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Una città che bisogna saper prendere

Pubblicato da flag-it Daniele Scozzi — 3 anni fa

0 Tags: flag-pl Esperienze Erasmus Rzeszow, Rzeszow, Polonia


PRO:

-  Costo della vita: Che una persona si sia trovata bene o male in questa città, non può di certo negare che viverci costa poco. Per gli affitti non ho molto da dire, tranne che il prezzo dell’appartamento in cui ho alloggiato era conveniente (considerando anche la zona), ma per il resto è evidente fin da subito che non ci vogliono grandi sforzi per risparmiare, complice anche la moneta che si usa. Quando si mangia fuori, per esempio, si potrebbe spendere la metà di quanto si spenderebbe in Italia, ma di sicuro la qualità del cibo non è come quella italiana (punto che verrà approfondito in seguito), e non parlo solo della pizza, che cercano malamente di imitare.

-        Architettura: Gli edifici sono affascinanti, grandi e imponenti, ed è piacevole anche solo guardarli. Le case sono colorate, peculiarità presente in tutte le città Polacche (perlomeno quelle che ho visitato).

-        TRASPORTI: Ho avuto la conferma della differenza abissale che c’è tra l’Italia e l’estero per quanto riguarda la qualità dei trasporti pubblici. Le numerose navette funzionano più che bene, ci sono fino a tarda serata e, se volete essere più comodi, troverete un po’ dappertutto i taxi, che con ogni probabilità sono attivi tutto il giorno, anche se non ho mai avuto modo di constatarlo; d’altro canto, bisogna considerare che le tariffe sono abbastanza alte, e che aumentano (e non di poco) a seconda delle agenzie e degli orari, senza contare poi che molto difficilmente accettano pagamenti con la carta di credito, quindi sarebbe saggio munirsi di cash e possibilmente banconote non troppo grandi. Tuttavia, se non ho visto male, molto recentemente hanno introdotto nella città “Bolt”, un servizio di taxi (come “Uber”, per intenderci) che non solo è più economico rispetto ad un taxi tradizionale, ma ha anche i vantaggi di poterlo richiedere tramite app e farlo venire in qualsiasi punto della città (purchè sia una zona dove si possa transitare) e il pagamento di norma avviene tramite carta di credito. Il percorso, il rider e tutto sono tracciati, ciò significa che il guidatore non può fare di testa sua, riducendo al minimo i rischi che chi guida possa essere un tipo poco raccomandabile.

-        PULIZIA E ORGANIZZAZIONE, quest’ultima riguardante soprattutto l’università che ho frequentato, dove tutte le carte e gli aspetti burocratici venivano risolti immediatamente, senza aspettare settimane (se non mesi) come spesso succede nella mia università. La città è anche molto pulita, è raro trovare cartacce o mozziconi di sigaretta per terra e il 99% delle strade sono talmente perfette che sembrano siano state appena fatte.

-        POSIZIONE: Rzeszòw si trova geograficamente in un ottimo punto, che consente di raggiungere città importanti e capitali europee (come Budapest, Praga, Berlino, Vienna, etc) senza troppe ore di viaggio. Rzeszòw si trova a poco più di due ore da Cracovia, secondo me la città migliore in Polonia (perlomeno dal punto di vista turistico), che tra l’altro consente di raggiungere molte più destinazioni grazie ovviamente all’aeroporto, che è presente anche a Rzeszòw, dove però non volano compagnie aeree conosciute.

 

CONTRO

-        Mentalità chiusa: Riuscireste a pronunciare “Rzeszòw” correttamente? Io ci riesco a malapena, dopo aver vissuto per circa cinque mesi in questa città. Ecco, già dal nome si può intuire quanto sia particolare questo posto, e con esso anche le zone limitrofe (a parte Cracovia). Infatti, nonostante tutti i punti a favore appena elencati, Rzeszòw non è una città per stranieri, né tanto meno per studenti erasmus. Gli abitanti sono innegabilmente chiusi e ottusi, non fanno neanche finta di interessarsi a chi è diverso da loro, che viene trattato con palese indifferenza e ostilità, se non proprio con derisione. Questo è un atteggiamento molto ricorrente non solo tra gli adulti, ma anche tra giovani studenti, come purtroppo è stato constatato diverse volte (non solo da me) in ambito universitario. È un contesto fin troppo difficile, ambientarsi e relazionarsi può diventare frustrante, ma c’è da dire che un po’ ovunque bisogna essere fortunati per incontrare le persone giuste.

