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Il nostro viaggio alla scoperta dell'Africa occidentale


Terra rossa, sole cocente, acqua cristallina, foreste pluviali e deserti, in altre parole: Africa. L'Africa è un continente enorme, ricco di diversità. Infatti, i paesi del nord come l'Egitto e il Marocco hanno influenze arabe, quelli del sud Africa presentano somiglianze con l'Europa e invece ad est e ovest troviamo principalmente la cultura dei nativi africani. Queste ultime zone sono piuttosto sottosviluppate e poco conosciute, più rischiose per i viaggiatori, a causa della malaria, di malattie infettive o per quanto riguarda la loro sicurezza. Ecco perché quando organizzate un viaggio verso i paesi di questa parte dell'Africa dovete fare molta attenzione. In questo articolo voglio condividere con voi la mia esperienza alla scoperta della cultura africana a Dakar, nel Senegal e nella sua isola Gorée.

Dakar è la capitale del Senegal e si trova sulla costa occidentale dell'Africa, nel punto più ad ovest di tutto il continente africano. È un'ex colonia francese, ricca di elementi ereditati dalla cultura di questo paese europeo, ma anche di elementi musulmani. La città è abbastanza sviluppata rispetto alla maggior parte dei paesi di questa zona dell'Africa. È conosciuta per la sua vita notturna, per i suoi ristoranti, negozi e per le bellissime spiagge sabbiose. Quando arriverete, dovrete assolutamente visitare il Monumento al Rinascimento africano, che è considerato la statua più alta dell'Africa. È in bronzo ed è collocato sulla cima di una collina, raggiungibile attraverso moltissimi scalini. Si affaccia sull'oceano Atlantico, su alcuni quartieri di Dakar e su un piccolo vulcano con il suo faro. È stato costruito per commemorare il 50° anniversario dell'Indipendenza del Senegal dalla Francia. Come ci ha spiegato una guida del posto, la statua ha causato molte controversie tra i cittadini dell'intero paese e il presidente che ha deciso di costruirla ha perso la sua popolarità. È stato criticato per aver speso un'ingente somma di denaro per costruire questa statua di 49 metri in un paese in cui problemi come povertà, assistenza medica e sistemi scolastici insufficienti sono questioni che preoccupano tutti ogni giorno. Oltre al costo, la statua è stata criticata per il suo stile, soprattutto per come appaiono le persone raffigurate. Entrambi i soggetti sono semi nudi, il che è incompatibile con la religione che predomina nel paese, l'islam.

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Monumento al Rinascimento africano. Dakar, Senegal.

Dal momento che il mio post è dedicato alla cultura dell'Africa occidentale, devo menzionare una delle sue caratteristiche più importanti: il significato che ha l'albero di Baobab (conosciuto anche come l'albero della vita), per gli indigeni del posto. Ci sono numerose credenze spirituali, superstizioni e leggende tradizionali che lo riguardano. Si crede che il Baobab porti felicità e prosperità a chiunque viva nelle sue vicinanze. Dalle foto vedrete che molti alberi di Baobab crescono in mezzo alle strade. Una guida ci ha spiegato che, siccome molti credono abbiano poteri magici, le strade sono state costruite intorno al tronco di questi alberi, per evitare di tagliarli. Secondo un'altra leggenda, gli spiriti dell'albero aiutano le persone a prendere decisioni. Spesso, quindi, si organizzano incontri proprio sotto il Baobab per discutere di questioni di primaria importanza. Il frutto del Baobab non è usato solo come alimento, ma anche come rimedio medico. È ricco di vitamina C e di calcio ed è perfetto per curare l'influenza o il raffreddore. Però è anche buonissimo come merendina per i bambini, o insieme all'avena. Noi abbiamo provato il succo, che era praticamente polpa di baobab diluita nell'acqua e comunque molto denso, di un colore marrone rossastro. Devo dire che aveva un gusto molto interessante, mi è piaciuto ma era molto nuovo per me.

