Wild Epirus: consigli di viaggio
L'Epiro tra montagne e leggende
L’ultimo post del blog voglio dedicarlo a qualche consiglio su cosa visitare nei dintorni con i mezzi pubblici o con l’aiuto di qualche amico volenteroso e dotato di automobile, a cui pagare la benzina per farsi scarrozzare in giro; questo perchè per i primi tempi sarà normale avere alcuni problemi che impediscono di iniziare a girare subito tutta la Grecia. Innanzitutto ci vorrà un po’ per capire come muoversi, poi il clima invernale dell’Epiro fino ad aprile regala ben poche giornate di sole adatte a viaggiare, e la procedura del PASO (il documento che attesta lo stato di studente e dà accesso agli sconti sui trasporti e in vari luoghi culturali) è un po’ complessa se devi cavartela da solo, e la tessera impiega almeno dieci giorni per arrivare al luogo di ritiro. Infine, non c’è un periodo preciso della permanenza Erasmus in cui la borsa di studio viene depositata sul conto, ma i tempi di attesa variano da università e università, e se doveste trovarvi per il primo periodo a non sapere quando arriverà, di certo starete attenti a spendere i vostri soldi per viaggiare, operando con più parsimonia rispetto a quando finalmente avrete la prima rata.
Questo comunque non vuol dire che dobbiate restare chiusi nella vostra stanzetta del campus a guardare la pioggia dalla finestra giorno dopo giorno…Con anche solo pochi euro potete raggiungere alcuni dei posti più affascinanti di una Grecia inedita e non scontata, tutta da scoprire.
Visitare l’Epiro significa cogliere il ricordo di una civiltà antica e fiera, che si è sempre discostata un po’ dal resto della popolazione delle Grecia classica di Atene e Sparta, riconoscendosi in un’identità comune attraverso i luoghi sacri, come il santuario di Dodona, o i luoghi del potere, come l’antica capitale di Pirro, Arta. La regione inoltre ha mantenuto quel fascino selvaggio e incontaminato che sa di miti e leggende: per chilometri e chilometri dal finestrino dell’autobus potrete vedere scorrere paesaggi di montagne che non mostrano le cicatrici della presenza umana, mentre un fiume turchese scorre affianco all’asfalto. Girando l’angolo di un piccolo quartiere di gioiellerie e hotel potete trovare le grotte più grandi della Grecia, tra le più interessanti al mondo, mentre attraversando la porticina di un piccolo monastero, nascosto in un villaggio di casette grigie come la roccia delle montagne che lo accolgono, potete trovarvi di fronte allo spettacolo affascinante e spaventoso offerto dal canyon più profondo d’Europa.
Nelle ultime due settimane sono ritornata per qualche giorno in Italia per festeggiare la Pasqua in famiglia e, al ritorno, sono rimasta qualche giorno ad Atene per visitare la città, alloggiando in un carinissimo, economico e centralissimo ostello nel quartiere di Plaka; non ho avuto quindi ancora tempo per visitare le ultime mete in Epiro che vi consiglio caldamente di aggiungere alla lista di cose da vedere: la pittoresca cittadina di Metsovo, Parga con le sue spiagge e la sua storia e Meteora, con i suoi monasteri in bilico tra le gole e le montagne che svettano verso il cielo.
Arta
Qualche settimana fa è uscita una giornata di sole così bella che era davvvero impossibile non prendere il primo autobus per andare a esplorare qualche posto nuovo.
Un po’ come Ioannina, la cittadina di Arta conserva le tracce di un passato greco, romano, bizantino e ottomano. Durante il periodo romano, Amvrakia (antico nome della città) divenne, sotto il re d’Epiro Pirro, acerrimo nemico del nostro impero, capitale dell’impero. Dopo un periodo d’oblio, ritornò ad essere capitale del Despotato dell’Epiro nel XIII secolo d.C..
Oggi la città è meno viva e e a mio parere meno carina di Ioannina, ma offre comunque la possibilità di visitare il museo archeologico, situato nell’area degli scavi della città di fase romana, il castro medievale con le sue mura bizantine perfettamente conservate, il museo bizantino situato nella chiesa di Parigoritria ed altre piccole attrazioni. Passeggiando per la città potrete ammimare come la natura incolta e selvaggia s'alterni e divori i quadrati urbanizzati della città.
Ricordate una cosa importantissima: la maggior parte dei musei e dei siti archeologici in Grecia chiude alle tre del pomeriggio, persino ad Atene. Essendo arrivate in città tardi ci siamo trovate ben presto senza nulla da vedere, e siamo così andate a vedere la maggiore attrazione della città: il ponte di Arta, le cui fondazioni risalirebbero a Pirro e la cui forma attuale si data al XVII secolo. Una ballata popolare greca narra che per costruire il ponte, che continuava a crollare, fu necessario sacrificare e seppellire nelle sue fondamenta il corpo della moglie di uno dei costruttori. Pare che qui abbiano proprio il vizio di ammazzare donne innocenti per ragioni di stato...(vedi la leggenda di Kyra Frosini!)
A fianco al ponte, una piccola chiesetta antica e numerosi bar che offrono la possibilità di godere di piccole delizie a poco prezzo mentre il sole tramonta e colora il fiume e il ponte di tinte tenui. Prima di andare via abbiamo mangiato yogurt con miele e noci, in compagnia del canto del fiume e del sorriso del sole: i momenti perfetti sono fatti di cose semplici.
