S01E02 - "Il mio sogno", parte II

Pubblicato da flag-it Andrea Metafuni — 8 anni fa

Blog: Erasmuxelles
Tags: Suggerimenti Erasmus

[Nella puntata precedente]

Andrea non è pienamente soddisfatto dalla sua vita. Sente che manca qualcosa. Sente che ha bisogno di conoscere e vedere nuove realtà nel mondo. Così, spinto dal coraggio e dalla voglia di cambiamento, inoltra la domanda Erasmus assieme ad un amico, nella speranza di partire con lui. Ma questo non accade e si ritrova da solo lungo la strada che lo porterà a Bruxelles, presso la ICHEC Brussels Management School...

Eh già... fu così che mi ritrovai (entro in prima persona) a dover affrontare tutto quanto da solo. Ma questo non mi fermò. Ricordo che da quel momento in poi realizzai di essere davvero abbandonato al mio destino e che avrei dovuto farcela solo con le mie forze. Scartoffie burocratiche, appuntamenti con i professori, ricerca della casa, e tutto quanto connesso all'imminente trasferimento in Belgio. Come vi ho "fatto vedere" nella puntata precedente, io ero all'ultimo anno del corso di specializzazione della mia università e questo significava che per me, l'erasmus, era qualcosa che non potevo più rimandare: era la mia ultima possibilità di farlo! Molti degli esami li avevo già fatti, quindi, per non rendere troppo leggera la mia esperienza di studi all'estero, decisi di scrivere anche la mia tesi di laurea durante la mia permanenza. Tutto ok, è una cosa che l'erasmus concede. Unico particolare: deve essere una tesi che abbia senso di essere scritta all'estero! Ovvero, nel mio caso, il tema principale deve essere qualcosa che riguarda un argomento o del Belgio/Bruxelles oppure di carettere internazionele/Europeo. Altrimenti cosa andavo a fare fino in Belgio? Tutto ciò non fece altro che aumentare il mio carico di stress e ansia che mi stavo portando avanti prima della partenza, poiché oltre a quello che avrei dovuto fare a livello di organizzazione, mi trovavo anche a dover cercare un professore italiano che mi seguisse per un progetto di tesi all'estero ed un argomento inerente alla mia destinazione. Dopo diversi incontri con alcuni professori dove elencai alcuni argomenti di tesi che ritenevo interessanti, riuscii a trovare una docente che decise di seguirmi ed insieme sciegliemmo per questa tesi: "La strategia eruopea per la realizzazione della macroregione Adriatico-Ionica ADRION e il programma di cooperazione tra le regioni coinvolte". Voi direte: "bravo ciccio, ma a me cosa me ne frega di che argomento hai trattato nella tua tesi?!". Calma, calma. Questo piccolo particolare fa parte della trama ed è necessario per avanzare all'interno della storia. Nelle puntate successive capirete il perché.

Ad ogni modo, durante i mesi primaverili, subito dopo il termine del processo di selezione, tutti gli erasmus selezionati vennero invitati ad un incontro di orientamento presso l'università di Ferrara. Siccome i posti assegnati a Bruxelles erano 2, io ero curiosissimo di sapere chi sarebbe stato l'altro vincitore della borsa che sarebbe partito con me! E fu proprio durante quella occasione che ho avuto modo di scoprirlo. Professore: "Dunque, ora cercheremo di capire chi è che tra di voi andrà nelle varie destinazioni assegnate. Alzate la mano quando chiamo la vostra città, in modo da vedervi e da iniziare a conoscervi". Ed iniziò: "Madrid. Porto". Ed io aspettavo. "Birmingham. Wurzburg. Toledo". Ed io aspettavo. "Dijon. Parigi. Atene". ED IO ASPETTAVO! MA INSOMMA QUAND'E' CHE DICE BRUXELLES?! "Bruxelles". Pensai: "Bruxelles, Bruxelles! Ha detto Bruxelles! Vediamo chi viene con me!". Dalle file avanti, circa una decina, riuscii a intravedere questa bellissima ragazza castana, di spalle, con i capelli lunghi e mossi, che avevo visto centinaia di volte all'università ma che non conoscevo poiché non era della mia età e non frequentava i miei corsi. Beh, dalla mia prospettiva vidi questa bella chioma di capelli alzare il braccio destro e pensai "Oh, meno male, un po' di compagnia femminile!". Poi però notai qualcosa di strano... il suo maglione era rosso. La manica del braccio alzato era grigia. "Ma dai, saranno quei maglioni con le maniche diverse rispetto al busto... però aspetta, la manica sinistra è rossa... che strano maglione!". Spostai la testa leggermente di lato per capire che la prospettiva aveva ingannato i miei occhi! Il braccio alzato era di un maschio, maledizione! Un tipo che non avevo mai visto all'università e che non conoscevo affatto! Ma notai subito 2 cose di lui:

