Come ho scoperto le mille facce del mondo a Los Angeles
Il 10 maggio 2015 lasciai Montreal, in cui vivevo da un anno, per volare verso Los Angeles al fine di compiere una ricerca grazie al programma Erasmus di ricerca tesi. Mi occupo degli anni Trenta hollywoodiani e ne sono una grande fan, pertanto non vedevo l'ora di recarmi nei migliori archivi della contea per scoprire tra le lettere dei produttori e delle star ciò che era nascosto al pubblico dell'epoca. Non potendomi recare precendemente sul posto affittai una stanza in una casa abitata da 7 ragazze, feci le valige, salutai tristemente le mie amiche, non sapendo quando le avrei riviste e presi l'aereo verso L.A. Ero entusiasta all'idea di poter visitare i posti di cui tanto si racconta e le bellissime spiagge di Malibu, Santa Monica e O.C.; allo stesso tempo ero impaurita di passare il mio soggiorno in solitudine perché non conoscevo nessuno in California.
Arrivai con un taxi al 2700 di una piccola e poco illuminata strada di Korea Town. Un ragazzo poco accogliente e schivo mi aprì la porta della casa che avevo affittato e immediamente risentì un clima strano e sinistro. Mi resi conto che l'appartamento non era abitato da sole donne (come diceva l'annuncio) ma vi erano 10 persone tra cui ragazzi e ragazze. Non mi importava che la casa fosse mista ma ero interdetta dal fatto che l'annuncio fosse, in un certo qual modo, falso e non riuscivo a spiegarmi perché il padrone della casa avesse mentito! Il giorno seguente il mio arrivo mi recai già nel primo archivio in cui mi accolse un personale molto disponibile, cordiale e professionale. Iniziai le mie ricerche presso l'American Film Institute (AFI). Lì ebbi l'occasione di conoscere gli studenti ammessi alla scuola per sceneggiatori e registi dell'AFI, riconosciuta come la migliore formazione cinematografica in tutti gli Stati Uniti. Più la mia ricerca avanzava, più mi sentivo motivata a studiare e confrontarmi con tutte le persone che incontravo nel settore cinematografico. Continuai la mia ricerca in ben altri 4 archivi tra cui le prestigiose università di USC, UCLA e la Warner Bros Archive. Quando, però, tornavo a casa la sera risentivo una strana e sinistra sensazione che non mi lasciava avere piena fiducia nei miei conquilini. Chiacchierando con loro mi resi conto che avevo a che fare con persone profondamente marcate dal loro passato e che portavano sulle loro spalle le conseguenze dei loro errori. Il ragazzo russo che aveva la stanza a fianco alla mia mi raccontò di essere stato in carcere per droga per alcuni anni. Uscito dalla prigione si era trasferito a Los Angeles ma nessuno sapeva quale fosse il suo mestiere ! Usciva di casa con una valigetta e tornava a tarda sera, non raccontò mai a nessuno dove andasse o cosa facesse. La sua peggior nemica era una ragazza filippina che viveva da molto tempo in casa. Abbandonata dalla mamma a soli 6 anni, dopo la morte del padre, si era trasferita a New York nella maggiore età e per qualche motivo era finita a Los Angeles. Non potendosi pagare una stanza perché ormai disoccupata (aveva perso il passaporto filippino che le impediva di ottenere un contratto da qualsiasi impresa) dormiva sul divano di casa. Era una ragazza molto sola e passammo parecchio tempo insieme: lei mi raccontò di sua madre, una donna bellissima e crudele, a suo dire, una vera e propria femme fatale! E insieme cercammo il secondo marito di sua madre che lei avrebbe voluto ricontattare e rivedere.
Jason viveva al piano terra della casa, nella sua stanza c'era un forte odore di gatto, infatti ne aveva due che amava profondamente. La sua stanza non aveva neanche il letto e un giorno gli chiesi perché. Mi rispose che la sua ragazza era morta sul divano della nostra casa sei mesi prima a causa di una dose eccessiva di eroina, che lui le aveva procurato e da allora si rifiutava di addormentarsi perché continuava a fare degli incubi. Il suo obiettivo era quello di rimanere sveglio il più possibile. I suoi occhi erano spenti dal dolore e dalle droghe che non riusciva a smettere di prendere. Non avevo mai conosciuto una persona così sofferente, diventammo amici proprio poco prima che il proprietario lo cacciasse di casa perché Jason non gli pagava l'affitto da molti mesi ormai. Fu ospite di qualche suo amico poi divenne un barbone. Mi faceva molto strano pensare che avessi un amico che viveva per strada, non mi era mai successo prima! In quel momento però quello che mi preoccupa era la sua condizione. Lo vedevo sempre più triste, solo, ripeteva che gli mancava la sua ragazza e che si sentiva terribilmente in colpa.
