Viaggiare in solitaria ma non essere mai da soli: una storia di wwoofing, accettazione e troppi pomodori
L'incontro:
"Hey! Vuoi salire? "
Queste sono le parole che ho sentito alle 21:30 mentre ero sola in un angolo in mezzo al nulla nella città di Budens in Portogallo. Qualunque ragazza ferma in un angolo da sola ha probabilmente sentito questi "fischiettii" molte volte nella sua vita. Alzando lo sguardo ho visto due uomini grossi ricoperti di tatuaggi con la faccia piena di piercings, seduti come le sardine in una vecchia Honda Civic bianca del 1976 e all'improvviso mi metto in guardia. Il cuore batteva forte ed ero molto stanca dal viaggio per avere a che fare con i loro modi infantili, gli rivolgo un'occhiataccia e cammino verso una zona più affollata del parcheggio dell'Intermarche.
Ci sono voluti più di dieci minuti per convincermi che erano, di fatto, i proprietari della fattoria organica dove sarei stata come wwoof per il prossimo mese. Anche se alla fine ho infilato il mio zaino nel bagaglio e sono salita, ho avuto difficoltà a togliermi dalla testa lo stereotipo di wwoofer che mi aspettavo con camicia di flanella, rasta e a piedi scalzi. Sono veramente nell'auto giusta?
20 minuti dopo sono seduta in un bar di una piccola città, buttando giù uno shot di Ginjinha con due punkettoni tedeschi e un'intensa sensazione che era solo l'inizio di questa esperienza wwoofing.
La fattoria:
Se non hai grandi aspettative non rimarrai deluso
Siamo arrivati alla fattoria rannicchiata sulla cima di una montagna nel mezzo di una foresta di eucalipti e ci siamo imbattuti nel buio verso un ammasso di roulotte rotte. Per le prossime tre settimane la mia casa sarà un furgone malandato, infestato dalle pulci e abitato dai topi parcheggiato dietro la proprietà; non avrei potuto essere più felice.
La fattoria era gestita da due vecchi anarchici tedeschi, stanchi della vita in Germania hanno deciso di vivere e far crescere i loro figli felici e scalzi in roulotte e tende nascosti tra alberi di eucalipto giganti. La mia compagnia quotidiana erano sei cani, 5 altri wwoofers e sette bambini, con altre famiglie che spuntavano dagli alberi tutti i giorni. In breve: no privacy, mai del tempo da sola e ore di risate.
La doccia era alimentata da pannelli solari e, se eri fortunato, potevi farti una doccia calda rilassante dopo il lavoro. Ma se fossi stato me, avresti passato settimane a contorcerti sotto la doccia fredda mentre le galline della fattoria mi correvano attorno e mi attaccavano le caviglie. E ovviamente il bagno: un trono d'oro appollaiato su una torre, con delle riviste per intrattenerti e un poggiapiedi per stare comodi. In altre parole, era un buco sopra una torretta ripieno di fieno e feci umane.
Di notte, di solito ci si sedeva attorno al fuoco. L'aria era piena dell'odore di fumo e del suono delle risate di noi che provavamo a comunicare in un mix di tedesco, inglese, spagnolo e francese, con le pance piene di vino, riso e pane vecchio. La mattina affrontavamo la sbronza con dei muesli e del caffè nero prima di uscire dai nostri letti ammassati nel furgone ed essere trasportati ai nostre attività giornaliere.
Il lavoro:
Quelli con l'abbronzatura a pezzi sono quelli che hanno veramente vissuto.
Di solito, passavamo le giornate in tre diverse aree, a rotazione: il campo, la cucina e il bosco. Chi lavorava al campo passava sette ore abbondanti ad innaffiare e raccogliere 2. 000 piante di pomodori. Il piccolo ma prospero campo si trovava in un area arida a 2 km da Vila do Bispo ed era popolato da 4 gatti e un pacato tedesco che guardava il campo dalla sua roulotte sulla collina. Le giornate erano lunghe e il sole del pomeriggio era più che crudele. Se eri fortunato da essere in compagnia di altri wwoofer nel campo, il tempo volava grazie all'aiuto di una bella chiacchierata. In assenza di una chiacchierata, soffrivi in solitaria. Se eri così sfortunato da ritrovarti da solo nel campo, spesso ti ritrovavi a pensare ai perché della vita che ti hanno portato ad essere wwoofer, mentre ti districavi tra le piante troppo alte di pomodoro, i capelli pieni di pomodori schiacciati dopo aver ritrovato la tua faccia nel mezzo di una ragnatela.
La cucina andava invece a ritmo lento e lasciava spazio alla creatività, dato sia la disponibilità limitata degli ingredienti per i nostri tre pasti giornalieri e il piccolo fornello di legno che ti riempiva i polmoni di fumo nero e ti lasciava bruciature e cicatrici.
