L’estate scorsa ho avuto l’opportunità di tornare in questo luogo davvero singolare. Il Vittoriale, posto all’entrata per Gardone Riviera, un paese che sorge sulle colline bresciane, è un complesso architettonico molto grande dove il poeta e scrittore italiano Gabriele D’Annunzio ha dimorato dal 1921 fino all’anno della sua morte, nel 1938. La struttura si affaccia sul sottostante Lago di Garda, del quale si può godere la vista da vari scorci.
In genere è meta di gite organizzate - molte scolastiche - e durante i normali giorni della settimana è facile incappare in scolaresche agli ultimi anni delle superiori. La prima volta che andai ero con la mia classe di quinta liceo e con la prof. di letteratura con la quale stavamo per l’appunto studiando D’Annunzio. Oltre che per italiano, visitare il luogo ci serviva anche per comprendere le dinamiche storiche che legavano il poeta a Mussolini e alla prima guerra mondiale. Egli era infatti una personalità molto influente, impegnata politicamente, stravagante e, sotto molti aspetti, anche eccessiva. La sua visione della vita prevedeva un atteggiamento “dandy” e compiacente nei confronti dei piaceri di ogni genere: questa concezione la vediamo prendere forma direttamente all’interno della sua casa.
Non sono molto informata sui mezzi pubblici che fanno tappa al Vittoriale, ma credo che nella maggior parte dei casi si tratti di pullman che offrono intere visite organizzate. In alternativa, come ho accennato in un post precedente, si può arrivare in macchina e: o parcheggiare in uno dei tanti posti a pagamento oppure inoltrarsi per alcune strade secondarie e sperare di riuscire a trovare un parcheggio libero. Nei normali fine settimana non ci farei molto affidamento, ma forse in periodi dell’anno particolari (ad agosto, ad esempio) si trova un po’ meno gente del solito.
Per quanto riguarda i prezzi il biglietto intero - comprendente la visita all’interno della casa e la possibilità di girare a piacimento tra parchi e giardini - costa 16 euro e non prevede riduzioni per studenti, dato che la tutela del Vittoriale è sotto un ente privato. Non è poco, ma considerando la grandezza del posto e le mille cose da vedere, direi che può tranquillamente valerne la pena.
Veniamo alla struttura del Vittoriale. Il complesso attualmente è formato da: la casa-museo del poeta (detta Prioria), un’arena dedicata a concerti estivi, un mausoleo, piazzette, giardini, i musei D’Annunzio eroe e D’Annunzio segreto e uno spiazzo che ospita gran parte della nave Puglia. Ebbene sì, questo personaggio viveva praticamente all’interno di una piccola città e non si faceva mancare proprio nulla.
La parte più figa ovviamente è la casa, a cui si può accedere solo tramite visita guidata. Il nome Prioria deriva dall’idea di denominare il posto “casa del priore” e ogni angolo di questa è studiato in modo tale da avere una precisa simbologia. Dio solo sa quanto tempo D’Annunzio abbia impiegato per arredare e dare un valore simbolico a ogni stanza dell’abitazione.
L’ingresso è preceduto da sette scalini in cima ai quali si trovano due entrate, una adibita alle visite ufficiali, l’altra agli amici del poeta. Ciascuna sala possiede un nome particolare: si parte dalla stanza del Mascheraio (dedicata a Mussolini) e si prosegue per le varie stanza della Musica, sala del Mappamondo, Zambracca ecc. fino al cosiddetto Bagno Blu. Ovunque si vada, si rimane incantati dalla marea di cianfrusaglie che si possono trovare. Ci sono volumi storici, strumenti musicali, mappamondi, lampade a forma di zucca, statue in gesso e in bronzo, tappeti persiani, ceramiche pregiate e chi più ne ha più ne metta. All’interno della dimora sono conservati qualcosa come 10.000 oggetti e 30.000 libri. Molto particolare è la stanza del Bagno Blu, piena di porcellane, maioliche e utensili di vario tipo tendenti al verde e all’azzurro e l’Officina, lo studio privato dove, per entrare, occorre abbassare la testa per non sbatterla contro il muro ribassato. Questo atto era interpretato come una sorta di inchino per chiunque fosse intenzionato ad entrarvi. Parecchio suggestivo è anche il letto che per forma ricorda allo stesso tempo sia una culla che una bara (il “letto delle due età”).