-        LINGUA INGLESE: Piuttosto sotto lo zero, anche se obiettivamente non è che dalle altre parti ci siano dei campioni. Decenni fa, in Polonia, come seconda lingua si studiava il Russo. Con la caduta del Comunismo iniziò ad essere insegnato anche l’inglese, quindi è davvero poco probabile che un adulto sappia anche pronunciare mezza frase. Questo mi fu raccontato da un autista di Uber incontrato a Varsavia, che con mia grande sorpresa l’inglese lo parlava e anche molto bene, perché lo studiava privatamente in quanto si rendeva conto che tale lingua al giorno d’oggi è fondamentale. La comunicazione a Rzeszòw diventava un’impresa, e un aspetto snervante (e non poco) era che le persone, nonostante sapessero che non capivamo nulla, continuavano imperterriti a parlare in Polacco. E non è che magari parlavano più lentamente e scandivano le parole, macchè… Non che sarebbe servito a qualcosa, ma questo conferma che loro si adattano come un pesce si adatterebbe fuori dall’acqua. A farmi capire fin dal principio con chi avevo a che fare fu il proprietario dell’appartamento affittato, che mi scriveva serenamente nella sua lingua questioni abbastanza importanti come contratti e pagamenti, senza rendersi conto che magari avrei avuto problemi a comprendere il significato delle sue frasi. Per lui era normalissimo scrivermi in Polacco con uno che di polacco non ci capiva nulla, non aveva nessuna intenzione di venirmi incontro e fare una cosa ovvia come usare il traduttore non era un’ipotesi contemplata. Il problema ancor più grave era che lui affittava (e spero non lo faccia più) il suo appartamento a studenti erasmus, quindi secondo la sua mentalità era cosa buona e giusta relazionarsi con persone provenienti letteralmente da tutto il mondo utilizzando una lingua estremamente complicata parlata solo da una popolazione di neanche quaranta milioni. Mi dispiace dover dire che a Rzeszòw la maggior parte delle persone è così, e non oso immaginare ciò che potrebbero pensare degli stranieri di questi tempi, a causa del Coronavirus.

 

-        CIBO: Si mangia male, e alcuni cibi erano a malapena commestibili. Il cibo polacco è troppo “grasso”, ci mettono ingredienti (come aglio, cipolla) in enormi quantità, e in alcuni luoghi la pizza era semplicemente improponibile: assomiglia alla pizza surgelata, nella migliore delle ipotesi. Il mio consiglio è di provare la loro specialità, i “Pieroghi”, dei ravioli che possono essere ripieni di carne e quant’altro. Su questa pietanza difficilmente sbagliano.

-        TEMPO: A Rzeszòw si gela, e il sole da ottobre/novembre in poi sembra andare in letargo, per poi ritornare a febbraio o marzo. E non è solo una questione di neve, comunque bella da vedere, ma c’è un freddo polare, che congela i polmoni, e che può passare soltanto quando si è a casa con il riscaldamento a mille e sotto le coperte. Questo è un altro fattore che ha inciso negativamente sulla mia permanenza, ma non è colpa di nessuno. È risaputo che la Polonia è fredda, ma vi posso assicurare che il freddo vero e proprio si trova nelle città del sud (come Rzeszòw, appunto) a causa delle vicinanze con le montagne. A nord (come Varsavia) ovviamente ci sono le giornate fredde che quasi costringono a rimanere a casa, ma il clima è molto più accettabile. L’unica nota positiva delle giornate di Rzeszòw era che non pioveva mai.

 


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