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Alla scoperta di Francoforte - parte 2


Il centro storico di Francoforte

Il giorno successivo, ho ricominciato a camminare per le strade della città e sono tornata sulle rive del Meno, perchè adoro quell'area del fiume.

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Sono arrivata nel centro storico della città vecchia, conosciuto per Romerberg, la piazza centrale, che è probabilmente la zona più turistica di Francoforte, famosa soprattutto per i mercatini di Natale (come tutti quelli di qualsiasi città tedesca). Qui si trova il municipio della città sin dal XV secolo e l'architettura degli edifici è la prova dell'autenticità e dell'antichità di questo luogo.

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Il Romer è un edificio medievale, ristrutturato, che rappresenta uno dei punti di riferimento della città.

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Nel mercato ci sono negozi di souvenir, dove si possono anche comprare cartoline, con immagini in bianco e nero della città nel 1658. Sembra che durante questo periodo la piazza fosse animata da molte attività diverse.

Sul lato opposto, si trovano altri edifici, con bellissimi dettagli architettonici. Le facciate hanno molte piccole finestre, decorate con pezzi di legno colorati di bianco, nero, rosso o marrone, sui muri bianchi.

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Tutto era pulito e molto piacevole alla vista, per i miei gusti. Sulla destra c'è la vecchia chiesa di San Nicola. Gli edifici furono ricostruiti dopo la Seconda guerra mondiale, durante la quale molti erano stati distrutti. Nella zona del centro storico ci sono negozi di souvenir, ristoranti e terrazze dove vengono serviti cibi e bevande tradizionali.

Io sono andata nei negozi per comprare qualcosa con cui ricordare Francoforte e poi ho proseguito la mia visita di questa zona. Senza saperlo ho scoperto un museo archeologico chiamato Palazzo Imperiale Franconofurd.

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Il sito archeologico è aperto al pubblico, è gratuito ed ospita le rovine di edifici che vengono datati intorno al IX secolo, se ricordo bene. Tuttavia, quello che più ha catturato la mia attenzione sono stati degli schermi che mostravano i primi insediamenti in quest'area che è poi diventata la grande città di Francoforte.

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Una volta che sono arrivata, sono andata alla grande cattegrale rossa, che in realtà è il Duomo.

L'ho vista soltanto da fuori: non sono entrata perchè ero in ritardo. Infatti, dovevo andare in altri luoghi che avevo in programma di visitare.

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Il Museo di Arte Contemporanea

Il Museo di Arte Contemporanea era la mia destinazione successiva. Sono prima di tutto entrata nel MMK Zollamt, un piccolo edificio che appartiene al museo ed è situato esattamente di fronte ad esso.

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Sono entrata in una stanza buia dove c'era un'installazione sul tema del riscaldamento globale. Sul pavimento c'era un polipo i cui tentacoli e il corpo apparivano deboli e privi di vita. Di fronte al polpo c'era un enorme ghiacciaio, che da lontano non sembra reale, ma più ci si avvicina e più si iniziava a sentire freddo.

Infati, il ghiacciaio è proprio reale e ci sono impronte digitali scolpite in esso. L'ho toccato per controllare se fosse ghiaccio e ho visto che molte altre mani avevano fatto lo stesso, formando un segno, causato dallo scioglimento provocato dal calore delle mani. Infatti, l'ho lasciato anche io.

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Il significato di questa struttura è ovvio e ha a che fare con il fatto che gli umani sono responsabili dello scioglimenti dei ghiacciai e del pericolo per gli animali marini, a causa del riscaldamento globale. Questa installazione artistica mi ha rattristata molto e mi ha fatto pensare ai miei comportamenti dannosi per il pianeta, e mi ha motivata anche a cercare di essere il più ecologica possibile nella mia vita quotidiana.

Sono poi andata nell'edificio principale del museo d'arte. All'ingresso ho comprato un biglietto, anche se in realtà non ho pagato nulla, perché sono una giovane di età inferiore a 26 anni. Il museo è aperto dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18 e inoltre il mercoledì è aperto fino alle 20. Lunedì, invece, è chiuso!

Sono entrata nel museo e ho fatto un giro tra le opere d'arte. Cady Noland è l'artista americana le cui installazioni sono presenti in tutte le stanze. È nota soprattutto per il suo stile concettuale e per le sculture che rappresentano aspetti negativi, tossici e malsani della cultura americana. Non sono rimasta molto colpita dalle sue opere, ma mi è piaciuto moltissimo l'edificio del museo e la sua struttura.

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Cady Nolan non è riuscita a penetrare nel mio universo, quindi ho prestato più attenzione al design del museo come edificio. In particolare, mi ha affascinato il bellissimo rapporto che si crea tra le pareti bianche e quelle colorate di rosso, arancione o verde. Nel secondo piano, c'è un'apertura attraverso la quale si possono vedere il 1° piano e il piano terra.

