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Una sosta a Firenze.


Introduzione.

La città di Firenze: la mia prima visita e le mie prime impressioni!

Ho avuto l’occasione di visitare Firenze per la prima, e finora unica volta, durante una sosta da un viaggio dal ritorno di un altro ben più lungo tragitto.

Una sosta davvero indimenticabile!!

Io e mio fratello, insieme a tutti gli altri partecipanti all’iniziativa, abbiamo aderito allo scambio di gemellaggio a cui il nostro paese di attuale residenza appartiene ( Cerisano ) ed instaura rapporti socio-culturali, e non solo, con il relativamente “piccolo” borgo di La Roches de Condrieu, nella splendida Francia del Sud.

Descrivo qui di seguito, però, esclusivamente un “viaggio dentro il viaggio” ed ho voglia di farlo perché mai mi sarei aspettata di provare delle simili emozioni, semplicemente a causa di una sosta con pernottamento che è stata fortunatamente ritenuta obbligatoria, per via delle lunghissime ore di viaggio in pullman, necessarie per raggiungere la Francia, presso la meravigliosa città di Firenze.

Il primo impatto che ho avuto con questa città è che non potesse non essere considerata come la più bella d’Italia. Le strade, le Chiese, il meraviglioso Duomo, i piatti tipici e quell’inconfondibile accento tipicamente fiorentino che la rendono tanto speciale hanno contribuito a renderla, nel tempo, una città inimitabile. Devo e voglio premettere, però, che nel valutare Firenze in questi termini, io non avessi ancora avuto la fortuna di visitare città come Roma, Verona e Venezia e quindi confermo di aver poi “ridimensionato” il mio giudizio verso Firenze, che resta, comunque, sempre molto positivo. La considero, adesso, come una “Piccola Roma”. Un posto meraviglioso in cui si ha il piacere di passeggiare tranquillamente su Ponte Vecchio, esattamente come è possibile farlo a Roma, sul Lungotevere, fino ad arrivare per le vie del centro, dove l’arte dei mercatini artigianali fa da padrona.

In giro per il centro di Firenze.

Ci siamo soffermati, sempre in gruppo, ovviamente, ad osservare le minirappresentazioni che gli artisti di strada improvvisavano o ripetevano a memoria per l’ennesima volta, sperando di ricevere in cambio anche soltanto qualche moneta. Irresistibile è stata anche la tentazione di fermarsi per far realizzare un proprio ritrattodagli abili pittori che chiaramente dimostravano le loro capacità in diretta, ma, purtroppo, l’aggregazione del gruppo e la battente tabella di marcia ce lo hanno impedito.

Una sosta a Firenze.

Fonte

Un "piccolo" souvenir!

Non ci hanno impedito, però, di fermarci a comprare una delle realizzazioni pittoriche su carta, o forse chissà, delle semplicissime stampe, che ritraggono due panorami di Firenze.

Al ritorno dal nostro viaggio li abbiamo fatti incorniciare entrambi e devo ammettere che salendo e scendendo le scale di casa mia è piacevole e rigenerante ammirare queste meraviglie e confesso anche che, spesse volte, facendo le scale, mi soffermo a ricordare tutti i ricordi che ad esse sono legati.

Una sosta a Firenze.

Fonte

Se c’è uno, in particolare, che è rimasto indelebilmente dentro di me e cioè quello di aver visto il Duomo di sera.

Il Duomo di Firenze.

E’ uno splendido monumento molto difficile da descrivere a parole, per me. Forse è perché vederlo in una foto o su un dipinto, non riesce a trasmettere l’emozione che si può provare anche soltanto passando di lì.

E’ una sensazione chiaramente soggettiva, ma penso che non possa esistere un essere umano capace di non riconoscere o non percepire la “grandezza”di questa enorme opera d’arte.

Una sosta a Firenze.

FonteA

Non è esattamente la grandezza a renderlo così speciale, ma, questo termine, va inteso in senso lato. Ricordo, infatti, che avevo avuto l’impressione di averlo immaginato sempre con delle dimensioni più elevate, ma, non per questo, gli veniva tolto del fascino, anzi, probabilmente proprio per questa sua peculiarità di essere stato costruito “a misura d’uomo”, lo rende così tanto affascinante.

E’ un po’ come se volesse essere un bene eletto e allo stesso tempo molto comune. Come se le sue fattezze siano state concepite e percepite come delle caratteristiche quasi divine, da esprimere però in termini umani (esattamente come accade nella Divina Commedia di Dante nei canti dell’Inferno, in cui il linguaggio resta generalmente molto basso, mentre gli eventi, i concetti e le occasioni vengono descritte e raccontate attraverso una trama aulica e piena di significato, che sarebbe impossibile poter estrapolare da una mente comune).

E’ come se, a mio modesto parere e giudizio, chi ha realizzato la struttura di questo Duomo, abbia pensato di voler rendere “pubblica” e comune (nel senso di accessibile), un’opera straordinaria che, in realtà, dovrebbe forse essere protetta e rilegata all’interno di un Museo.

Le strade di Firenze.

Non si voglia intere erroneamente, però, che le strade che la circondano non siano adatte a fare da contesto ad un’opera del genere. In Firenze si ritrova, infatti, in ogni suo angolo, un briciolo di poesia avanzata a chi l’ha costruita.

La storicità della città di Firenze.

E’ una città storica d’Italia e l’Italia stessa non potrebbe essere, né stato meno essere stata, quello che oggi si ritrova ad essere. Credo che sia stato anche questo a donarmi un’emozione in più nel ritrovarmi di fronte ad un’opera tanto prestigiosa quanto conosciuta, come il Duomo di Firenze e cioè la consapevolezza che questa città e questa Chiesa, insieme, hanno accolto chissà quali personaggi del passato ed hanno contribuito a rendere eterni tutti quegli avvenimenti, fatti e cenni storici che hanno aperto le porte al futuro dell’Italia.

In generale, però, ricordo di aver studiato Firenze, durante gli anni del Liceo, tanto nell’ambito della storia, quanto anche nell’ambito della storia dell’arte, in particolare.

Storia ed arte, insieme.

Non credo di dover pensare che la mia professoressa di storia dell’arte  fosse più scrupolosa del mio professore di storia, anzi, ne apprezzo tantissimo le opere che già in precedenza mi aveva avvicinato alla mente e che ho potuto meglio comprendere dal vivo e “capire” per il loro reale valore e significato che vogliono esprimere.

Quanto costa questa infinita bellezza?

Nonostante tutte queste note fantastiche e meravigliose da non dimenticare sulla città di Firenze, esiste un piccolo, ma enorme difetto di questa città: il prezzo. Se anche non fosse vero  quel modo di dire che afferma  che “Tutte le cose belle, costano.”, allora Firenze ne cambierebbe di sicuro il suo valore. Non voglio dire che sia esagerato il prezzo da dover pagare anche per un bottiglietta d’acqua, se si consideri l’importanza storica, artistica e sociale di questa città, ma lo trovo semplicemente incomprensibile e disumano.

Una sosta a Firenze.

Fonte

Ricordo infatti, proprio per questo mio modo di vedere le cose, di aver preferito dire di no ad un piccolissimo quadratino di pizza non molto invitante offertomi per la “modica” cifra di 5 Euro, per preferire di aspettare la prossima sosta in autogrill che sarebbe stata, sebbene anche lì non ragionevolmente richiesta, la mia fonte di nutrimento di quella sera e quindi necessaria per mettere qualcosa sotto i denti.



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