A un mese prima della mia partenza si trasferì a casa una ragazza tatuata, dalle unghie lunghissime che decorò la sua stanza con colori sgargianti. Era una ballerina di streep tease. Aveva scelto questo mestiere perché era facile e ben retribuito! A dispetto di quello che si possa pensare, oltre il lavoro, era una ragazza "casa e chiesa". Non usciva mai per fare una passeggiata o andare al mare perché il suo ragazzo era in carcere e lei voleva aspettarlo conducendo una vita senza svaghi, hobby o amicizie fin quando lui sarebbe uscito di prigione. Il suo fidanzato era stato un celebre spacciatore dei quartieri poco raccomandati di Los Angeles. A soli 18 anni, per la sua sicurezza, vendeva droga soltanto se protetto dai suoi bodiguard. La polizia però lo aveva scoperto. Erano 2 anni ormai che lei aspettava che lui scontasse la sua pena, mi raccontava che non vedeva l'ora di sposarlo! Non le interessava essere sola, non le interessava neanche andarlo a trovare, voleva solo che lui uscisse dal carcere!
In casa c'era anche una coppia di fidanzati. Venivano entrambi dalla Florida e lei nella vita suonava l'organo. Diventammo presto buone amiche e con la sua auto visitammo le zone di Los Angeles difficili da raggiungere con i mezzi pubblici. Anche lei, però, dietro la sua immensa forza e il suo sorriso nascondeva un passato da cleptomane e una situazione familiare difficile e tormentata. Sin da quando era bambina aveva assistito a diversi matrimonio di sua madre, tutti falliti.
Tra questi conquilini vi erano però anche altri che facevano una vita molto semplice e con pochi guai, come la mia! Uno di loro era un australiano che aveva girato tutto il mondo. Lavorava per un'azienda informatica da casa e per questo ne approfittava per poter visitare qualsiasi posto! Era fantastico chiacchierare con lui! Mi raccontava delle sue avventure, di ciò che aveva scoperto; io adoro viaggiare e scoprire le diverse culture del mondo, per cui lo ascoltavo come una bambina ascolta le favole che gli legge la mamma.
Porto con me un'esperienza molto bella della vita di Los Angeles anche. La città è piena di attività culturali ma di poche attrazioni turisitiche. Oltre l'Hollywood Boulevard che è fondamentalmente un'accozzaglia di locali con una multitudine di colori e una concentrazione di turisti da far venire il mal di testa, nel centro città ci sono tante realtà diverse. È importante sapere sempre dove si sta andando perché da una strada all'altra si potrebbe passare da un bellissimo quartiere residenziale al borgo dei gangster che non amano particolarmente i turisti o la gente che non fa parte del quartiere. Se non si ha la pazienza per passare 2 ore in bus per andare da una parte all'altra della città e aspettare almeno 20 minuti i mezzi pubblici, è fortemente consigliato prendere un auto! Fondamentalmente per dei lunghi soggiorni a Los Angeles è necessario avere la macchina! Vivendo in centro ci mettevo 35 minuti di auto per andare al mare a Santa Monica, con il bus ci mettevo un'ora e 30 minuti!!!! C'è una notevole differenza!
Ero partita da Montréal il 10 maggio con tanto entusiasmo e con il timore che mi sarei sentita sola, non conoscendo nessuno in California. Ripartii alla volta dell'Europa con un'esperienza alla spalle incredibile. Mi ero confrontata con tante realtà diverse ed avevo vissuto a stretto contatto con persone che mi avevano insegnato che la vita dipende da noi stessi, che dobbiamo costruire la nostra felicità!
La mia ricerca in archvio ha portato a un bel 110 e lode, mentre la mia esperienza di vita a Los Angeles mi ha lasciato uno dei ricordi peggiori della mia vita e anche dei migliori perché la convivenza è stata difficile ma anche appassionante, travolgente e soprattutto mi ha aiutata a crescere, a confrontarmi con un mondo che non conoscevo e a reagire con più forza e determinazione agli accadimenti della vita. Inoltre ho scoperto una città dai mille volti, infatti Los Angeles è perfetta per chi ama la montagna e/o il mare, i locali chic e i bar a basso costo, gli hamburger preparati al momento in un chiosco messicano o il caviale. Qualsiasi tipo di vita si voglia fare a Los Angeles è possibile ma non bisogna mai sottovalutare la città che nasconde mille insidie! Tenete gli occhi ben aperti e dimenticate il caos metropolitano godendo del tramonto che colora il cielo di rosso fuoco sulla spiaggia a Venice Beach o a Santa Monica!
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