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Si forma infatti uno scorcio interessante che contiene le scale di accesso, le ringhiere, i pavimenti in legno, le pareti diritte o circolari e i pilastri di supporto. Non sono rimasta colpita dalle opere, ma ancora ricordo gli interni affascinanti, ma semplici del museo.

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Lungo il fiume Main

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Visto che giravo in continuazione dalla mattina presto, a quell'ora del giorno ero abbastanza stanca e mi mancavano le energie. Fuori era un soleggiato giorno di primavera, quindi sono tornata sulle rive del fiume Meno per ricaricare le mie batterie. Ho trovato uno spazio verde dove molte persone si stavano già rilassando e godendo il bel tempo di quella domenica pomeriggio.

Era infatti una giornata calda e soleggiata, quindi molte persone erano uscite per fare varie attività in città all'aperto: alcuni un picnic con la famiglia e gli amici, altri una passeggiata da soli o con i loro animali domestici, la maggior parte degli atleti correva, faceva esercizio o andava in canoa sul fiume. Mi sono seduta sull'erba e ho cominciato a guardare il paesaggio e le persone intorno a me.

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Visto che avevo fame, ho preso del cibo dallo zaino e ho iniziato a mangiare. Molto presto ho visto alcuni uccelli venire verso di me: due anatre mi hanno vista mangiare e mi sono venute incontro per chiedere del cibo. Erano amichevoli e anche se so che non è una cosa buona da fare nutrire questi animali, non ho potuto resistere alla loro insistenza e gli ho dato del pane.

Probabilmente per lungo tempo, le anatre e altri uccelli sulle rive del fiume Meno sono stati abituati a vedere gli umani e sono per questo diventati sempre più "domestici". Sono rimasta qui a lungo, perché mi piaceva molto l'atmosfera rilassante che mi circondava. Era ormai sera e mi sono anche goduta, come il giorno prima, un meraviglioso tramonto colorato che si rifletteva sull'acqua.

Sulla strada per raggiungere l'ostello, sono passata sopra il ponte, attaccato al quale si trovano un sacco di lucchetti: questa moda della gente di mettere lucchetti sui ponti non mi sembra necessaria, nè bella o benefica in alcun modo, quindi non gli attribuisco grande importanza. Vorrei anche dire che durante il mio viaggio a Francoforte mi sono quasi sempre spostata a piedi per raggiungere le destinazioni desiderate.

Ho scelto di farlo perché così posso conoscere meglio la città che visito e sperimentare il più possibile. Ho usato la metropolitana solo due volte, quindi non posso spiegare bene come funziona questo mezzo di trasporto, anche perché è il mio amico quello che si occupa di farci da guida in questo ambito: io mi limito soltanto a seguirlo.

Il giardino botanico di Francoforte

Nel mio ultimo giorno a Francoforte sono stata al giardino botanico. Quando viaggio in un posto nuovo, visito spesso questi luoghi: credo che la presenza di spazi verdi nelle città dimostri il tenore di vita delle persone che ci vivono e il loro grado di civiltà.

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Più una città è interessata a mantenere e far crescere bene gli spazi verdi, più piacevole e sviluppato è quel luogo. Il Giardino Botanico di Francoforte di solito fa pagare l'ingresso, ma per i giovani fino ai 26 anni l'ingresso è gratuito. Io però ho sbagliato e ho dimenticato di mostrare il mio tesserino da studentessa: ho dovuto quindi comprare il biglietto a prezzo intero e pagarlo 3 euro.

Visto che era l'inizio della primavera, entrando nel giardino ho visto dei magnifici alberi di magnolia in fiore: i fiori delle magnolie sono rosa e bianchi, sono molti, grandi e dominano l'intero paesaggio del giardino.

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Oltre agli alberi e alle varie piante ho visto, durante il mio percorso, scoiattoli, anatre, insetti e altri uccelli di cui non so il nome. Il giardino ha anche zone appositamente progettate con panchine e sedie in legno dove le persone possono fare una pausa ammirando la vegetazione che li circonda.

Entrando nelle serre, mi è sembrato di teletrasportarmi in un altro mondo. L'ambiente all'interno era diverso a seconda delle piante che vi crescevano. L'area tropicale e il clima della giungla, molto umidi e caldi, sono le zone che mi hanno impressionata di più, ma non ci sono potuta restare a lungo perchè mi sembrava di non riuscire a respirare bene.

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Tra le piante che ho visto c'erano molte specie di cactus, piante grasse, ninfee, ficus, alberi come quelli di mango, avocado, limoni, arancia, papaia, caffè, cacao e probabilmente molti altri che non sono riuscita a riconoscere o di cui non conosco nemmeno il nome. Per la prima volta, ho visto anche una pianta carnivora, che ho trovato straordinariamente affascinante per il modo in cui si apre e si chiude quando sembra che qualcosa le sia vicino.

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Visto che dovevo prendere una macchina per andare a Saarbrucken, non ho potuto visitare tutto il Giardino Botanico, ma sono felice e soddisfatta di averlo ammirato, anche solo per un po'.


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