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Una regale passeggiata a Caserta.


La Reggia di Caserta.

La più rinomata forma di attrazione che questa città propone è proprio la visita presso la famosa Reggia. Questo perché, non soltanto essa rappresenta un pezzo della nostra storia, ma anche perché la sua invidiabile struttura resta, ancora  tutt’oggi, meravigliosa e splendida come sempre, tanto che vale la pena di visitarla in ogni suo piccolo angolo.

Un enorme labirinto.

Chiunque abbia mai avuto delle idee e manie di grandezza riguardo la futura costruzione della propria casa, si ridimensionerà di molto, forse, dopo aver visitato questa Reggia. Mi inserisco volentieri in questa categoria di persone e confermo la mia ipotesi di dimensionamento di idee. Se, infatti, da piccola avevo sempre sperato di poter avere, un giorno, una bella casa, ed anche molto grande, passeggiando per ore ed ore in quella Reggia, “immensa”, nel vero senso della parola, ho iniziato a cambiare idea sull’argomento, pensando alle innumerevoli spese e preoccupazioni che ne deriverebbero, non per mancanza di volontà o di disponibilità economica (magari!), ma semplicemente perché, a volte, l’esagerazione sfiora l’inutilità. E’ una supposizione nata proprio in questo luogo, ma è proprio delle inutilità che sono fatti tanti pregi e sfizi che la popolazione generale non può permettersi. Non ricordo con esattezza quante stanze la Reggia contenga.

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Ad essere sincera, ero talmente stanca quel giorno, per via del lungo cammino all’interno di essa, che non ricordavo più dove fosse l’inizio e quanto e cosa avessimo visitato.

Non dimenticate la macchina fotografica!

Se non ci si munisce, per tempo, di una buona macchina fotografica con un altrettanto buon livello di memoria, infatti, si correrà il rischio di ”sprecare” un’esperienza come quella che io ho avuto, perdendo così degli attimi preziosi da immortalare, non perché non ci si sia soffermati a scattare una foto, ma perché la memoria della macchina potrebbe essere già piena, da un momento all’altro! E’ quello che, ancora una volta, è capitato a me.

Ho scattato talmente tante foto che, ad un certo punto, ho dovuto, per forza di cose, e cioè per la mancanza di memoria nella mia macchina fotografica, fermarmi dallo scattare, sebbene a malincuore. Eppure non mi pento di quelle che avevo già scattato. Semplicemente, raccomando a tutti coloro che vogliano visitare questa meravigliosa e vastissima “struttura architettonica” (se così semplicemente si può definire), di portare con sé una buona scorta di memoria, sia fotografica che non!

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Cosa si mangia?

Consiglio inoltre, vivamente, di portare, come anche noi studenti avevamo fatto quel giorno, un “pranzo a sacco”.

Il bar all’interno della Reggia era accessibile e disponibile nel servizio, soltanto che, per usufruirne, sarebbe stato necessario superare la lunghissima fila di persone che aspettavano il proprio turno.

E quanto costa?

I prezzi erano, inoltre, quelli che ci si possa aspettare di trovare, normalmente, in un ambiente come questo: semplicemente regali!

Turista oppure ospite della Reggia?

“Regale”, in un certo senso, è stato, però, proprio il pranzo, che, tutti insieme riuniti, abbiamo consumato sotto il Sole.

Poter pranzare, seppure con un semplicissimo pasto composto da panini e bibite gassate, sotto il Sole, ma soprattutto con lo sfondo della storica ed affascinante Reggia di Caserta, è stato a dir poco emozionante.

Per finire, tanto per rendere questa atmosfera meno regale e più comune anche a noi giovani ragazzi, o forse soltanto per poterla sentire più vissuta anche da noi e non soltanto dai fantasmi che la abitano, storicamente, abbiamo iniziato a giocare a pallone.

Non è stata, tuttavia, un’idea fuori dagli schemi.

Infatti, numerosissime altre persone, avevano, già prima di noi, iniziato a sentire la Reggia di Caserta come propria ed a viverla sedendosi anche loro sul verdissimo prato che la circonda, bagnandosi la fronte con l’acqua fresca delle fontane poste sul lungo viale e correndo e scherzando da ogni parte , proprio come se , in realtà, quella non fosse la vera Reggia di Caserta, ma un vero e proprio parco comune (non dei divertimenti, ma da vivere).

La parte più bella di Caserta: i giardini della Reggia.

Dopo aver dedicato l’intera mattinata alla visita interna della Reggia (sebbene con molta fretta e non avendola potuta visionare interamente a causa della chiusura di alcuni posti privilegiati), ci siamo incamminati verso la scoperta del caratteristico viale frontale che fa da introduzione alla Reggia vera e propria.

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La cosa più affascinante di questo stradone enorme è stata la continua rappresentazione scultorea di diverse figure e scene, tutte contenenti uno specifico significato allegorico, sulle fontane che, in maniera altrettanto meravigliosa ed affascinante, si presentavano lungo il cammino, seguendo una simmetrica disposizione regolare.

La tentazione di fermarsi, anche senza l’intenzione o la capacità di poter scattare una foto, ma semplicemente per ammirare la loro bellezza, era talmente tanta ed irresistibile che, spesse volte, io e la mia compagna di banco, siamo rimaste indietro ed abbiamo dovuto, ogni volta, rincorrere il gruppo che si trovava di già una o due fontane più avanti rispetto alla nostra posizione.

Il "giardino segreto".

Questo meraviglioso percorso, quasi fiabesco, si sarebbe concluso ancora meglio se non fosse stato per la chiusura del piccolo parco dei giardini tanto affascinanti, che segnavano la fine del lungo e rettilineo sentiero regale.

Era realmente un giardino segregato e chiuso con lucchetto, ma questo spingeva, ancora di più, ad avere intenzione di voler entrare per visitarlo.

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Forse la cura ed il verde che si intravedevano al di là delle sbarre erano troppo preziosi per poter essere esposti al comune pubblico. Eppure, una struttura, una pianta, una costruzione oppure un’opera d’arte che sia tanto bella da dover essere ammirata, in ogni sua forma, dovrebbe essere anche resa libera di fronte al pubblico, esattamente come questa Reggia di Caserta, e cioè libera di appartenere al bene comune, nonché alla comunità, che è la vera essenza dell’evoluzione umana.

Forse qualcosa di regale è ancora rimasto tra quelle mura: l’impossibilità di accedere ad alcune aree che sono, ancora oggi, di appartenenza e ad esclusivo utilizzo soltanto di pochi. Il vero peccato, sta forse, proprio in questo.


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