L’intera casa è nel complesso buia e la poca luce che vi filtra, passa attraverso i vetri colorati delle finestre ricreando un ambiente quasi onirico e decadente. Il tutto, secondo la mia modesta opinione, sconfina abbastanza nel kitsch. Ma è proprio questo il suo bello.
L’elevata presenza di tomi di grande valore fa della casa-museo anche una sorta di biblioteca: i libri antichi credo che si possano tranquillamente consultare sotto la supervisione di alcuni addetti.
L’ala dello Schifamondo avrebbe dovuto ospitare nuove stanze, ma la morte di D’Annunzio bloccò il progetto. Attualmente vi possiamo trovare una mostra fotografica sul poeta, un auditorium e il museo di D’Annunzio Eroe. L’auditorium funge da sala di proiezione per documentari e ospita, appeso al soffitto, il piccolo aereo che lo scrittore utilizzò nel 1918 per il suo celebre volo su Vienna.
Il museo D’Annunzio Eroe (voluto da lui stesso) racchiude i cimeli e gli oggetti militari che celebrassero le sue imprese e il suo eroismo. Ebbene sì, la modestia non rientrava affatto tra le sue virtù.
Uscendo fuori si può notare un anfiteatro con una scalinata, simile per forma a quello greco. Non contiene un numero di posti elevato, ma nella stagione estiva ospita vari eventi e concerti interessanti. Sotto di questo si trova invece il museo D’Annunzio Segreto, che trasmette video esplicativi sulla vita di questo personaggio singolare e ne espone i suoi vestiti in alcune vetrine.
A questo punto ciò che resta da vedere è il parco del Vittoriale, uno spazio enorme che scende e allo stesso tempo si inerpica su per la collina. I luoghi sono davvero tanti: c’è il giardino delle Vittorie, la piazzetta Dalmata, il canile, la fontana del Delfino, la valletta dell’acqua pazza, il laghetto delle danze, l’arengo e così via. Si tratta di giardinetti con tanto di piante, fiori, fontane, laghi e sculture più o meno moderne.
Tra le cose che attraggono di più l’attenzione c’è senz’altro la nave Puglia, incastonata su uno spiazzo all’interno del parco. L’imbarcazione venne donata a D’Annunzio a ricordo del capitano Gulli, morto durante l’occupazione militare della Dalmazia. Ovviamente fu un’impresa non indifferente quella di smontare pezzo per pezzo una nave del genere, trascinarla su per la collina e a quel punto rimontarla da capo. La prua è rivolta verso il lago, o più nello specifico, verso il mare Adriatico.
Prima di giungere al punto più alto, il mausoleo, è interessante anche soffermarsi sul MAS 96, un motoscafo conservato in un piccolo edificio che da fuori reca la scritta “memento audere semper” (ricordati di osare sempre). Il mezzo venne usato da D’Annunzio durante un’impresa denominata la beffa di Buccari, compiuta nell’inverno 1918.
Infine, arriviamo al famigerato mausoleo. Esso si trova sul colle più alto e al suo interno riposa la salma del poeta, posta al centro della struttura a forma circolare. Intorno a lui sono sepolti anche alcuni legionari fiumani che combatterono per la conquista italiana della Dalmazia e di Fiume. Dalla sommità del mausoleo si ha una vista incredibile sul parco e sul lago sottostanti. Molto carini sono i cani di cemento posizionati in qua e là, a ricordo della passione di D’Annunzio per i suoi levrieri.
Questo è a grandi linee ciò che ci si può aspettare se si decide di visitare il cosiddetto Vittoriale degli italiani. Ovviamente lo consiglio a chiunque si trovi nelle vicinanze perché è veramente molto particolare. Non sono una grande appassionata di D’Annunzio, ma ammetto che da quando ho riscoperto questo luogo ho rivalutato parecchio il suo personaggio. Passare mezza giornata al Vittoriale è come fare un salto indietro nel tempo e rivivere l’atmosfera e il gusto che contraddistinguevano un uomo molto singolare, emblema dell’Italia dei primi anni del ‘900.