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Feste di primavera (Bando de la Huerta ed Entierro de la Sardina)


In questa esperienza non parlo della città di Murcia, ma unicamente delle feste di primavera, il “Bando de la Huerta” ed l'“Entierro de la Sardina”, dal mio punto di vista personale.

Feste di Primavera a Murcia
Da quando ho uso di ragione, il Bando de la Huerta ed l'Entierro de la Sardina sono stati due feste abbastanza attese e molto celebrate. Tuttavia, credo che la gente della mia generazione, sono nato nel 82, non vive questi giorni come la gente più adulta, questi sono membri delle vere “peñas murcianas”(gruppo di amici che si riuniscono e formano una specie di club dove festeggiano insieme). E anche penso che da quando sono cresciuto parte della magia che avevano questi giorni si è persa. Oggi, entrambe feste sono una scusa più per fare un macro “botellón” gigante, ascoltare musica per strada e farla grossa. E penso che questo è così per quasi qualunque persona della mia età, ma non per i più adulti che sanno che i loro genitori e nonni hanno lavorato queste terre come veri contadini della “huerta” (campi) di Murcia, e che vivono le feste da un punto di vista culturale e regionalista che non ha niente a che vedere con le sbornie che becco coi miei amici durante questi giorni. Legge di vita.

Anni fa sì che c'era un po' di magia in questi giorni. Da bambino, il Bando de la Huerta mi piaceva perché mi mascheravo di “huertano” (contadino), ma non è una cosa che ricordi con gran illusione. Semplicemente andava fuori a mangiare coi miei genitori ed altri amici a qualche ristorante e basta. Invece, l'Entierro de la Sardina era un giorno molto atteso. Ricordo sedermi per ore, coi miei genitori, facendo turni con altri bambini figli di genitori di amici, per avere le sedie in prima fila laddove ore più tardi dovrebbe passare la sfilata. Posso dire che migliore della sfilata erano le ore che passavo giocando tra le sedie, dando calci alle lattine a modo di pallone improvvisato e giocando con altri bambini, mangiando mele di caramella e cocco dei posti ambulanti (dopo averlo chiesto parecchie volte ai miei genitori affinché me le comprassero) ed in definitiva, cercando di ammazzare il tempo fino a che passassero le carrozze, vedendo come tramontava il sole ed arrivava la sera.

E dopo la lunga attesa, la sfilata, con le sue comparse, ballerini, burattinai, i giganti e testoni, cubane con le tette scoperte... ma quello che sperava con più voglia era sempre il “drago cinese” ed i suoi portatori, autentici piromani che lanciavano petardi dappertutto, bruciavano bengali e sputavano fuoco dalla bocca. Quanta distruzione! Fenomeno! E dietro tutta questa pompa magna, quello che tutti i bambini aspettavano e che ancora ora faccio perfino dopo 27 anni: lottare per poter prendere i giocattoli che tirano i “sardineros” dai carri. Palloni, spade, cerchi, fantocci, paracadutisti, sveglie, pistole, casette, lettere, giochi di tavolo e mille ed una cose completamente inutili. Che emozione quando qualche parente o amico riusciva a prenderti un pallone! Tutti ti guardavano pieni di invidia! E come litigavano genitori e bambini per ottenere un anatroccolo di gomma che alcuni giorni più tardi finiva nella spazzatura! Il sudore si mischiava con l'odore di polvere da sparo dei fuochi d'artificio, gli occhi accecati dal fumo delle torce dei “hachoneros” e la gente piena di un istinto animale, accaparratore, che solo ho visto qualcosa di simile in tivù quando ripartono sacchi di cibo in paesi del terzo mondo quando succede qualche catastrofe. Ed ancora oggi tutti si lasciano influenzare e trascinare da queste sensazioni in una voragine sfrenata che colpe allo stesso modo adulti e bambini, a culti ed ignoranti, ad uomini e donne; e che provoca scene e battaglie realmente esilaranti e surreali.

Ed ancora ora, anche se è stata sostituita la sfilata per il botellón, la voglia di lottare per poter prendere i giocattoli, accaparrarli, per qualche giorno più tardi metterli fuoco, perderli o distruggerli a calci quella stessa notte, rimane ancora nel cuore di ognuno di noi. Ah! La natura umana! Quanto è grande!


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