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L'icona della cultura dell'Africa occidentale: l'albero di Baobab. Dakar, Senegal.

Il nostro tour a Dakar, con le spiegazioni della guida sulla statua e sulle leggende dell'albero di Baobab, è stata solo una parte della nostra escursione. Quindi abbiamo proseguito verso l'isola Gorée, a 30 minuti di distanza con il traghetto.

L'isola Gorée

Per cominciare devo dirvi che visitare l'isola è stata un'esperienza toccante, emozionante e davvero unica. In passato ha avuto un ruolo importante nel commercio degli schiavi attraverso l'oceano Atlantico. Oggigiorno è visitata soprattutto per il famoso memoriale "House of Slave" (casa degli schiavi). Conosciamo tutti la storia degli schiavi ed io ho scritto molti saggi al riguardo durante i miei anni all'università. Ma essere fisicamente nel posto in cui tutto è iniziato, ascoltare le storie di quello che è avvenuto in una delle stanze in cui ci trovavamo, è stato completamente diverso. Il museo è un memoriale del commercio di schiavi a due piani, con stanze piccole e scure al primo piano in cui vivevano gli schiavi e uffici al piano superiore, dove si organizzava e gestiva il commercio. C'è una stanza in particolare che ha fatto piangere tutti quando l'hanno vista: si chiama "Door of No Return (la porta di non ritorno), ed è esattamente quello che sembra. È una porta che affaccia sull'oceano da cui gli schiavi più anziani, ammalati o ribelli venivano lanciati come cibo per i pesci.

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La House of Slaves.

Dopo averla visitata siamo andate a fare una passeggiata per l'isola, osservando la vita quotidiana degli abitanti del posto. Mi è sembrato come se il tempo si fosse fermato. Le persone sedevano di fronte all'oceano sotto agli alberi, parlavano e ci salutavano cordialmente. Altri lavoravano sodo nei loro negozietti, in cui vendevano collane, anelli e vestiti fatti a mano, così come diversi oggetti d'arte africana, ad esempio statue o dipinti. Ciò che mi è piaciuto di più tra tutti i loro prodotti sono stati i dipinti di sabbia. La tecnica sembrava piuttosto complicata, ma l'artigiano era davvero esperto e sicuro di quello che faceva. Guardarlo creare tutti quei disegni diversi, raffiguranti paesaggi, animali o persone dell'Africa è stato un vero piacere. Tutte lo abbiamo supportato comprando alcuni dei suoi dipinti.

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Dipinti di sabbia.

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Alcuni amici che ho incontrato nel mio viaggio verso l'isola Gorée.

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L'isola Gorée.

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L'isola Gorée.

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L'isola Gorée.

Quando abbiamo finito il tour dell'isola, siamo andate a cenare in uno dei pochi ristoranti dell'isola. Diciamo che era una specie di casa con un giardino in cui potevano mangiare i turisti. Avevamo solo 2 o 3 scelte sul menù. Io ho mangiato pesce, era delizioso e così fresco che ad un certo punto mi è sembrato che mi stesse facendo l'occhiolino. Ad ogni modo, alcune delle mie amiche che hanno ordinato il pollo non sono state così fortunate. Hanno preso una lieve intossicazione alimentare. Per esperienza, ogni volta che andate a mangiare e vi trovate su un'isola o in posti in cui non sapete l'origine degli alimenti, vi consiglio di scegliere l'opzione più naturale che c'è sul menù. Quindi, su un'isola sarebbe o il pesce o qualche altra pietanza che ha a che fare con i prodotti ittici.

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La versione africana del "Fish & chips" (patatine fritte e pesce).

L'isola di Gorée è bellissima. È un po' collinare quindi appena abbiamo raggiunto la cima, ci siamo godute uno splendido panorama sull'intera isola, circondati dall'immensità dell'oceano Atlantico. Vederla in un giorno d'estate, con il sole sui nostri visi, ha reso la visita un'esperienza unica e indimenticabile.


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