  • aveva un maglione che richiamava le canotte NBA, quelle che andavano molto di moda in quel periodo. C'era scritto "Bryant - 24", maglia dei Lakers (ovviamente). E lì il mio pensiero si divise in due. O è uno di quelli che si mette quei maglioni solo per moda, oppure è davvero appassionato di basket come me (e questa cosa gli avrebbe fatto guadagnare un sacco di punti!);
  • si girò con un sorriso ed un "ciao" molto amichevoli ed accoglienti, da metterti subito a tuo agio. Questa cosa mi colpì molto.

Finita la sessione di orientamento dove ci furono descritte varie regole e processi vari legati all'ersamus, mi fermai a parlare con questo ragazzo che sarebbe partito con me. Giacomo. Giacomo è il nome del mio compagno di viaggio. La sua storia relativa alla candidatura erasmus era simile alla mia, ovvero: anche lui sperava di andare con un suo amico con cui fece il processo di selezione, ma quest'ultimo venne prese per Kristianstad, la meta che io avevo eliminato dalle mie opzioni. Poco male. Capii fin da subito che Giacomo era un tipo in gamba, sempre sorridente. C'erano tutte le basi per stringere un'amicizia. Viene da Bologna, centro nevralgico del basket nazionale ed infatti, a lui, il basket piaceva davvero! Fatta questa prima conoscenza ci scambiammo i numeri ed i contatti sui zocial netvork in modo da fare due chiacchiere ogni tanto e confrontarci in preparazione alla partenza. Scoperto il mio compagno di viaggio, trovata una tesi ed una professoressa che potesse seguirmi, non mi rimaneva che un'ultima cosa da fare, la più difficile: trovare una sistemazione a Bruxelles!

Bruxelles è una città di circa 1 milione e 300 mila abitanti e le zone sono divise in comuni, ognuno dei quali contrassegnato da un codice postale che va da 1000 (il centro) a 1210. La mia università, l'ICHEC, si trovava a Woluwe-Saint-Pierre (1150), un comune molto lontano dal centro della città. Questo significa che trovare casa lì sarebbe stato limitante per tutta la parte di esperienza che non era legata prettamente all'aspetto accademico. Sto parlando dei giri in centro, delle visite ai musei, dei party, dei locali e ristoranti e di tutte le zone della città da scoprire. Per di più, più ci si allontana, più ovviamente la città tende ad essere meno collegata rispetto al centro e mentre nelle zone principali ci si può spostare facilmente in metro, per le zone più periferiche bisogna servirsi di bus, tram e taxi. Così decisi di circoscrivere una zona limite entro la quale cercare un alloggio. Questa:

s01e02-il-mio-sogno-parte-ii-0e4f0af0eb2(fonte: "How to find an accommodation in Brussels", PDF dell'ICHEC)

Diciamo che presi una vasta zona dove stare cercando di stabilire un buon rapporto tra distanza dal centro e dall'ICHEC, ma mi focalizzai sopratutto Sulle zone di Elsene/Ixelles, Etterbeek e Woluwe-Saint-Pierre, ma per quest'ultima concentrandomi sopratutto sui quartieri limitrofi alla fermata della metro chiamata Montgomery, comunque appartenente al comune.

Ma trovare un kot (questo il nome con cui vengono chiamati gli appartamenti a Bruxelles) era difficilissimo, sopratutto dall'Italia! Perché giustamente funziona così: se stai cercando una casa all'estero, i proprietari preferiscono darla a chi si presenta di persona, così da poterla vedere e garantire anche la propria offerta. E questo tipo di mercato, in un crocevia di città come Bruxelles, è vivacissimo! Ogni giorno centinaia di casa vengono affittate a nuovi studenti e lavoratori! Tanto che su feizbuk esistono gruppi creati appositamente per pubblicare annunci e offerte di accommodation in tutta la città e, a mio avviso, sono il posto migliore dove trovare moltissimi annunci, molti dei quali VERI (eh sì, occhi aperti perché a volte ci sono anche i furbastri sul web). Tra i più famosi:

