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Students Union, una realtà differente


Oggi è stata una giornata abbastanza piovosa e mentre ero con l’ombrello a riparare la pioggia che comunque venendo a vento m’ha preso tutto pieno pensavo a quanto a volte delle cose siano fatte per partito preso e non per obiettivo.

Le Students’ Union sono quasi sindacati degli studenti, che li rappresentano e li coinvolgono nelle loro attività di Ateneo, i rappresentanti vengono eletti democraticamente  e spesso hanno un edificio dedicato all’interno del Campus, dove altrettanto usualmente oltre a locali/esercizi commerciali convenzionati, è presente una sala-auditorium chiamata O2 Academy; O2 in quanto realizzata tramite contratti con uno dei provider di telecomunicazioni principale in U.K, appunto la O2, attuale main sponsor della nazionale di Rugby inglese ecc ecc. (anche se personalmente sono  al momento con Vodafone UK).

Telefonate a parte, questo organo sindacale o semi sindacale (rimando l’associazione d’idee con le Trade UNION, in quanto realtà tutta inglese) oltre ad avere solitamente una sede e dei rappresentanti in ogni facoltà presiede spesso all’organizzazione delle attività studentesche ricreative e simili, al wellfare studentesco nel Campus, è sede di ritiro e verifica della NUS Card (Carta studenti che  da diritto a sconti esclusivi  e non per gli studenti iscritti al programma) ed è in genere a conoscenza delle attività delle altre Students Union sparse nel territorio nazionale.

Io credo che questo ultimo paragrafo sia sufficiente a noi studenti italiani a farci vergognare, ma non mi fermerò qui ovviamente, infierirò, altrimenti mi sento poco cattivo; sono  qua con la mia Carlsberg Export e ogni tanto aggiorno il blog, ma questo non vuol dire che debba essere buono, anzi!

Noi non abbiamo una students union, tranne sporadici casi, ma sono sporadici e quindi in quanto tali, difficilmente legate tra loro e non comparabili con altre realtà; nella maggior parte degli Atenei o Campus italiani, abbiamo ben 3-4-5 o più “Students’ Union” che si chiamano almeno da noi  a Pisa “Ateneo Studenti Lista Aperta”, “Sinistra Per” ecc… (Non le nomino tutte perché non le conosco tutte, in ogni caso mi fanno ribrezzo tutte senza differenze) ed il fatto di non averne solo una non fa di ni dei grandi bensì dei grandi indecisi e frastornati.

Alle elezioni ci troviamo a votare magari per la facoltà o il corso 2-3 liste differenti, con liste di nomi dei quali non conosciamo neanche mezza faccia e forse è anche la prima volta che li sentiamo. decine di Micheli, Sabrine, Sare, Maurizi, Fabii, Giulie (nomi presi a caso eh) che non ci dicono nulla ma quel giorno e forse anche qualche giorno prima tramite i social network e qualche cartellone, chiedono di essere votati perché…. perché è giusto votare.

Personalmente vincolare la scelta del votante ponendo già dei paletti politici per me è sbagliato, in quanto l’obiettivo della rappresentanza dovrebbe essere lo studente e gli studenti e non è importante i dibattito sul fatto che una idea sia di destra o di sinistra è importante il fatto di attuarla o meno se essa apporti benefici o meno agli studenti; dotare le facoltà ad esempio di macchinette  distributrici automatiche di biglietti ferroviari e/o bus  oppure fare chiarezza in altri ambiti sempre molto burocratizzati, è una idea di sinistra o di destra? dobbiamo votare gente che si è schierata da una parte o dall’altra per far si che una o l’altra idea sia fatta presente?

Ma che stiamo scherzando?

Altrettanto simpatici sono quelli che si propongono magari come “l’alternativa”.. l’alternativa al casino che c’è già, già le quantità dei votanti sono imbarazzanti al punto che qualche corso rimane senza rappresentanti perché non raggiunge il quorum, poi aggiungiamoci anche un altro “partito” nell’insieme, magari sconosciuto, così allora diventa in non plus ultra.