I wwoofer assegnati alla cucina lavoravano da soli; pulendo la casa principale e facendo una quantità incalcolabile di salsa di pomodoro, ketchup e pomodori secchi che venivano conservati in vasetti per l'inverno. La sfida finale per i wwoofer era di cercare di cucinare pranzi e cene a base di pomodoro per gli altri wwoofers che erano stati per ore a raccogliere i pomodori e, sinceramente, alla fine della giornata i pomodori erano l'ultima cosa che avrebbero voluto vedere.
Se per questi lavori era richiesta la volontà, per il bosco era richiesto chi fosse fisicamente forte. Chi non avesse paura delle altezze ed era capace di salire sugli alberi di mirtillo con un machete nella mano per tagliare la legna per la stufa. Dopo aver tirato fuori il Tarzan che era in loro, questi wwoofers tornavano a casa con le braccia a penzoloni e doloranti, i corpi ricoperti dal succo rosso-sangue dei mirtilli e dalle spine di mora, con i loro machete appesi alla vita e quasi che sembravano usciti dal film "American Psycho" mentre saltellavano tornando alle loro tende.
Il gioco:
Mi sono abituata ai calli dei miei piedi; costano meno di un paio di scarpe.
Se ho imparato qualcosa da quest'esperienza è come camminare. Vai a piedi al giardino, cammina per andare in città, sali la strada di montagna con il vento. Devi andare al negozio? Cammina. Vuoi andare in spiaggia? Cammina. Devi andare da qualsiasi altra parte? Indovina, cammina. Era sempre così per noi.
Alle 4 del pomeriggio in punto, tavole da surf in mano, ci dirigevamo per 4 chilometri in salita fuori Vilo do Bispo verso la strada principale che portava direttamente a Lagos se si girava a sinistra oppure a Praia do Castelejo sulla destra. Con il dito all'insù e il sorriso stampato sul viso, aspettavamo qualche faccia amica che avrebbe accostato, preso le nostre tavole da surf e i nostri corpi sporchi in una delle loro piccole macchine europee e ci avrebbe portato per 15km fino a raggiungere la spiaggia. Sia nel caso di un vecchio signore che insisteva nel parlare in portoghese nonostante noi non capissimo niente, o nel caso di un viaggiatore dagli occhi rossi che guidava il suo camper nella notte, le storie, le piccole conversazioni e i piccoli gesti di generosità hanno installato un senso di gratitudine e di comunità.
Non avendo niente per intrattenerci, i nostri giorni erano pieni di esplorazione. Nei nostri giorni liberi, facevamo l'autostop fino a Praia da Dona Ana a Lagos per bagnarci nel caldo mare Mediterraneo e nuotare attorno alle imponenti rocce che uscivano dall'acqua. Quando le nostre gambe erano troppo stanche per fare la sfacchinata fino alla spiaggia, passavamo le ultime ore di luce della giornata nuotando in un lago nascosto, strillando ai pesci che ci mordicchiavano i piedi e ridendo per i tentativi falliti di attraversare la pozza fangosa per tuffarci in acqua con una corda che penzolava. Il lavoro era duro ma la vita era facile. Se lo facevi bene, quella sera al falò, saresti pronto per qualcosa in più.
La lezione:
Tra qualche anno, lungo la strada, potrei non ricordare il tuo nome o immaginare la tua faccia facilmente ma ti ringrazio comunque.
Sconnessa con la tecnologia e dal mondo e rinchiusa nelle montagne portoghesi, ho trovato una comunità con un grande cuore e passione per la vita. Una comunità dove tutti sono amici e compagni per una stagione e poi spariscono in un colpo d'occhio, lasciando alle spalle niente se non la loro energia positiva e una visione della vita unica.
Ero una ragazza californiana dagli occhi luminosi che indossava sempre vestiti in un mare di punkettoni tatuati, con le unghie sporche e punture di zanzare più di quante ne potessi contare ma mi sentivo a casa. Ho iniziato questa avventura senza aspettative. Ero semplicemente una osservatrice che non lasciava passare pigramente la vita accanto ma la vivevo, osservavo e ho assorbito il più possibile che potevo in così poco tempo.
Mi hanno contattato molte persone desiderose di fare wwoofing chiedendomi dei consigli. Ho esitato nel dirgli tutto per paura di influenzare le loro future esperienze con promesse ed aspettative che non dovrebbero essere rispettate. Questa è stata la mia esperienza personale e posso dare dei consigli e raccontare le mie storie ma prendeteli con le pinze.
Ognuno di noi percorre la sua strada, affronta le sue lezioni, quello che si impara dall'esperienza wwoofing cambia drasticamente da persona a persona. Non so se avrei potutto imparare queste cose anche da qualche altra parte, ma il sud del Portogallo avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.
Chi è voglioso di partire come wwoofer, non tiratevi indietro. Buttatevi nell'esperienza e imparate ad ammirare il sole che sorge da Praia do Martinhal o a ballare con la gente nel posto ad un barbecue in paese. Metti un piede fuori dalla tua vita ed entra in quella di qualcun altro, senza ombra di dubbio il mondo ti accoglierà a braccia aperte.
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