia stata delle migliori, e come io in molte occasioni (addirittura in questa) posso aver sbagliato, voglio mettere in chiaro ciò che di negativo ho riscontrato.

Orario delle lezioni

Gli orari sono impressionanti, immagino che sia come nel resto dell'Italia, tuttavia io non ero abituato.

In quanto Erasmus, vedrete che il vostro calendario sembrerà molto più un puzzle che un calendario normale. Ad esempio, nel mio caso, avevo giorni con 2 ore di lezione, e giorni con 8. Anche così, io ero uno dei "fortunati", perché alcune lezioni si sovrapponevano, e per quanto volessi frequentarle non potevo. Malgrado ciò, non smettevo di sorprendermi di quanto lunghi fossero gli orari delle lezioni qui.

Ognuno nella propria università avrà un piano di studi diverso, nel mio caso ero abituato ad avere settimanalmente al massimo 5 ore (55 minuti ogni lezione). Al contrario, nell'università di Milano avevo lezioni di 4 ore consecutive (della stessa materia), e giorni con 8 ore e nessuna pausa per mangiare. Per questo capita spesso che gli alunni mangino mentre il professore tiene la lezione. Tirano fuori il loro piatto di pasta, insalata, panino o ciò che portano fatto da casa e mangiano mentre le lezione continua.

Un giorno per curiosità ho chiesto alla ragazza che avevo accanto, perché stesse mangiando un piatto di pasta in mezzo alla lezione. Lei mi ha detto che non aveva alternative, il giovedì aveva lezione dalle 9:00 alle 18:00, senza nessuna pausa in mezzo. Cioè, non avevano pause per mangiare, è incredibilmente controproducente. Alcuni alunni chiusi in una aula per ore, dopo ciò dovevano studiare, e il giorno dopo tornare. Era come una catena di montaggio, che a me personalmente sembra incoerente. Non mi stanco di ripetere che è solo un'opinione personale, non sono un esperto nel settore, però dalla mia esperienza di alunno e studente di psicologia, non ci trovo un senso logico.

Esperienze di altri alunni

In questo paragrafo non farò nomi personali, tuttavia credo che questa sezione sia necessaria per capire che il mio non è stato un caso unico e isolato.

Il 100% dei compagni con cui ho parlato mi dicevano che si aspettavano molto di più da un'università come quella di Milano. Alcuni di loro hanno addirittura parlato con la loro università per sconsigliare questa destinazione. Non è che ti trattino male, come ho detto prima. Tuttavia non si interessano minimamente a te, non hai nessun tipo di aiuto o punto di appoggio nell'università.

Ricordo il caso di un mio compagno di residenza che stava preparando un esame scrupolosamente per la data corrispondente. Durante quella settimana ci furono diverse feste, eventi ecc, ai quali non prese parte perché voleva prepararsi al meglio per quell'esame. Si è chiuso nella biblioteca della residenza senza andare a neanche una festa, aveva poco tempo e tante cose da studiare. Fino a qui un normale esame no?!

Arrivò quindi il giorno, si trattava di un esame orale. Alle 9 della mattina approssimativamente è andato, ha dovuto mangiare all'università ed aspettare più di 5 ore prima che arrivasse il suo turno. Arrivò quindi il momento per il quale si era preparato tutti quei giorni, e stava pianificando già tutto ciò che avrebbe fatto la settimana successiva, si sarebbe tolto un bel peso. La professoressa lo ha chiamato per nome dimodoché facesse il suo esame, ma poi ha detto di essere stanca, e che tutti gli esami a partire da quel nome, li avrebbe fatti la settimana seguente.

Lui le ha descritto la sua situazione, tuttavia non ha ricevuto alcuna risposta. La cosa normale, se viene stabilita una data per un esame, è impegnarsi nel rispettarla. Nel caso in cui non fosse possibile fare tutti gli esami nello stesso giorno, si devono decidere due date. Bene, una volta ancora non è stato così, penalizzando gli alunni e il mio compagno, che avrebbe dovuto quindi passare un'altra settimana cambiando tutti i suoi piani.

Generalmente ho ricevuto commenti di tutte le lezioni, ma nessuno positivo. Tutti ci aspettavamo un'organizzazione, e un trattamento personale migliori, così come un livello accademico eccellente. Non voglio demotivarvi dicendo che non è assolutamente così. Credo che sia necessario che si sappia, visto che, personalmente, ho provato a scavare a fondo in questi aspetti, con l'università in sé. Anche istigandoli e facendo loro capire che non stavano facendo le cose per il verso giusto, non hanno fatto alcun tipo di cambiamento. Prima di tutto, il problema principale che mi ha maggiormente infastidito è che non hanno neanche fatto finta di voler cambiare in futuro, o di ascoltare i miei dubbi e le mie lamentele. Ero come una pallina del pinball, che rotea da una parte all'altra fino a che non cade nel buco.


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