Non conoscendo poi chi si va a votare come si può pretendere di essere votati? Come si può pretendere dagli elettori di votarci di supportare la nostra posizione, se noi in primis non facciamo niente per evidenziarci? Un nome a caso lì sulla scheda colorata a volte pare dia alla testa alle persone, “sono rappresentante” …. ambè, di che? e ora, che farai?

Quest’anno ho visto cose brutte, che spero di non rivedere più, ho visto gente che è capace di usare il latte solo se lo trova già nel frigo perché l’ha portato qualcun altro e ho visto una visione del “fare” come demonizzata, in più posso dire che prima di andare alle elezioni con una lista propria del corso, ero deciso ad affiliarmi ad una lista (non dirò le caratteristiche così non se la prende nessuno) del nostro Ateneo, solo che il presunto rappresentante generale o qualcosa di simile, mi avrà riposto si e no una volta ogni due settimane alle mail  e se aspettavo lui forse ero pronto per le elezioni 2012.

Altra domanda che pongo all’aria, è.. ma ci credete voi che rappresentate in primis in queste cose oppure le fate per sport?

Insomma, uno vuol rappresentare un corso di un’area che storicamente  da anni ha sempre votato poco e niente, ti dici interessato alla sua candidatura e rispondi quando ti fa voglia,? Cavolo, avevo messo le ragnatele.

Altra cosa, la mobilitazione.. qua “cade l’asino” come si suol dire.

Oltre al fatto che alle urne si è presentato praticamente un decimo della gente avente voto, che nessuno tra poco conosce i rappresentanti, quando scoppia un caso (non prima per carità, noi siamo sempre quelli del botto e della conta dei morti non facciamo mai gli artificieri, sia mai che riuscissimo a  prevenire qualcosa,  guai!) gli stessi che volevano i voti PRETENDONO che la gente vada ad occupare aule ecc…. quando ogni anno tra poco proprio per via di partiti e rotture di scatole, gli studenti sentono sempre meno che l’Università appartiene a loro; oltretutto poi quelli con le camicie che magari per le elezioni erano dietro ai banchetti a fare propaganda ora sono spariti quasi del tutto e quando c’è da occupare di solito ci mandano i loro amici (amici, ma si conosceranno poi…?) cannati. Io non ho da dire nulla a chi fuma, per carità per me possono anche dedicare un intero polmone alla coltivazione di piante esotiche, ma dico, uno che la mattina magari va a lezione e sa ben poco se qualcuno il giorno prima ha detto a 10 persone che vogliono occupare  le facoltà, quando si vede sbucare sti ceffi in classe, fumati o esaltati che siano, non è che sia tanto convinto a seguire la cosa; non dico di andarci in camicia o con gli avvocati, ma insomma, far girare le voci prima, diffondere, parlarne ecc, che poi le occupazioni  e simili, diciamocelo, in molti casi rovinano la vita soprattutto ai colleghi pendolari, che specialmente se poco convinti starebbero più volentieri a casa.

Comunque, detto questo, in definitiva dico che noi dovremo lanciare l’alternativa all’alternativa, pare un po’ strano, ma dovremo lanciare un corpo unico di rappresentanti ecc che stiano a simboleggiare la vita studentesca, senza distinzioni politiche che francamente non c’entrano niente, dobbiamo pensare agli studenti non alla tessera elettorale e questo potrebbe dare luogo ad iniziative diramate nella rete degli atenei italiani attraverso questo “sindacato” specifico, senza stare a fare confusione a chi eventualmente potrebbe avere la maggioranza dei voti o meno, e sarebbero vantaggiose per tutti e magari alcuni studenti potrebbero riacquistare la credibilità nella rappresentanza e l’anno dopo andare alle votazioni, senza tanti partiti ma con l’obiettivo di votare.

In ogni caso quella mia è una idea, come è una idea  quella che malgrado la situazione vorrò proporre in Facoltà e spero che abbia un po’ di seguito, ma per scaramanzia non dico nulla… ma credo che ne dovremo mangiare di pane prima di vedere qualcosa di unico ed “a rete” senza vincoli di ideologie di partito come qua… studenti che pensano per studenti, forse è troppo difficile?


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