Dodona
Gli studenti di archeologia sanno di cosa parlo, quando vi dico che per un mese e mezzo ho desiderato assolutamente visitare il santuario di Dodona, che dista solo quindici minuti dal campus, ma una maledizione scagliata da Zeus scatenava tempeste ogni volta che proponevamo di andare a vederlo. Il problema inoltre è che gli autobus per visitare il sito sono, paradossalmente, davvero scarsi: passano più o meno quattro corse a settimana, ad orari davvero troppo scomodi per visitare il sito. In ogni caso, una volta riuscite ad arrivare, abbiamo scoperto che per gli studenti l’ingresso è gratuito.
Giusto qualche brevissimo accenno a riguardo: secondo Erodoto questo il più antico santuario della Grecia; fu dedicato a Zeus Naios e a Dione, e per via della natura del culto non ebbe una vasta monumentalizzazione come accadde a Delfi; l’oracolo infatti parlava attraverso il movimento delle foglie di una quercia secolare, che venne abbattuta in epoca cristiana. Il teatro è spettacolare, sebbene per alcuni lavori non sia possibile al momento accedere alle gradinate. Altre strutture di epoca greca e romana si trovano tutto intorno ad esso. Il parco archeologico è tutto sommato non molto grande e ci s’impiega meno di un’ora a vedere tutto.
Alla biglietteria abbiamo chiesto informazioni su dove poter mangiare nei dintorni, e ci è stato consigliato un piccolo ristorante nel villaggio vero e proprio di Dodona, invaso da micetti per niente altezzosi e schivi e composto praticamente solo della chiesa, qualche casetta e il colorato ristorante. Questo posto è in realtà un μεζεδοπωλεìο, tecnicamente un posto dove vai per bere e puoi ordinare qualcosina da mangiare come accompagnamento, ma come ho già detto altrove ormai i tanti termini che i greci usano per indicare i locali non presentano consistenti differenze nella realtà. Abbiamo mangiato benissimo, ordinando insalata di erbe di montagna, insalata di melanzane (qui "insalata" può essere anche una crema), zucchine fritte con tzatziki e pancetta di maiale, pagando in tutto otto euro a testa. Oltre al pane e all'acqua, a fine pasto viene offerto dalla casa anche un piccolo dolce artigianale, per invitare il cliente a tornare.
Il simpaticissimo proprietario ha consigliato vivamente a noi ragazze di trovarci un marito greco, perchè a sua detta "con i greci c'è sempre il dolce alla fine!".
Gole di Vikos
Questo meraviglioso canyon dista meno di un’ora da Ioannina, ma non so se sia possibile raggiungerlo con i mezzi pubblici. Trovate qulacuno esperto che sia disposto ad accompagnarvi e lasciatevi guidare nella zona di Zagori, con i suoi villaggi, i suoi bar e i paesaggi di roccia e acqua. Una grande statua rappresentante la donna di Zagori per antonomasia vi saluterà da una collina lungo il tragitto per arrivare al canyon.
Le gole sono state scavate nei secoli dal fiume omonimo. Prima dell’ingresso del percorso naturale che costeggia il bordo del canyon, permettendovi di ammirarlo dall’alto in tutta la sua altezza di ben 900 m, potreste visitare il monastero di Santa Paraskevi, con bellissimi affreschi bizantini.
Sulla via del ritorno potete fare un giro nei villaggi vicini, pieni di locali e negozi di souvenir.
Grotte di Perama
Uscite dalla residenze, munitevi di biglietto urbano con lo sconto studenti e prendete l’autobus numero 16, assicurandovi che porti scritto “ΠΕΡΑΜΑ / ΠΑΝΕΠΗΣΤΙΜΙO”. L’ultima fermata vi porterà a Perama, vicino alla costa del lago; seguendole indicazioni arriverete facilmente, in meno di cinque minuti a piedi, alle famose grotte.
Il biglietto d'ingresso per gli studenti costa 3,50 euro, e la visita, che dura 45 minuti, è effettuata sempre in compagnia di una guida esperta che vi spiegherà in inglese passo passo ciò che andrete a vedere.
Le grotte furono scoperte durante la seconda guerra mondiale, quando gli abitanti del posto la trovarono cercando rifugio dai bombardamenti. Sono antichissime (hanno 1.500.000 anni) e grandissime, anche se solo una piccola porzione dell’area totale è visitabile.
Devono la loro fama alla rara e preziosa varietà di stalattiti e stalagmiti che è possibile vedere al suo interno: ne esistono infatti 19 tipi diversi, con sfumature di colori che vanno dal rosa al rosso al bianco. Quale che sia il tempo fuori, all’interno la temperatura è costante e si mantiene sempre intorno ai venti gradi, con una percentuale di umidità che sfiora il 100%. Al suo interno vivono solo ragni, pipistrelli e dolichopoda.
Gli scavi archeologici hanno rinvenuto alcune ossa di una specie estinta di orso, un reperto molto raro attualmente ad Atene, ma di cui è possibile vedere una copia nel punto di accoglienza per le grotte situato di fronte alla fermata dell’autobus, da cui potrete comodamente riprendere il bus o il taxi per ritornare in città o all’università in mezz’ora.
Unico dispiacere della giornata: purtroppo non è possibile scattare fotografie.
Questo è tutto, almeno per ora. È stato un vero piacere per me avere la possibilità di raccontare qualcosa di quest'esperienza meravigliosa che il progetto Erasmus offre. Non mi resta che augurarvi di poter prendere il meglio dalla vostra permanenza all'estero. Siate viaggiatori, antropologi, essere umani curiosi, più che turisti frettolosi: la Grecia vi attende e vi accoglierà a braccia aperte, rendendovi persone migliori.
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