Mandai messaggi ad un sacco di persone che postavano i loro annunci ma ad ogni modo la regola generale è sempre la stessa: essere fisicamente presenti sul luogo per visitare e aggiudicarsi la casa! Ed anche in quel caso i ritmi sono davvero frenetici. Puoi avere l'appuntamento alle 16 e 20 per visitare una casa ma quando arrivi il proprietario l'ha già affittata ad un ragazzo che magari è andato a vederla alle 16 e alle 16 e 19 ha accettato la sistemazione! Funziona così! E voi potreste dire: "Ma scusa, non c'era Giacomo che partiva con te? Cercatela insieme!". Eh, sarebbe piaciuto anche a me! Ma Giacomo aveva un'idea ben chiara in testa: trovare una stanza in condivisione con soli studenti NON italiani, in modo da essere inserito in un ambiente privo di qualsiasi forma linguistica italiana, così da poter avanzare in maniera più veloce verso l'apprendimento del francese. Rispettavo la sua idea e anche io pensavo che fosse un buon metodo per migliorare velocemente con la lingua. Va però anche detto che all'estero gli italiani sono ovunque! Sopratutto a Bruxelles! A volte sembra di non essere nemmeno fuori dall'Italia quando passeggiando per la Grande Place senti: "Oh, dopo andiamo da Abercrombie, eh zio!", "Amore, lo vuoi il vaffol?", "Guarda questi che se magnano...". E' incredibile! Quindi Giacomo decise di partire in cerca di una sistemazione a Bruxelles verso la fine di agosto, nel periodo giusto giusto precedente la fase di guerra che si scatena durante i primi giorni di settembre, quando studenti, lavoratori e tirocinanti si trovano in città a battersi per accaparrarsi una stanza da qualche parte! E ci riusci! A Porte de Namur, un quartiere commerciale che si trova proprio all'inizio del comune di Ixelles. Una zona molto piacevole, comoda e ben collegata. Trovò una stanza all'interno di un vecchio palazzo di 4 o 5 piani, condiviso con altre 14 persone. Nemmeno un italiano!

Ed io? Beh, io fui abbastanza fortunato. Non potendomi permettere di partire per Bruxelles prima di settembre, poiché stavo terminando il mio tirocinio universitario, trovai un contatto su facebook che mi diede la possibilità di parlare con un proprietario di casa. Non fu grazie a nessuno dei gruppi che ho elencato prima e nemmeno i vari Italiani a Bruxelles o Italiani e Italiane a Bruxelles, ma fu grazie al gruppo creato appositamente dall'ICHEC per il programma di exchange 2014-2015! Già, perché io e Giacomo non eravamo gli unici italiani selezionati per un erasmus alla ICHEC. C'erano anche Lucia e Lorenzo, due studenti di economia marchigiani. Fu Lucia a contattarmi e scambiandoci reciprocamente un po' di informazioni ed opinioni, venne fuori che lei aveva il numero di un signore spagnolo che affittava stanze a studenti all'interno di questo palazzo. Un edificio che non era presente in nessun annuncio sul web, nessun sito o gruppi fb, ma che basava il proprio rinnovamento dei coinquilini attraverso il passaparola. Io e Giacomo eravamo i primi che dalla UNIFE di Ferrara sarebbero andati alla ICHEC di Bruxelles, quindi non potevamo chiedere consigli a nessuno! Ma dall'università di Lucia e Lorenzo ci andarono alcuni ragazzi negli anni passati e loro vennero a conoscenza di questa casa nascosta proprio grazie agli ex studenti erasmus che andarono a Bruxelles l'anno prima. Insomma, morale della favola: chiamo questo signore e ci scambiamo le mail in modo da comunicare via web. Lui mi manda le foto delle stanze libere ed i prezzi per ognuna. Erano rimaste una mansardina minuscola e 2 seminterrati. Viste le dimensioni scelsi uno dei semintarrati, quello che dava verso un cortiletto interno della casa, che si scoprì poi essere la stanza più calda di tutto il palazzo poiché vicina alla caldaia! viste le temperature invernaili del Belgio, questa cosa fu molto positiva! Non avevo grandi richieste. Mi bastava una stanza dove potessi dormire e studiare. Per il resto, la grandissima parte della vita quotidiana all'interno di un edificio condiviso, la fa prorpio la gente con cui si vive. Lucia mi sembrò molto gentile e l'idea di vivere con una persona così disponibile mi piaceva. Fui molto fortunato: a distanza di qualche mese capì che tutti i coinquilini (11) erano a loro modo meravigliosi e l'aria che si creò all'interno di quella casa era qualcosa di familiare! Mi trovai benissimo all'interno di quella stanza, costruita nel seminterrato di un vecchio palazzo bruxellese, sito a Rue Goffart 82, nel quartiere di Ixelles. Ma questa, è una storia che vi racconterò più avanti...

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